Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Football Club Internazionale Milano nelle competizioni ufficiali della stagione 1998-1999.
Stagione
L'acquisto del trentunenne Roberto Baggio — fautore di una rinascita al Bologna —[6] accendeva il mercato dell'estate 1998[7][8], contraddistinta dalla prima partecipazione al nuovo formato della Champions League[9]: coi francesi Silvestre e Dabo ad accompagnare gli azzurriniPirlo e Ventola[10], la squadra — abbinata per la fase a gruppi al Real Madrid detentore del titolo —[11] accolse un maggior numero di stranieri in organico rispetto agli italiani.[12][13] L'estremo difensore Frey, anch'esso transalpino[14], fu scelto quale riserva di Pagliuca risultando il primo portiere nella storia societaria a vantare una nazionalità estera.[15][16]
Malgrado le aspettative nutrite dall'ambiente[17][12], la partenza della stagione si rivelò in salita[17]: sconfitti dagli iberici all'esordio in coppa[18][17], gli uomini di Simoni (al quale la stampa non lesinò critiche per il mancato utilizzo di Baggio e un'arrendevole opposizione in campo ai Blancos[19]) pagarono anche le precarie condizioni fisiche di un Ronaldo reduce dai Mondiali.[20][21]
Da segnalare comunque in positivo l'imbattibilità casalinga nel massimo torneo d'Europa — una striscia inaugurata nel 1963 e che superò nell'occasione le 30 gare —[22] e l'impatto realizzativo di Ventola[23][24], una cui doppietta salvò i nerazzurri a Cagliari nel debutto in campionato.[25]
Se le vittorie ottenute con minimo scarto a danno di Sturm Graz e Spartak Mosca ponevano rimedio al passo falso in Spagna[26], la cinquina incassata dalla Lazio determinò un principio di crisi in chiave-scudetto[27]: il 25 ottobre 1998 era ancora Del Piero a risolvere il derby d'Italia[28], col pubblico di San Siro poi ammutolito dal Bari la domenica successiva.[29] Il punto guadagnato in occasione della trasferta russa (con Simeone che rispose al gol di Tikhonov[30][31]) e un pareggio nella stracittadina non placarono le contestazioni della tifoseria[32], col morale risollevato però dall'affermazione sui madrileni nel penultimo incontro del girone[18][33]: al 3-1 finale concorse una doppia realizzazione del Codino[34], dopo le reti di Zamorano e Seedorf.[18]
L'esperienza in panchina del tecnico giunse tuttavia al capolinea in maniera inaspettata[17], con l'esonero avvenuto all'indomani del 2-1 contro la Salernitana[35][36]: frattanto premiato con la Panchina d'oro[37][38], l'allenatore di Crevalcore — cui il presidente Massimo Moratti addossò le principali colpe per il gioco espresso —[39][40] lasciò spazio a Mircea Lucescu.[41][42] Assicuratasi il primo posto nel raggruppamento di Champions[43], l'Inter pescò gli inglesi del Manchester United per i quarti di finale[44][45]: a fine 1998 giunse, da parte della IFFHS[46], la nomina quale miglior club dell'anno a livello mondiale.[47]
Fresca dell'ingaggio invernale di Dario Šimić e Gilberto[48][49], la Beneamata lanciò tra i professionisti il minorenne Sinigaglia[3]: per il giovane centravanti una manciata di minuti con l'Empoli[50], avversario a cui Bergomi segnò nel girone d'andata la sua ultima rete in Serie A.[51][52] Assieme ai compagni di reparto Colonnese e Javier Zanetti[53], il capitano fu espulso da Braschi nella semifinale d'andata di Coppa Italia contro il Parma[54][55]: eliminata dai ducali per un'ulteriore sconfitta nel retour match[13], la compagine si era sbarazzata dei romani nel turno precedente grazie anche alla fortuita deviazione dell'arbitro Ceccarini sul pallone calciato da Zé Elias.[56][13]
Un confronto «a senso unico» premiò inoltre i mancuniani[57][45], col difficile scenario a provocare le rimostranze dei sostenitori[58]: un fitto lancio di arance dagli spalti interessò infatti il derby milanese del 14 marzo 1999[59], seguito dal pesante knock-out a Genova.[60][61]
L'ex preparatore dei portieri Castellini assumeva quindi la conduzione tecnica dopo le dimissioni del romeno[62][63], a fronte di un accordo già raggiunto con Marcello Lippi per la stagione seguente[64]: un nuovo cambio, stavolta col rientro dell'ancora tesserato Roy Hodgson[65], ebbe luogo a fine aprile.[66][67] La scelta del britannico — reduce da un polemico abbandono dopo la finale di UEFA persa nel maggio 1997 e per molti principale causa del trasferimento di Roberto Carlos al Real Madrid perché "indisciplinato tatticamente" —[68][69] riscuoteva un generico disappunto[70], inducendo financo Moratti a rassegnare l'addio alla carica presidenziale[71][72]: cogliendo tramite una goleada all'Olimpico il solo trionfo esterno del 1999[73], i meneghini archiviarono con l'ottava posizione un campionato ben al di sotto dei pronostici.[17][74]
A coronare una tra le più deludenti stagioni della storia interista[74][75], un fallimentare spareggio-Uefa contro il Bologna che consegnò ai felsinei l'ultimo piazzamento utile per iscriversi alle coppe continentali.[76]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico della stagione 1998-99 fu Nike, marchio legatosi per la prima volta al sodalizio nerazzurro,[77][78] mentre lo sponsor ufficiale fu Pirelli.[79]
Per la prima e seconda divisa, venne confermata la tradizione del club:[80] classico templatepalato nerazzurro per le sfide a San Siro, abbinato ad altrettanto canonici pantaloncini e calzettoni neri, e similmente un completo bianco per le trasferte, quest'ultimo solo arricchito da due sottili strisce nerazzurre a circoscrivere il jersey sponsor sul petto.[80] Per la terza uniforme ci fu invece la novità di una casacca «twilight blue» con fascia nera.[80]
^Posticipo al lunedì disposto per motivi di ordine pubblico, causa la beatificazione di Padre Pio in programma a Roma il 2 maggio 1999; cfr. Roma vs Inter lunedì 3 maggio alle 20.45, in La Gazzetta dello Sport, 26 aprile 1999.
^Spareggio con l'altra semifinalista della Coppa Italia 1998-1999 per la qualificazione al primo turno della Coppa UEFA 1999-2000.
^Coppa Italia + spareggio per la qualificazione al primo turno della Coppa UEFA 1999-2000.
Bibliografia
Almanacco Illustrato del Calcio 2000, Modena, Panini Editore, 1999, pp. 714, ISSN 11293381 (WC · ACNP).
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, pp. 239, ISBN978-88-95684-11-6.
Stefano Petrucci, La storia dell'Inter, L'Airone Editrice, 2005, pp. 119, ISBN88-7944-723-8.