Sulla base del ranking UEFA al 1992, si sarebbero sviluppati alcune mutazioni di organico, ma le turbolente vicende dell'Europa orientale ex comunista richiesero alcune decisioni “ad hoc” da parte della UEFA.
La prima questione da affrontare era l'embargo ONU cui erano sottoposti i resti della Jugoslavia, i cui posti vennero distribuiti fra i tre paesi più meritevoli, ossia la ex Unione Sovietica, la Romania e la ex Cecoslovacchia, che così qualificò un club ceco e due slovacchi.
Ma anche l'eredità della disciolta superpotenza slava era da definire: un accordo a tre siglato dalla UEFA con la Russia e l'Ucraina riconobbe alla prima la totale disponibilità dei tre posti ex sovietici, mentre alla seconda veniva girato uno dei posti della disciolta Germania Est, la quale peraltro ne aveva un altro di cui beneficiò un'altra nazione di recente indipendenza, la Slovenia.
La terza questione fu la temporanea sospensione per motivi di instabilità politica dell'Albania, il cui posto fu dato alla successiva nazione più meritevole, la Scozia.
L'ultimo problema fu infine lo scandalo che in estate coinvolse il calcio polacco e in particolare le due rappresentanti locali: la UEFA le squalificò e revocò al paese i suoi posti, offrendoli stavolta a nazioni più piccole, l'Ungheria e la Bulgaria.