Borca di Cadore (Bórcia in ladino[4]) è un comune italiano di 817 abitanti[1] della provincia di Belluno in Veneto.
Il toponimo deriverebbe dal latino bifurca, cioè "biforcazione di strade"[4].
Il nucleo è ai piedi del maestoso monte Antelao e viene citato in un antico documento del 1331 in cui si riferisce che il paese donava alle monache del Cadore l'olio per i lumi delle chiese dei sancti Nicolay de Vale de Hospitale, ite ecclesie sancti Floriani, item ecclesie sancti Viti, item ecclesie sancti Simonis de Bevorcha. Il nome Borca viene citato per la prima volta in un documento di scambio di beni datato 11 dicembre 1240. La chiesa di San Simone a Borca (attualmente dei Santi Simone e Taddeo) è citata anche nel 1570 e nel 1604 quando il patriarca di Aquileia, Ermolao Barbaro, la visitò. Venne semidistrutta nel 1737 a causa di un'imponente frana. La chiesa conserva l'organo del 1791 costruito da Gaetano Callido, il più famoso costruttore di organi dell'epoca; l'organo è stato recentemente restaurato ed è ancora utilizzato per concerti.
Abitanti censiti[5]
Piccola frazione situata sulla riva destra del Boite, sotto le pendici del monte Pelmo e delle Rocchette.
È sorta sulle rovine dell'antico centro abitato di Taulèn, distrutto nel secolo XVIII da una poderosa frana caduta dal monte Antelao, posto sulla riva opposta del Boite.
Attualmente, la frazione è un tranquillo e grazioso centro di villeggiatura.
Si trova a sinistra del Boite sotto le pendici del monte Antelao.
La notte del 18 luglio 2009 una colata detritica della portata di cinquantamila metri cubi di acqua e ghiaia, superiore alla capacità dell'invaso costruito poco più a monte di Cancia, in seguito a giorni di pioggia intensa, scende dal monte Antelao e travolge la frazione causando la morte di due persone. Il resto del paese non viene toccato.
Nel 2013, la Regione Veneto ha deciso di dotare il Comune di Borca di Cadore di un sistema di monitoraggio e allarme per incrementare la sicurezza delle persone nel territorio interessato dal fenomeno accaduto a luglio 2009. Ha così affidato a CAE S.p.A.[6], azienda che si è aggiudicata la gara indetta dalla Provincia di Belluno, il compito di realizzare ed installare le postazioni di rilevamento per il monitoraggio delle condizioni meteorologiche e riscontrare l'eventuale innesco della colata detritica.
Il villaggio Eni di Borca di Cadore è di un villaggio turistico, composto da un albergo, una chiesa moderna di notevole pregio architettonico, e da 250 villette, sparse nel bosco e quasi invisibili al turista; il centro è posto sulla riva sinistra del Boite alle pendici dell'Antelao, appena sopra Cancia.
Il villaggio nasce da un progetto di Enrico Mattei, fondatore dell'Eni, e fu realizzato tra il 1954 e il 1963 come un villaggio vacanze e colonia estiva per i dipendenti della società. Il nome ricorda Cortemaggiore, la località del Piacentino dove fu scoperto un giacimento di petrolio che ebbe un grande impatto mediatico. Nel 2001 Gualtiero Cualbu, titolare di un'agenzia immobiliare di Cagliari, lo rilevò, incaricando del lavoro lo stesso architetto che all'epoca aveva progettato il complesso, il novantaduenne Edoardo Gellner.
Già a suo tempo Gellner aveva criticato l'abusivismo edilizio che dilagava deturpando il paesaggio alpino, ideando così un insediamento che "sparisse alla vista": infatti, una volta cresciuti gli alberi che vi aveva fatto piantare, il villaggio appare letteralmente nascosto dal bosco. Inoltre gli alberi aiutano anche a stabilizzare il declivio su cui sorge il centro e a formare l'habitat per diverse specie[7].
Di notevole importanza architettonica la Chiesa di Nostra Signora del Cadore, costruita per la popolazione del villaggio.
La denominazione del comune fino al 1941 era Borca[17].
La fermata di Borca di Cadore sorgeva lungo la ferrovia delle Dolomiti, attiva in questa tratta fra il 1921 e il 1964[19].
Altri progetti
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