Il vallone di Niel, a monte del capoluogo, famoso per la cascata del torrente Niel (28 metri), costituì nel passato il passaggio naturale per i commerci con il vercellese e con il biellese. Dalla frazione di Niel partono mulattiere e sentieri escursionistici per le cime e i valichi alpini che delimitano il territorio comunale: Colle Lazoney, Punta Tre Vescovi, il Colle della Mologna Grande, che collega la Valle del Lys con la Valle Cervo in Piemonte, e il Colle della Mologna Piccola.
Contrariamente alle regole di pronuncia della lingua francese standard, l'accento del toponimo Gaby va posto sulla penultima sillaba, e non sull'ultima ("Gàby"), secondo la pronuncia del patois valdostano locale.
Il primo nucleo abitato fu probabilmente quello di Lihrla, dove si trovano oggi le rovine di una casaforte, utilizzata come lazzaretto durante l'epidemia di peste del 1630.
Il centro si spostò in seguito a Kiamourseyra, sede dell'attuale capoluogo.
Gaby è stato un feudo dei Vallaise durante il XIV secolo, e venne ceduto in seguito ai nobili locali Troc-Drisquer, proprietari della casaforte di Palatz, risalente al 1632 secondo un'iscrizione in lingua tedesca rinvenuta su una trave del tetto: "Der Hans Driszquer hat das glassen machen und der maister Hans Goyet hetz gmachet im iar MDCXXXII" (= Jean Trenta l’ha fatta costruire e il capomastro Hans Goyet l’ha costruita nell’anno 1632). Da notare che l'odierno cognome gabençois Trentaz (pron. Trenta) deriva dalla francesizzazione di Dris(z)quer, che rimanda al tedescoDreiziger (= lett. "il trentesimo")[7].
Gaby ha fatto parte per secoli del comune di Issime, con il nome di Issime-Saint-Michel (ufficiale), o Überlann (localmente, in Töitschu), mentre l'attuale Issime si chiamava Issime-Saint-Jacques. Il feudo di Gaby, che comprendeva il vallone di Niel e il territorio fino al Pont-de-Trentaz, fu ceduto dai nobili de Vallaise ai nobili locali Troc-Drisquer.
Lo statuto di comune autonomo fu conferito nel 1952 grazie all'azione di Mgr. Jean-Joconde Stévenin, sindaco di Aosta, sebbene le parrocchie furono divise già nel 1786, con l'istituzione della parrocchiale di San Michele Arcangelo[8].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone comunali sono stati approvati con deliberazione del consiglio comunale del 24 aprile 1992.
«Inquartato: nel primo di nero, al leone d'argento, armato e linguato di rosso; nel secondo, di verde alla bilancia d'argento; nel terzo, fasciato di rosso e argento, caricato nella prima fascia d'argento di una crocetta patente di rosso accompagnata ai lati da due stelle a cinque punte dello stesso; nel quarto d'azzurro, al giglio d'oro. Accompagna lo scudo un nastro d'argento con il motto dei Vallaise: festina lente. Corona civica del rango di Città.»
Il primo quarto riproduce lo stemma del Ducato di Aosta; la bilancia del è un attributo dell'arcangelo Michele, patrono della parrocchia locale, istituita dal vescovo di AostaPaolo Giuseppe Solaro il 24 novembre 1786; il terzo quarto riporta lo stemma dei signori di Vallaise e d'Arnad, che dal XII secolo dominò su quasi tutta la valle di Gressoney e su gran parte della bassa valle della Dora Baltea; il giglio, in francese fleur de lis, si riferisce al nome del torrente Lys. Festina lente è il motto della famiglia Vallaise.[9]
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di nero, al rettangolo di bianco cucito e caricato dello stemma del Comune.
Gaby rappresenta un'isola linguistica di patois francoprovenzale nella valle del Lys, dove notoriamente viene parlata la lingua walser, nelle sue due varianti titsch e töitschu, di origine germanica. Tale anomalia si deve all'epidemia di peste del 1637: durante tale epidemia, la popolazione walser di Gaby venne drasticamente decimata. Negli anni successivi la popolazione francofona della bassa valle andò a ripopolare il comune. Segni delle radici walser del paese sono ancora riscontrabili nei numerosi rascard sparsi per tutto il territorio comunale, in particolare nel vallone di Niel.
Oltre ad essere trilingue italiano-francese-tedesco (lingue di istruzione ufficiali per i comuni della valle del Lys), e a parlare il patois, in virtù della vicinanza geografica e dei rapporti storici con l'adiacente Valsesia e con il Canavese, la popolazione locale parla anche il piemontese.
Tradizioni e folclore
Il costume femminile
Il tipico costume femminile nasce nel secolo XIX prendendo ispirazione dagli abiti della vicina Savoia. Originariamente era destinato a fungere da abito da sposa e da cerimonia, esso veniva personalmente confezionato da colei che era poi destinata ad utilizzarlo.[11] La tradizione vuole che l'abito fosse talmente personale che esso avrebbe dovuto scomparire alla morte della donna che lo aveva cucito.[11] I colori dominanti del vestito in sé sono il nero e il bianco, è però usanza ravvivare l'abito con l'aggiunta di un foulard e di un grembiule dai colori più vivaci.
Attualmente il costume viene normalmente usato dalle donne di Gaby durante le cerimonie pubbliche, quali battesimi, matrimoni o funerali.
Cultura
Citazioni
Il torrente Lys nell'Ottocento ispirò Giosuè Carducci, il quale inserì nei suoi Idilli alpini la poesia L'ostessa di Gaby.
«E verde e fosca l'alpe, e limpido e fresco è il mattino,
e traverso gli abeti tremola d'oro il sole.
Cantan gli uccelli a prova, stormiscono le cascatelle,
precipita la scesa nel vallone di Niel. […]»
(Giosuè Carducci, L'ostessa di Gaby, 27 agosto 1895)
^Jolanda Stévenin, Prouverbi é préléngon a la nouhtra mouda - Proverbes et phrases idiomatiques dans le parler de Gaby, Aoste : Imprimerie valdôtaine, 2011, 9788886523943.
Gaby entre passé et avenir, Aosta: La Vallée, 1982
Jolanda Stévenin, I cinquant'anni del comune di Gaby, Aosta: Tipografia valdostana, 2002
Jolanda Stévenin, Gaby les traces du passé: les gens, les oeuvres, les jours d'une petite communauté au coeur de la Vallée du Lys, Quart: Musumeci, 1993
Jolanda Stévenin, Une pierre énigmatique de Gaby: une ancienne maison du XVIIIème siècle révéle l'activité de ses anciens habitants, in Pagine della Valle d'Aosta, fascicolo 7, dicembre 1997, pp. 52–53
Jolanda Stévenin, Prouverbi e préléngon a la nouhtra mouda: proverbi e detti popolari nella parlata di Gaby, Aosta: Tipografia valdostana, 2011
Jolanda Stévenin, Rien que le souvenir: Gaby, histoire d'hier et d'avant-hier, Quart: Musumeci, 1988
Jolanda Stévenin, Gens du Gaby: les mentalités, Aoste: Imprimerie valdôtaine, 1997
Jolanda Stévenin, Au pays ensorcelé: contes de Gaby et de ses alentours, Quart: Musumeci, 1990
Guido Cavalli, Trent'anni a Gaby: Gaby, = Trente ans à Gaby, 13 agosto 1995, Quart: Musumeci, 1995
Jolanda Stévenin, Notre-Dame des Grâces: un pèlerinage de la vallée du Lys, Aoste: Imprimerie valdôtaine, 2008