Terzo classificato nella corsa al Pallone d'oro nel 1994[17] e nel 2003,[18] è il terzo calciatore nella storia, insieme a Karim Benzema, per numero di candidature al Pallone d’oro (13), dietro solo a Lionel Messi (16) e Cristiano Ronaldo (18), e l’unico della top 5 per candidature a non essersi mai aggiudicato il premio (essendoci al quarto e al quinto posto Johan Cruijff e Franz Beckenbauer a quota 12 candidature).
Paolo Maldini è nato il 26 giugno 1968 a Milano, quarto dei sei figli dell'allenatore ed ex difensore nonché bandiera del Milan Cesare Maldini (1932-2016) e di sua moglie Marialuisa Mazzucchelli (1935-2016);[25] ha tre sorelle maggiori e due fratelli minori. È sposato dal 14 dicembre 1994 con l'ex modella italo-venezuelanaAdriana Fossa[26]; la cerimonia nuziale si è svolta a Villa Borromeo (Cassano d'Adda).[27][28] La coppia ha due figli, Christian (nato il 14 giugno 1996) e Daniel (nato l'11 ottobre 2001),[26] entrambi calciatori e cresciuti nelle giovanili del Milan; il primogenito, anche lui difensore, si è ritirato a soli 27 anni dopo essere stato in forza al Lecco, mentre il secondogenito ha esordito come centrocampista offensivo in Serie A con la maglia rossonera il 2 febbraio 2020, seguendo le orme del padre e del nonno, per poi, dal 2022, passare in prestito Spezia, Empoli e Monza[29]; il 6 gennaio 2021 la sua sesta partita coincide con la millesima gara disputata in Serie A con il Milan dai membri della famiglia Maldini, aggiungendosi alle 347 di Cesare ed alle 647 di Paolo.[30]
Negli anni 2000 è stato fondatore e comproprietario, insieme all'amico e collega Christian Vieri, della marca di abbigliamento Sweet Years.[31]
Il 20 maggio 2015, in collaborazione con Riccardo Silva, ha fondato la società calcistica del Miami FC, primo club calcistico professionista della città della Florida, che ha debuttato nella NASL nel 2016.[32]
Caratteristiche tecniche
Difensore molto duttile[33] e in grado di calciare con entrambi i piedi,[34] Maldini ha ricoperto principalmente il ruolo di terzino sinistro[35] (nonostante fosse un destro naturale)[36][37] e poi di difensore centrale;[38][39] in carriera è stato utilizzato anche da terzino destro.[38][40] Talento precoce e longevo,[6] è abile nei tackle[4][41] e nel gioco aereo,[4][42] nonché dotato di grande velocità[4][41] e prestanza fisica.[7][33][43] Tecnico,[33][43] corretto[41][44] e carismatico,[33] possiede inoltre un ottimo senso della posizione e dell'anticipo[44] ed è estremamente efficace anche in fase offensiva.[33][36][41]
Carriera
Giocatore
«In 23 anni di carriera non si è mai allontanato da un senso della morale, del dovere, della fedeltà e dell'etica che ne fanno una delle icone del calcio.»
Gli esordi e l'approdo al professionismo (1978-1987)
Paolo Maldini ha legato la sua intera carriera al Milan, squadra della sua città natale, in cui ha militato dal suo provino del settembre 1978 fino al 2009, seguendo quindi le orme del padre Cesare nel diventare un elemento simbolo della squadra rossonera.[46]
Il 20 gennaio 1985, all'età di 16 anni, viene convocato per la prima volta in prima squadra dall'allenatore Nils Liedholm, nella trasferta in casa dell'Udinese, per l'assenza di Mauro Tassotti. Maldini, con la maglia numero 14, viene collocato in panchina senza avere l'aspettativa di esordire; invece, a causa dell'infortunio di Sergio Battistini, nella ripresa Liedholm decide di farlo entrare in campo.[47] Maldini gioca come terzino destro, suo ruolo naturale, disputando una buona gara e contribuendo al pareggio rossonero.[48] Liedholm, a fine partita, dichiara: «Paolo ha un grande avvenire».[48]
All'inizio della stagione successiva Maldini è già una promessa del calcio italiano e diventa titolare del Milan di Liedholm, «un allenatore perfetto per un ragazzo di 16 anni che si porta dietro un cognome importante».[49] A partire da questa stagione viene schierato come terzino sinistro, ruolo con cui può sfruttare al meglio le sue doti atletiche.
Si conferma anche nella stagione 1986-1987 nella quale il 4 gennaio 1987, a 18 anni, realizza il primo dei suoi 29 gol in Serie A, in Como-Milan (0-1).[50][51]
Nonostante il periodo di transizione vissuto dal Milan, Maldini continua a trovare continuità d'impiego e un rendimento di alto profilo, contribuendo alla vittoria dello scudetto nell'annata 1991-1992. L'anno seguente il Milan vince subito la Supercoppa italiana,[58] poi bissa il successo in campionato[59] e approda in finale di UEFA Champions League contro l'Olympique Marsiglia. Mentre la difesa rossonera è impenetrabile, l'attacco fatica a trovare la via del gol. Nei minuti conclusivi del primo tempo Abedi Pelé entra in area avversaria e Maldini gli fa carambolare il pallone addosso, ottenendo la rimessa dal fondo; l'arbitro Kurt Röthlisberger, tuttavia, concede erroneamente il calcio d'angolo che porta alla rete di Boli per l'1-0 finale.[60] In questa stagione, Maldini segna il suo primo gol europeo, il 21 ottobre 1992 in Slovan Bratislava-Milan (0-1).
Nella stagione 1993-1994, il Milan propone un rendimento sulla falsariga della precedente, conquistando sia la Supercoppa italiana a Washington[61] sia lo scudetto, il terzo consecutivo.[62] Il 18 maggio 1994 va in scena la finale di UEFA Champions League contro il Barcellona ad Atene. Prima di scendere in campo, sulla carta il Barcellona gode d'un notevole favore nei pronostici. Ciò viene dettato più che altro dalle assenze di Franco Baresi e Alessandro Costacurta, la coppia centrale difensiva del Milan. Capello si vede costretto a schierare al centro della difesa proprio Maldini, in coppia con Filippo Galli. L'esperimento riesce perfettamente e Maldini gioca una gara eccellente, contribuendo al grande successo per 4-0 dei rossoneri sui blaugrana.[63][64] A fine stagione, Maldini viene insignito del titolo di "giocatore dell'anno" dalla rivista World Soccer per l'annata 1994[65] e si classifica terzo, primo dei difensori, nella graduatoria del Pallone d'oro dello stesso anno.[17]
La stagione 1994-1995 è impreziosita dalle vittorie in Supercoppa italiana[66] e in Supercoppa Europea, ma si conclude amaramente per i rossoneri. Dopo tre anni di successi, infatti, il Milan deve rinunciare presto alla lotta per lo scudetto (a fine stagione si classifica solo quarto)[67] e, il 24 maggio 1995, perde la finale di UEFA Champions League contro l'Ajax per 1-0. Nel 1996 il Milan si aggiudica nuovamente lo scudetto, per la quarta volta in cinque anni.[68]
Gli anni di transizione e il primo scudetto da capitano (1996-2001)
Seguono anni difficili sia per i rossoneri sia per lo stesso Maldini. Fabio Capello lascia il posto ad Arrigo Sacchi, di ritorno dopo l'esperienza alla guida della nazionale italiana, per la stagione 1996-1997, in cui il Milan si classifica 11º in campionato, e ritorna alla guida dei rossoneri per l'annata successiva,[57] chiusa in 10ª posizione. Il difensore cambia continuamente ruolo e, complici anche alcune ricadute, non esprime il meglio di sé in campo.[senza fonte]
Dalla stagione 1997-1998 diviene capitano del Milan, ereditando la fascia da Franco Baresi, che lascia il calcio alla fine della stagione precedente. Lo stesso passaggio di testimone è già avvenuto nel 1994 nella nazionale italiana. «Il mio sarà un impegno di grande responsabilità, soprattutto quest'anno perché ci sono tanti giocatori nuovi. Sono comunque felice, ho avuto un grande maestro per 10 anni. Spero di avere preso da Franco qualcuna delle sue doti», commenta il neo capitano, che mantiene tale ruolo per 12 stagioni, fino al termine della sua carriera.[69]
Nel 1999, guidato da Alberto Zaccheroni, il Milan riconquista lo scudetto, il primo da capitano per il difensore rossonero.[70] Seguiranno due stagioni concluse rispettivamente al 3º al 6º posto.
L'era Ancelotti (2001-2009)
Gli anni 2000 segnano una svolta per la carriera di Maldini e per tutto il Milan, soprattutto grazie agli arrivi dell'allenatore Carlo Ancelotti e del difensore Alessandro Nesta dalla Lazio. Con Nesta, Maldini forma una coppia difensiva ben assortita, che per anni difende la porta rossonera assieme all'estremo difensoreDida.
L'annata 2004-2005 vede il Milan vincitore in Supercoppa italiana e finalista in UEFA Champions League contro il Liverpool.[77] Al 1' di gioco della finale di Champions, disputata allo stadio olimpico Atatürk di Istanbul, è proprio Maldini ad aprire le marcature della partita, realizzando il gol più veloce in un atto conclusivo di Champions League e diventando il marcatore più anziano ad aver segnato nella finale di questa competizione.[78] Prima dell'intervallo, il Milan si porta sul 3-0 grazie alla doppietta di Crespo, ma nel secondo tempo il Liverpool raggiunge i rossoneri sul 3-3 in soli sei minuti di gioco e vince poi la gara ai rigori, dopo che i tempi supplementari si chiudono senza ulteriori reti.[79]
Il 25 settembre 2005 Maldini supera il primato di Zoff, giocando per la 571ª volta in campionato:[13] la settimana seguente segna, contro la Reggina in Serie A, l'unica doppietta della propria carriera.[80]
Nella stagione 2006-2007 il Milan si classifica quarto in campionato e raggiunge ancora una volta la finale di UEFA Champions League: il 23 maggio, ancora opposti al Liverpool i rossoneri vincono per 2-1 riscattando la sconfitta di due anni prima e permettendo al capitano Maldini di sollevare nuovamente, a quattro anni di distanza, la sua quinta Champions League, la settima per il club meneghino;[81][82][83] All'età di 38 anni e 331 giorni, Maldini diviene il secondo calciatore ad aver disputato 8 finali della Coppa dei Campioni/UEFA Champions League dopo Francisco Gento,[84] oltre che il vincitore più vecchio della competizione.[85] In precedenza, in occasione di Catania-Milan del 13 maggio 2007 (1-1), Maldini tocca la storica soglia delle 600 partite in Serie A.[86][87]
Il rapporto con la Curva Sud
Maldini non ha mai legato con i tifosi organizzati della Sud di San Siro.[88] Il capitano rossonero si è sempre rifiutato di partecipare alle riunioni e di presentarsi alle feste degli ultras, e ha sempre criticato gli atteggiamenti violenti della curva.[88] L'inizio di questi dissidi coincide con il giorno successivo alla sconfitta di Istanbul contro il Liverpool:[88] Maldini sembrerebbe essersi rifiutato di rispondere adeguatamente alle domande degli ultras sul perché di quella sconfitta e, secondo alcune fonti, avrebbe chiamato «poveri pezzenti» un gruppo di tifosi che lo contestavano.[89] A questo episodio segue il dito davanti alla bocca dopo l'eliminazione dalla Coppa UEFA per mano del Werder Brema nel 2009 in risposta ai fischi della tifoseria.[88]
I dissidi tra Maldini e gli ultras sono poi culminati nella partita d'addio al calcio del capitano rossonero. In questa occasione, un gruppo di tifosi ha contestato Maldini con due striscioni e invocato con coro il nome di Franco Baresi.[89] Dopo quella protesta, Maldini commentò così: «Non è stato un momento facile ed è stato tra l'altro inaspettato. C'erano settantamila spettatori quel giorno, ma ricordiamo solo quella piccola frangia di tifosi. Sono una persona pensante, ho detto le cose come stavano. Con il tempo ho capito che quello è stato un successo perché ha marcato una linea ancora più grossa tra me e quel tipo di calcio, non penso che quello sia il futuro dello sport».[90]
Ad agosto Maldini vince la Supercoppa UEFA, la quinta personale, nella finale vinta in rimonta contro il Siviglia (3-1). Il 16 dicembre 2007, aggiudicandosi la Coppa del mondo per club dopo che il Milan batte in finale il Boca Juniors, mette in bacheca il 26º e ultimo trofeo della propria carriera, il 13º in ambito internazionale. È stato, inoltre, il primo capitano di una compagine europea ad alzare questo trofeo.[91] Il 16 febbraio 2008, nella gara contro il Parma al Tardini, entrando in campo a partita iniziata al posto di Jankulovski, raggiunge, primo italiano a riuscirci,[92] il traguardo delle 1 000 partite da professionista,[51][93] di cui 861 con il Milan, 12 con l'Under-21, una con l'Olimpica e 126 con la nazionale maggiore.[94] Gioca la sua ultima partita in UEFA Champions League il 4 marzo 2008 a San Siro contro l'Arsenal, nella sconfitta interna per 2-0 che sancisce l'eliminazione del Milan agli ottavi di finale. Il 30 marzo 2008 realizza il suo ultimo gol con la maglia rossonera, nella sconfitta a San Siro contro l'Atalanta (1-2).
Il ritiro
La stagione 2008-2009, iniziata all'età di 40 anni, è la sua ultima stagione da professionista. In questa annata ritrova una buona condizione fisica, che gli permette di ottenere ben 30 presenze in campionato, mentre nelle ultime stagioni alcuni infortuni ne avevano minato la continuità.
Il 16 maggio 2009 disputa la 900ª partita ufficiale con la maglia del Milan,[51] scendendo in campo contro l'Udinese al Friuli, lo stesso stadio dove nel 1985 ha esordito in Serie A[95][96] e, nel 2005, festeggia i 20 anni da calciatore professionista.[97]
Il 24 maggio 2009 gioca per l'ultima volta a San Siro, nella partita persa per 3-2 contro la Roma. La cerimonia di congedo si svolge con la consegna ai tifosi di album di figurine e di una sciarpa commemorativa.[98] Inoltre la squadra rossonera indossa per l'occasione la nuova divisa 2009-2010 con una patch commemorativa, che raffigura il volto di Maldini e la frase "Tre Solo per Te".[98][99]
Durante il giro di campo finale (pur nel contesto di uno stadio con quasi 70 000 spettatori che si alzano in piedi ad applaudirlo, compresi i tifosi ospiti della Roma), il difensore è contestato da un settore di tifosi organizzati della Curva Sud: questi intonano cori a favore dell'ex capitano Baresi ed espongono alcuni striscioni polemici verso Maldini, in relazione ad alcune considerazioni del capitano milanista sul tifo organizzato, rovinando così in parte il suo commiato a San Siro da calciatore.[88][99] Secondo Carlo Ancelotti, però, la contestazione è solo una goccia d'acqua in un oceano pieno d'affetto.[100] Il 31 maggio 2009, a Firenze, disputa la sua ultima partita, Fiorentina-Milan (0-2), chiudendo con 902 presenze in gare ufficiali la lunga carriera con il Milan.[101]
Dopo il suo ritiro dall'attività agonistica il Milan ha deciso di ritirare la maglia numero 3, per anni indossata da Maldini, come già accaduto per la maglia numero 6 di Franco Baresi; le uniche persone che potrebbero ancora avere assegnata tale maglia sono i suoi figli Christian e Daniel.[102] Nel 2020 Daniel Maldini ha effettivamente esordito nella prima squadra rossonera, indossando però la maglia numero 98.[103]
Il 28 agosto 2009, a Monte Carlo, Paolo Maldini viene premiato dalla UEFA nel corso dei sorteggi per la fase a gironi della UEFA Champions League 2009-2010. Il riconoscimento alla carriera viene consegnato a Maldini dall'allora presidente della UEFAMichel Platini, che chiede al pubblico di alzarsi in piedi in onore della gloriosa carriera dell'ex rossonero.[104] Il 17 novembre 2009 il quotidianospagnoloMarca insignisce Maldini del premio Marca Leyenda per "l'ineguagliabile carriera e il palmarès dell'ex giocatore del Milan".[105][106] A Maldini succede come capitano della formazione rossonera Massimo Ambrosini.
Il debutto in nazionale avviene il 31 marzo 1988, all'età di 19 anni, nella partita amichevoleJugoslavia-Italia (1-1) disputata a Spalato.[51] Nello stesso anno, Maldini viene convocato per disputare il campionato d'Europa 1988 e gioca da titolare le quattro partite disputate dagli azzurri, sconfitti in semifinale dall'Unione Sovietica. Diventato ormai un perno della formazione azzurra, viene convocato per il campionato del mondo 1990, giocato in casa e terminato al terzo posto. Il giovane difensore viene impiegato da titolare in tutte le partite disputate dall'Italia, che vede sfumare i sogni di gloria in semifinale, nella sfida persa ai rigori contro l'Argentina.[107]
Fallita la qualificazione al campionato d'Europa 1992, Vicini viene sostituito da Arrigo Sacchi, sotto la cui gestione Maldini segna il suo primo gol in nazionale, il 20 gennaio 1993, nell'amichevole di Firenze contro il Messico (2-0).[51] Convocato sempre da Sacchi per il campionato del mondo 1994, Maldini disputa da titolare tutte le gare giocate dagli azzurri fino alla finale persa ai rigori contro il Brasile; durante il torneo viene impiegato prevalentemente come difensore centrale a causa dell'infortunio di Baresi.[108]
Dopo il ritiro di Baresi dalla nazionale, nell'autunno del 1994 Maldini diventa il nuovo capitano e due anni dopo partecipa al campionato d'Europa 1996, dove l'Italia viene eliminata al primo turno.[109]
Alla fine del 1996 suo padre Cesare Maldini prende il posto di Sacchi come selezionatore. Sotto la sua guida, Paolo Maldini disputa il campionato del mondo 1998 in Francia; è titolare in tutte le partite disputate dalla nazionale, che viene sconfitta ai quarti di finale dalla Francia padrona di casa, ancora una volta ai rigori.[110]
Due anni dopo, sotto la guida di Dino Zoff, disputa da titolare tutte le partite del campionato d'Europa 2000, nel quale l'Italia raggiunge la finale contro la Francia: i francesi pareggiano a meno di un minuto dalla fine del secondo tempo regolamentare e poi trovano il golden goal nei supplementari, relegando gli azzurri al secondo posto.[111]
Il 7 ottobre 2000, giorno della prima vittoria del CT Giovanni Trapattoni sulla panchina azzurra in Italia-Romania (3-0), in una gara valida per le qualificazioni al campionato del mondo 2002, Maldini festeggia la sua 113ª presenza in nazionale, superando il record di Zoff.[112]
Due anni dopo disputa ancora da titolare tutte le partite al campionato del mondo 2002, dove l'Italia viene eliminata agli ottavi dai padroni di casa della Corea del Sud, in una partita che suscita parecchie polemiche relative alle decisioni dell'arbitro Byron Moreno. Durante la gara contro i sudcoreani, protrattasi ai tempi supplementari, un suo errore in marcatura permette all'attaccante Ahn Jung-hwan di realizzare il golden goal che elimina gli azzurri.[113] Al termine della manifestazione, risentito per le critiche ricevute, Maldini decide di svestire definitivamente la maglia azzurra, poco prima di compiere 34 anni, nonostante Trapattoni cerchi di dissuaderlo.[114]
Con la maglia della nazionale italiana ha disputato 126 partite, di cui 74 come capitano (record al momento del ritiro), realizzando 7 gol.[12][116] Al momento del suo ritiro era il giocatore italiano con più presenze nei campionati del mondo con 23 apparizioni (quarta prestazione di sempre) e 2.216 minuti giocati (seconda miglior prestazione di sempre).[117][118]
Dirigente
Nel giugno 2009, dopo il suo ritiro dall'attività agonistica, Maldini viene contattato dal Chelsea per entrare a far parte dello staff tecnico della squadra londinese ricoprendo il ruolo di team manager o di vice dell'allenatore Carlo Ancelotti, che ha allenato Maldini a Milano per otto anni.[119] Il 30 giugno 2009, tuttavia, lo stesso Ancelotti rende noto che Maldini ha rifiutato l'offerta.[120]
Milan
Il 5 agosto 2018, nove anni dopo il suo ritiro da giocatore, fa ritorno al Milan, venendo annunciato come direttore dello sviluppo strategico dell'area sport dalla nuova proprietà del fondo d'investimento statunitense Elliott Management Corporation guidato da Paul Singer.[121] Il 14 giugno 2019 viene nominato direttore dell'area tecnica in sostituzione del dimissionario Leonardo, suo ex compagno da giocatore.[122]
Dopo due stagioni concluse rispettivamente al quinto e al sesto posto, nell'annata 2020-2021 il Milan si qualifica alla Champions League dopo sette anni di assenza. Nella stagione successiva il club rossonero torna a vincere lo scudetto, a undici anni di distanza dalla precedente affermazione: per Maldini si tratta del primo trofeo da dirigente.[123]
La sua posizione viene confermata anche dal fondo d'investimento statunitense RedBird Capital Partners, che nell'estate del 2022 subentra a Elliott.[124] Al termine della stagione, che vede i rossoneri concludere il campionato al quarto posto e raggiungere le semifinali di UEFA Champions League, emergono tuttavia delle divergenze con la proprietà riguardanti il modello di gestione del club,[125] e il 6 giugno 2023 viene sollevato dall'incarico.[126]
Nel 2016 Paolo Maldini ha ricevuto il One Club Man Award, riconoscimento istituito e assegnato dalla squadra spagnola dell'Athletic Bilbao a calciatori che hanno militato per tutta la carriera calcistica in un solo club.[159]
Il 12 marzo 2018 una targa con il nome di Paolo Maldini è stata inserita nel percorso Walk of Fame dello sport italiano[160] al parco olimpico del Foro Italico a Roma, riservato agli sportivi italiani che si sono distinti per i risultati ottenuti in campo internazionale.
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