Di ruolo trequartista, poteva giocare anche da ala e da seconda punta.[2] Disponeva di buona tecnica[2] e la sua visione di gioco gli consentiva di fornire assist ai compagni.[2] Era molto bravo in dribbling,[3] a battere le punizioni[3] e nell'effettuare pallonetti.[3]
Carriera
Club
Cresciuto calcisticamente nel River Plate, dopo aver esordito in prima squadra nel 1991, a 17 anni,[3] nel corso della stagione successiva colleziona 22 presenze e una rete. Disputa da titolare le seguenti quattro stagioni vincendo tre tornei Apertura e una Coppa Libertadores), con un ruolino complessivo di 144 presenze e 30 reti.
Il 26 febbraio 1997 passa al Valencia, in Spagna, per 1.300 millones de pesetas.[4][5] Il primo anno disputa 12 partite segnando 7 gol; nel 1997-1998 le partite saranno 17 con 2 marcature. La sua esperienza in terra iberica è stata difficoltosa anche per via di un rapporto non semplice con l'allenatore Claudio Ranieri.[2][3]
Il 29 luglio 1998 si trasferisce a Genova, sponda blucerchiata. La Sampdoria lo acquista per circa 23 miliardi di lire, rilevando lo stesso contratto che il giocatore aveva in Spagna, oltre due miliardi e mezzo l'anno.[6] In stagione colleziona 27 presenze condite da 8 reti, ed è schierato talvolta come seconda punta e in altri casi dietro la coppia Palmieri-Montella. Il 7 luglio 1999 viene ceduto al Parma per 28 miliardi di lire,[7] squadra con cui gioca 18 partite segnando appena 3 reti.
Il 9 agosto 2000 ritorna al River Plate, che acquista per 5.500.000 dollari il 50% del cartellino.[8] In due stagioni colleziona 56 presenze complessive con 23 gol, coronate dalla conquista del titolo Clausura 2002, al termine delle quali attraversa di nuovo l'oceano e si accasa al Fenerbahçe, in Turchia. Dopo l'avvio con 14 presenze e 5 gol, nel febbraio del 2003 viene convocato dalla Nazionale e vola in Argentina. Riunitosi agli ex-compagni del River, questo viaggio sarà il pretesto per non ripresentarsi più in Turchia. Avendo firmato un contratto quadriennale, viene squalificato dall'UEFA fino al dicembre del 2003 e multato di 11 milioni di dollari per non averlo onorato.[1] Decide così di dare l'addio al calcio.
In seguito, il giocatore riesce a risolvere il contenzioso con la squadra turca e torna in campo nel 2004 (a 19 mesi di distanza dall'ultima partita giocata) questa volta con la maglia del Newell's Old Boys e, dopo 12 anni, porta il Newell's a vincere il torneo Apertura. Per lui 24 presenze e 5 gol. Nella stagione 2005-2006, sempre con la maglia del Newell's, realizza 6 gol in 29 presenze.
La stagione successiva segna nuovamente il ritorno al River Plate con il quale vince il torneo Clausura 2008. Nell'estate del 2008 viene ceduto in prestito all'Independiente Rivadavia, squadra della Segunda Division argentina, anche a causa di problemi con l'alcool.[9] Nell'estate 2009 rientra al River Plate ma, scaricato dall'allenatore Juan José López,[10] il 12 gennaio 2011 passa in prestito all'All Boys.[11] Nell'estate 2011, svincolatosi dopo la retrocessione del River Plate, viene ingaggiato dal Defensores de Belgrano.[12]
Il 9 agosto 2012 l'attaccante argentino annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.
Il commissario tecnico Alfio Basile lo convoca a soli 20 anni per il mondiale statunitense,[2] facendo di Ortega il giocatore più giovane della rosa albiceleste. Debutta nella prima partita del girone, vinta per 4-0 contro la Grecia, dando il cambio all'83' a Diego Armando Maradona.
Nel successivo mondiale in Francia segna una doppietta nel 5-0 alla Giamaica.[14] Nei quarti di finale contro i Paesi Bassi Ortega viene espulso per una testata rifilata al portiere olandese Edwin van der Sar.[15] Due minuti dopo, all'89', Dennis Bergkamp segna il gol del 2-1, che sancisce l'eliminazione dell'Argentina.[16] Nonostante questo episodio negativo, ha comunque disputato un buon Mondiale, fornendo anche alcuni assist.[2]
Nel 2001 l'AFA chiede alla FIFA l'autorizzazione a ritirare la maglia numero dieci della nazionale argentina in onore di Maradona, ma la federazione internazionale respinge la richiesta poiché, in vista del mondiale nippo-coreano dell'anno seguente, la lista dei convocati doveva essere numerata dall'1 al 23: la Federazione argentina annuncia inizialmente che l'avrebbe assegnato al terzo portiere, Roberto Bonano, ma poi alla fase finale del mondiale la maglia viene vestita da Ortega mentre a Bonano viene assegnato il numero 23.
Nel mondiale asiatico Ortega partecipa all'eliminazione nella fase a gironi dell'Argentina, arrivata al torneo con grandi aspettative. Nell'ultima partita contro la Svezia, pareggiata per 1-1, El Burrito si guadagna e si fa parare all'88' da Magnus Hedman un calcio di rigore, successivamente ribattuto in rete da Hernán Crespo; il pareggio non basterà agli argentini, che vengono così eliminati al primo turno.[17]
A sei anni dall'ultima apparizione, il commissario tecnico argentino Maradona lo convoca per un'amichevole contro il Ghana, disputatasi il 30 settembre 2009 a Córdoba e conclusasi con la vittoria dell'Argentina per 2-0, con la doppietta di Martín Palermo; tuttavia, Ortega non scende in campo. L'anno seguente, Maradona convoca Ortega anche per la partita amichevole del 5 maggio contro Haiti, ultimo incontro prima del campionato del mondo 2010 in Sudafrica: a sette anni di distanza,[2] nel frattempo trentaseienne, torna così a vestire la maglia albiceleste partendo titolare insieme al quasi coetaneo Palermo. Successivamente, però, non viene incluso nella lista dei 23 giocatori per la fase finale del mondiale.
Vanta complessivamente 87 presenze e 17 reti con la nazionale argentina.[2]
^abOrtega per giocare deve pagare 11 milioni, su archiviostorico.corriere.it, 17 marzo 2004, p. 47. URL consultato il 6 luglio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2012).