A coronamento di un positivo lustro[14], Giovanni Trapattoni impreziosiva la bacheca con la primaCoppa UEFA della storia nerazzurra[15]: risultava premiante l'aggregato di 2-1 contro la Roma nell'atto conclusivo[12][16], con un gol di Rizzitelli all'Olimpico che illudeva per pochi minuti i capitolini in una rimonta dopo il 2-0 di San Siro.[17][18] Un percorso europeo dall'avvio in salita — con le sconfitte a opera di Rapid Vienna e Aston Villa sovvertite davanti al pubblico amico —[19][20] ma proseguito agevolmente contro Partizan Belgrado[21], Atalanta (inedito accoppiamento con un'avversaria locale[22][23]) e Sporting Lisbona[24]: a distanziare Matthäus nella classifica dei realizzatori il solo Rudi Völler[25][26], anch'egli teutonico e curiosamente in forza ai giallorossi.[27]
Il decisivo raddoppio nella finale d'andata veniva siglato da Nicola Berti[12][17], peraltro match winner nel derby meneghino del 18 novembre 1990[28]: una vittoria utile a riscattare la doppia battuta d'arresto in quel di Torino[29][30], nonché per incamerare il titolo d'inverno a quota 24 punti precedendo gli stessi concittadini e una rivelazione Sampdoria che pure fece suo lo scontro diretto.[31][32] Il 10 marzo 1991 Baresi e soci regolavano a domicilio la Juventus[33][34], per l'ultima domenica in coabitazione coi liguri[35]: concessa infatti loro una lunghezza di margine impattando al Tardini[36], il 24 marzo la Beneamata cedeva il passo all'opponente di Arrigo Sacchi — frattanto beffata dal Marsiglia in coppa —[37] precipitando a un consistente −3.[38]
Da menzionare anche l'episodio avvenuto a Firenze[39], teatro di un gol fantasma per Aldo Serena con l'arbitro Coppetelli a ritenere che il pallone non avesse varcato la linea bianca[40]: con rumors diffusi dalla stampa circa il possibile addio del tecnico a fine stagione[41][42], il 5 maggio 1991 l'Inter ospitò i blucerchiati coltivando residue speranze di aggancio e vogliosa di rifarsi del knock-out subìto a Marassi.[12][43] Con Pagliuca a neutralizzare un rigore di Matthäus[44], Dossena e Vialli inflissero un duro colpo alla classifica[45][46]: la tifoseria manifestò platealmente il suo disappunto[47], con violenti scontri ripetutosi anche in occasione della finalissima Uefa.[48]
La conquista del summenzionato trofeo — per un riconoscimento continentale assente dall'epoca di Helenio Herrera —[15] smaltiva la delusione per un campionato archiviato dal gradino inferiore del podio[12], circostanza dettata anche dall'ulteriore rovescio a Genova contro i rossoblu di Bagnoli[12][49]: a beffare gli uomini del Trap in favore del Milan occorse la differenza-reti[12], in quanto le meneghine giunsero ambedue a 46 punti.[12][50]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 1990-1991 fu Uhlsport, mentre lo sponsor ufficiale fu Misura.
^Anticipo al sabato disposto per l'impegno del mercoledì seguente in Coppa UEFA; cfr. Coppa Italia, Roma-Milan all'Olimpico, in la Repubblica, 23 marzo 1991, p. 37.
^Anticipo al sabato disposto per l'impegno del mercoledì seguente in Coppa UEFA; cfr. Due anticipi in campionato, in Stampa Sera, 13 maggio 1991, p. 15.
^La gara di ritorno è stata giocata a Monza, con l'Inter nominalmente in casa, per problemi all'impianto di San Siro. Cfr. Antonio Dipollina, Due gol dell'Inter (e svista di Zenga), in la Repubblica, 13 settembre 1990, p. 38.
^Incontro disputato a Verona per la mancata omologazione del campo di San Siro; cfr. Licia Granello, Inter di Coppa a Verona, in la Repubblica, 27 settembre 1990, p. 37.
Bibliografia
Almanacco Illustrato del Calcio 1991, Modena, Panini Editore, 1990, pp. 675, ISSN 1129-3381 (WC · ACNP).
Almanacco Illustrato del Calcio 1992, Modena, Panini Editore, 1991, pp. 652, ISSN 1129-3381 (WC · ACNP).
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, pp. 239, ISBN978-88-95684-11-6.