Secondo il suo Statuto, si propone di rappresentare gli interessi dei gruppi linguistici tedesco e ladino della provincia autonoma di Bolzano. Per via del suo simbolo è noto anche con l'appellativo di "Stella alpina" (Edelweiß).
Storia
Prima Repubblica (1945-1992)
È stato fondato l'8 maggio 1945 come successore dell'Andreas-Hofer-Bund ("Lega di Andreas Hofer"), un'organizzazione politica nata nel novembre del 1939, e che si era opposta all'emigrazione in Germania durante le opzioni in Alto Adige e si era attivamente battuta contro il nazismo ed il fascismo, venendo duramente perseguitata e decimata, ponendosi in tal modo nel solco delle associazioni cattoliche che negli anni precedenti avevano creato le Katakombenschulen (scuole clandestine in lingua tedesca). Tra i suoi promotori figurano gli antifascisti Hans Egarter, che dal 1943 era stato a capo del Bund, ed Erich Amonn, che fu il primo presidente.
Un altro filone al quale il partito è riconducibile è il Deutscher Verband (DV, "Lega Tedesca"), unione tra i due principali partiti presenti sul territorio dopo l'annessione del "Tirolo cisalpino" all'Italia nel 1919.[14][15] Essi erano la Tiroler Volkspartei (TVP), composta da conservatori e cristiano-sociali e dalla Deutschfreiheitliche Volkspartei, formata da liberali e pangermanisti. Questi due partiti decisero - pur mantenendosi a livello locale indipendenti e distinti - di presentarsi alle elezioni nazionali italiane con un unico simbolo, la stella alpina. I socialdemocratici di lingua tedesca invece si erano presentati autonomamente alle elezioni politiche del 1921, essendosi inseriti come corrente nel Partito Socialista Italiano.[16] Il DV si presentò alle elezioni ancora nel 1924 portando quattro parlamentari a Roma, prima di essere dissolto dal fascismo.
A partire dalla metà degli anni cinquanta la guida del partito passò nelle mani della corrente dei "falchi", formata prevalentemente da optanti, che diversamente dai fondatori avevano scelto l'emigrazione nella Germania nazista.
Dal secondo dopoguerra le vicende della SVP sono strettamente intrecciate con quelle dell'Alto Adige.
La Südtiroler Volkspartei gode della maggioranza nel Consiglio provinciale senza interruzioni dalle prime elezioni del 1948.
Nell'autunno del 2003, come ininterrottamente dal secondo dopoguerra, l'SVP ha vinto le elezioni provinciali della Provincia autonoma di Bolzano ottenendo la maggioranza assoluta, perdendo tuttavia un numero consistente di voti, soprattutto nelle zone di campagna.
Sono espressione della Südtiroler Volkspartei 100 dei 116 sindaci dei comuni dell'Alto Adige nonché l'attuale presidente della provincia ed ex presidente della Giunta regionale del Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, nonché i presidenti di due delle 5 circoscrizioni di Bolzano.
Alle europee del 2004 è stato eletto rappresentante dalla SVP Michl Ebner grazie al collegamento con la lista Uniti nell'Ulivo. Per la prima volta dal dopoguerra, però, la SVP è rimasta al di sotto del 50% dei voti in provincia di Bolzano (46,7%).
Nel 2005 la SVP, alleata del centro-sinistra, è risultato il primo partito a Bolzano ed ha contribuito in maniera decisiva all'elezione del sindaco Luigi Spagnolli, candidato de L'Unione.
XV Legislatura
Alle elezioni politiche del 2006 ha presentato le sue liste alla Camera dei deputati e nei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige, in alleanza con L'Unione. Alla Camera conquista 182.000 voti (il 28,5% a livello regionale, lo 0,5% a livello nazionale) eleggendo 4 deputati grazie alla norma, prevista dalla legge elettorale appena entrata in vigore, sulla tutela delle minoranze linguistiche, in ottemperanza alla quale era necessario superare lo sbarramento del 20%. Risultò eletto alla Camera dei deputati anche Giacomo Bezzi, candidato al quarto posto nella lista SVP ed esponente trentino del Partito Autonomista Trentino Tirolese (PATT).
Al Senato la SVP ha presentato liste autonome in due collegi (Bressanone-Val Pusteria e Merano-Val Venosta) della Provincia autonoma di Bolzano, eleggendo entrambi i senatori; nell'altro collegio della provincia di Bolzano (Bolzano-Bassa Atesina) appoggiava invece un candidato insieme con le altre forze dell'Unione, anche in questo caso con successo. Il simbolo e il nome (L'Unione-SVP) sono stati utilizzati anche nei tre collegi della Provincia autonoma di Trento. Due dei tre candidati appoggiati risultarono eletti.
XVI Legislatura
Alle elezioni politiche del 2008 la SVP si è presentata da sola alla Camera dei deputati e nei due collegi senatoriali di Bressanone-Val Pusteria e Merano-Val Venosta, mentre in alleanza con Partito Democratico, Italia dei Valori, Partito Autonomista Trentino Tirolese, Partito Socialista e Civica Margherita sotto le insegne della lista SVP - Insieme per le Autonomie nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina e nei tre collegi trentini. I risultati sono stati deludenti, in particolare alla Camera: in campo provinciale, la SVP ha ottenuto il 44,3%, peggior risultato elettorale di sempre,[17] eleggendo due soli deputati contro i 4 uscenti. Al Senato sono stati invece confermati i tre senatori uscenti nei collegi della provincia di Bolzano (Helga Thaler Ausserhofer, Manfred Pinzger e Oskar Peterlini, tutti esponenti SVP, quest'ultimo con il simbolo «Insieme per le autonomie») mentre un solo senatore è stato eletto in Trentino (Claudio Molinari, nel collegio di Rovereto, con lo stesso simbolo di Peterlini).
Anche alle successive Provinciali del 2008, l'SVP - pur recuperando alcuni punti percentuali rispetto alle politiche - non è riuscita ad ottenere la maggioranza dei voti (48,1%), anche se ha mantenuto la maggioranza assoluta in consiglio provinciale con 18 consiglieri su 35.
In vista del congresso 2009, l'Obmann uscente Elmar Pichler Rolle ha rinunciato ad un secondo mandato[18], lasciando la carica all'unico candidato, Richard Theiner, eletto effettivamente il 18 aprile.
La SVP si è astenuta in occasione del voto di fiducia al Governo Berlusconi IV, il 14 dicembre 2010,[19] citando gli esempi di collaborazione con l'esecutivo, quali l'introduzione della segnaletica turistica montana bilingue. Il PD e gli ambientalisti hanno accusato la SVP di essersi astenuta in cambio del via libera della maggioranza parlamentare alla suddivisione della gestione del Parco nazionale dello Stelvio tra enti regionali anziché a livello statale (approvata al Consiglio dei ministri del 22 dicembre). La SVP ha negato le accuse.[20][21]
Il partito ha inoltre indetto un turno di primarie per decidere la disposizione dei candidati nelle liste da presentare nei due rami del parlamento[25].
Percentualmente, in Alto Adige ha conquistato il 44,2% di consensi alla Camera (ovvero lo 0.43% a livello nazionale), risultati decisivi nella vittoria della coalizione di centro-sinistra, che ha superato quella di centro-destra con uno scarto dello 0.36%.
A seguito della decisione di Luis Durnwalder di non ricandidarsi alla carica di presidente della provincia autonoma di Bolzano, la SVP ha indetto per il 21 aprile 2013 un ulteriore turno di primarie per scegliere il nuovo esponente da presentare come capolista (e candidato presidente de facto, poiché tale elezione spetta in seconda battuta al consiglio provinciale) alle elezioni provinciali; al contempo, tale consultazione è servita a ripartire le posizioni in lista dei candidati consiglieri. Per il ruolo di capolista si sono candidati il sindaco di Fiè allo SciliarArno Kompatscher, l'ex ObmannElmar Pichler Rolle e l'Obmann in carica Richard Theiner (quest'ultimo poi ritiratosi dalla corsa)[26]. Al voto hanno partecipato 24.131 iscritti al partito, pari al 45,98% del totale; ha largamente vinto Arno Kompatscher, con l'82,8% dei consensi, contro il 17,16% di Pichler Rolle, nemmeno sufficiente per la candidatura a consigliere[27].
Al congresso provinciale 2013 si concretizza il passaggio di consegne tra Luis Durnwalder (che lascia la politica attiva) e il nuovo capolista Arno Kompatscher[28], che assume de facto la leadership nel partito.
Alle elezioni provinciali del 27 ottobre 2013, la SVP si conferma primo partito della provincia, ma rimane al di sotto della maggioranza assoluta degli elettori (131.236 preferenze, pari al 45,7% del totale - peggior risultato elettorale di sempre in Alto Adige) e perde il primato assoluto anche in consiglio provinciale, con 17 consiglieri su 35. Le elezioni ratificano altresì l'arrivo di Arno Kompatscher alla guida della provincia[29].
Alle elezioni provinciali a Bolzano di ottobre 2018 l'SVP si conferma maggioranza relativa in Alto Adige, seppur con una ragguardevole flessione rispetto al 2013: ottiene il 41,9% dei consensi e 15 seggi, due in meno rispetto a cinque anni prima.[32][33]
Le trattative per la formazione della giunta provinciale vedono per la prima volta profilarsi un'alleanza con la Lega,[34] a differenza del passato dove invece era storicamente assodata l'alleanza con il Partito Democratico e gli altri partiti di centro-sinistra.[35] L'accordo programmatico col Carroccio è stato poi raggiunto in data 5 gennaio 2019.[36]
Il passaggio nell'alveo del centro-destra si conferma anche in vista delle elezioni europee del 2019, per le quali l'SVP (insieme a PATT e Slovenska Skupnost) si federa con Forza Italia (e non più, come avvenuto sino ad allora, con il Partito Democratico e il centro-sinistra)[37][38]: i sei candidati del cartello autonomista (per la SVP l'uscente Herbert Dorfmann, Klaus Mutschlechner, Otto Von Dellemann e Sonja Anna Plank, per la SSk Martina Valentincic e per il PATT Claudia Segnana) vengono dunque apparentati al partito di Silvio Berlusconi. Dorfmann ottiene ampiamente la conferma del proprio seggio.
XIX legislatura, provinciali del 2023 ed europee del 2024
L'arretramento del partito a livello locale prosegue alle elezioni provinciali 2023, ove la SVP cala al di sotto dei 100.000 voti (pari a meno del 35% dei consensi) ed elegge 13 consiglieri contro i 15 della precedente legislatura. In virtù del risultato, viene meno la possibilità di governare appoggiandosi al solo partito "italiano" maggiormente votato e la SVP si trova a cercare alleati con i quali formare una maggioranza: dopo alcune consultazioni, la scelta cade su Fratelli d'Italia (rompendo la "storica" incompatibilità tra il partito di raccolta e le formazioni discendenti dal Movimento Sociale Italiano), Lega, Die Freiheitlichen (prima formazione di ispirazione indipendentista ammessa all'interno della giunta provinciale) e l'appoggio esterno de La Civica.
Arno Kompatscher, in quanto candidato con maggior numero di voti individuale, viene agevolmente confermato alla presidenza[39][40].
Alle elezioni europee del 2024 la SVP si federa di nuovo con Forza Italia per la ricandidatura dell'uscente e poi rieletto Herbert Dorfmann nel collegio Nord-Est; la lista viene appoggiata anche da PATT e Slovenska Skupnost (come nel 2019) e dal movimento Bard (Belluno Autonoma Regione Dolomiti).[41][42][43]
Il 4 maggio di quell'anno nel corso del congresso della SVP a Merano il deputato Dieter Steger viene eletto nuovo Obmann al posto di Philipp Achammer che lascia dopo dieci anni.[44]
Sebbene le istanze indipendentiste siano state accantonate, non si sono mai riscontrate posizioni di condanna per i vari attentati terroristici e dinamitardi di gruppi come Befreiungsausschuss Südtirol, attivi nella zona tra gli anni sessanta e settanta[57][58][59].
Si possono infine individuare tre correnti con una precisa connotazione ideologico-operativa:
la Landwirtschaft (agricoltura), che rappresenta gli interessi degli agricoltori e in generale degli occupati nel settore primario;
la Wirtschaft (economia), che rappresenta le imprese;
la Arbeitnehmer (dipendente), raggruppamento d'ispirazione socialdemocratica, legato agli ambienti sindacali.
Struttura
La Südtiroler Volkspartei conta circa 290 gruppi locali a livello territoriale organizzati in sette comprensori.
La SVP è inoltre composta delle seguenti organizzazioni:
Le "Donne SVP" che rappresentano le donne della SVP
Il "Movimento Giovanile" che si occupa dei membri del partito sotto i 30 anni.
Il "Comitato Provinciale per l'occupazione professionale degli anziani e la solidarietà fra le generazioni", che si occupa dei membri di partito sopra i 60 anni.
I "Comitati Sociali" della SVP, che rappresentano il ceto dei prestatori di lavoro.
I "Comitati economici" della SVP, che si occupano dell’economia all'interno del partito stesso.
I "Comitati per la politica agricola", che elaborano proposte per risolvere i problemi dell’agricoltura.
La "SVP-Ladina", che forma la struttura organizzativa per i rappresentanti della Val Badia e della Val Gardena nella SVP.
Tradizionalmente, i congressi annuali del partito vengono svolti a Merano, nella sala del Kursaal, alla presenza di leader di altri partiti autonomistici e cristiano-sociali italiani, austriaci e tedeschi. Tra gli ospiti più notabili che hanno partecipato a un congresso della SVP vi sono Helmut Kohl, Horst Seehofer, Wolfgang Schüssel.[64]
Alla guida del partito c'è l'Obmann (presidente), che viene eletto dal congresso, e resta in carica cinque anni. Al 2016 l'Obmann del partito è Philipp Achammer e i suoi vice sono Daniel Alfreider (in rappresentanza del gruppo etnico ladino), Angelika Wiedmer e Zeno Christanell. I vicepresidenti (Obmannstellvertreter) sono tre, uno dei quali deve obbligatoriamente essere di madrelingua ladina.
Seconda carica interna è quella del segretario provinciale (Landessekretär), che ha funzioni di coordinamento e viene eletto ogni quattro anni dall'assemblea dei delegati (Parteiausschuss).
Vi è poi la Bezirksobleute-Konferenz (conferenza dei presidenti distrettuali), composta dal segretario provinciale e dai Bezirksobmänner (presidenti distrettuali), uno per ciascuna delle comunità comprensoriali altoatesine (Val Pusteria, Wipptal/Alta Valle Isarco, Val Venosta, Valle Isarco, Bolzano e circondario, Oltradige-Bassa Atesina e Burgraviato), che rappresentano il vertice del partito nella loro area di competenza. Tale conferenza ha funzioni arbitrali per dirimere le controversie sull'interpretazione dello statuto del partito, oltre ad esercitare un ruolo di supervisione generale sulle attività sociali e di consulenza per l'Obmann.
Dalle sezioni distrettuali dipendono inoltre i gruppi locali (Ortsgruppen), eletti comune per comune a suffragio diretto (con mandato triennale) da parte degli iscritti al partito residenti. Essi fungono da portavoce delle istanze e delle problematiche locali e propongono la "base" di candidati per i vari turni elettorali.
^sudtirolése, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 aprile 2022.
^(DE) Günther Pallaver, Zwischen Desorientierung und Neuorientierung. Südtirols Parteien in der italienisch-liberalen Phase, in Ulrike Kindl e Hannes Obermair (a cura di), Die Zeit dazwischen: Südtirol 1918–1922. Vom Ende des Ersten Weltkrieges bis zum faschistischen Regime / Il tempo sospeso: L’Alto Adige tra la fine della Grande Guerra e l’ascesa del fascismo (1918-1922), Merano, Edizioni alphabeta Verlag, 2020, pp. 219–248, ISBN978-88-7223-365-8.
^"Trattato di Londra del 1915". «Dans le traitè de paix l'Italie obtiendra le Trentin, le Tyrol cisalpin avec sa frontière géographique et naturelle (la frontière du Brenner)...»
^Karl von Grabmayr, La passione del Tirolo innanzi all'annessione - con l'aggiunta del progetto d'autonomia presentato al governo italiano dalla Lega Tedesca (Deutscher Verband), Milano, Vallardi, 1920.
^Bolzano elogia i terroristi altoatesini, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 7 maggio 2009. URL consultato l'11 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
Franco Boiardi, La Südtiroler Volkspartei 1945-1994 (Grande enciclopedia della politica, 3, n. 10), Roma, Ebe editore, 1994. ISBN 88-7977-030-6
(DE) Anton Holzer, Die Südtiroler Volkspartei, Thaur/Tirol, Kulturverlag, 1991. ISBN 3-85395-157-0.
(EN) Günther Pallaver, The Südtiroler Volkspartei and its ethno-populism, in Challenges to consensual politics: democracy, identity, and populist protest in the alpine region (Regionalism & federalism, 6), a cura di Daniele Caramani, Bruxelles et al., Peter Lang, 2005, pp. 187–208. ISBN 90-5201-250-4
(DE) Joachim Goller, Die Brixner Richtungen. Die Südtiroler Volkspartei, das katholische Lager und der Klerus, Innsbruck-Vienna-Bolzano, Studienverlag, 2007. ISBN 3-7065-4230-7.
(DE) Hans Heiss, Die Blüten der Macht. Die Südtiroler Volkspartei zwischen Wunder und Widerspruch, Alphabeta, Merano, 2022, ISBN 978-88-7223-402-0.