Lista delle principali[non chiaro] alluvioni ed inondazioni avvenute in Italia.
Acquazzoni, temporali, grandine e forte vento hanno messo in ginocchio le città che hanno dovuto fare i conti con alberi caduti, tetti scoperchiati e veri e propri fiumi d'acqua mista al ghiaccio della grandine lungo le vie delle città. A Lissone una persona è stata travolta da un albero mentre precipitava ed è deceduta.
Senigallia
In misura minore si registrano danni comunque ingenti in provincia di Perugia, nei comuni di Umbertide, Gubbio ma soprattutto Pietralunga e Scheggia e Pascelupo, dove numerose frazioni rimangono isolate anche per 24 ore.
Molte le polemiche sul mancato allarme, ma il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio comunica che era già stata diramata un'allerta gialla, ma non era stata prevista la gigantesca portata dell'evento.[8]
Tra il 28 ed il 29 ottobre 2021 nei comuni del siracusano si è abbattuto un Medicane, denominato 'Apollo', restato al largo nelle coste, causando forti piogge accompagnate da forti raffiche di vento, che hanno provocato ingenti danni in tutto il territorio.
Nella città di Catania sono caduti circa 300 mm di pioggia in 3 giorni, più della metà della quantità di pioggia annuale che ricade di solito sulla città.
Il fiume Panaro ha rotto l'argine in un momento in cui l'acqua era a 1,5 metri dalla sommità dell'argine e la piena doveva ancora arrivare. Il volume di piena fuoriuscito dall'argine, stimato in circa 7-9 milioni di m³ ha allagato un’area di circa 15 km² in direzione nord-ovest, fino a raggiungere il centro abitato di Nonantola ed oltre, in direzione di Bomporto e Ravarino causando una vittima. La successiva inchiesta ha attribuito le colpe della rottura dell'argine alla scarsa manutenzione dell'uomo e all'erosione provocata dagli animali selvatici.[10]
Disagi anche in Valle d'Aosta ed Emilia-Romagna
Numerosi corsi d'acqua sono esondati tra cui: il Vermenagna sub affluente afferente al bacino del Tanaro; lo stesso Tanaro nel suo tratto a monte dove ha gravemente alluvionato il comuni di Ormea, Garessio, Bagnasco, Priola e Ceva causando gravissimi danni anche alla rete stradale di fondovalle; Nella provincia di Biella il Torrente Cervo ha provocato la caduta di due ponti, anche il Sessera ne ha provocato uno a Crevacuore. Inoltre in provincia di Biella, l'osservatorio di Oropa a 1200 m di altitudine ha segnato un nuovo record di oltre 400 mm di acqua in meno di 24 ore. il Sesia in provincia di Vercelli, che ha raggiunto una portata storica creando danni diffusi come frane e smottamenti e alluvioni presso Borgosesia e in pianura a Borgo Vercelli che è stata completamente allagata.[12][13] Numerosi danni anche nell'Alto Piemonte, fra Cusio e Ossola, dove, rispettivamente, Strona e Toce, sono usciti dagli argini, provocando danni in Valle Strona (dove il comune più colpito è Massiola), in Val Corcera (Omegna e Gravellona Toce) e nella bassa Ossola (da Piedimulera a Mergozzo; il più colpito è Pieve Vergonte).[14] Sono crollati tre ponti, il primo è quello di Gaby, in Valle d'Aosta, il secondo è quello tra Romagnano Sesia e Gattinara, in Piemonte, nella provincia di Novara e il terzo è quello tra Corte Brugnatella e Cerignale, nella provincia di Piacenza.
Allagamenti e Inondazioni Terme Vigliatore
Barcellona Pozzo di Gotto
Decine e decine di frane interrompono numerose strade in tutta la Liguria lasciando isolate centinaia di persone. Crolla un viadotto sul tratto iniziale di A6 Savona-Torino. In provincia di Alessandria esondano Tanaro e Bormida, provocando la morte di una persona e tantissimi danni.
province di Alessandria e Genova
Decine di case scoperchiate e interi boschi abbattuti dalla furia del vento, di un'intensità fino a 190 km/h nelle folate più forti il vento ha battuto per più di 4 ore.
Allagamenti e numerosi danni anche a Pisa. La procura ha aperto un'inchiesta.[21]
La somma delle precipitazioni, ha assunto un valore comparabile con quello del 1966 (durata dell'evento 36 ore)
Fortissimo vento di scirocco che impedì lo sversamento in mare delle acque dei fiumi Livenza, Meduna, Noncello. Cedimento dell'argine del fiume Noncello, nel centro di Pordenone.
Ingentissimi danni sofferti dall'area urbana di Pordenone per estesi consistenti allagamenti che non hanno risparmiato il centro storico.
Platani da cui convogliano le acque dei comuni colpiti
36 in Veneto[54].
A questo si aggiunse una disastrosa mareggiata che comportò lo sfondamento in più punti dei murazzi
Sardegna: Gairo, Osini.
Sardegna centro-orientale: piogge forti e persistenti, record nei 2 e 3 giorni: 1014 mm e 1 431 in località Sicca d'Erba, abbandono di alcuni centri decretati non più agibili[61].
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