Un'altura posta a circa 400 metri sul mare è il roccioso sito su cui fu edificata, con chiaro intento strategico, la cittadina di Scala. Secondo un'antica cronaca essa sarebbe stata fondata nel IV secolo da naufraghi romani diretti verso Costantinopoli. La notizia non è tuttavia storicamente dimostrata.
Certa è invece la funzione che i contrapposti altopiani di Scala e Ravello ebbero nel Medioevo: infatti le due città furono lo scenario principale degli scontri tra i Pisani e Ruggero II tra il 1135 e il 1137[4]. Il conflitto si risolse prima con il saccheggio pisano, ed infine con la vittoria del sovrano normanno. Alcune delle fortificazioni medievali sono tuttora visibili: in particolare il castello di Scala Maior, edificato sul Monte Petraro, alle spalle della città di Scala, ed il castrumScalelle nell'attuale frazione di Pontone[5].
Nel 987 la città divenne sede vescovile. La notizia, però, non ha trovato accoglimento nella storiografia più recente sull'argomento. La comparsa del nome di Scala, tra le sedi suffraganee della Metropolia di Amalfi, istituita nel 987, è da attribuire all'interpolazione del testo della Cronaca dei Vescovi di Amalfi da parte dell'erudito scalese Giovan Battista D'Afflitto, collaboratore dell'Ughelli per la provincia ecclesiastica amalfitana. Nel testo che il D'Afflitto inviò all'Ughelli era addirittura specificato che il vescovo di Scala era immune dal pagamento del cattedratico. Non è da escludere, infine, che tra le cause dell'interpolazione, ci sia stata la volontà di rendere più antica la diocesi di Scala rispetto a quella dirimpettaia di Ravello, eretta nel 1086, e soggetta direttamente alla Santa Sede dall'ottobre 1090.
È più probabile che la diocesi di Scala sia nata verso la fine dell'XI secolo, per volere dell'aristocrazia amalfitana o dell'Arcivescovo della città, come risposta all'elevazione di Ravello a sede episcopale, anche se il primo vescovo documentato è un certo Alessandro, nel 1118. Quando però, l'autonomia del ducato amalfitano volse fatalmente al tramonto, l'imponente fortificazione di Scala non poté evitare una serie di devastazioni: il saccheggio e l'incendio da parte del normanno Roberto il Guiscardo nel 1073; la feroce distruzione inflitta dai Pisani circa sessanta anni più tardi; l'irruzione delle armate di Ottone di Brunswick nel 1210 e quella attuata dai ribelli dei Vespri.
^ Alfredo Maria Santoro, Pisani in territorio amalfitano (1135-1137): città, assedi, fortificazioni, in Scenari bellici nel medioevo: guerra e territorio tra XI e XV secolo, Giornata di studi (Roma, 17 novembre 2016), a cura di G.M. Annoscia, 2019, pp. 127 - 134.
^ Giuseppe Gargano, Scala Medievale, 1997, pp. 59-64.