Il comune di Charvensod si trova a sud di Aosta, e comprende la parte meridionale della plaine[5]. È posizionato all'envers (ovvero dalla parte della valle esposta a nord). Confina con i comuni di Aosta a Nord, Gressan a Ovest, Cogne a Sud e Pollein a Est.
Il clima è soleggiato e caldo in estate. Durante l'inverno invece essendo il territorio del comune situato sulla destra orografica della Dora Baltea gode di pochissima insolazione e quindi le temperature sono quasi sempre al di sotto dello zero. Le precipitazioni più intense si hanno in primavera e autunno, in estate sono brevi e di tipo temporalesco, mentre in inverno sono quasi sempre nevose.
Origini del nome
Il toponimo latino è Carvantium[7] (anticamente Fundus Calvetianus[8]).
Storia
Simboli
«Partito di rosso e di nero, al bastone pastorale d'oro, posto sulla partizione, accompagnato da due colombe, d'argento, volanti, affrontate, con le zampe protese verso il bastone pastorale, e dal ponte di tre arcate, d'oro, mattonato di nero, fondato in punta. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo sfondo partito di rosso e di nero ricorda la composizione della bandiera regionale. Il pastorale fa riferimento ai vescovi di Aosta, antichi proprietari del castello di Charvensod situato presso la chiesa parrocchiale, e al tempo stesso al patrono della diocesi san Grato che fu vescovo di Aosta nel V secolo e che, secondo la tradizione si ritirava in meditazione nella località dove oggi sorge un piccolo santuario in suo onore. Le colombe alludono alla patrona della parrocchia, santa Colomba, e alla collegiata di Sant'Orso di Aosta, che dal 1268 sino al 1999 fu proprietaria dell'alpeggio di Comboé, uno dei più importanti di Charvensod. Lo stemma del priorato di Sant’Orso si blasona d’azzurro, a due colombe affrontate d'argento, imbeccate e membrate di rosso, tenenti ciascuna nel becco un ramo d'olivo di verde, e accompagnate in capo da una stella d’oro. Il ponte a tre arcate rappresenta Pont Suaz, che collega il territorio di Charvensod alla città di Aosta.
Il gonfalone è un drappo partito di nero e di rosso.
In località Capoluogo è presente la biblioteca comunale.
Geografia antropica
È composto da due agglomerati principali: il capoluogo (chef-lieu), che si trova a 2 chilometri da Aosta, e l'agglomerazione formata dai villaggi di Pont-Suaz, Plan-Félinaz e Félinaz che si trovano lungo la sponda destra della Dora Baltea.
Nel 2014 ha ottenuto le certificazioni "Sistema Qualità ISO 9001" e "Sistema Ambientale 14001". Può vantare ora anche la certificazione UNI EN ISO 50001:2011 Sistema Energia. È il primo Comune della Valle d'Aosta a raggiungere questo obiettivo ed uno dei cinque attualmente certificati in tutta Italia.
L'Amministrazione comunale ha così raggiunto l'obiettivo delle "zero emissioni" e del "100% di rispetto dell'ambiente".
Sport
In questo comune si gioca a fiolet e a rebatta, caratteristici sport tradizionali valdostani.[16]
Secondo una monografia del 1992, i giochi erano geograficamente ben ripartiti: il fiolet era diffuso nel capoluogo, la rebatta a Pont-Suaz e Ampaillan, mentre lo tsan era diffuso a Félinaz.[17]
La squadra di calcio del comune è il Vallée d'Aoste Charvensod, che milita nel campionato di Promozione Piemonte-Valle d'Aosta.
Il comune presenta inoltre percorsi escursionistici di alta e media montagna, come la salita all'eremo di San Grato, nonchè l'ascensione alle due montagne che dominano la regione, la Becca di Nona e il Monte Emilius[10].
Note
^Joseph-Gabriel Rivolin, Les noms des familles valdôtaines, in Le Messager valdôtain - almanach illustré, Typographie valdôtaine, Aosta.
^(FR) AA. VV., "La Tornettaz", Charvensod, a cura della Regione autonoma Valle d'Aosta - Assessorato della pubblica istruzione, Aosta: La Vallée, 1992, p. 15.
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN978-88-7032-878-3.
^(FR) AA. VV., "Sports", Charvensod, a cura della Regione autonoma Valle d'Aosta - Assessorato della pubblica istruzione, Aosta: La Vallée, 1992, p.47.