Nel territorio comunale si trovano le frazioni di Lappago (Lappach, dotata di un impianto Kneipp) e Selva di Fuori (Außermühlwald) nonché i laghi artificiali di Selva dei Molini e di Neves. Seguendo il loro emissario, si scende lungo la Valle dei Molini fino a Molini di Tures.
Origini del nome
Il toponimo è attestato come Mullenwalt, Mulenwalt, Mülbalt dal 1160[5] e deriva dall'alto tedesco medievale mül ("mulino") e walt ("bosco").[6][7]
Il nome del paese e quindi della valle, fa anche riferimento ai molteplici mulini ad acqua che si trovano lungo i rigagnoli della vallata.
Il toponimo della frazione è attestato come Leppach, Läppach, Läpach dal 1367 e deriva dall'alto tedesco medievale loup ("fogliame") e ach ("suffisso plurale").[8]
Le più antiche notizie sulle comunità e i suoi masi sparsi, del XII secolo, si ricollegano al monastero benedettino di Sonnenburg presso Brunico nonché a quello agostiniano dell'abbazia di Novacella presso Bressanone che, assieme ai conti di Tirolo, erano i maggiori proprietari terrieri della zona e spingevano alla colonizzazione delle impervie alture.[9]
La suddivisione antica della vallata era per cosiddetti Pimwerche, ovvero distretti steurali (delle tasse) ed amministrativi.
Durante gli anni '60, la radicalizzazione del movimento autonomista causò decine di attentati in tutta la provincia attribuiti al Befreiungsausschuss Südtirol. Il 3 settembre 1964, uno di questi provocò la morte del carabiniere Vittorio Tiralongo presso la locale caserma.[10]
Nell'estate del 2011 la Valle di Selva dei Molini è stata teatro del reality show "Die Alm" prodotto per la televisione tedesca Pro-Sieben.[11]
Simboli
(DE)
«Schild geteilt. Oben in Silber vier aneinandergereihte grüne Fichten, deren Wipfel zum Schildrand reichen; unten in Silber ein natürliches Mühlrad.»
(IT)
«Troncato: nel primo d'argento, ai quattro abeti verdi di verde accostati, le cime tangenti in capo il bordo dello scudo; nel secondo pure d'argento, alla ruota da molino al naturale.»
Gli abeti simboleggiano il bosco e la ruota il molino, raffigurando il toponimo del luogo. Lo stemma è stato adottato nel 1967.[12]
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di verde.
(DE) Andreas G. Heiss, Das Inventar der Hausapotheke des Auer-Hofes in Mühlwald: archäobotanische Analysen, in «Der Schlern», 79, 2005, pp. 44–53. (studio archeobotanico)
(DE) Elisabeth Müllner, "Wia's kimmp, so weard's": Frauen in der bergbäuerlichen Lebenswelt. Alltagserfahrungen von Bäuerinen eines Südtiroler Bergdorfes im Mühlwaldtal, Innsbruck, Università di Innsbruck, 1985. (monografia sulla vita quotidiana nel '900)
(DE) Thea Reichegger, Höfe- und Häusergeschichte von Lappach ab dem Jahre 1770 - Besitzstand und Inventare, Innsbruck, Università di Innsbruck, 2000. (catalogo ragionato dei masi e delle unità abitative di Lappago e della loro storia)