Soprannominato il Kaiser, è considerato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio[3][4][5][6][7][8][9]. Occupa la 4ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer[8] e la 3ª posizione nell'omonima lista pubblicata dall'IFFHS.[9] Nel marzo del 2004, Pelé lo ha anche inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, redatta in occasione del Centenario della FIFA.[10] A livello individuale ha ottenuto inoltre per due volte il Pallone d'oro, nel 1972 e nel 1976, divenendo il primo difensore ad essere insignito per due volte dell'ambìto premio. Nel dicembre 2020 è inoltre stato inserito nel Dream Team del Pallone d'oro in qualità di miglior difensore centrale di tutti i tempi.[7]
Dal 2009 fino alla morte, avvenuta nel Gennaio del 2024, è stato presidente onorario del Bayern Monaco.[11] È stato anche presidente del comitato organizzatore del campionato del mondo del 2006, venendo però criticato per le strategie adottate al fine di assicurare alla Germania l'organizzazione di tale edizione.[12][13]
Biografia
Franz Beckenbauer è nato l'undici settembre del 1945 come secondo figlio del segretario postale Franz Beckenbauer senior (1905-1977) e di sua moglie Antonie (1913-2006), nata Hupfauf, a Monaco di Baviera nel quartiere di Giesing e crebbe con il fratello Walter di quattro anni.[14] Anche suo zio, Alfons Beckenbauer, ha militato nel Bayern Monaco.
È stato sposato tre volte[16] e ha avuto cinque figli, tra cui Stephan, calciatore professionista, deceduto nel 2015.[17]
È morto il 7 gennaio 2024, all'età di 78 anni, come annunciato dalla sua famiglia all'agenzia stampa DPA.[11][18][19] I funerali sono stati celebrati in forma privata mentre il 19 gennaio si è svolta all'Allianz Arena una cerimonia commemorativa.
Caratteristiche tecniche
Dotato di grande personalità e carisma, qualità che ne fecero un personaggio molto popolare e gli hanno valso il soprannome di Kaiser, Beckenbauer ha giocato inizialmente nel ruolo di mediano, per poi affermarsi come libero.[5][6][20]
Sorretto da innata classe, è stato uno dei primi difensori a cimentarsi – con eccellenti risultati – nello sviluppo della manovra, senza limitarsi al contenimento degli attaccanti avversari.[5][6][20]
Nell'estate del 1966 era stato vicino al passaggio all'Inter, ma l'affare saltò per l'improvviso blocco all'ingaggio degli stranieri nel campionato italiano, misura susseguente alla deblacleazzurra al mondiale inglese.[21] Nel 1977, ormai trentaduenne e considerato a fine carriera, stavolta lasciò Monaco di Baviera e passò ai N.Y. Cosmos, dove rimase per tre stagioni, vincendo tre campionati nordamericani (1977-1978, 1978-1979, 1979-1980). Rientrato in patria nel 1980, giocò ancora due anni con l'Amburgo, con il quale conquistò un campionato (1981-1982), per poi concludere la carriera nuovamente con i Cosmos nel 1983.
Nazionale
Secondo classificato al Mondiale 1966, giunse terzo nel 1970. In quest'ultima competizione, nella celeberrima semifinale persa per 4-3 contro l'Italia, restò stoicamente in campo nonostante un infortunio occorsogli a cambi esauriti, il quale gli causò la lussazione di una spalla; Beckenbauer giocò i rimanenti 25' dei tempi regolamentari e tutti i supplementari con un braccio fasciato. Era stato ferito da Pierluigi Cera, e voleva continuare la partita perché Helmut Schön aveva già apportato i suoi due cambi[22].
Nel 1972 divenne campione d'Europa e nel 1974 del mondo, sconfiggendo nella finale dei mondiali casalinghi la più quotata Arancia Meccanica, i Paesi Bassi guidati dall'estro di Johan Cruijff. Nel 1976 sfiorò la riconquista dell'Europeo, perdendo ai rigori la finale con la Cecoslovacchia. Si sarebbe ritirato dalla Nazionale l'anno seguente.
Con la maglia della Germania Ovest collezionò 103 presenze, corredate da 14 gol.
Fece quindi ritorno al Bayern Monaco, divenendone allenatore il 28 dicembre 1993. Il 30 giugno 1994 lasciò la carica di allenatore, dopo aver vinto il campionato. Tornò nuovamente sulla panchina del Bayern Monaco il 28 aprile 1996; a fine stagione vinse la Coppa UEFA 1995-1996.
Dirigente
Dopo esserne stato vicepresidente del club nel 1991 e presidente nel 1994, nel 2002 divenne il nuovo direttore amministrativo del Bayern Monaco. Dal 1998 fu vicepresidente della Federazione calcistica della Germania.
Nel 2006, fu presidente del comitato organizzatore del campionato del mondo dello stesso anno: tuttavia, ricevette diverse critiche per le attività di lobbismo che condusse al fine di assicurare alla Germania l'organizzazione di tale edizione.[12][13]
Dal 1º gennaio 2007 al 30 marzo 2011, fu vicepresidente della FIFA. Il 27 novembre 2009, lasciò la carica presidenziale e la direzione amministrativa del Bayern Monaco; il giorno seguente, divenne presidente onorario del club bavarese.
Controversie
Il 14 ottobre 2015, nel pieno dello scandalo scoppiato in seno alla FIFA, venne messo sotto indagine, insieme al vicepresidente della UEFA Ángel María Villar Llona, per essersi rifiutato di collaborare con il comitato etico nell'indagine riguardante l'assegnazione del campionato del mondo 2018 alla Russia e del campionato del mondo 2022 al Qatar. Già nel giugno 2014 si era rifiutato di collaborare ed era stato sospeso per novanta giorni, sanzione poi revocata poche settimane dopo. Secondo il magazine Der Spiegel Beckenbauer, presidente del comitato organizzatore del mondiale 2006, avrebbe comprato 4 voti decisivi della FIFA per assicurare alla Germania l'organizzazione della competizione.[23]
Doping
Franz Beckenbauer fu il primo a rivelare nel 1977 sulla rivista della Germania occidentale Stern di usare il proprio sangue per stimolarsi: "Ho un metodo particolare per rimanere ai massimi livelli: iniettare il mio stesso sangue. Così, più volte al mese, il mio amico Manfred Koehnlechner preleva il sangue da un braccio per iniettare lo stesso sangue in una natica. Ciò si traduce in un'infiammazione artificiale. Il numero dei globuli bianchi, e soprattutto quello dei globuli rossi, si moltiplica e le forze di resistenza vengono così mobilitate nell'organismo".
Interrogato sul canale tedesco ZDF su un possibile sistema doping in Germania negli anni '70 e '80, Franz Beckenbauer ha parlato di “iniezioni di vitamine”, sostenendo poi di non sapere di cosa fossero fatte le famose iniezioni. "Naturalmente abbiamo fatto iniezioni di vitamine", dice il Kaiser. "Come potevo saperlo... Il medico ci ha detto: queste sono iniezioni di vitamine”. Le sue dichiarazioni si sono poi rivelate contraddittorie, in quanto l'ex stella del calcio tedesco ha affermato di non essere mai stato costretto ad assumere prodotti e di aver sempre conosciuto la composizione delle sostanze che poteva ingerire.[24]
Attività di beneficenza
Al termine della sua carriera professionale come giocatore della Bundesliga, il 15 maggio 1982 ha fondato ad Amburgo la Franz-Beckenbauer-Stiftung per sostenere le persone disabili, malate e in difficoltà. Beckenbauer ha donato alla fondazione il ricavato della sua partita d'addio del 1º giugno 1982 (Hamburger Sportverein vs nazionale 2:4) di 800.000 DM e ha aggiunto altri 200.000 DM.[25]
Negli ultimi 40 anni ha raccolto più di 20 milioni di euro. La moglie di Beckenbauer, Heidrun Beckenbauer, è presidente della fondazione.