Il successo di Enigma Variations nel 1899 fu seguito dal fallimento iniziale de Il sogno di Geronte, che fece sì che Elgar si scoraggiasse e dichiarasse che Dio era contro l'arte. Ciononostante, ricevette una commissione dalla Royal Philharmonic Society e iniziò a lavorare su un nuovo pezzo e presto riferì che era "allegro e londinese 'robusto e carnoso'... onesto, sano, divertente e forte, ma non volgare".[1]
La prima esibizione fu nella Queen's Hall di Londra ad un concerto della Royal Philharmonic Society, il 20 giugno 1901, diretto dal compositore. Dedicò il lavoro ai suoi "molti amici, i membri delle orchestre britanniche". La musica ebbe un successo immediato e divenne una delle opere più popolari di Elgar. Negli ultimi decenni è stato eseguito in sala da concerto con minore frequenza.
Descrizione
Nei suoi 15 minuti circa l'ouverture offre un ritratto musicale vivace e colorato della Londra Edoardiana. "Cockaigne" era un termine usato dai moralisti a quel tempo come metafora della golosità e dell'ubriachezza, mentre la Gran Bretagna adottò il nome umoristicamente per Londra. Il lavoro presenta vari aspetti della Londra e dei londinesi di fine secolo. Comincia con un tema tranquillo ma vivace che conduce a una sequenza ininterrotta di istantanee: i cockney, le campane della chiesa, le coppie romantiche, una banda di ottoni leggermente sfilacciata (forse l'Esercito della Salvezza) e una banda militare al contrario grande e imperiosa. L'ampio tema che rappresenta i londinesi è, afferma Michael Kennedy, la prima occorrenza della direzione del marchio Elgar, "nobilmente".[2] Il lavoro termina in un tipico tripudio di suoni orchestrali, tra cui un organo pieno.
Ricordando, forse, il modo in cui Elgar riunisce i suoi temi al culmine dell'opera, sia Bernard Shaw che W. H. "Billy" Reed hanno paragonato il lavoro al preludio de I maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner, che culmina nella combinazione di diversi temi. Shaw, in un lungo articolo su Elgar del 1920, scrisse:
«Ma se dici che l'ouverture Cockaigne di Elgar combina tutte le qualità classiche di un'ouverture da concerto con ogni qualità lirica e drammatica dell'ouverture dei Maestri cantori, o stai pronunciando una sicura banalità, una ovvietà come sarebbe fare un complimento a Händel per la maestosità del Coro "Hallelujah", oppure ti condanni a tutti i critici posteri, facendo una gaffe che farà arrossire tuo nipote per te. Personalmente, sono pronto a correre il rischio. Cosa mi importa di mio nipote? Dammi Cockaigne.[3]»
Reed wrote:
«L'ouverture Cockaigne non eclissa il preludio dei Maestri cantori, ma nemmeno viene messa in ombra dalla composizione introduttiva più sinfonicamente soddisfacente di Wagner da cui prende in prestito alcuni metodi. Il pezzo di Elgar è un'immagine splendidamente evocativa della Londra edoardiana come Wagner lo è della Norimberga medievale, e non bisogna scegliere tra i due quanto a umorismo, padronanza della costruzione e appropriatezza della scrittura orchestrale.[4]»
Vi sono numerose incisioni di Cockaigne. Elgar stesso lo registrò due volte (nel 1926 e nel 1933). Le registrazioni disponibili a gennaio 2007 includevano: