Esercita la propria sovranità su territori presenti in tre oceani e quattro continenti[14]. La sua geopolitica è importante a livello mondiale, perché possiede un gran numero di ambasciate e Consolati, secondo solo a quello degli Stati Uniti, e dispone di basi militari su tutti i continenti. La Francia detiene la prima zona economica esclusiva (spazio marittimo) al mondo, al quale si aggiunge un'estensione di piattaforma continentale di 579899 km² nel 2015[15].
La presenza umana sul territorio dell'odierna Francia risale addirittura al Paleolitico inferiore. Uno dei siti più antichi (1 800 000 anni fa), contestato da alcuni storici, è il sito di Chilhac (Alta Loira). Il territorio francese presenta un numero significativo di grotte decorate del Paleolitico superiore, di cui la più famosa è probabilmente Lascaux (Dordogna, 15 000 anni fa). A partire da circa 7 000 anni fa, tutta la regione entra nel Neolitico, il più antico villaggio noto fu il sito di Courthézon (Vaucluse), datato 4560 a.C.
Arrivati in Francia intorno al 900 a.C. i Celti (Galli) ne occuparono gran parte del territorio verso il III secolo a.C. Nel 680 a.C. circa la costa mediterranea vide l'arrivo dei primi coloni greci, con la fondazione di una colonia presso Antibes.
La regione più meridionale della Gallia passò sotto la dominazione romana nel 125 a.C. (Gallia Narbonense), e successivamente il resto del territorio nel 51 a.C., dopo la guerra di Gallia. Sotto l'Impero romano, si sviluppò una civiltà gallo-romana prospera, portando alla Francia una base di cultura latina e indirettamente, alla successiva cristianizzazione, che si verifica lentamente tra il II e il VI secolo.
Nascita, crisi e trasformazione del Regno franco nel Medioevo
La conversione al cristianesimo del capo franco Clodoveo, battezzato a Reims il 24 dicembre 496 dal vescovo san Rémi, fece di lui un alleato della Chiesa e gli permise di conquistare buona parte della Gallia a cavallo tra il V e il VI secolo. L'unione tra le eredità gallo-romane, l'apporto germanico e il cristianesimo è stato lungo e difficile, poiché i Franchi erano in origine una società guerriera le cui leggi erano molto lontane dal diritto romano e dai principi cristiani. Mentre la debolezza demografica del regno franco portò a un declino nelle città, il cristianesimo prese piede attraverso la fondazione di chiese rurali e, soprattutto, di numerosi monasteri. Se il potere di Clodoveo sembrava inizialmente solido, la dinastia dei Merovingi si trovò presto in gravi difficoltà e scomparve nel 751, quando Pipino il Breve fu incoronato re dei Franchi, fondando così la dinastia dei Carolingi.
Pipino il Breve e suo figlio Carlo Magno espansero notevolmente il regno franco, che alla fine dell'VIII secolo copriva più di un milione di chilometri quadrati. L'immenso impero carolingio era controllato da un'amministrazione centrale con sede ad Aquisgrana (Aix-la-Chapelle), e dai conti rappresentanti Carlo Magno sparsi su tutto l'impero e sorvegliati dai missi dominici. Carlo Magno, incoronato nell'800 imperatore dell'Occidente, rilanciò le arti liberali nell'istruzione e fece sì che il palazzo di Aquisgrana diventasse un centro di attività intellettuale e artistica di alto livello. Cionondimeno, dopo la morte dell'imperatore, i suoi conti e vassalli riuscirono gradualmente a rendere ereditarie le loro cariche e i nipoti di Carlo Magno si spartirono l'Impero nel trattato di Verdun (843); Carlo il Calvo ottenne la Francia occidentalis, che corrispondeva all'incirca ai due terzi occidentali dell'attuale Francia e i cui confini variarono di poco fino alla fine del Medioevo, mentre la parte orientale (comprendente la Germania) divenne il Sacro Romano Impero. Il nuovo regno, tuttavia, dovette affrontare tre diverse ondate di invasioni nei secoli IX e X, guidate dai musulmani, dai vichinghi e dai magiari. Allo stesso tempo, i poteri degli ex conti continuarono ad aumentare, mentre il potere reale diminuì; si instaurò una società feudale, caratterizzata dalla divisione in tre ordini: il clero, la nobiltà e il terzo stato.
Nel 987, Ugo Capeto fu eletto re dai suoi pari, cioè i nobili del regno;[18] la monarchia ritornò ereditaria e i capetingi regnarono sulla Francia per più di otto secoli. Tuttavia, i primi re capetingi controllavano direttamente solo una porzione molto piccola del territorio francese, definite le terre della corona francese (domaine royal), e alcuni loro vassalli erano molto più potenti di loro. Nel XII secolo, il potere reale cominciò ad affermarsi sul potere dei nobili, ma, a partire dagli anni 1150, dovette far fronte alla nascita di un «impero plantageneto» che riuniva l'Inghilterra e le terre ad ovest della Francia.
Il regno dei capetingi arrivò al suo massimo splendore nel XIII secolo, quando la monarchia riprese il potere che aveva perduto e l'arte e la cultura francese presero piede in Europa. Filippo II Augusto (1180-1223) riuscì a conquistare la maggior parte dei possedimenti francesi dei Plantageneti, ponendo temporaneamente fine alla minaccia inglese e ampliando notevolmente il dominio reale. Luigi IX (1226-1270) agì come paladino della cristianità e partecipò alla settima e all'ottava crociata e fu presto canonizzato dalla Chiesa cattolica[19].
Il XIV secolo e la prima metà del XV videro la Francia sprofondare in una grave crisi, su molteplici fronti. La guerra dei cent'anni contro l'Inghilterra, nata dalla lotta di successione al trono francese dopo Carlo IV il Bello, devastò il paese. Tuttavia, la crisi non fu esclusivamente politica e militare, bensì pure demografica: a partire dal 1347, la peste nera uccise almeno un terzo della popolazione del regno.[20] La crisi fu anche sociale (le insurrezioni nelle città e nelle campagne si moltiplicarono), nonché economia e religiosa. Anche se la monarchia fu colpita da questa crisi, ne uscì rafforzata: il potere centrale, trasferitosi nella valle della Loira, dove furono costruiti una serie di castelli, si dotò di nuovi istituzioni, stabilì un esercito e un sistema fiscale permanente, e iniziò il passaggio dal Medioevo al Rinascimento.[21]
Età moderna (XV secolo - 1789): guerre d'Italia, i Borbone e l'autocrazia
Nel tardo Medioevo i re cattolici di Spagna e possedimenti degli Asburgo si unirono dando vita all'impero di Carlo V. Francesco I e suo figlio Enrico II lottarono contro questo nuovo potere alternando successi a battute d'arresto. Ma sarà solo con Enrico IV e Luigi XIII e il suo ministro Richelieu, che la preponderanza spagnola verrà messa in discussione a vantaggio della Francia.
Il più grande esponente dell'assolutismo francese è di certo Luigi XIV di Francia, definito "Re Sole" per il gran potere che aveva.
Luigi XIV avviò diverse campagne militari molto dispendiose, da prima contro il Ducato di Borgogna, poi contro la Repubblica delle Sette Province Unite in cui la Francia perse. Le perdite economiche e militari diedero inizio alla decadenza della monarchia francese.
Età contemporanea (1789 - presente): Rivoluzione francese e alternanza tra Regno, Repubblica e Impero
Dopo la seconda guerra mondiale, la Francia, un po' come tutta l'Europa, è rimasta distrutta dai bombardamenti e le ricostruzioni saranno terminate con la presidenza di Charles de Gaulle e la Quarta Repubblica francese, succeduta dall'attuale Quinta Repubblica.
Rivoluzione Francese (1789): la fine dell'Autocrazia dei Borbone
Nel 1814 l'impero Napoleonico lasciò il posto alla prima restaurazione borbonica con l'abdicazione e l'esilio all'isola d'Elba di Napoleone in seguito alla sconfitta nella battaglia delle Nazioni: le forze vincitrici rimisero cioè sul trono Luigi XVIII. Nel 1815, dopo la fuga dall'Elba e il ritorno a Parigi, Napoleone ripristinò il proprio impero per Cento Giorni, dopodiché fu costretto ad abdicare per una seconda volta in seguito alla sconfitta di Waterloo. Ebbe così inizio la seconda restaurazione borbonica (a distanza di nemmeno un anno dalla prima), che riportò Luigi XVIII sul trono della Francia, una monarchia costituzionale.
Restaurazione borbonica (1814-1830): Luigi XVIII e Carlo X
Inizialmente il Paese visse un'importante fase di industrializzazione, guidato da una politica liberale in campo economico, basata su una forte struttura capitalistica (banche, imprese ferroviarie e marittime, tessili e industrie pesanti, grandi magazzini, ecc.). Napoleone III si assicurò la fiducia nel Regno Unito (Guerra di Crimea), aumentò l'influenza della Francia in Medio Oriente e le sue azioni in Italia contro l'Austria permisero l'annessione delle regioni piemontesi della Savoia e di Nizza. Ma gravi battute d'arresto offuscarono notevolmente l'immagine del regime e la lotta contro la Prussia di fatto ne causò la caduta. Nel 1870 la sconfitta di Sedan e la perdita di Alsazia e Lorena aumentarono il risentimento nazionale. Altro fatto significativo riguardava il fronte demografico: la Francia non era più il paese più popoloso d'Europa, come prima della Rivoluzione francese, ma si vedeva oramai sopravanzato dalla popolazione tedesca.
La politica interna della Terza Repubblica fu caratterizzata da governi instabili, a causa di maggioranze divise o poco superiori di numero alle opposizioni. Il disorientamento per la sconfitta subita e l'instabilità politica favorirono vari scandali finanziari (Panama, Stavisky, ecc.) ed episodi di antisemitismo come l'affare Dreyfus.
Il nazionalismo di alcuni ambienti militari alimentò inoltre scontri istituzionali che portarono a situazioni vicine al colpo di Stato (come per il caso Boulanger o per le ripercussioni dell'affare Dreyfus). Non mancarono, tuttavia, vaste riforme sociali, attuate soprattutto dalla Sinistra.
La politica estera fu caratterizzata dall'espansionismo coloniale (Africa e Indocina), dal sentimento di rivalsa nei confronti della Germania (revanscismo) e da un isolamento che perdurò fino a quando Russia e Gran Bretagna non riscontrarono nella Germania un pericolo maggiore della Francia.
In seguito all'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia alla fine di luglio. Intanto stavano per mobilitarsi la Russia, la Germania e la Francia. La Germania era la nazione militarmente più preparata all'evento bellico. In seguito, come un effetto domino, la Russia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, la Germania dichiarò guerra alla Russia, la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. La Germania occupò il Lussemburgo il 2 agosto 1914 e pose un ultimatum al neutrale Belgio: doveva permettere all'esercito tedesco il passaggio per invadere la Francia. I belgi rifiutarono e la Germania, in pochissimo tempo, riuscì ad occupare il Belgio.
I tedeschi presero Bruxelles il 20 agosto 1914. Poche settimane dopo riuscirono ad occupare una larga porzione di territorio francese nel nordest. Il piano originale prevedeva di continuare verso sudovest e attaccare Parigi da ovest. Nel mese di settembre, l'esercito tedesco era a poche decine di chilometri da Parigi, così il governo francese fu costretto a trasferirsi a Bordeaux. Le armate dell'Intesa riuscirono a fermare l'avanzata tedesca nei pressi del fiume Marna.
Sul fronte occidentale, le prime improvvisate trincee dei primi mesi diventarono ben presto sempre più complesse, diventando il principale sistema difensivo. Il paesaggio era dominato dalla guerra di trincea. La guerra di movimento diventò guerra di posizione. Si susseguivano attacchi e contrattacchi da ambo le parti. Nessuna delle parti avanzava molto, ma entrambe pativano numerose perdite in vite umane.
La guerra nel fronte occidentale venne combattuta soprattutto in Francia e fu caratterizzata da battaglie estremamente violente, spesso con nuovi mezzi di distruzione. Tra le battaglie combattute in Francia vi furono la prima battaglia della Marna, di Verdun, della Somme e la seconda battaglia della Marna.
Quando la Russia abbandonò la guerra nel 1917, gli imperi centrali arrivarono a controllare i Balcani e potevano riversare tutte le loro forze nel fronte occidentale. Intanto stavano entrando in guerra gli Stati Uniti, a fianco degli alleati dell'Intesa.
Nel marzo 1918 la Germania lanciò una vasta offensiva sul fronte occidentale. A maggio i tedeschi raggiunsero ancora una volta la Marna, come nel settembre 1914. Nella seconda battaglia della Marna, gli alleati furono in grado di difendere e anche di contrattaccare. Questo successo alleato fu dovuto in parte all'esaurimento dell'esercito tedesco, in parte all'aiuto fondamentale delle truppe statunitensi. I tedeschi vennero respinti oltre i loro confini. Intanto cadevano anche l'Austria-Ungheria e l'Impero ottomano. Ai primi di ottobre venne chiesto l'armistizio.
Nel Trattato di Versailles, dove vennero presi gli accordi, fu Georges Clemenceau a negoziare per conto della Francia. Alla Germania venne attribuita la responsabilità del conflitto e dovette pagare i danni di guerra.
La seconda guerra mondiale
L'invasione tedesca della Polonia, iniziata il 1º settembre 1939, causò la reazione di Francia e Gran Bretagna, le quali dichiararono guerra alla Germania. Inizialmente gli alleati franco-britannici non lanciarono attacchi massicci e stanziarono in difesa.
La battaglia di Francia iniziò nel maggio 1940. Nel 1940, inoltre, si tenne il celebre Appello del 18 giugno da parte del generale Charles de Gaulle. La Wehrmacht riuscì a superare la linea Maginot, marciando attraverso la foresta delle Ardenne. Una seconda armata tedesca venne inviata in Belgio e nei Paesi Bassi. In sei settimane di selvaggi combattimenti, i francesi persero novantamila uomini.
I leader francesi si arresero alla Germania nazista il 24 giugno 1940, dopo che le forze britanniche ebbero lasciato il continente dal porto di Dunkerque. La Germania nazista occupò tre quinti del territorio francese, lasciandone il resto, collocato a sud-est, alla Francia di Vichy: Stato fantoccio collaborazionista con la Germania, venne fondato il 10 luglio 1940 e alla sua guida era Philippe Pétain, eroe della prima guerra mondiale.
Terminava così la Terza repubblica.
Alla fine della seconda guerra mondiale la Francia fu inclusa a pieno titolo tra le potenze vincitrici, in virtù del costante sforzo diplomatico e militare antitedesco sostenuto, soprattutto dopo il 1942, sia nelle colonie sia in patria dalla resistenza e dalle forze francesi libere. Nella Conferenza di Potsdam furono infatti riconosciuti a Parigi una zona d'occupazione in Germania e un settore di Berlino (ambedue ritagliati dalla zona britannica). La Quarta Repubblica fu promulgata il 27 ottobre 1946, ma dovette affrontare gravi difficoltà nell'impero coloniale, prima in Indocina e poi in Algeria, oltre alla decolonizzazione attraverso negoziati. Nonostante l'instabilità politica il Paese partecipò attivamente alla creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel 1950, e alla firma del Trattato di Roma del 1957 come membro fondatore del mercato comune. Inoltre, la politica di sviluppo del nucleare, sia civile sia militare, contribuì a una politica indipendente negli anni sessanta.
La Costituzione della Quinta Repubblica, venne adottata il 4 ottobre 1958 rendendo la Repubblica più resistente alle instabilità. Dal 1950 fino al 1973 l'economia francese ha conosciuto uno sviluppo fenomenale, poi un susseguirsi di crisi economiche e dei periodi di crescita lenta, con frequente alternanza al potere. Dagli anni cinquanta, la riconciliazione e la cooperazione con la Germania (ricordiamo il Trattato dell'Eliseo, del 22 gennaio 1963, che pose termine al conflitto tra le due nazioni) hanno consentito alla Francia di svolgere un ruolo di forza trainante nel processo di integrazione europea, in particolare con la Comunità economica europea. È diventata il secondo paese dell'Unione europea, a favore di un'Europa politica forte, anche se ha respinto la Costituzione europea con il 55% dei voti il 29 maggio 2005.
Nel XX secolo da ricordare la figura di Frédéric Passy, fondatore e presidente della prima società per la pace Società d'arbitraggio tra le Nazioni,
Premio Nobel per la pace, nel 1901. Alla fine del XX secolo ricordiamo anche la figura di Édith Cresson, la prima donna Primo ministro in Francia (1991-1992).
Le frontiere al sud e ad est del paese corrispondono a dei massicci montuosi, i Pirenei, le Alpi, il massiccio del Giura, la frontiera ad est corrisponde al fiume Reno, invece la frontiera nord e nord-est non si fonda su nessuno elemento naturale. La Francia metropolitana comprende molte isole, soprattutto la Corsica e le isole costiere. Si trova tra le latitudini 42°19'46" N e 51°5'47" N, e le longitudini 4°46' O e 8°14'42" E.
La sua parte continentale si estende su circa 1000 km da nord a sud e da est ad ovest. La Francia è inoltre composta da numerosi territori situati fuori del continente europeo, correntemente chiamati Francia d'oltremare, che le permette di essere presente in tutti gli oceani del mondo, salvo l'oceano Artico. Questi territori hanno statuti speciali nell'amministrazione territoriale della Francia e sono situati:
La Francia possiede inoltre delle frontiere terrestri con il Brasile e il Suriname in Guyana francese, così come con i Paesi Bassi per la parte francese di Saint-Martin. La superficie totale della Francia è di circa 675000 km², che corrisponde ad un ettaro per abitante. Questa superficie non comprende la Terra Adelia, sulla quale la sovranità francese è contestata. È il quarantaduesimo più grande stato del mondo sulla superficie terrestre. Inoltre è anche il terzo paese più grande d'Europa, dopo la Russia e l'Ucraina, o il secondo se si includono i dipartimenti oltremare, e il più grande dell'Unione Europea. L'estensione del suo litorale, oltremare incluso è di 8245 km.
Fatta eccezione per il sud, che vede generalmente estati secche, la pioggia è uniformemente distribuita durante tutto l'anno.
Nelle regioni d'oltremare, vi sono tre grandi tipi di clima:
Un clima tropicale nella maggior parte delle regioni d'oltremare: alta temperatura costante durante tutto l'anno con una stagione secca e una delle piogge
I dati al 1º gennaio 2010 rivelano che la Repubblica francese possedeva 65 447 374 abitanti, di cui 62 793 432 residenti nella Francia metropolitana.[23] (circa l'1% della popolazione mondiale). Un censimento generale nazionale è stato organizzato a intervalli regolari dal 1801, ma dal gennaio 2004, il censimento è permanente.[24]
La crescita della popolazione francese si presentava come una delle più forti dell'Europa, combinando una tasso di natalità superiore alla media europea (830 900 nati a fronte di 531 200 morti), e un saldo migratorio positivo (circa 100 000 individui l'anno): la popolazione francese era quindi cresciuta dello 0,61% su base annua. Per quanto riguarda il tasso di fecondità, era pari a 2,14 bambini per donna fertile, mentre il tasso medio in Europa era nello stesso periodo di 1,52 figli per donna. La Francia si presenta come il paese più prolifico nel continente assieme all'Irlanda.[25]
La piramide delle età all'inizio del XXI secolo presenta una struttura caratterizzata da una quota di popolazione anziana in espansione, dovuto sia all'aumento della speranza di vita, la Francia gode di una delle speranze di vita più elevate del mondo[26], sia all'arrivo alla terza età della generazione del baby boom.
Nel 2010 l'Istituto nazionale di statistica e degli studi economici (INSEE) stima che ci siano 6,7 milioni di immigrati (stranieri nati al di fuori del territorio), che rappresentano l'11% della popolazione. Questo la pone al sesto posto nel mondo, dopo gli Stati Uniti d'America (42,8 milioni), la Russia (12,3), l'Arabia Saudita (7,3), il Canada (7,2), la Germania (7,1) precedendo il Regno Unito (6,5) e la Spagna (6,4). I figli d'immigrati, discendenti diretti di uno o due immigrati, rappresentano nel 2008 6,5 milioni di persone, cioè un altro 11 % della popolazione. Tre milioni di loro avevano entrambi i genitori immigrati.[27] La percentuale di stranieri in Francia è paragonabile ad altri paesi dell'Europa occidentale, come Regno Unito (11,4%), Germania (8,7%), Spagna (12,2%), e inferiore a Paesi Bassi (20,6%), e Svizzera (22,1%). Gli immigrati sono principalmente originari dell'Unione europea (34%), del Maghreb (30%), dell'Asia (14%, di cui un terzo della Turchia) e dell'Africa subsahariana (11%).[28]
L'immigrazione in Francia ha inizio nel XIX secolo (380 000 stranieri residenti nel 1851).[29] La maggior parte degli immigrati provengono dall'Europa (Belgio, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Armenia, ma anche Polonia, Romania e dagli Stati nati dallo scioglimento dell'ex-Jugoslavia), dai paesi del Maghreb e dell'Africa nera, sue ex colonie, della Cina (1 000 000 cinesi in Francia nel 2007[30]), della Turchia (500 000 nel 2007[31]) e dell'ex Indocina francese, soprattutto del Vietnam (250 000 nel 2008[32]). Gli zingari che vivono in Francia sono più di 500 000,[33] ma secondo il rapporto di Dominique Steinberger del 2000 in Francia vivrebbero almeno un milione di zingari[34] (moltissimi sono francesi da varie generazioni). I rom di origini rumene e bulgare presenti in Francia sono circa 15 000[35] (rom irregolari).
Secondo uno studio condotto nel 1999, quasi 14 milioni di persone avevano almeno un genitore o un nonno nato all'estero (23% della popolazione francese).[36]
Secondo uno studio pubblicato dalla rivista La France africaine[37] (2000), il 13% della popolazione francese era di origine nordafricana e africana (8/9 milioni di persone; meno di 4 milioni nel 1975).
La Francia è un paese laico e la libertà di religione è un diritto costituzionale. Vi è una rigorosa separazione tra Chiesa e Stato e la vita pubblica è mantenuta completamente laica.
Il cattolicesimo è la religione predominante da più di un millennio, anche se oggi non è praticata attivamente come un tempo. Tra i 47 000 edifici religiosi che si possono trovare in Francia, il 94% sono cattolici.[38] Mentre nel 1965 l'81% dei francesi si dichiarava cattolico, nel 2009 questa percentuale era scesa al 64%. Inoltre, mentre il 27% dei francesi nel 1952 si recava alle funzioni religiose almeno una volta alla settimana, questo dato era solo del 5% nel 2006.[39] La stessa indagine ha rilevato che i protestanti rappresentano il 3% della popolazione, con un aumento rispetto alle rilevazioni precedenti, e il 5% aderisce ad altre religioni, con il restante 28% che afferma di essere ateo.[39] Il protestantesimo evangelicale sembra essere la religione in più rapida crescita del paese.[40]
La rivoluzione francese ha comportato un cambiamento radicale nello status della Chiesa cattolica per via di una brutale campagna di scristianizzazione. Dopo il susseguirsi di governi monarchici cattolici e governi repubblicani laici nel corso del XIX secolo, nel 1905 è stata promossa la legge che sanciva la laicità dello Stato e la sua separazione dalle Chiese.[41]
Secondo un sondaggio del gennaio 2007,[42] solo il 10% di chi si è dichiarato cattolico frequenta regolarmente le funzioni religiose. Il sondaggio ha mostrato anche[43] che il 51% degli intervistati si identificava come cattolico, il 31% come agnostico o ateo (un altro sondaggio[44] stima la percentuale di atei pari al 27%), il 10% appartenente ad altre religioni o senza opinione, il 4% come musulmano, il 3% come protestanti, l'1% buddisti e l'1% come ebreo. Un altro sondaggio del dicembre 2006[45] afferma che solo il 27% dei francesi crede nell'esistenza di un qualche dio, contro un 32% di agnostici e un altro 32% di atei. Nel frattempo, una stima indipendente dal politologo Pierre Bréchon del 2009 ha concluso che la percentuale dei cattolici era scesa al 42%, mentre il numero di atei e agnostici era salito al 50%.[46]
Le stime sul numero dei musulmani in Francia variano molto. Nel 2003, il Ministero dell'interno francese ha stimato il numero totale di persone di origine musulmana tra i 5 e i 6 milioni (8-10%).[47][48] Nel 2021, circa 5 milioni di francesi sono musulmani, ovvero l'8% della popolazione.[49] In Francia ci sono 2 125 luoghi di culto islamici (2008)[50] su un totale di oltre 9 000 luoghi di culto islamici in tutta Europa.[51]
Secondo il World Jewish Congress, la comunità ebraica francese conta circa 600 000 fedeli ed è la più grande d'Europa.[52]
Dal 1905 il governo francese ha seguito il principio di laicità, in cui è vietato riconoscere alcun diritto specifico ad una comunità religiosa (ad eccezione di statuti precedenti come quello dei cappellani militari e della legge locale in Alsazia-Mosella). Invece, si limita a riconoscere le organizzazioni religiose, secondo criteri giuridici formali che non rispondono alla dottrina religiosa. Al contrario, le organizzazioni religiose dovrebbero astenersi dall'intervenire nel processo decisionale.[53] Alcuni organismi, come Scientology, figli di Dio, Testimoni di Geova, la Chiesa dell'Unificazione o l'Ordine del Tempio Solare sono considerati sette ("sectes" in francese),[54] e, pertanto, non hanno lo stesso status delle religioni.[55]
La lingua ufficiale è il francese. Esistono diverse lingue locali (basco, bretone, catalano, corso, olandese (fiammingo), alsaziano, occitano e francoprovenzale), ma il governo francese e il sistema scolastico ne hanno scoraggiato l'uso fino a poco tempo fa. Nelle regioni dell'Alsazia e della Lorena si parla anche il tedesco. Le lingue regionali vengono ora insegnate in alcune scuole, anche se il francese rimane l'unica lingua ufficiale in uso dal governo, locale o nazionale.
Con la legge costituzionale del 1992, adottata per consentire il Trattato di Maastricht, è stata aggiunta infatti la previsione secondo cui «La lingua della Repubblica è il francese», nel timore che il processo di integrazione europea potesse favorire l'espansione di altre lingue a danno del francese. La tutela delle minoranze linguistiche è quindi sempre stata malvolentieri accettata, se non proprio rifiutata, in quanto lesiva del principio di eguaglianza e di indivisibilità del popolo francese. In applicazione della legge costituzionale, venne approvata nell'agosto del 1994 la legge Toubon, dichiarata poi parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale, in quanto in contrasto con il principio della libera comunicazione del pensiero e delle idee proclamato dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. A oggi il legislatore può regolare unicamente il vocabolario impiegato dalle persone giuridiche di diritto pubblico e dalle persone di diritto privato nel compimento di una missione di servizio pubblico. L'influenza rimane comunque notevole, dato il ruolo svolto dal servizio pubblico nella vita economica e quotidiana dei privati e delle imprese (servizio radiotelevisivo, amministrazione pubblica, ecc.).
Una tendenza al superamento di questa visione accentratrice, la si ha a partire dal 1998, quanto si concede alla Nuova Caledonia di avere maggiori competenze e assemblee provinciali decentralizzate. Minor fortuna ha avuto il tentativo di introdurre all'articolo 2 il comma "La Repubblica riconosce e valorizza le lingue e le culture regionali". Tale modifica, resa necessaria dalla ratifica da parte della Francia della Carta Europea delle lingue regionali, venne osteggiata dallo stesso Presidente Jacques Chirac, il quale nel 1999 disse che non l'avrebbe sostenuta in quanto lesiva dei principi fondamentali della Repubblica. La Carta è stata così ratificata solo in via amministrativa.
Le principali divisioni amministrative francesi sono le regioni, che sono 18 (di cui 13 nella Francia metropolitana), i dipartimenti (101 di cui 5 d'oltremare) e gli arrondissement (circondari, cioè suddivisioni amministrative dei dipartimenti).
Questi circondari (arrondissement) sono divisi in cantoni (per i collegi elettorali) e in comuni (per un totale di 36 783) per l'amministrazione locale territoriale. I cantoni corrispondono per la maggior parte a comuni completi, tuttavia, alcuni importanti comuni sono suddivisi in più cantoni, che possono anche comprendere altri comuni limitrofi meno popolati.
Infine, alcuni importanti comuni (Parigi, Lione, Marsiglia) sono a loro volta suddivisi in circoscrizioni di comuni per l'amministrazione locale con sindaci locali i quali hanno a disposizione una certa autonomia finanziaria e amministrativa all'interno dello stesso Consiglio comunale.
Il dipartimento di Parigi comprende un solo comune. Le 5 regioni d'oltremare (Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Riunione, Mayotte) dispongono ciascuno a un singolo dipartimento. La regione della Corsica (che comprende due dipartimenti) ha uno speciale status di collettività territoriali leggermente diverso rispetto alle altre regioni metropolitane. Queste regioni sono tuttavia parte integrante dell'Unione europea.
In seguito alle leggi Defferre del 1982-1983 e Jean-Pierre Raffarin del 2003-2004, la Francia è uno Stato decentralizzato. La riforma costituzionale del febbraio 2003 ha affermato che l'organizzazione della Repubblica è decentralizzata. Il decentramento, che è stato in prima accompagnato dalla devoluzione, sostiene ora pienamente l'emergere di un vero potere locale il cui equilibrio è ancora dibattuto.
A parte le amministrazioni locali con piena realizzazione, quali sono i comuni, i dipartimenti e le regioni, esiste anche un'organizzazione intercomunale che è portata a esercitare sempre maggiori competenze (quali lo sviluppo economico, l'uso del territorio, la politica degli alloggi, il trasporto pubblico, l'igiene). Infatti i comuni sono invitati a unirsi sotto il regime dell'intermunicipalità che dispone oramai di un'autonomia finanziaria e fiscale propria, oltre che a un riconoscimento giuridico (établissement public de coopération intercommunale o EPCI). Nel 2006, 2 573 comunità (comunità di comuni, le comunità di agglomerazioni e comunità urbane) hanno ricomposto il territorio nazionale, rappresentano il 90% di comuni e l'85% della popolazione francese. Certe intermunicipalità includono comuni di differenti dipartimenti o regioni, allo scopo anche di agevolare la gestione delle attrezzature comuni, o per politiche in materia di trasporti.
La Francia è "una e indivisibile"; tale formula crea però tensioni in alcuni "paesi" o "regioni" le cui specificità, tra cui le lingue locali, non sono sufficientemente riconosciute secondo alcuni movimenti regionalisti (Alsazia, Bretagna, Catalogna del Nord, Corsica, Fiandre, Paesi Baschi, Occitania, ecc).
Nel corso del XIX secolo la Francia dispose di un vasto impero coloniale. Il processo di decolonizzazione iniziato verso la metà del XX secolo ha portato all'autodeterminazione della maggior parte delle sue ex-colonie. Una parte scelse, tramite referendum, di rimanere all'interno della nazione francese, con statuti molto diversi. L'insieme di questi territori, generalmente definito come Francia d'oltremare, è composto da cinque dipartimenti d'oltremare, da collettività d'oltremare con status che offrono un'ampia autonomia, dalla Nuova Caledonia a statuto speciale, e da diversi territori disabitati, come le Terre australi e antartiche francesi.
Le collettività d'oltremare sono dei territori con status molto diversi di autonomia. Attualmente godono di questo regime Polinesia Francese, Saint-Pierre e Miquelon, Wallis e Futuna, Saint Martin e Saint Barthelemy.
La comunità di Saint-Pierre e Miquelon ha un'amministrazione locale che unisce le funzioni conferite di solito alle regioni e ai dipartimenti metropolitani. Questa collettività, anche se posta fuori dall'Unione europea utilizza l'euro come moneta.
La collettività di Wallis e Futuna è costituita da tre monarchie tradizionali, i cui re governano con consigli eletti e condividendo il potere con il rappresentante dello Stato francese. Il sistema giudiziario in materia penale e civile è costituito dall'unico tribunale di primo grado che è competente per l'intero territorio. Questo territorio non è amministrativamente diviso in comuni, ma in circoscrizioni, il soggetto a capo della circoscrizione ha poteri equivalenti a quelle di un sindaco.
La Polinesia Francese ha un alto grado di autonomia, che comporta un governo territoriale e un'assemblea in grado di gestire il bilancio del territorio, l'imposizione fiscale, e la legislazione sull'arcipelago. L'amministrazione di alcune funzioni (quali difesa, polizia, giustizia, e tesoro pubblico) è affidata allo Stato francese, rappresentato sul territorio da un Alto Commissario della Repubblica.
Nell'ambito dei territori francesi d'oltremare, la Nuova Caledonia ha uno status particolare. Anche se ancora organizzata su una divisione in amministrazioni comunali, la Nuova Caledonia non è divisa in dipartimenti, ma in province e villaggi (in base a una tradizione locale) con funzioni normalmente assegnate, sul continente e nelle regioni d'oltremare, ai dipartimenti e ai comuni, in particolare nei settori della giustizia, dell'istruzione e della cittadinanza. Inoltre, la funzione della regione è trasferita a un governo locale. In futuro è previsto un referendum per determinare se il territorio rimarrà entro la Repubblica francese con ampia autonomia, o diverrà indipendente, con una possibile associazione. Utilizza il Franco francese del Pacifico, adottato insieme alla Polinesia Francese e a Wallis e Futuna.
La Francia è un paese altamente urbanizzato; nel 2018, secondo l'INSEE le sue città più grandi (di più di 200 000 abitanti, in termini di popolazione legale del comune) sono Parigi (2 206 488), Marsiglia (861 635), Lione (513 275), Tolosa (471 941), Nizza (342 522), Nantes (303 382), Montpellier (277 639), Strasburgo (277 270), Bordeaux (249 712), Lilla (232 741) e Rennes (215 366). L'emigrazione rurale è stata una questione politica molto sentita per la maggior parte del XX secolo.
Fonte: INSEE 1 L'agglomerazione e l'area metropolitana sono denominate Marsiglia-Aix-en-Provence 2 Città transfrontaliera i cui dati sono riferiti solo alla parte francese
Altre principali città della Francia di più di 100 000 abitanti sono (in ordine decrescente di popolazione legale comunale):
La gendarmeria è una forza di polizia militare. Essa comprende le unità antiterrorismo come l'Escadron Parachutiste d'Intervention de la Gendarmerie Nationale e il Groupe d'intervention de la Gendarmerie nationale. Delle due unità di intelligence francesi, la Direction générale de la sécurité extérieure riferisce al Ministero della Difesa, mentre la Direction centrale du renseignement intérieur riporta direttamente al Ministero degli Interni. Dal 1997 non vi è alcuna coscrizione.[56] La Francia vanta inoltre un corpo militare d'élite, la Legione straniera francese, che si compone di cittadini stranieri provenienti da oltre 140 paesi.
La forza di dissuasione nucleare francese, precedentemente conosciuto come "force de frappe", si basa su una completa indipendenza e conta quattro sottomariniclasse Le Triomphant dotati di missili SLBM. Oltre alla flotta sottomarina, si stima che la Francia possieda circa 60 ASMP, missili aria-terra a medio raggio, con testate nucleari,[59] di cui circa 50 impiegati dalla aeronautica sugli aerei d'attacco a lungo raggio Dassault Mirage 2000N mentre circa 10 sono schierati sui Dassault Super Étendard, aerei d'attacco della Marina francese, che operano dalla portaerei a propulsione nucleareCharles de Gaulle. Il nuovo velivolo Rafale F3 sostituirà gradualmente tutti Mirage 2000N e Super Étendard nel ruolo di attacco nucleare.
La Francia possiede grandi industrie militari e una delle più grandi industrie aerospaziali del mondo.[60] Le sue aziende hanno realizzato, tra le altre cose, il Rafale, la portaerei Charles de Gaulle, il missile Exocet e il carro armatoLeclerc. Nonostante il ritiro dal progetto Eurofighter Typhoon, la Francia sta attivamente investendo in iniziative militari comuni europee, come il Eurocopter Tiger, la fregataclasse FREMM, l'aeromobile a pilotaggio remotoDassault nEUROn e l'Airbus A400M. La Francia è anche un grande venditore di armi: la maggior parte del suo arsenale è a disposizione per il mercato estero, con l'eccezione dei mezzi a propulsione nucleare.[61]
La parata militare che si tiene a Parigi ogni 14 luglio, in occasione della Festa nazionale francese, è la più antica e la più grande parata militare a svolgimento regolare in Europa.[62]
Una delle più antiche università d'Europa e del mondo e tra le più antiche (se non la più antica) università francese, è l'Università di Parigi, o la Sorbona: l'universitas magistrorum et scholarium Parisiensis ("gruppo di insegnanti e studenti di Parigi") è inizialmente una corporazione di insegnanti e studenti che è apparsa a Parigi intorno al 1150. Il primo atto che le conferisce uno status ufficiale è una carta del 15 gennaio 1200 con la quale re Filippo II di Francia concede la "comunità". L'Università venne riconosciuta da papa Innocenzo III da una bolla del 1215, bolla confermata da papa Gregorio IX nel 1231.
L'estrazione sociale degli alunni influisce notevolmente sui loro risultati scolastici. In CE2, gli alunni del quartiere più povero ottengono un voto medio di 57 su 100 in francese e di 58 in matematica nel 2019, rispetto a 87 e 85 rispettivamente per quelli del quartiere più ricco. Le disuguaglianze si accentuano dopo la scuola secondaria, con un tasso di accesso alla scuola secondaria generale o tecnologica doppio per gli alunni provenienti da ambienti privilegiati rispetto agli altri[63].
La Francia è una Repubblicacostituzionale, "indivisibile, laica, democratica e sociale" (articolo I della Costituzione del 1958) a regime parlamentare semi-presidenziale (con forti poteri in mano al Presidente della repubblica). La riforma costituzionale del 28 marzo 2003 (Atto II del decentramento), ai sensi dello stesso articolo, ha aggiunto che l'organizzazione della Repubblica fosse decentrata.
Prima del 1962 il presidente della Repubblica francese era eletto a suffragio universale indiretto da un collegio elettorale ampliato, al fine di evitare il predominio del potere legislativo sul potere esecutivo che si era prodotto nell'ambito della Quarta Repubblica e che aveva causato il blocco istituzionale. Nel novembre 1962, il presidente indisse un referendum per poter essere eletto a suffragio universale diretto, in base all'articolo 11 della Costituzione (e non all'articolo 89). L'articolo 11 consente di sottoporre a referendum leggi in materia di governo, organizzazione delle istituzioni e trattati internazionali, mentre l'articolo 89 consente di presentare una revisione costituzionale da parte del popolo, ma dopo l'approvazione del Parlamento riunito in Congresso.
Nella Costituzione della Quinta Repubblica, il potere esecutivo è rafforzato a scapito del potere legislativo. Il Presidente ha acquisito competenze proprie come ad esempio il diritto di sciogliere l'Assemblée nationale (articolo 12 della Costituzione), il diritto di indire un referendum (articolo 11 della Costituzione), il potere di nominare il Primo ministro (articolo 8 della Costituzione), in quanto, a differenza del sistema presidenziale (si pensi agli Stati Uniti d'America), egli non è anche capo dell'esecutivo. Per quanto riguarda il governo, ne determina e ne dirige la politica. Stabilisce anche i 3/4 degli ordini del giorno dell'Assemblée nationale. Il presidente è eletto per cinque anni a suffragio universale diretto (prima era 7 anni).
L'ordinamento politico della Quinta Repubblica prevede una Camera dei deputati (Assemblée nationale) di 577 membri, eletti per 5 anni a suffragio universale diretto, e un Senato (Sénat) composto di 331 senatori (che saranno 346 nel 2010 e rinnovati da questa data per la metà ogni tre anni), eletti per 6 anni a suffragio universale indiretto. Il potere legislativo del Senato è limitato; l'Assemblée nationale ha l'ultima parola in caso di disaccordo tra le due camere.
I cittadini francesi all'estero vedono i loro interessi difesi in Parlamento da parte dell'Assemblea dei francesi dell'estero (Assemblée des Français de l'Étranger).
La politica estera francese è stata in gran parte influenzata dall'adesione all'Unione europea, di cui è membro fondatore. A partire dagli anni novanta, la Francia ha sviluppato stretti legami con la Germania riunificata al fine di creare un influente blocco trainante dell'Unione europea. Nei primi anni ‘90, il paese ha attirato forti critiche dalle altre nazioni per i suoi test nucleare sotterraneo nella Polinesia Francese. La Francia si oppose vigorosamente all'invasione dell'Iraq nel 2003, stringendo relazioni bilaterali con Stati Uniti d'America e Regno Unito. La Francia mantiene una forte influenza politica ed economica verso le ex colonie africane. In particolare ha fornito aiuti economici e sostegno militare alle missioni di pace in Costa d'Avorio e Ciad.
Come si è già avuto modo di segnalare, l'economia francese è una delle più forti del mondo e seconda in Europa dopo quella tedesca. Pur essendo di tipo capitalista è caratterizzata da un significativo intervento dello Stato, soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Tuttavia, dalla metà degli anni ottanta, riforme successive hanno portato a una progressiva privatizzazione di diverse imprese pubbliche. Grazie all'utilizzo di tecniche altamente sofisticate, la Francia è al primo posto in Europa, e tra i primi nel mondo, per la quantità e la qualità dei suoi prodotti nel campo dell'agricoltura e dell'allevamento. L'industria si articola in un fitto tessuto di piccole e medie imprese legate al territorio ma anche nei grandi colossi legati principalmente ai settori automobilistico, informatico, cosmetico, farmaceutico, gastronomico, della moda e dell'industria della musica. Il settore terziario impiega la maggior parte della forza lavoro e prospera grazie alla quantità e qualità dei servizi offerti dallo Stato e al turismo (la Francia occupa il quarto posto mondiale per introiti derivati dal turismo). Le stime del PIL nominale per l'anno 2012 pongono infatti la Francia al quinto posto tra i paesi più ricchi del globo.
Il suo peso economico è stato in grado di assicurare alla Francia un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Il Paese ha beneficiato innegabilmente dalla sua posizione geografica al centro d'Europa e lungo i principali flussi commerciali che attraversano il continente, con importanti porti sul mar Mediterraneo, Canale della Manica e oceano Atlantico.
Il mercato comune europeo istituito nel 1957 ha rappresentato un forte motore di sviluppo per le imprese francesi, che hanno beneficiato, nel contempo, dei forti legami commerciali che le ex-colonie hanno mantenuto con l'antica madrepatria.
Settore primario
La Francia è il primo produttore agricolo dell'Unione europea[64] con il 23% della produzione agricola nel 1999, seguita a distanza da Italia (15,4%) e Germania (15,2%). Le attività principali sono le colture di cereali (grano e mais); la produzione di zucchero, vino, prodotti lattiero-caseari, frutta, verdura; l'allevamento animale e la produzione di carne.
Il settore ha subito un ammodernamento che ha aumentato la sua produttività. La popolazione attiva in agricoltura continua a diminuire dai massimi dell'immediato dopo guerra, tuttavia si segnala un relativo ringiovanimento della forza lavoro, legata principalmente al massiccio pensionamento: nel 2000 il 53% dei proprietari di azienda agricola avevano meno di 50 anni, contro il 42,6% del 1988. Le attività agricole si sviluppano sul 60% della Francia metropolitana corrispondenti a circa 28 milioni di ettari, ma solo la metà di questa superficie è posta a coltura.
Nel 2000, secondo INSEE, il valore di ciascuna produzione agricola è stato il seguente:
Prodotti vegetali diversi (piante foraggere, piante e fiori): 10,8%
Frutta e verdura: 10,4%
Altri prodotti di origine animale (prodotti lattiero-caseari, conigli, ecc.): 13,3%
Prodotti avicoli: 6,4%
Allevamenti: 18,4%
Pinte industriali: 6,8%
Cereali: 15,5%
Vini: 14,2%
Servizi (agriturismo, ecc.): 4,2%
In termini di produzione, l'allevamento, con 11,9 miliardi di euro in valore nel 2000, si pone al primo posto nel panorama agricolo francese, davanti ai cereali (10 miliardi di euro e 66 milioni di tonnellate) e alle produzioni vinicole (8,9 miliardi di euro). Con 22,6 miliardi di litri di latte prodotti nel 2000, sebbene in calo rispetto al 1990, la Francia rappresenta un quinto del totale europeo. Se la pesca ha oggi un peso ridicolo sia a livello europeo sia mondiale (341 000 tonnellate nel 1999, principalmente tonno tropicale) la flotta è costituita da circa 6 000 navi e circa 20 500 marinai. Infine, il legname raccolto, pari a 36,2 milioni di metri cubi nel 1999, alimentando un settore (segherie, lavorazione del legno, produzione di carta e cartone), che impiega circa 100 000 persone. La produzione agricola alimenta inoltre il settore delle industrie di trasformazione alimentare, che alla fine del 1999 assommava a circa 3 000 aziende che davano lavoro a 370 000 dipendenti, dove l'industria legata alla lavorazione della carne impiegava da sola 122 000 persone.
La Francia è una delle più grandi potenze industriali del mondo. Nelle loro attività, diversi gruppi francesi occupano un posto di primo piano rispetto ai loro concorrenti stranieri, come nel caso L'Oréal, Michelin e Alcatel.
I rami che occupano il più grande numero di lavoratori dipendenti sono le industrie della meccanica, elettrica ed elettronica (25% nel 1998), dei prodotti in metallo (11,7%) e il settore legno, carta e stampa (10,2%). Inoltre il settore automobilistico riveste una notevole importanza, con una produzione annuale di circa 5 milioni di veicoli, forte di circa 300 000 dipendenti, con grandi gruppi quali Peugeot-Citroen e Renault.
Con l'88% delle imprese con meno di 200 dipendenti nel 1998, l'industria francese appare scarsamente concentrata. A fianco dei gruppi di grandi dimensioni coesistono e prosperano molte piccole e medie imprese (PMI) che spesso lavorano in subappalto.
L'industria nucleare francese è ora un settore leader dell'economia e uno dei pilastri della sua politica energetica. La Francia è il secondo maggior produttore di energia nucleare del mondo dietro solo agli Stati Uniti d'America. Con 59 reattori nucleari, tutte gestite dall'EDF, la Francia possiede il secondo parco al mondo (preceduta sempre dagli USA), mentre la quota di energia nucleare sulla produzione totale di energia elettrica corrisponde a quasi il 79%, ponendo la Francia come leader a livello mondiale.
Distribuzione della produzione totale di energia elettrica nel 2005:[66]
Energia nucleare: 79%
Energia da fonti rinnovabili: 11%
Energia da fonti fossili: 10%
Caratteristiche del nucleare francese, secondo il Ministero dell'Ecologia:[67]
78% dei kWh di energia elettrica prodotta in Francia sono d'origine nucleare
59 sono i reattori nucleari in funzione in tutto il territorio nazionale distribuiti su 19 centrali
La capacità installata del parco è di circa 63 GWe
Il costo degli investimenti nelle centrali nucleari di potenza è stato nell'ordine di 77 miliardi di € nel 2003
Il parco nucleare ha permesso un risparmio di 10 miliardi di € nel 2005 rispetto a un parco di pari potenza alimentato a energia termica a gas naturale
L'energia nucleare francese permette di evitare 31 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio nell'atmosfera
Da 1 100 a 1 200 tonnellate di rifiuti irradiati sono prodotte ogni anno dalle centrali francesi dell'EDF.
La scelta strategica di puntare sulle centrali nucleari di potenza ha costantemente ridotto la bolletta energetica della Francia. Inoltre, il tasso di indipendenza energetica del paese è in netta crescita: il 26% nel 1973, circa il 50% dalla fine degli anni '80. L'energia nucleare ha anche permesso al paese di ridurre le emissioni che contribuiscono all'effetto serra. La Francia ha così uno dei più bassi tassi di emissioni di CO2 fra i paesi dell'OCSE. Le sue emissioni di anidride carbonica causate dalla produzione energetica sono pari a 1,68 tonnellate pro capite nel 2002, contro le 2,30 tonnellate della media dei paesi dell'Unione europea a 15 (di cui 2,80 tonnellate per la Germania e 2,44 tonnellate per il Regno Unito) e le 536 t per gli Stati Uniti d'America.[67] La Francia, in tal modo, ha emissioni di gas serra pro capite del 21% al di sotto della media europea, e dal 30% al 40% inferiori a quelli dei suoi principali paesi confinanti.
Settore terziario
Il settore terziario ha un posto di rilievo nell'economia francese a immagine degli sviluppi compiuti negli altri principali paesi industrializzati. Il settore terziario impiega il 71,5% della popolazione attiva, più di 18 milioni di francesi.[65] Questo è il settore che contribuisce maggiormente alla crescita economica.[64] Mentre il settore commerciale è stato caratterizzato negli ultimi anni da strategie di mercato da cui ha tratto vantaggio la grande distribuzione, spesso attraverso fusioni e acquisizioni di grandi dimensioni.
Commercio con l'estero
Per 30 anni l'industria francese si è considerevolmente internazionalizzata. Lo sviluppo delle esportazione però varia notevolmente da un settore all'altro:
i settori in declino sono quelli del legno e della carta, tessile, apparecchiature elettriche, elettrodomestici, abbigliamento e cuoio;
i settori in aumento sono quelli della cantieristica navale, aereo e ferroviario, farmaceutico, dei profumi, l'industria automobilistica, il settore agroalimentare e dei componenti elettronici.
Molto importante per la bilancia commerciale è il settore agroalimentare, che ha prodotto 9,4 miliardi di euro di eccedenza nel 2000. In questo settore figurano produzioni quali quello delle bevande alcoliche (champagne, vino, cognac), seguita dalle produzioni cerealicole (grano) e dell'allevamento animale e delle carni. In termini di saldo esportazioni-importazioni, l'agroalimentare è seguito dall'industria automobilistica (9,3 miliardi di euro).
I principali partner commerciali della Francia sono i paesi dell'Unione europea, con i quali presentava un surplus commerciale, concentrando il 62% delle esportazioni e il 60% delle importazioni nel 2000. A distanza i paesi europei sono seguiti dall'America e dall'Asia.
Per quanto riguarda le importazioni francesi, ruolo principale veste il settore dell'energia. I principali fornitori di petrolio sono Norvegia, Arabia Saudita, Russia e la vicina Gran Bretagna. Altre merci d'importazione sono gli elettrodomestici e i prodotti dell'abbigliamento-cuoio.
A partire dal 2004, la Francia ha conosciuto un disavanzo della sua bilancia commerciale sempre più importante.
Altri aspetti socioeconomici
Il tasso di disoccupazione, al 7,5% nel marzo 2008, è fra i più elevati d'Europa, e da circa 30 anni questo problema è ufficialmente una priorità del governo, indipendentemente dal partito al potere. La disoccupazione colpisce in particolare le donne, le persone oltre i 50 anni e la gioventù (anche se le stime sono leggermente alterate dal fatto che solamente una minoranza cerca un lavoro prima dei 22 anni).
Nel 2008 3,68 milioni di persone (6,4% della popolazione) vivevano al di sotto della soglia di povertà del 50%, e 7,13 milioni di persone (12,1% della popolazione) vivono al di sotto della soglia di povertà del 60%. La povertà assoluta è in costante declino in Francia, ma la povertà relativa diminuisce in maniera inferiore (la povertà relativa è definita in relazione alla media del tenore di vita, e difficilmente può scomparire).
Il 15% delle famiglie più ricche possiedono il 55,8% del totale del patrimonio nazionale (e nella maggior parte dei casi sono delle persone anziane).[68]
L'aspettativa di vita del 5% più povero dei francesi (71,7 anni) è di 13 anni inferiore a quella del 5% più ricco (84,4 anni)[63]
Situazione dell'amministrazione pubblica
Il deficit pubblico, come il deficit di bilancio, sono molto elevati: per il 2007 lo stato delle spese nette ammontava a 271 miliardi di euro, mentre il totale delle entrate nette ammontano a 228 miliardi di euro. Secondo il ministero delle Finanze francese, il disavanzo era pari a circa 42 miliardi di euro.[69]
Il debito pubblico del governo (Stato, enti locali, Sicurezza sociale, ODAC) era pari a 1 150 miliardi di euro alla fine del 2006, che costituisce il 64,2% in rapporto al PIL (i criteri del Patto di stabilità e di crescita del trattato sull'Unione europea limita il disavanzo al 3,0% del PIL e il debito al 60% del PIL).[70]
Caratteristiche del sistema economico
L'organizzazione economica è tipico capitalista con un forte intervento statale (neo-colbertismo) dalla fine della seconda guerra mondiale, tanto che si parla spesso di capitalismo francese.
Per quanto riguarda il sistema di produzione, la Francia è il quarto esportatore del mondo (come somma di tutti i prodotti), nonostante l'intrinseca debolezza, dal momento che non controlla il sistema di produzione, dominata a monte da parte di coloro che producono macchine utensili. L'economia francese è prevalentemente un'economia dei servizi, per i quali è il secondo più grande esportatore del mondo (è al primo posto nel mondo come destinazione turistica con più di 60 milioni di visitatori stranieri l'anno).
Il settore terziario impiega il 72% della forza lavoro. Ma è soprattutto nel sistema della distribuzione che la Francia si distingue: la grande distribuzione in Francia ha un peso molto forte per l'economia.
La Francia possiede un importante apparato industriale. Fra i settori di punta vi sono la produzione di treni commerciali per l'alta velocità e una potente industria automobilistica (Peugeot-Citroën, Renault, Michelin). Possiede il primo gruppo globale per la costruzione di centrali nucleari, collabora nel settore aeronautico e aerospaziale con gruppi quali Airbus, Eurocopter, Ariane, Safran, ha importanti aziende farmaceutiche (Sanofi Aventis, Istituto Pasteur). Presenta eccellenze nel settore gastronomico e nel settore di lusso. Il settore secondario occupa il 24% della forza lavoro.
La presenza dello Stato nell'economia è in forte declino, soprattutto a partire dalla fine degli anni '80 e dal programma di privatizzazione lanciato dall'allora primo ministro Jacques Chirac. Lo Stato francese ha venduto circa 1.500 aziende e trasferito più di un milione di dipendenti al settore privato. La quota dell'occupazione pubblica, esclusa la funzione pubblica (istruzione, amministrazione, ospedali, ecc.), sul totale dell'occupazione dipendente è scesa dal 10,5% nel 1986 al 3,1% nel 2019.[71]
La Francia è il paese più visitato nel mondo (per numero di arrivi internazionali, da 37 anni), anche se in termini di presenze turistiche si piazza al sesto posto con 140 milioni di pernottamenti.[72]Parigi è la prima città turistica in termini di arrivi (da 75 anni) e la Torre Eiffel è il monumento più visitato del mondo. La Francia è al 4º posto per siti riconosciuti dall'UNESCO (patrimonio artistico dell'umanità) preceduta da Spagna, Cina e Italia (che ne presenta 11 in più). I siti sono 39 per la Francia (insieme alla Germania anch'essa a 39 siti), 44 per la Spagna, 47 per la Cina e 51 per l'Italia. Il Paese si presenta come leader indiscusso in questo settore e offre una grande varietà di monumenti e siti di notevole interesse. Le entrate del turismo internazionale sono più elevate negli Stati Uniti d'America (81,7 miliardi di dollari) rispetto alla Francia (42,3 miliardi di dollari).
Da un lato i soggiorni in Francia sono generalmente di breve durata e, in secondo luogo, il tipo di turismo è differente rispetto agli Stati Uniti d'America (un turismo familiare invece che un turismo d'affari). Nel 2000 è stato segnato il record assoluto con 75,5 milioni di arrivi. La bilancia turistica francese è in positivo: nel 2000 si sono generate entrate per 32,78 miliardi di euro, mentre i turisti francesi nei viaggi all'estero hanno contribuito a una spesa di soli 17,53 miliardi di euro. La grande varietà di paesaggi, la lunghezza di costa (5 500 chilometri), il numero e la diversità dei monumenti presenti, oltre al prestigio della cultura francese (cucina, stile di vita, ecc.) e il ricco patrimonio (letteratura, pittura) spiega senza dubbio l'attrattività del paese, anche se si prevede che lo sviluppo del turismo in Cina potrebbe strappare nei prossimi anni il trono alla Francia come paese più visitato del mondo.[73]
La rete ferroviaria della Francia, che si estende per 31840km è la più ampia dell'Europa occidentale. È gestita dalla SNCF, e i treni ad alta velocità comprendono il Thalys, l'Eurostar e il TGV, che viaggia sino a 320 km/h sulle linee ad alta velocità o "lignes à grande vitesse - LGV". L'Eurostar unisce la Francia al Regno Unito attraverso il tunnel sotto la Manica, e il Thalys con il Belgio. Esistono collegamenti ferroviari con tutti gli altri paesi limitrofi, con l'eccezione di Andorra.
Approssimativamente ci sono 893300km di rete stradale in Francia. La regione di Parigi è avvolta dalla più fitta rete di strade e autostrade che la collegano con tutte le altre parti del paese. Le strade francesi supportano un certo traffico internazionale, con collegamenti verso le città dei paesi vicini come Andorra, Belgio, Germania, Italia, Lussemburgo, Monaco, Spagna e Svizzera. Non vi è in uso nessuna tassa annuale di circolazione, tuttavia, l'utilizzo delle autostrade è regolamentato attraverso il pagamento di un pedaggio. Il mercato dell'auto è dominato dai marchi nazionali, come la Renault (27% delle autovetture vendute in Francia nel 2003), Peugeot (20,1%) e Citroën (13,5%).[75] Oltre il 70% delle nuove autovetture vendute nel 2004 montava motori diesel, di gran lunga più contenuti i motori a benzina o a GPL.[76] La Francia possiede il più alto ponte stradale del mondo: il viadotto di Millau, e ha costruito molti ponti importanti fra i quali il ponte di Normandia.
Nel paese sono presenti 478 tra aeroporti e aerodromi. L'aeroporto internazionale Charles de Gaulle situato nelle vicinanze di Parigi è il più grande e trafficato aeroporto di Francia e il secondo d'Europa dopo Londra Heathrow, e movimenta la stragrande maggioranza del traffico commerciale del paese e collega Parigi praticamente con tutte le principali città del mondo. L'Air France è la compagnia aerea di bandiera, anche se diverse compagnie aeree private offrono voli nazionali e internazionali. Ci sono dieci grandi porti in Francia, il più grande dei quali è a Marsiglia. Si contano 14932km di corsi d'acqua e canali navigabili, compreso il Canal du Midi, che collega il mar Mediterraneo con l'oceano Atlantico tramite il fiumeGaronna.
La cultura francese è ricca, varia e antica, e riflette le sue culture regionali e l'influenza delle ondate migratorie avvenute nel corso delle varie epoche. La sua capitale, Parigi - la Ville lumière - è stata a lungo un crocevia culturale importantissimo (la Sorbona), accogliendo artisti provenienti da ogni settore. Alcuni di questi siti sono dedicati alle tematiche più diverse (il museo del Louvre) e questa ricca cultura ha fatto della Francia, e di Parigi, le prime località turistiche del mondo.
Patria di molti filosofi (il XVII secolo o Grand Siècle, e il XVIII secolo, o Età dei Lumi, sono stati i secoli d'oro per la Francia), la cultura francese ha lasciato al mondo la lingua della diplomazia, alcune delle concezioni universali dell'uomo, oltre a numerose scoperte e realizzazioni tecniche e mediche.
Dopo aver inventato il cinema a Lione, la Francia ha sviluppato una delle poche industrie cinematografiche in Europa a resistere alla macchina hollywoodiana.[77]
E nasce proprio in Francia nel 1982 grazie al politico francese Jack Lang la Festa della musica, che si svolge, anche in Italia, ogni anno il 21 giugno per celebrare il solstizio d'estate.
Nel campo artistico, la Francia è la patria dell'architettura gotica che nacque intorno a Parigi nel XII secolo prima di diffondersi in tutt'Europa ma anche del rococò e del neoclassicismo durante il Settecento nonché dell'arte moderna, con i movimenti d'avanguardia dell'impressionismo, del fauvismo, del cubismo e del surrealismo tra la fine del Ottocento e l'inizio del Novecento. Nella prima metà dell'Ottocento, la fotografia fu inventata da Nicephore Niepce che scattò in Borgogna nel 1827 la prima fotografia della storia.
Nel Seicento, Pierre Puget è il massimo rappresentante della corrente barocca in Francia, mentre François Girardon et Coysevox sviluppano il classicismo francese all'epoca di Luigi XIV.
Nel XII secolo, nasce intorno a Parigi lo stile gotico, allora chiamato opus francigenum. Esempi famosi sono la cattedrale di Chartres e la cattedrale Notre-Dame di Parigi alla fine del XII secolo e, nel secolo successivo, la cattedrale di Amiens e la Sainte-Chapelle, cappella reale voluta dal re San Luigi a Parigi. Dal Duecento, a partire dal nord della Francia, l'architettura e l'arte gotica si diffondono rapidamente in tutta Europa. Nel Quattrocento, il gotico fiammeggiante è la variante francese del tardo gotico, e si caratterizza da costruzione dagli ornamenti folti, raffinati e stravaganti, comme nell'operato dell'architetto Martin Chambiges alle cattedrali di Beauvais e Senlis.
Nell'Ottocento, la teoria dell'architettura moderna e dell'architettura neogotica francese si rirtrovano nell'opera di Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879), che restaura molti monumenti medievali francesi. A metà secolo, Henri Labrouste è uno dei primi a utilizzare il ferro per la costruzione di grandi edifici pubblici, comme la Biblioteca Sainte-Geneviève e la Biblioteca nazionale di Francia, a Parigi. A fine Ottocento, l'ingegnere Gustave Eiffel rivoluziona l'architettura con le sue costruzioni interamente in ferro, come il viadotto di Garabit e, soprattutto, la Torre Eiffel (1889), allora la costruzione più alta mai realizzata dall'uomo. Nel Novecento, spicca il nome di Le Corbusier.
Fra i maestri della chirurgia medievale, si ricordano: tra il XIII e il XIV secolo, Henri de Mondeville, considerato il primo francese a scrivere un trattato di chirurgia; e, nel Trecento, Guy de Chauliac[80], autore della Chirurgia Magna (1363).
Sviluppi della chirurgia nel XVI secolo: Ambroise Paré, il padre della chirurgia moderna.
27 aprile 1968: Salpêtrière: viene effettuato il primo trapianto di cuore in Europa da parte del cardiochirurgo Christian Cabrol[84]
20 maggio 1983: scoperta del virus dell'HIV (responsabile della malattia dell'AIDS), da parte del biologo francese Luc Montagnier e statunitense Robert Gallo. Ricordiamo che il 1º dicembre 1981 venne diagnosticato il primo caso di AIDS: oggi questa data viene ricordata con la Giornata mondiale contro l'AIDS.
Tecnologia
Progressi tecnologici
Charles-Michel de l'Épée (1712-1789), definito spesso il padre dei sordi[85],fondatore del primo istituto pubblico per sordomuti.[86] (1760), e inventore del linguaggio dei segni per i sordomuti.
La Francia ha dato importanti contributi anche in ambito pedagogico. Nel XVII secolo si affermarono importanti figure tra cui quella di Fénelon, autore del romanzo Le avventure di Telemaco (1699), e di Giovanni Battista de La Salle (1651-1719).
La littérature gode ancora oggi di una grande importanza nella cultura francese, i più grandi scrittori essendo figure nazionali a tutti note mentre i premi letterari come il Goncourt scatenano ogni anno i media e le passioni del pubblico. D'altro canto, l'influenza della letterature francese nel mondo occidentale è stata essenziale sin dal Medioevo e in particolare dal Seicento in poi, cosicché la Francia viene talvolta considerata come il "paese della letteratura".
I primi rudimenti di cultura francese risalgono al Medioevo, quando l'area dell'odierna Francia non possedeva ancora un'unica e uniforme lingua e di conseguenza gli scrittori si cimentarono con le diverse lingue e dialetti. Gli autori di molti testi medievali francesi non sono noti, come nel caso di Tristano e Isotta e Lancillotto e il Santo Graal. Gran parte della letteratura e della poesia medievale francese venne ispirata da leggende del ciclo carolingio, come la Chanson de Roland. Il "Roman de Renart", scritto nel 1175 da Perrout de Saint-Cloude, è un altro esempio dell'epoca. Alcuni nomi di autori di questo periodo sono Chrétien de Troyes, Guglielmo IX d'Aquitania, che scrisse in occitano, e il poeta François Villon.
Nel corso del XXI secolo, in campo musicale, nasce in Francia la French house, sottogenere di musica elettronica molto popolare a livello internazionale. I principali esponenti di questo genere sono i Daft Punk. Sono anche da ricordare David Guetta e Bob Sinclar, disc jockey di fama internazionale. Si afferma anche la musica pop con note cantanti tra le quali spiccano Alizée e Nolwenn Leroy.
Il campo della cinematografia francese è uno dei più apprezzati del panorama mondiale ed è in Francia che nasce il cinema, a Parigi il 28 dicembre 1895 con la proiezione pubblica di alcuni film di quelli che vengono considerati i padri del cinema: i fratelli Lumiere, mentre, spesso, viene considerato come secondo padre un altro francese Georges Méliès, autore del primo film di fantascienza, Viaggio nella Luna, del 190
Nel corso del XIX secolo si afferma l'arte magica di cui un importante esponente fu Jean Eugène Robert-Houdin, considerato spesso il padre della magia moderna[101]
Un contributo importante venne dato dalla Francia anche nel campo dei viaggi e esplorazioni: nel 1534 il navigatore Jacques Cartier esplora le terre lungo il corso del fiume San Lorenzo, terre a cui viene dato il nome di Canada. Nel 1608 venne fondata la città di Québec, in Canada, dall'esploratore Samuel de Champlain. Nel XVIII secolo, avviene la circumnavigazione del globo (1766-1769) da parte di Louis Antoine de Bougainville[102]: fu la prima circumnavigazione francese del mondo[103], e verso la fine del XVIII secolo la francese Jeanne Baret è la prima donna a circumnavigare il globo[104].
Sono da tempo diffuse numerose locuzioni con le quali si fa riferimento alla Francia, ecco le più note:
La Patria dei diritti dell'Uomo (Patrie des droits de l'Homme).
La Figlia primogenita della Chiesa (Fille aînée de l’Église).
La Grande Nazione (La Grande Nation), locuzione comparsa durante la rivoluzione e poi sotto Napoleone Bonaparte e ancora molto utilizzata oggi dai tedeschi in senso ironico.
Paese dei Lumi (Pays des Lumières), in riferimento al secolo dei Lumi.
Il Paese di Molière (Pays de Molière), contaminazione della locuzione "lingua di Molière" (langue de Molière) usata per indicare la lingua francese.
L'Esagono (Hexagone), secondo la sagoma approssimativa delle frontiere francesi (un po' come si dice "Lo Stivale" per definire l'Italia).
Il Paese del formaggio (Pays du fromage), dovuta alla grande varietà di formaggi francesi, o Il Paese dei 365 formaggi (Pays des 365 fromages), dalla celebre citazione attribuita sia al generale De Gaulle che a Churchill, tenuto conto che ce ne sono più di 1600
Oltre Quiévrain (Outre-Quiévrain) in riferimento al comune belga di Quiévrain posto sulla frontiera franco-belga; locuzione avverbiale che per i francesi significa "in Belgio" e per i belgi "in Francia".
Oltre Quesnon (Outre-Couesnon), locuzione avverbiale che faceva storicamente riferimento al fiume Couesnon, che nel 1009 divenne la linea di separazione fra la Bretagna (allora stato indipendente) e la Francia. Per i bretoni questa locuzione significava "in Francia".
La Francia dell'interno (France de l'intérieur), la Francia dal punto di vista dell'Alsazia-Lorena quando, una volta, questa regione non faceva parte della Francia e ormai spesso indicata per distinguere il diritto locale da quello generale.
La squadra nazionale di rugby ha raggiunto per tre volte la finale di Coppa del Mondo, uscendone altrettante volte sconfitta, e prende parte annualmente al torneo delle Sei Nazioni, che ha vinto per sedici volte. Il campionato nazionale di maggior livello è il Top 14 considerato uno dei tornei per club più prestigiosi del panorama rugbistico internazionale.
Nella disciplina tennistica possiamo ricordare, tra gli altri, Suzanne Lenglen, vincitrice di ben 25 titoli del Grande Slam e prima celebrità femminile in questa disciplina.
La Francia ha ospitato eventi di rilievo internazionale, come la Coppa del Mondo di calcio nel 1938 e nel 1998, e la Coppa del Mondo di rugby nel 2007 e nel 2023. Il principale stadio francese è lo Stade de France di Parigi, sede della finale della Campionato mondiale di calcio del 1998,della finale di UEFA Champions League del 2022 e della Coppa del mondo di rugby dell'ottobre 2007. Inoltre, la Francia ospita l'annuale Tour de France, la più famosa corsa di ciclismo su strada di tutto il mondo. Altri eventi sportivi di rilievo sono la 24 Ore di Le Mans, corsa automobilistica di resistenza che si tiene nel dipartimento della Sarthe, e la regata velica del Vendée Globe, che parte ogni quattro anni dal porto atlantico di Les Sables-d'Olonne. Si svolgono anche diversi grandi tornei di tennis, fra cui il Paris Masters e l'Open di Francia, detto Roland Garros, uno dei quattro tornei del Grande Slam.
E ancora per quanto riguarda l'automobilismo ricordiamo la Parigi-Rouen 1894, considerata la prima vera competizione automobilistica.[106]
Ciclismo
Anche nel ciclismo la Francia può vantare molti campioni, tra i quali ricordiamo Jacques Anquetil e Bernard Hinault, due dei soli sette ciclisti al mondo ad aver conquistato tutti e tre i Grandi Giri. Il Tour De France, corso per la prima volta nel 1903, è la più antica corsa a tappe della storia, e anche il più prestigioso dei sopracitati “Grandi Giri”. Nel nord del Paese si disputa anche una delle cosiddette Classiche monumento di questo sport, ossia la Parigi-Roubaix : corsa per la prima volta nel 1896, per la sua difficoltà dovuta ai numerosi tratti in pavé è definita come “l’Inferno del Nord”.
Un piatto tipico della Francia è la zuppa di cipolle, gli ingredienti sono: cipolle, fette di pane integrale e spezie, e oltre a questo esistono molte pietanze che caratterizzano le varie zone della Francia. Tra queste, troviamo le lumache (escargot) che si possono trovare cucinate in differenti modi, famosi sono i dolci, e le creme sia dolci che salate. Tra queste ultime troviamo il soufflé.
Tra i simboli della gastronomia francese ricordiamo il Camembert, tipico formaggio, inventato, secondo la leggenda, da Marie Harel nel 1791.
In particolare Parigi, con i suoi numerosi ristoranti stellati e bistrot dell'alta cucina, è una delle capitali mondiali del cibo.
Folclore, miti e tradizioni
Anche sotto l'aspetto folcloristico e delle tradizioni la Francia ha avuto un importante impatto culturale: ricordiamo, tra le varie figure quella di Lutin, Graoully, la Bestia del Gévaudan, Melusina, e la Tarasca, un tipico mostro che, secondo la leggenda, avrebbe devastato la regione francese della Provenza.
E' altresì noto, che per ragioni tutt'ora al vaglio degli studiosi, in Francia non sia diffuso il bidet.
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^Questo valore si ritrova nelle cronache di Jean Froissart, coevo alla peste, anche se, secondo recenti studi su alcune province del regno, la popolazione di queste province fu dimezzata o addirittura ridotta a un terzo tra il 1315 e il 1450; la peste fu la principale causa di questo crollo demografico.
^Tra le altre menzioni, Léopold Senghor, "Le Français, langue de culture", Esprit, 1962: Nos valeurs font battre, maintenant les livres que vous lisez, la langue que vous parlez: le français, Soleil qui brille hors de l'Hexagone.
^Il CIA World Factbook la stima a 80,98 anni, ponendo la Francia all'ottavo posto a livello mondiale ( source, su cia.gov (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).).
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«94 % des édifices sont catholiques (dont 50 % églises paroissiales, 25 % chapelles, 25 % édifices appartenant au clergé régulier)»
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(DE, EN, ES, FR) Sito ufficiale del servizio pubblico francese, su service-public.fr. URL consultato il 6 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2008). - Contiene molti link a diverse istituzioni e amministrazioni.
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Explore France, su france.fr. - Sito ufficiale dell'Ente del Turismo.
Igor Denisov Informasi pribadiNama lengkap Igor Vladimirovich DenisovTanggal lahir 17 Mei 1984 (umur 39)Tempat lahir Leningrad, Uni SovietTinggi 1,76 m (5 ft 9+1⁄2 in)Posisi bermain GelandangInformasi klubKlub saat ini Zenit St. PetersburgNomor 27Karier junior Turbostroitel SmenaKarier senior*Tahun Tim Tampil (Gol)2001– Zenit St. Petersburg 228 (24)Tim nasional‡2006 Rusai U-21 2008– Rusia 23 (0) * Penampilan dan gol di klub senior hanya dihitung dari liga dome...
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