Il Football Club Internazionale Milano, meglio conosciuto come Internazionale o più semplicemente come Inter, è una societàcalcisticaitaliana con sede nella città di Milano.
Fondato il 9 marzo 1908 da un gruppo di soci dissidenti del Milan,[1] il club ha sempre militato nella massima serie del campionato nazionale a partire dalla propria prima partita ufficiale, nel 1909, ed è l'unico ad aver partecipato a tutte le edizioni della Serie A, istituita nella stagione 1929-30. Fin dalla fondazione, indossa una divisa a strisce verticali nerazzurre,[2] a parte una breve parentesi tra il 1928 e il 1929 quando adottò una maglia bianca rossocrociata.[3]
Nel suo palmarès annovera 37 titoli nazionali – 20 scudetti, 9 Coppe Italia e 8 Supercoppe italiane – che ne fanno il secondo club italiano più titolato alle spalle della Juventus (60). A livello internazionale vanta invece 3 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 Coppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club FIFA, per un totale di 9 trofei ufficiali che rendono l'Inter la terza compagine italiana dietro Milan e Juventus, l'ottava in Europa e la diciassettesima al mondo per numero di trofei conquistati. Nel 1965 è diventata la prima squadra europea a vincere il campionato, la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale nello stesso anno, detenendo quindi contemporaneamente i titoli di campione nazionale, continentale e mondiale. Il traguardo è stato bissato nel 2010, quando è anche diventata la prima e finora unica squadra italiana a centrare il triplete, ossia a vincere le tre competizioni principali disputate nel corso della stagione: la Champions League, il campionato e la Coppa Italia;[4] coi successivi trionfi in Supercoppa italiana e Coppa del mondo per club FIFA è diventata anche la prima e, sinora, unica squadra italiana a vincere cinque trofei nell'arco di un anno solare.[5]
Alcuni dei suoi calciatori sono stati premiati durante la militanza nel club con i massimi riconoscimenti individuali, come il Pallone d'oro e il FIFA World Player; inoltre, il club ha fornito un contributo rilevante ai successi della nazionale italiana. L'Inter può contare su un sostegno sia a livello nazionale, dove ha l'appoggio di circa 4 milioni di tifosi, che in campo internazionale, con 55 milioni di sostenitori in tutto il mondo.[6][7][8] Nel 1998 e nel 2010 l'Inter fu nominata Squadra mondiale dell'anno dall'IFFHS; nel 2009 si piazzò al sesto posto nella lista secolare sui migliori club europei redatta dalla stessa federazione di storia e statistica,[9] e nel 2011 al quinto posto (prima italiana) nella classifica europea delle migliori squadre del decennio 2001-2010.[10]
Il Football Club Internazionale Milano nacque il 9 marzo 1908 presso il ristorante "Orologio" in Piazza del Duomo a Milano, per iniziativa di un gruppo di soci dissidenti del Milan Football and Cricket Club, contrari al divieto imposto dal club rossonero di arruolare calciatori di nazionalità straniera.[1][11][12]Giorgio Muggiani, artista futurista tra i 44 fondatori del nuovo club, scelse i colori che ne avrebbero caratterizzato il logo societario e aprì lo statuto della nuova squadra, scrivendo: «Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo». I nuovi colori rappresentavano anche simbolicamente la rottura rispetto al passato. Muggiani disegnò anche il primo logo: il monogramma in stile liberty con le lettere “FCIM” intrecciate tra loro[13]. Giovanni Paramithiotti, un altro dei soci fondatori, fu scelto come presidente, il tedesco Hernst Marktl passò invece alla storia come il primo capitano dei nerazzurri.[14] Già due anni dopo la fondazione, nella stagione 1909-10, arrivò il primo titolo nazionale, conquistato sotto la guida di Virgilio Fossati — nella doppia veste di giocatore e allenatore — e la presidenza di Carlo De Medici. A questo successo seguirono risultati deludenti, fino allo scoppio della prima guerra mondiale che costrinse il campionato italiano a fermarsi.
Alla ripresa del torneo dopo la fine del conflitto, nella stagione 1919-20, la squadra allenata da Francesco Mauro e Nino Resegotti centrò il suo secondo titolo nazionale. Nel 1928, per venire incontro alle direttive del regime fascista, la società nerazzurra fu costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese e cambiare denominazione in Società Sportiva Ambrosiana per ragioni politiche[15]. Due anni dopo, nella stagione 1929-30, l'Ambrosiana vinse il primo campionato italiano disputato a girone unico, conquistato sotto la guida dell'ungherese Árpád Weisz, che a 34 anni divenne il tecnico più giovane a laurearsi campione d'Italia.[16] Intanto, nel 1932, su iniziativa del presidente Ferdinando Pozzani, il club cambiò nuovamente denominazione e divenne noto come Ambrosiana-Inter. Con la nuova denominazione la squadra raggiunse l'anno successivo la finale della Coppa dell'Europa Centrale, massima competizione europea per squadre di club dell'epoca, perdendo nel doppio confronto contro l'Austria Vienna. Il quarto tricolore venne conquistato nella stagione 1937-38 con Armando Castellazzi in panchina, mentre la successiva gestione dell'austriaco Tony Cargnelli portò in bacheca la prima Coppa Italia della storia interista, nell'annata 1938-39,[17][18][19] e il quinto scudetto in quella 1939-40. Nel 1942, mentre la seconda guerra mondiale era ancora in corso, fu nominato presidente Carlo Masseroni, il quale nel 1945 annunciò il ritorno all'antica denominazione di Internazionale.[20]
La squadra dovette attendere fino alla prima metà degli anni 1950 per tornare a primeggiare in Italia: guidata in panchina da Alfredo Foni, l'Inter vinse lo scudetto sia nella stagione 1952-1953 che in quella 1953-1954, centrando un'inedita doppietta tricolore. Nel 1955 la società fu acquistata dal petroliere Angelo Moratti, che, dopo i primi risultati non all'altezza delle aspettative, nella stagione 1960-61 scelse di affidare la panchina all'argentino Helenio Herrera: fu l'inizio dell'epopea della Grande Inter, una formazione leggendaria che nel giro di quattro anni vinse tre scudetti — compreso quello della stella nel 1965-66 — due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.[21] La prima Coppa dei Campioni fu conquistata nel 1963-64, superando nella finale di Vienna il Real Madrid, la seconda arrivò invece l'anno dopo sconfiggendo a San Siro il Benfica. I due successi continentali furono seguiti in entrambi i casi dall'affermazione mondiale, con l'Inter capace di vincere la Coppa Intercontinentale sia nel 1964, diventando la prima squadra italiana a riuscirci, sia nel 1965, diventando la prima squadra europea a vincerla per due volte, per giunta consecutive; in ambedue le occasioni superò l'Independiente. Nel 1967 l'Inter giunse nuovamente in finale di Coppa dei Campioni, ma fu sconfitta dal Celtic.
Il 1968 segnò la fine di un ciclo, con Moratti che decise di passare la mano ad Ivanoe Fraizzoli. Sotto la sua presidenza, l'Inter tornò a vincere lo scudetto nella stagione 1970-71, guidata in panchina da Giovanni Invernizzi, che divenne il primo tecnico nerazzurro a conquistare il titolo nazionale da subentrante.[22] Nel 1972 fu raggiunta la finale della Coppa dei Campioni, in cui l'Inter fu battuta dall'Ajax. Nel 1977 fu ingaggiato Eugenio Bersellini, che rimase sulla panchina interista per cinque stagioni, vincendo due Coppe Italia, rispettivamente nel 1977-78 e nel 1981-82, e uno scudetto nel 1979-80.[22]
Nel 1984 la società fu acquistata da Ernesto Pellegrini, che resterà in carica per poco più di un decennio. La squadra dovette però attendere ben nove anni prima di vincere nuovamente il campionato, nella stagione 1988-89, sotto la guida di Giovanni Trapattoni.[22] Durante la gestione di Trapattoni, arrivarono pure una Supercoppa italiana nel 1989[23] e una Coppa UEFA nel 1990-91, quest'ultima vinta contro la Roma.[24] Negli anni successivi seguirono campionati deludenti, a cui fece da contraltare solo un altro successo in Coppa UEFA nel 1993-94, questa volta sugli austriaci del Salisburgo.[25]
Nel 1995 si verificò una svolta epocale per la storia dell'Inter, quando Massimo Moratti decise di rilevare il club da Pellegrini, riportando — a distanza di ventisette anni dal padre Angelo — un membro della famiglia Moratti al timone della società. Tuttavia, nonostante gli ingenti investimenti, i primi anni di presidenza Moratti regalarono poche soddisfazioni, se si eccettua il terzo successo in Coppa UEFA nella stagione 1997-98 contro la Lazio.[26] Il club dovette attendere fino al 2004 per tornare a primeggiare in Italia, con l'arrivo in panchina di Roberto Mancini, il quale aprì un nuovo ciclo di vittorie: risalgono infatti alla sua gestione la conquista di due Coppe Italia, nel 2004-05 e nel 2005-06, due Supercoppe italiane, nel 2005 e nel 2006, e tre scudetti — di cui il primo a tavolino per le vicende di Calciopoli[27] — dal 2005-06 al 2007-08.
Nel 2013, dopo diciotto anni di gestione Moratti, la società fu acquistata dall'imprenditore indonesiano Erick Thohir, che divenne così il primo presidente non italiano della storia nerazzurra.[28] Tuttavia, la nuova proprietà non fu in grado di risollevare la società da una crisi di risultati nata al tramonto della precedente gestione e sostanzialmente proseguita nelle stagioni successive. Nel 2016 lo stesso Thohir cedette il controllo del club al Suning Holdings Group, di proprietà dell'imprenditore cinese Zhang Jindong.[29] Due anni dopo, la presidenza della squadra venne assunta dal figlio di Zhang, Steven.[30]
Nel 2019 venne ingaggiato per il ruolo di allenatore Antonio Conte, che — dopo una prima stagione conclusa al secondo posto in campionato e con la sconfitta in finale di Europa League contro il Siviglia — guidò la squadra alla vittoria del diciannovesimo scudetto nella stagione 2020-21, undici anni dopo l'ultima affermazione.[31] Nella stagione successiva Simone Inzaghi condusse la squadra al secondo posto in campionato e ad altri due successi, in Coppa Italia e in Supercoppa italiana, entrambi a undici anni dalle precedenti affermazioni. L'anno dopo i nerazzurri si confermarono vincitori della Coppa Italia e della Supercoppa italiana e tornarono dopo tredici anni in finale di UEFA Champions League, venendo poi sconfitti dal Manchester City.[32]
Nella stagione 2023-24 l'Inter vinse la terza Supercoppa italiana consecutiva e soprattutto il ventesimo campionato italiano, superando nell'albo d'oro i rivali cittadini del Milan e raggiungendo la seconda stella, a cinquantotto anni di distanza dalla prima.[33] Nel 2024 giunse al termine la gestione della famiglia Zhang, dopo otto anni e sette trofei conquistati: il club passò sotto il controllo della società d'investimento statunitense Oaktree Capital Management,[34] che nominò Giuseppe Marotta come presidente.[35]
La tradizionale divisa da gioco dell'Inter è rappresentata da una maglia a strisce verticali nerazzurre,[37] abbinata a pantaloncini e calzettoni neri.[2] Nel 1928, in seguito alla fusione con l'Unione Sportiva Milanese, la società fu costretta ad adottare una maglia bianca rossocrociata, che riprendeva la bandiera di Milano.[38] Tuttavia, già al termine della stessa stagione si tornò a vestire le più consuete righe verticali nerazzurre.[3]
La seconda divisa è tradizionalmente bianca - sin dal suo primo utilizzo nel 1910[39] - solitamente con inserti di vario tipo azzurroneri: i due template più ricorrenti sono la fascia orizzontale[40] e la sbarra diagonale.[41] Nella stagione 2007-08, in occasione delle celebrazioni per il centenario della società, la maglia da trasferta riprendeva la divisa storica dell'Ambrosiana: croce rossa su fondo bianco, in abbinamento a pantaloncini e calzettoni neri.[42] La terza maglia, invece, ha presentato colori differenti nel corso della storia: su tutti i più utilizzati sono stati l'arancione[43] e il giallo.[44]
Simboli ufficiali
Stemma
Il simbolo originario dell'Inter fu disegnato dall'illustratore Giorgio Muggiani, che scegliendo il nero e l'azzurro intendeva opporsi anche simbolicamente ai colori del Milan.[45] Ispirato a quello dei club inglesi, lo stemma riportava le lettere FCIM sovrapposte in bianco su uno sfondo costituito da un cerchio dorato, circondato da un cerchio nero, che a sua volta era circondato da un cerchio azzurro.
Il monogramma di Muggiani fu abbandonato nel 1928 dopo la fusione con la Milanese e il cambio di denominazione in Ambrosiana: venne quindi adottato uno stemma formato da un cerchio blu con al centro un fascio littorio, sulla sinistra un biscione ispirato allo stemma dei Visconti e sulla destra il simbolo di Milano. Tale emblema fu utilizzato solo nella stagione 1928-29,[46] prima di lasciare il posto ad altri simboli di pari passo con i vari cambi di denominazione. Solo nel 1945, a seguito della caduta del regime fascista, l'Ambrosiana-Inter poté tornare a chiamarsi Inter e riadottare il suo stemma originario.[46] Quest'ultimo rimase in uso fino alla stagione 1959-60.
Nel corso degli anni seguirono altre variazioni, più o meno importanti, fino al 1979 quando al posto del classico cerchio fu adottato uno scudo che riportava al suo interno un biscione, declinato in una forma più vicina a quella di un serpente.[46] Tale simbolo rimase in adozione fino al 1990 quando venne ripristinato nuovamente il monogramma di Muggiani,[46] in uso fino al 2021 seppur con due restyling, l'ultimo risalente al 2014 che ripristinò alcune linee più classiche rispetto a una versione un po' più moderna dei primi anni 2000.[47]
L'attuale logo, svelato il 30 marzo 2021, è una versione rivisitata di quello realizzato da Muggiani: del monogramma permangono solo le lettere I e M, mentre a livello cromatico l'oro viene accantonato e l'azzurro viene sostituito da un blu intenso.[48]
Pazza Inter è invece una canzone risalente al 2003 e incisa dagli allora giocatori della squadra nerazzurra;[51] visto il suo notevole successo di pubblico, è stata riprodotta, fino all'agosto del 2019, prima di ogni partita casalinga dell'Inter dopo l'inno ufficiale.[52]
Nel 2021, per celebrare la vittoria del diciannovesimo scudetto, è stata pubblicata la canzone I M INTER (Yes I M), composta da Max Pezzali con Claudio Cecchetto e Mirko Mengozzi, e cantata dallo stesso Mengozzi con Caterina Mastaglio.[53]
Strutture
Stadio
Il primo campo di gioco utilizzato dall'Inter fu il campo di Ripa Ticinese, nella zona sud-ovest di Milano; uno dei lati minori del prato verde era fiancheggiato dal Naviglio Grande ed è per questo che, tutte le volte che si disputavano delle partite, una persona con una barca stazionava nel fiume per recuperare i palloni che andavano a finirci dentro.[54] Dal 1913 venne utilizzato il campo di via Goldoni situato in via Goldoni 61, corrispondente all'attuale Piazza Novelli; nel 1928 venne intitolato a Virgilio Fossati.[54]
Dopo il crollo della tribuna nel 1930, il campo venne chiuso e l'Inter si trasferì all'Arena Civica, dove disputò i suoi incontri casalinghi fino al 1947.[54] Per un breve periodo, dall'ottobre del 1941 al giugno del 1945, l'Inter dovette condividere l'Arena con l'altra squadra milanese, il Milan; durante la seconda guerra mondiale infatti, San Siro era difficilmente raggiungibile dai tifosi a causa della penuria di energia elettrica, indispensabile a far funzionare i tram che portavano gli spettatori all'impianto sportivo.
A partire dal 1947, l'Inter si trasferì stabilmente a San Siro, chiamato così dal nome del quartiere in cui sorge. L'impianto era stato ufficialmente inaugurato il 19 settembre 1926 con una partita tra Inter e Milan (terminata 6-3 in favore dei nerazzurri). La capienza originaria era di 35 000 persone,[55] ma fu portata a 50 000 dopo i lavori di ampliamento che si svolsero tra il 1954 e il 1955 con la costruzione del secondo livello di spalti, raggiungibili attraverso le rampe.[55] Nel 1990, in occasione dei mondiali di calcio, si decise di realizzare anche un terzo anello di spettatori, che portò la capienza a 85 700 posti[55] (in seguito ridotti fino agli attuali 75 923).[56] Dal 1980 è intitolato a Giuseppe Meazza, attaccante tra gli anni 1930 e 1940 sia dell'Inter sia del Milan.[55]
Centro di allenamento
I primi campi di allenamento utilizzati dall'Inter furono quelli dell'Aeronautica all'Idroscalo e della storica Arena Civica.[57]
Nel 1962 venne inaugurato il nuovo centro d'allenamento di Appiano Gentile, in provincia di Como. Noto comunemente come La Pinetina e intitolato ad Angelo Moratti nel 1981, nel 2024 ha assunto l'attuale denominazione commerciale di BPER Training Centre in memory of Angelo Moratti in seguito ad un accordo di sponsorizzazione con BPER Banca.[58] Il centro sportivo dispone di cinque campi da gioco, di cui due di dimensione ridotta; uno di questi è coperto da una tensostruttura mobile ed è utilizzato soprattutto in caso di freddo eccessivo e di maltempo. Inoltre, è dotato di una piscina, due palestre, una sala medica, cinque spogliatoi e due magazzini. All'interno della struttura è situata la clubhouse che ospita le camere da letto dei calciatori della prima squadra e ulteriori spazi a disposizione di staff e dirigenza.[59] Il centro ospita anche gli studi televisivi di Inter TV e la sala stampa utilizzata per le conferenze stampa.
Il Centro Sportivo Giacinto Facchetti di Milano, noto come KONAMI Youth Development Centre in memory of Giacinto Facchetti in seguito all'accordo di sponsorizzazione con la Konami,[60] è invece il centro sportivo delle giovanili e della prima squadra femminile. Oltre ad ospitare il college, il centro dispone di sei campi da gioco tutti in erba sintetica, un campo in erba naturale per l'allenamento dei portieri, un campo di dimensioni ridotte per il recupero degli infortunati, una "gabbia", una palestra attrezzata, una sala medica, dieci spogliatoi, una clubhouse, magazzini e uffici.[61][62]
Dal 22 maggio 2024 la società d'investimento statunitense Oaktree Capital Management detiene il controllo indiretto del 99,6% delle azioni di F.C. Internazionale Milano SpA. Nello specifico, il 68,55% del capitale sociale nerazzurro è stato rilevato tramite le partecipazioni a cascata nelle societàlussemburghesi Great Horizon SàRL, Grand Sunshine SàRL e Grand Tower SàRL (quest'ultima effettiva intestataria delle azioni dell'Inter);[66] il 31,05% è stato invece acquisito tramite LionRock Zuqiu Limited (precedentemente in capo al fondo d'investimentohongkonghese LionRock Capital), a sua volta controllante della società di diritto italiano International Sport Capital SpA.[67] L'acquisizione da parte di Oaktree, praticata mediante GLAS Trust Corporation Limited in qualità di agente e OCM Luxembourg Sunshine SàRL in qualità di veicolo designato, è avvenuta per escussione a seguito della mancata restituzione di un prestito triennale concesso nel 2021 alla precedente proprietà del club (il gruppo Suning, dell'imprenditorecineseZhang Jindong e del figlio Steven Zhang), con le azioni delle controllanti nerazzurre offerte in pegno come contropartita.[68]
F.C. Internazionale Milano SpA è inoltre la capogruppo del "Gruppo F.C. Internazionale Milano",[66] del quale fanno parte le seguenti controllate: Inter Brand s.r.l. (al 100%),[66] che si occupa prevalentemente dell'attività connessa all’incasso dei crediti residui; Inter Media and Communication S.p.A. (al 55,61%, mentre il restante 44,39% è a partecipazione incrociata di Inter Brand),[66] che si occupa di attività finanziarie; Inter Futura s.r.l. (al 100%),[66] che si occupa del settore dei servizi e, in particolare, svolge attività di organizzazione con fini sociali, culturali e ricreativi; inoltre possiede una quota della società collegata M-I Stadio s.r.l. (al 50% con il Milan),[66] che si occupa della gestione dello stadio Giuseppe Meazza di Milano.
Al 2023, in base a quanto emerge dal Deloitte Football Money League 2023, rapporto stilato dalla società di revisione e consulenza aziendale statunitense Deloitte Touche Tohmatsu, l'Inter risulta essere il secondo club italiano e quattordicesimo a livello mondiale in termini di fatturato (308,4 milioni di euro);[70] inoltre, è stato inserito al terzo posto in Italia e al sedicesimo posto in ambito internazionale, in questo caso in termini di valore societario, nella classifica 2023 stilata dalla rivista statunitense Forbes (1 026 milioni di euro);[71] infine, il secondo posto in ambito nazionale e quattordicesimo in quello internazionale sono attribuiti al brand Inter, secondo il report della società di consulenza globale per la valutazione dei marchi, l'inglese Brand Finance, che nel 2023 lo valuta in 509 milioni di euro e un Rating AAA-.[72]
Il club è membro ordinario dell'European Club Association (ECA),[73] organismo privato che rappresenta le società calcistiche a livello europeo e riconosciuto dall'UEFA, sorto nel 2008 in sostituzione della G-14, organizzazione non riconosciuta dalla confederazione europea, nonché del Forum dei club europei, unità operativa della stessa UEFA, di cui l'Inter era, per entrambe, fondatore nonché socio permanente.
L'Inter si è distinta per il suo costante impegno sociale. Nel febbraio 1996 nacque "Inter Campus", progetto benefico creato con lo scopo di promuovere la cultura dello sport anche in realtà periferiche tramite la fornitura di attrezzature da gioco e competenze tecniche a società calcistiche giovanili minori. Un anno dopo venne inaugurato anche "Inter Campus Estero", finalizzato a promuovere lo sport in numerose zone del mondo, specialmente in quelle teatro di conflitti bellici o in gravi difficoltà economiche, come le favelas di Rio de Janeiro, con l'obiettivo di restituire il Diritto al Gioco a bambine e bambini bisognosi. A dieci anni dalla nascita Inter Campus coinvolgeva circa 10 000 ragazzini dai 6 ai 13 anni in Italia e nel mondo, con una squadra di circa 300 tra allenatori-educatori e volontari. Il primo decennio di vita del progetto Inter Campus è culminato con un film documentario diretto da Gabriele Salvatores e presentato nel 2008 al Locarno Festival, mentre nel 2012, in occasione delle celebrazioni per i quindici anni del progetto, è stata inaugurata una partnership tra Inter Campus e l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).[78][79]
Un'altra iniziativa degna di nota è il "gemellaggio", istituito nel 1998, tra l'Inter e il gruppo teatrale e culturale milanese Comuna Baires, che organizza periodicamente incontri con i giocatori, serate culturali sui loro paesi d'origine, dibattiti, spettacoli.[80]
Dal 2012 è infine attiva "Inter Forever"[81] (a sua volta erede del progetto "Glorie Nerazzurre" nato nella seconda metà degli anni 1990[82]), una selezione master formata da ex calciatori interisti e dedicata al sostegno di cause benefico-sociali attraverso la disputa di amichevoli in giro per il mondo.[83]
Settore giovanile
Il settore giovanile dell'Inter è composto da varie squadre che gareggiano a livello nazionale e internazionale nei vari tornei di categoria. Il centro di allenamento del settore giovanile è il Centro Sportivo Giacinto Facchetti, situato a Milano.[84] L'Inter ha istituito una rete di scuole calcio diffusa su tutto il territorio nazionale[85] e presenta anche delle scuole estive distribuite in Lombardia: presso il Centro Sportivo Giacinto Facchetti (riservata ai giovani dagli 8 ai 14 anni), in varie scuole nella zona di Milano (dagli 8 ai 16 anni) e ad Asiago (dai 15 ai 17 anni).[86]
All'inizio del III millennio sono da menzionare Leonardo Bonucci e Mario Balotelli, giocatori cresciuti nel settore giovanile interista ma affermatisi altrove.
In occasione delle celebrazioni per i 110 anni dell'Inter, il 19 marzo 2018 è stato svelato ufficialmente InterWall, un murale che raffigura alcuni dei giocatori e dei momenti più rappresentativi della storia nerazzurra. L'opera è stata realizzata dal club in collaborazione con Mediaset Premium sulla facciata di un palazzo milanese nel quartiere Isola.[108][109]
Sono 73 gli allenatori che hanno assunto la guida tecnica dell'Inter, cinque dei quali di allenatore-dirigente e due che hanno ricoperto sia l'incarico di allenatore semplice che di allenatore-dirigente.[110]
Il primo a svolgere compiti assimilabili a quelli di un allenatore fu Virgilio Fossati, in virtù del ruolo di capitano del club[111], mentre il primo allenatore professionista ingaggiato dal club fu il britannico Bob Spottiswood, che guidò i nerazzurri dal 1922 al 1924.[112]
Il tecnico che è stato in carica più a lungo è Helenio Herrera, rimasto alla guida della squadra per nove anni, di cui otto consecutivi dal 1960 al 1968 (record per un allenatore straniero nella storia del calcio italiano). Herrera fu richiamato in panchina nel 1973 e detiene anche il primato di partite come allenatore (366) e di trofei vinti con il club (tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, per un totale di 7 titoli).[113] A pari merito con l'argentino come allenatore più vincente nella storia del club c'è Roberto Mancini, che è stato anche l'unico a vincere tre scudetti consecutivi con l'Inter (oltre a due Coppe Italia e due Supercoppe italiane).[113]
Entra di diritto nella storia della società anche José Mourinho, che in due anni ha conquistato due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e soprattutto la Champions League, realizzando così, nella stagione 2009-2010, il cosiddetto treble (vittoria contemporanea di scudetto, coppa nazionale e Champions League).[113]
In più di 100 anni di storia societaria alla guida dell'Inter si sono avvicendati 21 presidenti.[114]
Il primo presidente della società nerazzurra fu Giovanni Paramithiotti, che faceva parte anche dei 44 soci fondatori.[115]Massimo Moratti è invece il presidente più longevo della storia nerazzurra, avendo guidato il club dal 1995 al 2013, eccetto la parentesi di Giacinto Facchetti dal 2004 al 2006. La gestione di Massimo Moratti è anche la più vincente della storia interista con 16 trofei in 18 anni, di cui 11 sotto la sua presidenza diretta.[115]
Nel 2013 l'indonesiano Erick Thohir è diventato il primo straniero a ricoprire la massima carica dirigenziale in oltre un secolo di storia. Nel 2018 Thohir ha lasciato il posto a Steven Zhang, che a 26 anni è diventato il più giovane presidente nella storia della società interista.
In oltre un secolo di storia hanno vestito la maglia dell'Inter oltre 900 calciatori, in gran parte italiani,[116] e alcuni di questi hanno militato nella nazionale italiana.
Il 2 dicembre 2017 è stata presentata la Hall of Fame dell'Inter, nata allo scopo di celebrare e ricordare i migliori giocatori nella storia del club. Per ogni ruolo (portiere, difensore, centrocampista e attaccante) sono stati selezionati tutti i calciatori con un passato nell'Inter che avessero determinati requisiti (almeno 60 presenze in gare ufficiali, almeno un titolo vinto, almeno 3 anni dal ritiro); in seguito sono stati annunciati tre candidati finali per ogni categoria. Al voto hanno partecipato tifosi e giornalisti, oltre a dipendenti e calciatori del mondo Inter.[118]
I primi quattro giocatori ad entrare nella Hall of Fame nerazzurra, rivelati in occasione delle celebrazioni per il 110º anniversario di fondazione del club, sono stati Walter Zenga, Javier Zanetti, Lothar Matthäus e Ronaldo. Inoltre è stato assegnato un Premio Speciale alla famiglia Moratti.[119]
L'Inter, su proposta di Massimo Moratti, ha ritirato la maglia numero 3 in seguito alla morte del presidente ed ex bandiera interista Giacinto Facchetti, scomparso il 4 settembre 2006. Il 3 era, infatti, il numero che l'aveva caratterizzato durante tutta la carriera. L'ultimo possessore di tale numero è stato Nicolás Burdisso, che in seguito ha vestito la maglia numero 16.[125]
Il 26 aprile 2015 il presidente Erick Thohir ha annunciato la decisione di voler ritirare la maglia numero 4 appartenuta a Javier Zanetti, che l'ha indossata per diciannove anni consecutivi.[126] La cerimonia di ritiro si è svolta il 4 maggio a San Siro in occasione del Match for Expo.[127]
All'8 novembre 2024 l'Inter è il secondo club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla nazionale italiana: a tale data, infatti, 119 elementi hanno vestito la maglia azzurra all'epoca della loro militanza interista (meglio ha fatto solo la Juventus con 152).[128] Il contributo maggiore dell'Inter in termini di elementi prestati alla nazionale italiana risale ai mondiali del 1954, del 1970 e del 1986, edizioni in cui furono schierati sei uomini dell'Inter ciascuna: Ghezzi, Vincenzi, Giacomazzi, Neri, Nesti e Lorenzi nel 1954; Burgnich, Facchetti, Mazzola, Bertini, Vieri e Boninsegna nel 1970; Bergomi, Collovati, Baresi, Tardelli, Altobelli e Zenga nel 1986.[129]
In totale, al mondiale 2018, l'Inter è la terza squadra che può vantare il maggior numero di giocatori convocati dalle rispettive nazionali al campionato del mondo, 121 (la Juventus e il Barcellona sono prima e seconda a quota 126 e 125), ed è il terzo club per numero di reti nella manifestazione, 71 (dietro al Bayern Monaco e al Real Madrid a quota 76 e 74).[132] Inoltre, al mondiale 2010, i calciatori nerazzurri sono secondi per quantità di partite disputate, 361 (la Juventus è prima a quota 362).[133] L'Inter, infine, detiene il primato di marcatori e reti segnate nelle finali mondiali, rispettivamente 7 e 8,[134] e vanta col Bayern Monaco la striscia record che vede la presenza di almeno un giocatore nerazzurro nelle rose delle finaliste nonché in campo durante la finale stessa nelle ultime 11 edizioni del torneo, dal 1982 al 2022.[135]
Il settore giovanile dell'Inter è uno dei più vittoriosi della sua categoria sia in ambito nazionale, avendo conquistato 36 titoli di campione d'Italia (a cui vanno aggiunti 9 scudetti vinti dalle disciolte squadre riserve) 6 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane, sia a livello internazionale, con numerosi trofei ufficiali tra i quali alcuni relativi alle competizioni più importanti al mondo nella categoria, come per esempio il Torneo di Viareggio (vinto 8 volte) e la Blue Stars/FIFA Youth Cup (vinta una volta).
Fra i primati assoluti conquistati dalle squadre giovanili dell'Inter, si segnalano la vittoria contemporanea di tre dei quattro titoli italiani nel 2012 (Primavera, Juniores-Berretti e Giovanissimi) e di tre scudetti su cinque nel 2017 (Primavera, Juniores-Berretti e Allievi) e 2018 (Primavera, Under-16 e Giovanissimi), nonché il raggiungimento simultaneo di quattro finali su cinque dei campionati nel 2017 e nel 2019.[136][137][138]
In 111 stagioni di partecipazione al campionato italiano di calcio a partire dall'esordio ufficiale, risalente al 10 gennaio 1909, l'Inter ha disputato 109 tornei di primo livello nazionale (93 campionati di Serie A, 7 di Prima Categoria, 5 di Prima Divisione e 4 di Divisione Nazionale), mentre per 2 volte non ha superato le eliminatorie regionali di massima serie (1909 e 1912-13). Dal 1929, anno dell'istituzione del torneo a girone unico, con 93 partecipazioni l'Inter è l'unica squadra italiana ad aver sempre militato in Serie A, campionato di cui peraltro ha vinto la prima edizione del 1929-30. L'Inter è anche la vincitrice dell'unico altro campionato precedente giocato a girone unico, quello del 1909-10.
Al termine della stagione 1988-89 l'Inter ha totalizzato la percentuale più alta dei punti disponibili in un campionato di Serie A: l'85,29% (58 punti su 68 disponibili), con media inglese +7[23] (record poi battuto dalla Juventus nel 2013-14 con l'89,47% dei punti conquistati). Nella stessa annata l'Inter ha stabilito il record di punti in un campionato a 18 squadre con due punti per vittoria (58).[140]
Al termine della stagione 2006-07, l'Inter ha stabilito il record di punti (97), di vittorie consecutive (17), di vittorie complessive (30 su 38 partite) e di successi esterni (15 su 19 incontri disputati).[141] In seguito, i record di punti e di vittorie complessive in una stagione sono stati battuti dalla Juventus nell'annata 2013-14, mentre quelle di vittorie esterne è stato superato dal Milan nella stagione 2020-21. Nel 2007 l'Inter ha stabilito il primato di punti in campionato in un anno solare (92 in 37 partite), raggiungendo una media di 2,48 punti a partita (record poi battuto dalla Juventus nel 2012).[142]
Nella stagione 2020-2021 i nerazzurri hanno conseguito il primato del maggior numero di vittorie consecutive dall'inizio del girone di ritorno (11),[143] e hanno eguagliato il record, precedentemente ottenuto dalla Juventus nelle stagioni dal 2013-2014 al 2017-2018, del maggior numero di squadre avversarie battute in campionato (19 su 19). Nel 2021 i meneghini hanno stabilito il nuovo primato di punti totalizzati nel campionato italiano in un anno solare (104), battendo il precedente record stabilito dalla Juventus nel 2018.[144]
A livello di coppe nazionali l'Inter è al secondo posto per numero di finali disputate: 15 di Coppa Italia (con 9 vittorie, delle quali 2 consecutivamente per tre volte)[145] e 12 di Supercoppa italiana (con 8 successi, di cui 3 consecutivamente dal 2021 al 2023)[146] per un totale di 27 finali, che la pongono dietro alla Juventus con 38 finali (sono esclusi dal conteggio i gironi finali di Coppa Italia).[145][146]
Il record di finali consecutive in Supercoppa italiana è stato stabilito dall'Inter con 7 edizioni disputate consecutivamente (dal 2005 al 2011), prima di essere battuto dalla Juventus con 10 edizioni (dal 2012 al 2021). In precedenza il primato apparteneva al Milan, che aveva giocato 3 edizioni consecutive: nel 1992, 1993 e 1994.[147]
Nella stagione 2005-06, l'Inter è stata la prima squadra italiana a realizzare il treble nazionale, vincendo campionato, Coppa nazionale e Supercoppa di Lega.
L'Inter è la squadra italiana che vanta il maggior numero di partecipazioni alla Coppa UEFA/Europa League. Escludendo le edizioni della Coppa delle Fiere, in quanto tale manifestazione non viene riconosciuta dall'UEFA, la società ha disputato 28 volte la manifestazione.[148] Nella medesima competizione, l'Inter ha giocato più partite di qualsiasi altra squadra (191), ha centrato il maggior numero di vittorie (96) e di pareggi (44), ed è la squadra che ha conquistato più punti di tutti nella competizione (236).[149][150]
L'avversario affrontato più volte dall'Inter in gare ufficiali è la Juventus (247 volte),[151] seguita dal Milan (236 volte),[151] dalla Roma (213 volte)[151] e dal Torino (200 volte).[151] In campo internazionale, gli avversari più frequenti sono il Real Madrid (19 incontri),[151] il Barcellona (16 incontri),[151] il Valencia (10 incontri),[151] e il Bayern Monaco (9 incontri).[151]
Statistiche individuali
Il giocatore con il maggior numero di presenze in nerazzurro è Javier Zanetti, con 858 presenze in 19 stagioni. Seguono Giuseppe Bergomi (756 partite in 20 stagioni), Giacinto Facchetti (634 presenze in 18 stagioni), Sandro Mazzola (565 presenze in 17 stagioni) e Giuseppe Baresi (559 presenze in 15 stagioni).[152]
Javier Zanetti, con 615 presenze in Serie A,[153] è il primo giocatore con presenze nell'Inter, ed è anche primo fra i giocatori non nati in Italia.
Il miglior marcatore dell'Inter in un campionato a girone unico è Antonio Angelillo, che nel 1958-59 realizzò 33 reti; inoltre, i 33 gol in 33 partite di Angelillo rappresentano anche il miglior risultato conseguito in un campionato a 18 squadre.[154]Christian Vieri, con 24 gol in 23 partite nel 2002-03 (media per partita: 1,043), è stato il secondo calciatore, dopo Felice Borel nel 1932-33, ad aver vinto la classifica marcatori della serie A con un numero di reti superiore a quello delle presenze.
Secondo il sondaggio condotto dalla società "Demos & Pi" e pubblicato nel settembre 2016 su la Repubblica, l'Inter risulta essere il secondo club più sostenuto in Italia – a pari merito con il Milan e dietro la Juventus –, con il 14% di preferenze da parte del campione esaminato.[6]
Inoltre, da un rapporto della società tedesca di indagini sul mercato sportivo "Sport+Markt" relativo al 2010, emerge come il club possa contare su un bacino potenziale di circa 17,5 milioni di sostenitori in Europa[7] e di 9,3 milioni di simpatizzanti in Sudamerica (secondo un altro rapporto della stessa società del 2009).[8]
Attualmente un buon numero di sostenitori si organizza in fan club e associazione di tifosi. Il principale è il Centro Coordinamento Inter Club (CCIC), che ha più di 1065 club riconosciuti ufficialmente dall'Inter.[155] La società nerazzurra vanta numerosi club sparsi in tutte le regioni d'Italia e in trenta paesi nel resto del mondo.[156]
Storia
La cultura popolare voleva che a tifare per l'Inter fosse soprattutto la borghesia, a differenza della sua rivale cittadina, il Milan, sostenuta invece dalle classi popolari e dagli immigrati. Infatti, i tifosi dell'Inter soprannominavano quelli del Milan casciavìt, che in milanese significa cacciaviti, per indicare l'origine operaia dei sostenitori rossoneri. A loro volta, i milanisti chiamavano i nerazzurri baùscia, termine milanese che significa gradasso, per indicare uno degli stereotipi cittadini, essendo allora i nerazzurri appartenenti perlopiù alle classi medie e altolocate, di origine prettamente meneghina.[157][158][159]
Gemellaggi e rivalità
Le tifoserie gemellate storicamente con quella dell'Inter sono quelle del Varese (per la rivalità con i tifosi comaschi, un tempo gemellati col Milan),[160] e soprattutto della Lazio.[160] Il gemellaggio con i laziali affonda le proprie radici intorno alla metà degli anni ottanta in risposta all'antico gemellaggio (poi rotto) fra Roma e Milan. Il legame è stato rinsaldato nella finale di Coppa UEFA 1997-1998 a Parigi, nonché il 5 maggio 2002 e il 2 maggio 2010 all'Olimpico, quando i tifosi laziali augurarono agli interisti la conquista del tricolore contro i comuni rivali della Roma.[160] All'estero, esiste un rapporto di amicizia con la tifoseria del Nizza.[161]
Le rivalità più accese sono soprattutto con le tifoserie del Milan, con cui i nerazzurri disputano il derby di Milano, noto anche come derby della Madonnina, e della Juventus, con cui l'Inter dà vita al derby d'Italia.[162][163] Altre forti rivalità sussistono invece con le tifoserie del Napoli, dell'Atalanta e della Roma.[160]
Per un breve periodo della sua storia, durante gli anni venti del XX secolo, l'Inter fu una polisportiva che, oltre alla squadra di calcio, schierava nelle divisioni nazionali anche quelle di pallacanestro e di rugby.
Nel 1927, a seguito della fusione dello Sport Club Italia con l'Unione Sportiva Milanese, nacque una squadra di rugby in seno all'Ambrosiana-Inter[167], che, con tale nome, fu tra le compagini che disputarono nella stagione 1928-29 il primo campionato italiano di rugby.
I milanesi giunsero in finale e si imposero 3-0 nell'incontro di spareggio a Bologna contro la S.S. Lazio[168][169], anche se, a fine torneo, l'Ambrosiana estromise la squadra di rugby, che si trasferì al Dopolavoro Pirelli e divenne famosa con il nome di Amatori Rugby Milano.[167][170]
Un'altra disciplina inglobata nella propria attività sportiva fu l'hockey su ghiaccio con l'incorporazione, nel 1949, dell'Hockey Club Milano, all'epoca già dieci volte campione nazionale, ribattezzato H.C. Milano-Inter.[171]
La squadra si laureò campione d'Italia nel 1950, 1951, 1952 e 1954 e vinse la Coppa Spengler, il più antico torneo europeo per squadre di club, nel 1953 e nel 1954, prima di sparire nel 1956 per problemi economici e fondersi con l'altra squadra di Milano, i Diavoli Rossoneri.
Nella stagione 2018-19 l'Inter ha costituito la sua prima squadra calcistica femminile. Il club era attivo già da alcuni anni con una sezione giovanile femminile.[172]
^Scudetto assegnato a tavolino a seguito della sentenza della Commissione di Appello Federale in merito ai fatti oggetto di Calciopoli, dopo il 3º posto ottenuto sul campo.
^A seguito di delibera della FIGC, Comunicato Ufficiale n. 51 del 16 settembre 1966, in base alla quale venne stabilito lo scioglimento delle vecchie associazioni militanti nei campionati professionistici (Serie A e Serie B), con contestuale relativa nuova costituzione in veste di società commerciali munite di personalità giuridica, individuata quale condizione imprescindibile ai fini dell'iscrizione al campionato di calcio relativo alla stagione sportiva 1966-1967. cfr. Dimensione economica del calcio in Italia: origine e sviluppi.
^ Pierluigi Panza, Comuna Baires, trent'anni sulla scena, su archiviostorico.corriere.it, 31 ottobre 2003 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
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