Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Football Club Internazionale Milano nelle competizioni ufficiali della stagione 2003-2004.
Tra le perplessità e un generale scetticismo regnante alla Pinetina[6], nell'estate 2003 Massimo Moratti rinnovò ulteriormente la fiducia a Héctor Cúper[7][8]: l'inasprimento dei rapporti col tecnico indusse Di Biagio e Crespo a cambiare maglia[9], trasferendosi rispettivamente alle corti di Brescia e Chelsea.[10] Il mercato in entrata riguardò Helveg[11], Bréchet[12], Lamouchi, Fadiga, Luciano, Karagounis, Van der Meyde[13], Kily González e Cruz.[14]
Il discreto avvio in Champions League — nel quale annoverare lo storico blitz di Highbury[15][16], mai riuscito in precedenza a compagini italiane —[17] non scongiurò il licenziamento dell'argentino[18], sul cui conto gravarono l'ennesima sconfitta nel derby milanese e l'opaco rendimento in campionato.[6][19] In attesa del tesseramento di Zaccheroni[20], Corrado Verdelli guidò la squadra nella trasferta di coppa moscovita rimediando un knock-out che finì per compromettere il passaggio del turno.[21]
Privato di Kallon da una squalifica per doping[22][23], l'allenatore cesenate (peraltro accolto tiepidamente dai sostenitori in ragione dei suoi trascorsi rossoneri[24][25]) subì dall'Arsenal un 5-1 corrispondente al peggior passivo interno del club nelle manifestazioni europee.[26] Fallito il superamento della group phase impattando a Kiev[27], la formazione accedette comunque al tabellone dell'UEFA[27]; in coppa nazionale l'eliminazione si verificò in semifinale, ai tiri di rigore, contro la Juventus.[28][29]
Nel derby d'Italia andato in scena a Torino il 29 novembre 2003 venne riannodato il filo con l'ultimo precedente favorevole alla Continassa[30], datato 21 marzo 1993[6][31]: archiviato l'anno solare con una sconfitta a Roma[32] — risultato cui è legato l'episodio di Almeyda che protestò platealmente all'indirizzo dell'arbitro Trefoloni tanto da sottrargli di mano il cartellino rosso appena estratto —[33] l'ambiente visse una generale crisi invernale[6], scenario di cui fecero parte l'incrinarsi dei rapporti tra Vieri e la dirigenza nonché l'abbandono di Moratti alla carica presidenziale in favore di Giacinto Facchetti.[34][35] Diciannovesimo presidente nella storia della società[6], l'ex calciatore risultò il primo numero uno a vantare anche un passato agonistico coi nerazzurri.[36]
Successivamente alla partita col Siena[37], Marco Materazzi incorse in un pesante stop da parte della giustizia sportiva per il pugno sferrato al bianconero Bruno Cirillo e la conseguente rottura del labbro riportata da quest'ultimo.[38][39] Sia pur con un organico rimpolpato nel mese di gennaio dall'arrivo di Stanković e dal rientro di Adriano[6], l'Inter frantumò solamente in primavera un filotto negativo di 11 gare consecutive senza alcun trionfo[40][41]: la seconda esperienza continentale conobbe invece termine nei quarti di finale[42], ad opera del Marsiglia.[43]
Un finale di campionato in crescendo — comprensivo tra l'altro di una nuova affermazione a scapito dei sabaudi che non si verificava dai tempi di Bagnoli —[44] valse l'obiettivo minimo del quarto posto[45], traguardo conteso a lungo anche da Parma e Lazio[46]: nonostante le iniziali conferme giunte dalla stampa[47], nel giugno 2004 Zaccheroni si dimise dalla panchina asserendo di non godere dell'appoggio societario.[48][49]
Lo sponsor tecnico per la stagione 2003-2004 fu la Nike, mentre lo sponsor ufficiale fu Pirelli.
Area direttiva
Area organizzativa
Area comunicazione
Area tecnica
Area sanitaria
Rosa e numerazione aggiornate al 31 gennaio 2004.[3]
Statistiche aggiornate al 16 maggio 2004.
Fonte: Italy » Serie A 2003/2004 » Results & Tables, su worldfootball.net.Legenda: Luogo: C = Casa; T = Trasferta. Risultato: V = Vittoria; N = Pareggio; P = Sconfitta.
Sono in corsivo i calciatori che hanno lasciato la società a stagione in corso.[3]
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