Al centro del territorio comunale e ai margini dell'abitato di Veulla si trova l'ampia distesa detta Prati di Sant'Orso (fr., Prés de Saint-Ours),[8] insigniti del riconoscimento "Meraviglia d'Italia"[9][10] I prati ospitano la bataille de reines,[11] e sulla zona vige il divieto di edificare secondo lo statuto comunale.
La paleofrana di Champlong, nella località omonima, ricorda la presenza di un'antica morena glaciale. A seguito dello smottamento del terreno il letto del torrente Urtier si è spostato, i vulcanelli di fango testimoniano la presenza di acqua sotterranea sotto pressione. Un pannello informativo è stato posto sul ciglio della strada per Lillaz[12].
Il clima di Cogne è di tipo alpino con inverni lunghi ed estati corte. Dal punto di vista pluviometrico la Valle di Cogne, come del resto tutta la Valle d'Aosta ha un clima siccitoso, così come definito dall'abate Pierre-Louis Vescoz che parlava di un clima intramontano. Se la media pluviometrica nazionale è di circa 1.500 mm, a Cogne possiamo attestarci fra valori compresi fra i 700 e gli 800 mm.[senza fonte] Le aree più esposte alle correnti umide provenienti dal Mediterraneo e più in quota, localizzate a Sud-Est nell'area di Lillaz.
Fra gli eventi estremi più recenti, da citare l'alluvione del 2000, che colpì duramente Piemonte e Valle d'Aosta con particolare intensità proprio sulla valle di Cogne. Caduti 460 mm di pioggia fra il 13-16 ottobre[13], l'evento ebbe importanti ripercussioni sul territorio comunale. Nella notte del 29 giugno 2024, una violenta alluvione ha causato allagamenti e danni in tutte le località di Cogne, causando devastazione lungo la strada regionale 47 e isolando il paese dalla valle[14], ma anche dalle sue stesse frazioni (come nel caso di Valnontey[15]).
Di notevole impatto la frana di Champlong, vicino Lillaz, dove ci fu una profonda trasformazione dell'assetto della zona.
La popolazione di Cogne ha origini dalle valli arpitane piemontesi. In epoche passate le relazioni economiche, commerciali e le vie di comunicazione non erano dirette verso la Valle d'Aosta, ma verso le suddette valli, raggiunte passando per mulattiere e colli di alta montagna come il colle del Rancio o il colle dell'Arietta.
Medioevo
Fin dal Medioevo la località fu nota per il giacimento di magnetite, concesso in sfruttamento ai valligiani dai signori locali.[11]
Nel corso della guerra gli abitanti vennero esentati dal prestare servizio militare per permettere la continuità dell'attività della miniera di ferro. Dal 7 luglio al 2 novembre 1944, complice l'isolamento della vallata e il ritiro del presidio tedesco ad Aosta ottenuto da Franz Elter direttore della miniera, il paese divenne una repubblica partigiana con un sindaco eletto, Francesco David, dotata di una propria radio libera e un giornale, formato da un unico foglio, intitolato prima Il Garibaldino e quindi Patriota, diretto da Giulio Einaudi arrivato a Cogne dalla Svizzera. Negli ultimi giorni della repubblica dalla Francia vi arrivò anche Sandro Pertini. La repubblica terminò il 2 novembre dopo un attacco tedesco, con l'appoggio di carri armati, al quale le brigate partigiane non poterono opporsi.[18][19]
Fino agli anni Settanta del secolo scorso, Cogne è stato un importante centro minerario per l'estrazione del minerale di ferro, i cui filoni minerari principali erano sfruttati nelle miniere di Colonna, Licony e Larsinaz. Il minerale estratto (principalmente magnetite) veniva poi inviato all'acciaieria Cogne di Aosta per la lavorazione utilizzando una ferrovia a scartamento ridotto. La miniera venne definitivamente chiusa nel 1979.
Tra gli eventi recenti più catastrofici che hanno colpito il paese si ricordano l'alluvione del 1993 e quella del 15 ottobre 2000: in quell'occasione caddero oltre 400 mm di pioggia in due giorni provocando esondazioni e frane.
Nel villaggio di Montroz, verso il vallone di Gimillan, ebbe luogo il 30 gennaio 2002 l'omicidio di un bambino di 3 anni, Samuele Lorenzi. Il misfatto è passato alla storia giudiziaria come il "delitto di Cogne". Fin dall'inizio, principale indagata fu la madre, Anna Maria Franzoni, poi condannata, con sentenza definitiva il 21 maggio 2008 in Cassazione, a sedici anni di carcere.
Il caso attirò, per mesi, l'interesse di gran parte dell'opinione pubblica italiana, sollecitata in ciò dall'attenzione morbosa dei mezzi di comunicazione di massa e, in particolare, della televisione.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 13 giugno 1989.[20]
«Partito semitroncato: nel primo d'azzurro, al pastorale d'oro, posto in palo; nel secondo di rosso, alla testa di stambecco recisa verticalmente d'oro, allumata di rosso; nel terzo d'oro, al piccone di nero, posto in palo, con la parte appuntita del ferro posta a destra. Ornamenti esteriori di Comune»
Il pastorale si riferisce alla signoria che il vescovo di Aosta esercitò nel Medioevo e nell’età moderna sulla valle di Cogne.
Lo stambecco, animale tipico del territorio, rimanda alle chasses royales, le battute di caccia tenute da re Vittorio Emanuele II nelle vallate del Gran Paradiso, che avevano a Cogne, nello château royal (antica casaforte vescovile), uno dei punti di ritrovo più frequenti. L'oro del campo e il piccone alludono alle ricchezze minerarie del paese: l'argento, estratto nel Medioevo, e il ferro, la cui estrazione raggiunse proporzioni industriali tra Seicento e Settecento.
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La chiesa parrocchiale di Sant'Orso
Una leggenda attribuisce alla volontà divina la scelta del luogo sul quale venne edificata la chiesa di Cogne. Prima che fosse costruita, gli abitanti, per assistere alla messa domenicale, dovevano percorrere un lungo cammino per arrivare alla cappella del Crêt.
In inverno il sentiero era ancora più disagevole a causa del ghiaccio, così gli abitanti, stanchi della situazione, decisero di costruire una chiesa a Cogne. Il luogo scelto per tale costruzione era Lisardey, frazione che si trovava sulla riva destra del torrente. Successe un fatto strano quando sul posto vennero portate delle reliquie: queste scomparvero e furono ritrovate sulla riva opposta del torrente. Nonostante molti tentativi di riportarle al luogo prefissato esse tornavano sempre al di là del fiume. Gli abitanti di Cogne, comprendendo di aver assistito ad una manifestazione della volontà divina, ubicarono la chiesa nel luogo indicato dal Signore.
Architetture civili
Casa Savin, a Desot-Veulla
Casa dell'orologio (Maison de l'horloge) o Casa Grappein
La fontana in ferro, realizzata con il ferro della miniera per volere del sindaco César-Emmanuel Grappein, oggi si trova di fronte ai Prati di Sant'Orso, in origine situata di fronte a casa Grappein.
I casolari di Valmiana, in Valnontey, architettura tradizionale alpina in pietra e legno
Miniere di Cogne
Miniere di Cogne: la ferrovia del Drinc e il polo minerario di Cogne, con il villaggio minatori di Colonna e le gallerie, impressionarono favorevolmente il direttore generale dell'UNESCO al punto da ipotizzare l'iscrizione del Bacino minerario di Cogne tra i Patrimoni mondiali dell'umanità[21]
Vallone dell'Urtier, sito di interesse comunitario (cod. IT1205065, 1506 ha)
Stazione di Astragalus alopecurus, sito di interesse comunitario (cod. IT1205061, 36 ha). L'Astragalus alopecurus è una specie rara in Europa di origine steppica.[23]
Secondo i dati Istat[25] al 31 dicembre 2019, a Cogne erano residenti 117 cittadini stranieri, pari all'8,5 % della popolazione.
Le nazioni di provenienza più rappresentative sono:
Mèison di pitz: Mostra permanente del pizzo al tombolo - I merletti di Cogne (Les dentelles), in via César Grappein, di fronte alla chiesa parrocchiale[26];
Centro visitatori del Parco nazionale del Gran Paradiso.
Eventi
Devètéya de Cogne - in patois cognein, la Désarpa (festa della transumanza), ovvero quando le greggi e le mandrie scendono dagli alpeggi. Di solito ha luogo il giorno di San Michele (29 settembre), quando i pastori si ritrovano per festeggiare sui prati di Sant'Orso e per le strade di Cogne. Si accompagna alla Féra (= fiera). Il patois di Cogne rappresenta un'eccezione, in quanto indica la salita e la discesa dagli alpeggi (transumanza) rispettivamente con i termini vètéya e devètéya, a differenza del patois valdostano standard, che usa i termini énarpa e désarpa (cf. in francese, inalpe e désalpe). Entrambi questi termini derivano dal verbo vètì (= vestire), e dal suo contrario devètì, secondo l'idea per cui la montagna è "vestita" di mucche durante il periodo estivo e successivamente "svestita"[27].
Il mécoulin è pane dolce natalizio tipico di Cogne.
Geografia antropica
Il capoluogo, chiamato Veulla in patois cognein, ma comunemente indicato come Cogne, si divide in più parti:
Desot Veulla, la zona bassa, che comprende anche la Chiesa parrocchiale
Métanéire, la parte centrale che comprende il municipio
Sonveulla, il centro storico, la parte alta del paese
Laydetré, letteralmente "al di là dei tre" in patois cognein, cioè al di là delle tre parti storiche di Veulla (Sonveulla, Desot-Veulla e Métanéire) in quanto Laydatré nacque in seguito. È la zona dove si trovano attualmente la cabinovia e le piste da discesa
Cogne è un'importante località turistica, sia estiva che invernale, e uno dei centri mondiali dello sci di fondo. Determinante attrattiva turistica è il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco nazionale italiano che tutela una notevole biodiversità sia floristica che faunistica.
Cogne è nota anche per i suoi pizzi a fuselli artigianali lavorati dalle donne al tombolo e detti les dentelles de Cogne; questa attività è praticata a Cogne fin dal XVI secolo e fa parte della tradizione che ancora oggi viene portata avanti dalla cooperativa "Les Dentellieres de Cogne"[32]. Ai pizzi di Cogne è dedicata l'esposizione permanente della Mèison di pitz.
I pizzi così realizzati vengono utilizzati per impreziosire svariati oggetti, quali tovaglie, lenzuoli e i tipici costumi della valle.[33]
Cogne è collegata alla valle centrale e alla plaine tramite la SR 47 il cui imbocco è situato all'altezza dell'abitato di Aymavilles presso lo svincolo di Aosta Ovest dell'Autostrada A5 Torino-Monte Bianco.
^Vedi Barbara Tutino Elter, Il caso di Cogne: sindaco eletto un giornale e una radio libera, in Gianfranco Pagliarulo, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (a cura di), Patria Indipendente - Numero speciale - 70 Liberazione, settembre 2014, pp. 48-49.
^Pizzo - Dentelles de Cogne, su lovevda.it, Regione Valle d'Aosta. URL consultato il 12 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2012).
^Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 3.
^CVA, Gli impianti, su cva-ao.it. URL consultato il 1º novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN978-88-7032-878-3.