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Origini del nome
Secondo la tradizione religiosa locale, il toponimo deriverebbe da un leggendario san Porzio o Porciero (Porcier in francese), soldato della Legione Tebea, che, scampato al massacro, si sarebbe recato nella valle di Champorcher a predicare il Vangelo. Il toponimo Champorcher significherebbe allora Campo di Porcier.[5][6]
Il toponimo fu italianizzato in Campo Laris durante il fascismo dal 1939[7] al 1945.[8]
Storia
Simboli
Lo stemma e il gonfalone municipale sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 dicembre 1988.[9]
«Partito dal filetto d'argento: nel primo, d'azzurro, alla torre quadra, d'argento, merlata alla ghibellina, priva di porta, finestrata di tre, in palo, di nero, la finestra in basso più ampia e munita di due feritoie sottostanti, di nero, la finestra in alto di esigue dimensioni; nel secondo, di azzurro, seminato di croci a tau e col piede bordonato, d'oro, ai due barbi addossati, dello stesso; il tutto sotto il capo d'argento, caricato dai tre tortelli, ordinati in fascia, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. n. 276 del 19 dicembre 1988)
I barbi su campo azzurro seminato di crocette sono l'emblema degli antichi signori di Bard che condivisero per quasi un trentennio, la giurisdizione sul territorio di Champorcher con i signori di Pont-Saint-Martin. Successivamente i Savoia mantennero la signoria diretta su questo territorio fino al 1682, quando la famiglia Freydoz acquisì la signoria di Champorcher, eretta poi a baronia nel 1746 a favore di Jean-Nicolas Freydoz. La prima partizione e il capo dello stemma comunale riproducono il blasone dei Freydoz (d'azzurro, alla torre d'argento murata di nero; al capo d'argento, caricato di tre tortelli di rosso, ordinati in fascia). La torre simboleggia anche quella che fu costruita nel 1320 dai Savoia sui resti dell'antica casa forte dei signori di Bard.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di nero.
Cappella della Madonna delle Grazie, san Pantaleone, Madonna del Carmine, fraz. Chardonney
cappella di Santa Maria Maddalena, fraz. Vigneroise
Cappella della Vergine Immacolata, fraz. Petit-Rosier
Cappella del Santo Sudario e di San Marco, a Grand-Mont-Blanc
Cappella di San Rocco (già San Pietro in Vincoli) al Grand Rosier, fraz. Grand-Rosier
Cappella della Madonna della Mercede e dei Santi Anna e Gioachino, a Plan-Fenêtre
Cappella della Madonna di Oropa, fraz. Coudreyt
Cappella dell'Addolorata, San Rocco e Notre Dame de la Salette, fraz. Verannaz
Cappella dell'Esaltazione della Santa Croce e Notre Dame de la Salette, loc. Échelly
Cappella della natività della Vergine, fraz. Outre-l'Ève
Cappella di San Rocco, Fabiano e Sebastiano, fraz. Mellier
Cappella di S. Giovanni davanti alla Porta Latina, fraz. Salleret
Architetture civili
Nei pressi degli impianti di risalita in località Chardonney, sulla destra orografica del torrente Ayasse, è allestito il percorso attrezzato (Parcours découverte) del Bois de Chardonney.[13]
A Chardonney, la casa Thomas, tipico esempio di architettura rurale tradizionale al cui interno è allestito l'Ecomuseo della canapa. Nei pressi si trova un mulino ad acqua un tempo usato per la macinazione dei cereali.[14]
Per quanto riguarda l'artigianato, importante è la lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di vari oggetti, tra i quali collari per il bestiame.[18]
Mario Aldrovandi, La Valle di Champorcher, Torino: Lattes, 1931
Roberto Nicco, La Valle di Champorcher e i suoi dintorni, Quart: Musumeci, 1987
Fausta Baudin et al., La valle di Champorcher: natura, storia e itinerari nei comuni di Bard, Hône, Pontboset e Champorcher, Aosta: La traccia, 2002
Mario Aldrovandi, Guida delle valli di Gressoney, Champorcher e Clavalité, 2. ed., Torino: SPE, 197?
Storia e tradizioni
Fausta Baudin, Champorcher la storia di una comunità dai suoi documenti, Aosta: Arti Grafiche Duc, 1999.
Mauro Bassignana, Claudine Remacle, Fausta Baudin, Champorcher ieri e oggi = Champorcher hier et aujourd'hui, Quart: Musumeci, 2013, ISBN 9788870328912
Joseph Gontier, Notices sur Champorcher, Ivrea: Imprimerie Laurent Garda, 1895
Renzo Cerriana et al., Per guarire facevano così: note sulla medicina di una volta raccolte a Champorcher in Valle d'Aosta, Ivrea: Priuli & Verlucca, 2005
Ugo Torra, La Valle di Champorcher: le sue antichità, Ivrea: Bardessono, 1961
Teresa Pasteris, Champorcher: trent'anni di ricordi (1932-1962), Aosta: Musumeci, 1972
Mariagiovanna Casagrande, Forni da pane: panificazione, memoria e tradizione a Champorcher in Valle d'Aosta, Ivrea: Priuli & Verlucca, 1997
Fausta Baudin, La séparation des deux communautés et ses conséquences sur leurs archives: le cas de Champorcher et de Pontboset (Vallée d'Aoste - Italie), in Arbido, 19, fasc. 5, 2004, pp 16–18
Fausta Baudin, Champorcher: la storia di una comunità dai suoi documenti, Aosta: Duc, 1999
L'archivio storico del Comune di Champorcher, Champorcher: Comune di Champorcher, 200?
Mariagiovanna Casagrande, Teresa Charles, Champorcher, le chanvre et les contes d'antan = Champorcher: valle della canapa e di antichi racconti, Aoste: Valgrisa, 2007
Giocondo Valerio Colliard, Mio fratello, il partigiano Aldos: pagine di Resistenza nella Valle di Champorcher, Issogne: Tipografia parrocchiale, 2004
Julien Pignet (a cura di), Actes d'inféodation et d'investiture d'une portion du fief de Champorcher et de Pont-Bozet, érigée en baronnie, en faveur de Mr. le Baron Nicolas-Joseph-Philibert Freydoz (1746, 1er février et 15 mars), in Société académique, religieuse et scientifique du Duché d'Aoste, 43, 1966-1967, , pp. 71–82
Linguistica
Sandro Libertini, I toponimi del Grand e Petit Rosier di Champorcher (Aosta-Italia) : appunti e note, Sanremo: Blue Service, 1994
Miranda Glarey, Dictionnaire du patois de Champorcher: patois-français, français-patois, Saint-Christophe: Tipografia Duc, 2011
Antoine Chanoux, Omar Borettaz, Anna Galliano, Joseph-Gabriel Rivolin, Gabriella Vernetto et Barbara Wahl, Correspondances - Auteurs valdôtains et textes français en écho, Région autonome Vallée d'Aoste - Assessorat de l'éducation et de la culture, 2013, p. 90. Mon patois: réimpression du cahier dédié en 1911 au patois de Champorcher, EAC-CIEMEN, 1982
Natura
Luca Miserere, Giorgio Buffa, Rosanna Piervittori, Contributo alla conoscenza briologica della Valle di Champorcher (Aosta), Firenze: Società botanica italiana, 1995
Maurizio Bovio, Franco Fenaroli, Itinerari naturalistici in Valle d'Aosta, Valle di Champorcher: nella conca di Dondena sulle orme del prof. Vaccari, in Revue valdôtaine d'histoire naturelle, 39, 1985, pp. 153–163
Lino Vaccari, Un coin ignoré dans les Alpes Graies: herborisations dans la Vallée de Champorcher, Vallée d'Aoste, Revue valdôtaine d'histoire naturelle, 1, 1902, pp. 31–52
Maurizio Bovio, Franco Fenaroli, Pietro Rosset, L'esplorazione botanica del vallone della Legna (Valle di Champorcher) e l'attuale stato di conoscenza della sua flora, in Revue valdôtaine d'histoire naturelle, 41, 1987, pp. 39–68
Giorgio Baldizzone, I microlepidotteri raccolti nel 2006 nella zona di ampliamento del parco naturale Monte Avic (alta valle di Champorcher), in Revue valdôtaine d'histoire naturelle, 61-62, 2007-2008, pp. 155–178
Sport
Marco Blatto, Luca Zavatta, Valle di Champorcher, Parco Mont Avic: trekking, Rimini: L'escursionista, 2011
Altro
Danilo Marco, Le case rurali di Champorcher: organizzazione e forme dell'architettura di un comune alpino, testimonianza di un genere di vita arcaico e medioevale, in Pagine della Valle d'Aosta, fascicolo 6, giugno 1997, pp. 60–64
Ecomuseo a Champorcher; Campo dimostrativo di canapa a Hône, Sarre: Testolin, 2006
Laura Milanesi (a cura di) , Tesori nascosti: i mobili dipinti della valle di Champorcher = Trésors cachés: les meubles peints de la vallée de Champorcher, Quart: Musumeci, 2008