Il comune si estende nell'omonima valle, formata dal rio Casies.
Con lo stesso nome si indica anche la vallata che, partendo da Monguelfo, si spinge quasi fino al confine con l'Austria. I principali luoghi abitati della vallata sono: Masi (Henzing), Planca di Sotto (Unterplanken), Planca di Sopra (Oberplanken), Durna in Selva (Durnwald), Colle di dentro (Innerpichl), Colle di fuori (Außerpichl), San Martino (St. Martin), Capaia (Kapairn), Santa Maddalena Valbassa (St. Magdalena-Niedertal), Santa Maddalena Vallalta (St. Magdalena-Obertal).
Origini del nome
Il toponimo è attestato come Gesize nel 1178-1189 e nel 1299 come Gesiez e Gesiezze e deriva probabilmente dal tedescositzen ("insediarsi") o gesiuse (il "chiassare" del rumore di caccia).[6][7]
Storia
La prima menzione documentata di Casies come Gesize risale al tardo XII secolo, ma l'odierno comune è stato creato solamente nel 1929 dalla fusione dei comuni in precedenza indipendenti di Colle, San Martino e Santa Maria Maddalena.
Nel 1953 il municipio fu costruito nuovo per gli uffici comunali a Durna in Selva, e fino al 1985 la sede del comune era a Colle (ted.Pichl), ma nello stesso anno venne trasferita a San Martino.
Nella frazione di San Martino è nato il bellicoso padre cappuccinoJoachim Haspinger, uno dei cardini della rivoluzione per l'indipendenza tirolese con Andreas Hofer, contro i bavaresi, alleati dei francesinapoleonici. Sempre a San Martino si può ammirare sul piazzale principale il monumento al frate cappuccino, ovvero una statua in bronzo di Othmar Winkler.
Lo stemma raffigura due raschiatoi neri posti in fascia su sfondo oro. Riprende le insegne dei signori di Gsies conosciuti dal XIII secolo ed estinti nel 1429. Lo stemma è stato adottato nel 1968.[9]
La vallata offre nel periodo invernale circa 40 chilometri di piste da fondo. Inoltre nel mese di febbraio, ogni anno si organizza nella vallata un'importante gara di sci di fondo: la Gran fondo della Val Casies[12].
Oltre a ciò, in fondo alla vallata, ovvero oltre Santa Maddalena si trova un impianto di risalita, uno skilift, e diverse strade forestali che d'inverno si trasformano in piste da slittino naturale.
Note
^Numeri e fatti, su comune.valledicasies.bz.it, Comune di Valle di Casies. URL consultato il 19 dicembre 2014.
^Valle di Casies, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 26 maggio 2015.
^Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
^ Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran, Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Trento, editore Temi, maggio 1999, pp. 328 pagine, ISBN88-85114-18-0.
^(EN) Gsies, su Heraldry of the World (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2011).
(DE) Valentin Hintner, Die Gsiesser Namen - Orts-, Flur- und Personennamen, Vienna, Hölder, 1909.
Karlheinz Salzburger, Agriturismo in Alto Adige con particolare riferimento alla valle di Casies, Padova, Università degli Studi, 1979-80.
(DE) Klaus Fischer, Das Gsieser Tal - geographische Skizze eines peripher gelegenen Hochtales in Südtirol, in "Der Schlern", 63, 1989, pp. 531–569.
Josef Sulzenbacher, Chiese, cappelle, tabernacoli, monumenti commemorativi: Monguelfo, Tesido, Valle Casies - sentieri che invitano alla contemplazione, Monguelfo, Azienda di Soggiorno, 1992.
(DE) Hannes Obermair, Ottenthal-Redlichs "Archiv-Berichte aus Tirol" - ein unvollendetes Projekt? Mit einem Anhang: Die Pfarrarchive von St. Magdalena und St. Martin in Gsies, in «Tutela dei beni culturali in Alto Adige», 1989/90, Bolzano, Athesia, 1995, pp. 333–359.
(DE) Bergbonifizierungskonsortium Gsies-Taisten (a cura di), Das Gsieser Tal - ein Südtiroler Hochtal im Spannungsfeld zwischen Tradition und Zukunft, Bolzano, Pluristamp, 1997.
(DE) Esther Stoll, Die Vor- und Nachgeschichte der Option in Gsies, Innsbruck, Università degli Studi, 2008.