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Il doxefazepam è un farmacobenzodiazepinico[2] con attività farmacologica simile a quella del diazepam.[3] La sostanza fu sviluppata negli anni '70 dalla società farmacologica Schiapparelli.[4]
In un lavoro scientifico sui ratti risalente al 1990 è stata segnalata una tendenza significativa a sviluppare neoplasie benigne epatocellulari. Nel medesimo studio è stata riscontrata una incidenza lievemente superiore di gliomi maligni (in particolare oligodendrogliomi), ma i risultati non erano di significatività statistica.[5]
Tossicologia
Nel ratto e nel topo i valori della DL50 sono rispettivamente 2550 e > 1500 mg/kg per os e 586 e 774 mg/kg per i.p.[6][7]
Usi clinici
Il farmaco è indicato come 'regolatore del sonno' nel trattamento a breve termine dei pazienti affetti da insonnia, in quanto sembra in grado di ridurre significativamente il numero di risvegli notturni, migliorando in tal modo la qualità del sonno.[8][9]
Il doxefazepam si caratterizzerebbe per un minor 'effetto sbornia' al risveglio al mattino rispetto ad altre benzodiazepine, fra cui il flurazepam[10]
Effetti collaterali ed avversi
Nelle fasi iniziali del trattamento o quando si somministrano dosaggi troppo elevati si possono osservare effetti collaterali come sonnolenza, capogiri o senso di stanchezza. Occasionalmente sono stati osservati: atassia, xerostomia, disturbi visivi, vomito, diarrea.
L'uso continuativo di benzodiazepine può comportare l'instaurarsi di una condizione di dipendenza. In tal caso una brusca sospensione della terapia è in grado di determinare l'insorgenza di una sindrome di astinenza.
Per evitare questa evenienza è opportuno che l'interruzione del farmaco avvenga con gradualità.
La somministrazione di doxefazepam dovrebbe essere evitata nei soggetti con storia preesistente di depressione del sistema nervoso centrale o coma, insufficienza respiratoria, miastenia grave, glaucoma ad angolo chiuso.
Dosi terapeutiche
Il doxefazepam si somministra per via orale in dosi di 10–20 mg alla sera prima di coricarsi.
Nei soggetti anziani e in quelli labili il trattamento deve essere iniziato con dosi minime e solo successivamente gradualmente aumentato in base alla risposta del paziente.
^Doxefazepam, in IARC Monogr Eval Carcinog Risks Hum, vol. 66, 1996, pp. 97–104, PMID9097119.
^DE Patent 2338058 - BENZODIAZEPINVERBINDUNGEN FUER DIE THERAPIE
^ Borelli G, Bertoli D, Chieco P, Carcinogenicity study of doxefazepam administered in the diet to Sprague-Dawley rats, in Fundam Appl Toxicol, vol. 15, n. 1, luglio 1990, pp. 82–92, PMID1973676.
^ Goldenthal EI, A compilation of LD50 values in newborn and adult animals, in Toxicol. Appl. Pharmacol., vol. 18, n. 1, gennaio 1971, pp. 185–207, PMID5542824.
^ Bertoli D, Borelli G, Carazzone M, Toxicological evaluations of the benzodiazepine doxefazepam, in Arzneimittelforschung, vol. 39, n. 4, aprile 1989, pp. 480–4, PMID2568837.
^ G Rodriguez, G Rosadini, WG Sannita e E Strumia, Effects of doxefazepam on normal sleep. An EEG and neuropsychological study, in Neuropsychobiology, vol. 11, n. 2, 1984, pp. 133–9, PMID6483162.
^ Tamagnone GF, De Maria R, De Marchi F, A new series of benzodiazepines. 1-Hydroxyalkyl derivatives of 1,3-dihydro-2H-1,4-benzodiazepin-2-ones, in Arzneimittelforschung, vol. 25, n. 5, maggio 1975, pp. 720–2, PMID1242312.
^ Babbini M, Torrielli MV, Strumia E, Gaiardi M, Bartoletti M, De Marchi F, Sedative-hypnotic properties of a new benzodiazepine in comparison with flurazepam. Pharmacological and clinical findings, in Arzneimittelforschung, vol. 25, n. 8, agosto 1975, pp. 1294–1300, PMID241364.