Il paese montano si estende in una conca nella parte superiore di Val dei Molini (Mühlental), ed è circondato dal cocuzzolo del Cucul (Hochwand, 1563 m) e dalla cima Kalmegg (Kalmegg). Sul suo territorio passa l'omonimo torrente.
Origini del nome
Il toponimo è attestato come Trodene nel 1111 e come Truden nel 1286. Sembra derivi dal tipo "trodo", cioè "sentiero" ("trozo" sta appunto per "sentiero" nel dialetto fiemazzo, con analogie con il ladino "troi"): per Trodena sarebbero infatti passate le più antiche vie di collegamento tra Val di Fiemme e Bassa Atesina.[4][5]
Dal 4 marzo 2008 il comune è stato ridenominato Trodena nel parco naturale (Truden im Naturpark) in riferimento al Parco naturale Monte Corno (Naturpark Trudner Horn).
Storia
Le origini del paese sono documentabili al 1112, quando i signori di Enn di Montagna insediarono popolazioni di lingua tedesca.
Intorno al 1600, la popolazione della valle veniva chiamata teitsch, ovvero tedesca, dal cronista Marx Sittich von Wolkenstein.[6] Il paese è raggiungibile da una nuova strada che si stacca da quella principale della val di Fiemme presso Fontanefredde (Kaltenbrunn), o dalla meno agevole via che si diparte da Montagna toccando Gleno e Casignano (Gschnon).
Trodena è parte integrante della Magnifica Comunità di Fiemme, pur non essendo geograficamente compresa in questa vallata, e già nel 1362 è chiamata nei documenti Trudena in Valle Flemis.[7]
Negli anni venti è stato unito a Trodena l'ex-comune San Lugano, di lingua italiana, già frazione del comune di Carano. Dal 1917 al 1963 il comune di Trodena era fornito di ben due stazioni ferroviarie: Fontanefredde (Kaltenbrunn) e San Lugano, sulla linea ferroviaria Ora-Predazzo.
Trodena gode di un buon livello di turismo, specialmente estivo, a cui può offrire la chiesa parrocchiale di origini romaniche del XV secolo, con un'antica statua della pietà. Nel paese si trova un antico tiglio di 600 anni e il nuovo Centro Visite del parco naturale Monte Corno.
Fino al 4 marzo 2008 la sua denominazione era Trodena/Truden, in seguito si è aggiunta la dizione "nel parco naturale - im Naturpark".[8]
Simboli
«Fasciato d'argento e di rosso, alla mitra d'oro, attraversante il pastorale e il rastrello dello stesso, passati in decusse, accompagnta nei fianchi da due rami di palma di verde.»
Lo stemma riproduce gli attributi di san Biagio, patrono del comune, che secondo la tradizione fu martirizzato straziandone le carni con un pettine per la lana di ferro o con un rastrello. È stato concesso il 10 aprile 1930.[9]
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Biagio, parrocchiale del paese. Venne edificata nel XVI secolo sulla base di una precedente cappella romanica e conserva al suo interno una pala raffigurante i Santi Biagio e Sebastiano, dipinta da Orazio Giovanelli nel 1621[10].
Centro visite, inaugurato il 10 giugno 2000 e solitamente è aperto da marzo a novembre. L'elemento chiave del centro è un vecchio mulino del 1948, nello specifico un mulino elevatore, alto tre piani a funzionamento elettrico, che lo rende unico in Alto Adige.
Dietro all'edificio si trova un giardino di piante officinali, e uno stagno con rane, gerridi e libellule.
Società
Ripartizione linguistica
La sua popolazione è in maggioranza di madrelingua tedesca:
^Marx Sittich von Wolkenstein, Landesbeschreibung von Südtirol, verfasst um 1600 (Schlern-Schriften, 34), Innsbruck, Wagner, 1936, p. 296
^Hannes Obermair, Bozen Süd - Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500 - Scritturalità e documentazione archivistica della Città di Bolzano fino al 1500, vol. 1, Bolzano, Città di Bolzano, 2005, pp. 351-352 n. 716, ISBN88-901870-0-X.
(DE) Franz Huter, Archivberichte aus Altrei und Truden, in Festschrift zu Ehren Oswald Redlichs (Veröffentlichungen des Tiroler Landesmuseums Ferdinandeum, 8), Innsbruck, Wagner, 1928, pp. 121–168.
(DE) Raimund von Klebelsberg, Altrei-Truden. Beiträge zur Heimatkunde der zwei Südtiroler Gemeinden am Fleimser Höhenrande (Schlern-Schriften, 180), Innsbruck: Wagner, 1958.
(DE) Helmut Rizzoli, Die meinhardinische Kleinmünzenpolitik im Lichte der Streufunde von St. Blasius in Truden, in «Tiroler Heimat», 59, 1995, pp. 55–65.