Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
L'indometacina è una molecola appartenente alla classe dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Il farmaco è dotato di proprietà di tipo analgesico, antipiretico, e si caratterizza per un notevole effetto antinfiammatorio. Viene infatti prevalentemente utilizzato per ridurre la flogosi nelle patologie infiammatorie croniche dolorose, come l'artrosi e l'artrite reumatoide. In Italia indometacina è venduta dalla società farmaceutica Sigma-Tau con il nome commerciale di Indoxen e da Promedica con il nome commerciale di Liometacen. È disponibile nella forma farmaceutica di fiale da 25 mg o da 50 mg, e di capsule rigide da 25 o 50 mg. Sono anche commercializzate supposte da 100 mg.
Farmacodinamica
Il meccanismo d'azione dell'indometacina è da mettere in relazione alle proprietà inibitorie della biosintesi delle prostaglandine. Il blocco impedisce la produzione di mediatori dell'infiammazione (e del dolore) come le prostacicline e le prostaglandine. La ridotta sintesi di prostaglandine è secondaria alla inibizione da parte del farmaco dell'enzima prostaglandina-endoperossido sintasi conosciuta anche come ciclossigenasi. L'inibizione determinata dal farmaco non è specifica e pertanto coinvolge sia la ciclossigenasi 1 (COX-1) sia la ciclossigenasi 2 (COX-2).
Farmacocinetica
Indometacina dopo assunzione per via orale viene assorbita dal tratto gastrointestinale in modo rapido e completo.
La concentrazione plasmatica massima (Cmax) è raggiunta entro 3 ore (Tmax) dall'assunzione. Se il farmaco viene assunto con un pasto l'assorbimento può essere decisamente più ritardato. Il legame con le proteine plasmatiche raggiunge il 90%. Il farmaco si lega pure ampiamente ai tessuti biologici. L'emivita plasmatica del farmaco immodificato si aggira intorno alle 2-3 ore. Nell'organismo l'indometacina viene in gran parte trasformata in metaboliti inattivi. Le principali reazioni metaboliche comprendono la demetilazione e la glucuronazione (circa il 10% di una dose) per opera degli enzimi microsomiali epatici. L'eliminazione del farmaco avviene per via urinaria (dal 10 al 20% del farmaco in forma immodificata) e con le feci.
In quanto FANS, indometacina inibisce la sintesi di prostaglandine a livello cellulare, bloccando sia la COX-1 sia la COX-2. Poiché le prostaglandine (PG), e in particolare la PGE2, svolgono un ruolo fondamentale nell'inizio del travaglio di parto, indometacina è stata utilizzata per decenni nella prevenzione del parto pretermine.[18][19]
Sfortunatamente il farmaco può determinare gravi effetti avversi sia a carico del feto (chiusura del dotto arterioso di Botallo, disfunzione renale e oligoidramnios) sia nella madre (gastrite, vertigini e disfunzioni piastriniche).[20][21]
Nei soggetti adulti il dosaggio iniziale consigliato è di 25 mg, 3 volte al giorno. Il dosaggio deve essere adattato a ogni singolo paziente, a seconda della risposta terapeutica individuale e alla tolleranza al farmaco. Se la risposta terapeutica iniziale è insufficiente il dosaggio va gradualmente aumentato. Una dose compresa tra i 100 mg e i 150 mg al giorno in genere assicura un'adeguata risposta terapeutica. Nei rari casi in cui si deve ricorrere a dosi superiori ai 200 mg al giorno è necessario tenere presente che è molto probabile il verificarsi di un aumento dell'incidenza di effetti collaterali.
Sovradosaggio
In caso di assunzione eccessiva di indometacina, accidentale o volontaria, è necessario intraprendere quanto prima un'adeguata terapia di supporto. Se l'assunzione è recente è possibile ricorrere alla lavanda gastrica e alla somministrazione di carbone attivato. È opportuno il monotoraggio clinico del paziente, delle sue funzioni vitali e dell'elettrocardiogramma. L'indometacina può essere eliminata dall'organismo ricorrendo all'emodialisi.
^ CG. Barnes, HV. Goodman; AW. Eade; HN. Misra; GM. Cochrane; AK. Clarke; M. Stoppard, A double-blind comparison of naproxen with indomethacin in osteoarthrosis., in J Clin Pharmacol, vol. 15, 4 Pt. 2, Apr 1975, pp. 347-54, PMID1092728.
^ AK. Clarke, A Double-blind comparison of naproxen against indometacin in osteoarthrosis., in Arzneimittelforschung, vol. 25, 2A, Feb 1975, pp. 302-4, PMID1096901.
^ R. Desproges-Gotteron, B. Comte; V. Leroy, A double-blind comparison of alclofenac and indomethacin in osteoarthritis of the hip., in Curr Ther Res Clin Exp, vol. 13, n. 6, Jun 1971, pp. 393-7, PMID4996226.
^ M. Harth, DC. Bondy, Indomethacin and acetylsalicylic acid in the treatment of osteoarthritis of the hips and knees., in Can Med Assoc J, vol. 101, n. 6, Sep 1969, pp. 311-6, PMID4898391.
^ GM. Cochrane, A double-blind comparison of naproxen with indomethacin in osteoarthritis., in Scand J Rheumatol Suppl, vol. 2, 1973, pp. 89-93, PMID4590058.
^ JJ. Calabro, CM. Amante, Indomethacin in ankylosing spondylitis., in Arthritis Rheum, vol. 11, n. 1, Feb 1968, pp. 56-64, PMID5640611.
^ JJ. Calabro, Sustained-release indomethacin in the management of ankylosing spondylitis., in Am J Med, vol. 79, 4C, Oct 1985, pp. 39-51, PMID3904443.
^ H. Mitsui, [Ankylosing spondylitis]., in Ryoikibetsu Shokogun Shirizu, n. 32, 2000, pp. 514-7, PMID11212789.
^ PF. Souney, AF. Kaul; R. Osathanondh, Pharmacotherapy of preterm labor., in Clin Pharm, vol. 2, n. 1, pp. 29-44, PMID6136361.
^ BE. Travis, JM. McCullough, Pharmacotherapy of preterm labor., in Pharmacotherapy, vol. 13, n. 1, Gen-Feb 1993, pp. 28-36, PMID8437965.
^ K. Gyetvai, ME. Hannah; ED. Hodnett; A. Ohlsson, Tocolytics for preterm labor: a systematic review., in Obstet Gynecol, vol. 94, 5 Pt 2, Nov 1999, pp. 869-77, PMID10546776.