Situata geograficamente al centro del Paese, circa 35 km a est di Durazzo e circa 40 km a nord-ovest di Elbasan, sorge in una valle racchiusa da montagne e colline (Monte Dajt a est, le colline di Kërrabë e Sauk al sud, le colline Vaqarr e Yzberisht a ovest e Kamzë a nord). È attraversata da due fiumi (il Tirana e il Lana) ed è affiancata da diversi laghi (lago di Tirana, Thatë, Farkë e Paskuqani) e da una riserva naturale nazionale (parku i madh).
È la sede del potere del governo albanese, con le residenze ufficiali del presidente e del primo ministro albanese e del parlamento albanese. La città è oggi il principale centro economico, finanziario, politico e commerciale, nonché culturale e religioso d'Albania, sede di istituzioni pubbliche e dell'università, e grazie alla sua posizione nel centro del paese, snodo di trasporti e traffici, e al suo moderno trasporto aereo, vicino ai poli marittimi, ferroviari e stradali, è in progressiva crescita urbana.
È stata insignita del titolo di Capitale europea della gioventù per il 2022[5].
Geografia fisica
Estesa su un'ampia pianura al centro dell'Albania, con il monte Dajt che si eleva a est e una valle a nord-ovest che si affaccia sul mare Adriatico in lontananza, è contornata da diversi laghi artificiali.
Territorio
Il Comune di Tirana si trova a (41,33 ° N, 19,82 ° E) nell'omonimo distretto. L'altitudine media di Tirana è 110 metri (361 piedi) sul livello del mare mentre il punto più alto è a 1828 m (5,997.38 ft) sulla sommità del Gropà Mali.
Ricca d'acqua, è situata in una pianura fertile. Bagnata dal fiume di Tirana (lumi i Tiranës), il cui affluente Lana attraversa il centro abitato[6] e affiancata nella zona sud dal fiume Erzen.
La comune comprende anche diversi laghi artificiali: il lago artificiale di Tirana, intorno al quale fu costruito il Grande Parco, il lago di Farka, di Bovilla, di Allgjate, di Kus, di Kashar e di Vaqarr.
Clima
Il clima di Tirana è temperato, con estati calde e inverni freschi e umidi.[7] Grazie alla sua posizione nella pianura di Tirana e alla vicinanza al Mar Mediterraneo, la città è particolarmente influenzata da un clima stagionale mediterraneo. È tra le città più piovose e soleggiate d'Europa, con 2.544 ore di sole all'anno[8].
Tirana prende il nome da Turan.
Turan era una figura della mitologia etrusca. Il suo nome significa "la signora", ed era la dea dell'amore, della fertilità e della vitalità nonché protettrice di Vulci. Nella mitologia romana corrisponde alla dea Venere o alla dea Afrodite. Sull'origine del nome Tirana sono state formulate anche diverse altre ipotesi; il nome potrebbe derivare: probabilmente anche dal latino "Theranda", o "Tiraneum"; oppure dal nome dal castello di "Tirkan" situato sul vicino monte Dajti, costruita dall'imperatore bizantino Giustiniano I e restaurata da Ahmed Pasha Toptani nel XVIII secolo[9].
Tirana è menzionata nei documenti veneziani nel 1418, un anno dopo la conquista ottomana dell'area: "[...] il residente Pjeter, figlio del defunto Domenik del villaggio di Tirana [...]". Nel 1510Marin Barleti, un prete e studioso cattolico albanese, nella biografia dell'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, Historia de vita et gestis Scanderbegi Epirotarum principis (La storia della vita e delle gesta di Skanderbeg, il principe degli Epiroti), ha indicato questa zona come un piccolo villaggio, distinguendo tra "Piccola Tirana" e "Grande Tirana ". Successivamente viene menzionato nel 1572 come Borgo di Tirana.
Tirana possiede anche l'appellativo di "Capitale degli Albanesi" (Kryeqyteti i Shqiptareve), intesa come capitale simbolica di tutti gli albanesi dei Balcani e della diaspora.
Storia
Età antica
La città di Tirana, priva di un glorioso passato storico rispetto alle altre città albanesi, porta fino ai giorni nostri delle presenze dei resti archeologici di modesta grandezza che risalgono al VI secolo.
Un primo nucleo abitativo nella zona di Tirana risale al periodo romano; lo provano i resti di una villa romana dentro le quali è stato scoperto il mosaico di Tirana.
Età medievale
Del periodo bizantino si possono invece vedere alcuni resti archeologici in diversi siti, tra cui la Fortezza di Giustiniano e il Castello del Palazzo dei Pionieri (Pallati i pioniereve, residenza della famiglia Zog, regnante sull'Albania dal 1924 al 1939).
Occupata nel XV secolo dall'Impero turco-ottomano, nella prima registrazione ottomana nel 1431-1432 aveva solo 2028 case e 7 300 abitanti: era un piccolo paese senza importanza strategica sorto sulle rovine romane e bizantine distrutte durante le varie invasioni barbare e slave.[senza fonte]
Età moderna
La fondazione ufficiale della città è del 1614 quando Sulejman Bargjini, un albanese musulmano, costruì una moschea, un hammam e un han (una locanda) creando le basi di Tirana. Negli anni successivi, attorno a questo complesso, la città cominciò ad espandersi spontaneamente secondo i principi della città musulmana ottomana.
Tirana rimase un centro prevalentemente agricolo, e grazie ai primi commerci, divenne un centro dedito all'artigianato e soprattutto all'esportazione del tabacco e dell'olio d'oliva. La sua popolazione aumentò nei successivi due secoli, rimanendo tuttavia stabile. Inoltre, divenne un importante centro religioso (specialmente per i bektashi e altre confraternite sufi).
Età contemporanea
Nel 1820 fu eretto l'edificio distintivo della città, la Torre dell’Orologio.
Dopo la liberazione della dominazione turca (1912) crebbe ancora di importanza per la sua centralità e la disponibilità di grandi spazi per gli edifici pubblici.
Durante il Congresso di Lushnjë del gennaio 1920, la scelta di compromesso tra il nord e il sud del paese stabilì un governo provvisorio il quale decretò Tirana come capitale temporanea dell’Albania.
Nel 1921 venne fondata dalla Croce Rossa americana l'American Vocational School[10].
Dopo la sua salita a capo del governo albanese nel 1925, Ahmed Zog decise di mantenere Tirana come la capitale dello Stato albanese, quando il potere centrale si rese conto che era più facile controllare il paese dal centro invece che dalla città di Durazzo o Scutari, situate sulla costa e quindi molto più vulnerabili. Con una posizione geografica perfetta, in un incrocio di strade nord-sud e est-ovest, non molto lontano dal porto di Durazzo a ovest, Tirana sembrò in quel momento il luogo adatto per ospitare le strutture governative del nuovo stato.
La popolazione della città, stimata a soli 12 000 abitanti nel 1910, salì a 30.000 nel censimento del 1930 e a 60.000 nel 1945, nonostante l'occupazione straniera e la guerra.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'occupazione dell'Albania da parte prima delle truppe italiane e poi tedesche, Tirana divenne il fulcro della resistenza. Appena due anni dopo la liberazione del paese dagli eserciti delle potenze dell'Asse, nel 1944, il paese fu dichiarato repubblica popolare socialista. Nel novembre 1944 vi si insediò il governo comunista di Enver Hoxha. Da quel momento in poi, gran parte dello sviluppo della città è legato all'influenza dell'Unione Sovietica prima e della Cina dopo, fino al crollo dello stato comunista nel 1991.
Durante gli anni cinquanta Tirana sperimentò un periodo di rapida crescita di urbanizzazione industriale, che portò gli abitanti a 137.000 nel 1960. Alla fine degli anni novanta Tirana ebbe la sua crescita più rapida, quando molti albanesi dal nord e dal sud si spostarono nella capitale per cercare una vita migliore.
Oggi, dopo la caduta della Repubblica Popolare Socialista d'Albania, la città sta vivendo un periodo di progressivo sviluppo economico, sociale e urbanistico, con l'edificazione e la sistemazione monumentale di parchi, edifici, compresa la ricostruzione degli edifici religiosi distrutti durante le varie guerre e sotto il regime comunista.
Negli ultimi anni l'inquinamento è diventato un grosso problema per Tirana, poiché il numero di automezzi è cresciuto notevolmente. Si tratta per la maggior parte di vecchie auto diesel fuori dalle norme UE, che inquinano molto di più dei modelli in circolazione nel resto d'Europa. In aggiunta, il carburante importato dalla Grecia e dalla Turchia, usato in Albania contiene maggiori quantità di zolfo[senza fonte] e piombo[senza fonte], rispetto a quanto consentito dai regolamenti nei paesi UE. [senza fonte]
Tirana ha subito radicali cambiamenti dall'inizio del XXI secolo. La capitale ha visto il miglioramento delle sue infrastrutture, in concomitanza con la considerevole opera di bitumazione e risistemazione del manto stradale in molte zone della città.
La Tirana attuale conserva solo in minima parte l'originale immagine medievale del periodo bizantino. L'impressione è di una città occidentale con rimanenze della lunga dominazione ottomana, la commistione con eleganti edifici che richiamano l'architettura austro-ungarica e italiana della fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento e residui d'arte del realismo socialista, affiancati da una contemporanea fioritura di edifici moderni.
Sono state create numerose aree verdi che, con la demolizione di molte costruzioni abusive, contribuiscono a un netto miglioramento dell'estetica della città. Inoltre a partire dal 2000 sono stati costruiti molti edifici sia residenziali che statali che hanno migliorato lo skyline della città. Nel nuovo piano regolatore di Tirana sono inclusi diversi interventi che modificheranno la capitale. Alcuni di essi sono già in atto e prevedono la riqualificazione della piazza Giorgio Castriota Scanderbeg, la ricostruzione degli edifici religiosi cristiani cattolici e ortodossi distrutti durante il regime comunista, la zona del lago artificiale e la cosiddetta "Priority Zone".
Simboli
La descrizione dello stemma del Comune di Tirana è contenuta nel primo articolo dello statuto comunale[11]:
«L'emblema del Comune è costituito da uno scudo di forma appuntata, di colore rosso-blu, diviso nella metà, cui è collocata a sinistra la Torre dell'Orologio e a destra lo stemma della famiglia Skuraj, cimato di corona con tre torri»
Lo stemma del Comune di Tirana è stato approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 215, il 14 novembre 2000.
La città di Tirana ha un tessuto urbano fortemente stratificato, in cui permangono tracce consistenti della sua storia che restituiscono una sua precisa identità. I piani per la sua trasformazione in capitale si sono sovrapposti dialetticamente alla città preesistente, segnandola fortemente con una nuova direzione di sviluppo, ma non cancellando gli elementi della sua struttura urbana.
Hanno segnato particolarmente la città gli interventi di trasformazione avvenuti fra il 1923 e il 1945, quando si costituisce in essa la nuova capitale. Questi interventi si affiancarono alla cittadina storica, di impianto medievale e oriental-ottomano, fatta di spazi intimi e raccolti, di giardini verdi, di rovine medievali (fortezza, chiesa ecc.), moschee, mercati e strade senza uscita. L'identità di Tirana si misura quindi sulla sua immagine europea, data dall'architettura italiana, che ha gettato le basi sulla città capitale e si riconosce per l'impianto monumentale. L'utopia comunista ha lasciato il segno, soprattutto nella costruzione popolare di case, corti e spazi pubblici.
L'attuale architettura, velocemente in divenire, sta reinventando la sua struttura urbana, a volte a discapito del preesistente (cfr. Teatro Nazionale Albanese demolito, caratteristiche antiche case distrutte per la realizzazione di palazzi a più piani, la Torre dell'Orologio circondata da grattacieli, e così via).
Tirana è sede di siti storici situati sia nel centro storico che fuori da esso. Tra i più importanti si possono menzionare:
nei pressi della città
il Castello di Tirana (Kalaja e Tiranës), dell'epoca bizantina-medievale
il Castello di Prezë (Kalaja e Prezës), dell'epoca medievale
Tirana ha 8 biblioteche pubbliche, 5 musei e 56 monumenti culturali.
Tra le biblioteche la principale si trova nel Palazzo della Cultura di Tirana ed è la biblioteca nazionale albanese con oltre un milione tra volumi e altri materiali.
La città è sede dell'Università di Tirana, fondata nel 1957, in piazza Madre Teresa, e di molti edifici governativi e culturali, come l'Accademia delle Scienze Albanese, l'Istituto di Ricerca, l'Accademia delle Arti, l'Università dell'Agricoltura, l'Accademia Militare, l'Istituto del Ministero degli Interni, l'Assemblea del Popolo e l'Alta Corte Costituzionale. Oltre ai musei, che offrono uno spaccato importante dell'Albania, ci sono interessanti chiese e monumenti che testimoniano la storia della città.
Architetture religiose
I luoghi di culto della città comprendono moschee e chiese (cattoliche e ortodosse), risalenti al periodo medievale, alla dominazione ottomana o di recente costruzione. Per citarne alcune:
Moschea Ethem Bey, la cui costruzione venne iniziata nel 1789 da Molla Bey e completata nel 1823 dal figlio Haxhi Ethem Bey, discendente di Sulejman Pasha[12].
Moschea Bejtyl Evel, la prima moschea realizzata in Albania appartenente alla tradizione ahmadiyya. Costruita nel 1995, può ospitare fino a 2.500 fedeli.[13]
Chiesa di Kroit (Kisha e Kroit të Shën Gjinit), dell'epoca bizantina, già cattolica di rito bizantino, resistita sia alla dominazione turca e che al regime dittatoriale;
Chiesa cattolica del Sacro Cuore di Gesù (Kisha Katolike Zemra e Krishtit), costruita nel 1939, ad opera dei gesuiti e anche con fondi italo-albanesi, sia di rito latino che bizantino. Monumento nazionale, fu chiusa dai comunasti nel 1967, anno cui in tutte le chiese d'Albania veniva stabilito il divieto delle attività religiose, e riaperta al culto nel 1991.
Cattedrale cattolica di San Paolo (Katedralja Katolike e Shën Palit), di semplice decorazione esterna, regala degli interessanti interni con un'impressionante architettura moderna. Notevole ed emozionante il disegno sul vetro raffigurante l'albanese Madre Teresa e Papa Giovanni Paolo II. Costruita e aperta al culto nel 2001.
Chiesa di Sant'Antonio (Kisha e Shën Antonit), ricostruita interamente negli anni 2000, è una delle cinque chiese cattoliche della capitale, il suo territorio parrocchiale comprende una porzione del centro, i quartieri residenziali, ed una sconfinata periferia abitata da persone immigrate prevalentemente dalle zone del nord Albania.
Chiese ortodosse
Chiesa ortodossa Evangelizzazione (Kisha Orthodhokse Ungjillëzimi), nel centro della città a nord del fiume, fu riedificata nel 1964 e venne poi chiusa al culto nel 1967, anno in cui venne stabilito il divieto delle attività religiose e usata come sport club cittadino. Venne riaperta nel 1990. Sul campanile è ancora chiaramente visibile il punto in cui il foro, a forma di croce nella struttura di mattoni, era stato ricoperto.
Cattedrale della Resurrezione di Cristo (Kryekisha Orthodhokse Ngjallja e Krishtit), complesso architettonico maestoso, è la più grande chiesa ortodossa dei Balcani. Costruita tra il 2001 e il 2012, a pochi passi dalla piazza centrale - a titolo di risarcimento per l'antica cattedrale in piazza Scanderbeg distrutta nel 1967 dal regime comunista nell'attuale luogo in cui sorge l'Hotel Tirana International - è a forma circolare sormontata da una grande cupola, ricoperta da mosaici dell'artista albanese Josif Droboniku, raffigurante il Cristo Pantocratore. Nella cattedrale è presente anche un anfiteatro, un piccolo museo, una sala presentazioni, una biblioteca e una sala per mostre.
Inoltre sono presenti nel territorio altre chiesette antiche e in cattivo stato, risalenti al periodo bizantino.
Architetture civili
Fortezza di Giustiniano (Kalaja e Xhustinianit), edificata nel VI secolo durante il periodo bizantino, quando ancora l'Albania era una parte integrante dell'impero di Bisanzio. Oggi dell'originale splendore rimane solo una piccola muraglia di circa sei metri di altezza, ultimi resti di un castello distrutto dall'occupazione turca.
Torre dell’Orologio (Kulla e Sahatit), la torre, o campanile, è oggi il simbolo di Tirana e venne costruita intorno al 1821-1822 da Et`hem Bey, fu poi allargata di ben 35 m nel 1928, quando venne edificato il suo orologio.
Piramida (Centro internazionale di cultura), aperta nel 1988 come museo dedicato al dittatore albanese Enver Hoxha, si dice essere l'edificio più costoso della storia dell'Albania. Alla caduta del regime comunista l'edificio venne usato come centro culturale e sociale giovanile. Di fronte alla Piramida si trova la Campana della Pace, omaggio ai difficili anni del post-comunismo nel paese. È stata infatti realizzata fondendo i bossoli raccolti dai bambini albanesi durante l'Anarchia del 1997.
I registri delle prime registrazioni catastali sotto gli ottomani nel 1431-1432 mostrano che Tirana consisteva di 60 aree abitate, con quasi 2.028 case e 7 300 abitanti.
Nel 1703 Tirana contava circa 4 000 abitanti e nel 1820 il numero è triplicato a 12.000. Il primo censimento, condotto nel 1923, pochi anni dopo Tirana divenne capitale d'Albania, ha mostrato una popolazione totale di 10.845. Dopo le migrazioni verso la nuova capitale, salì a 30.000 nel censimento del 1930 e a 60.000 nel 1945.
Nel corso del 1950 Tirana sperimentò una rapida crescita industriale e la popolazione aumentò a circa 137.000 entro il 1960. Dopo la fine del regime comunista nel 1991, Tirana vide la crescita più rapida della popolazione quando molti albanesi dalle zone rurali si trasferirono nella capitale in cerca di una vita migliore. Nel 1990 Tirana aveva 250 000 abitanti, ma da allora la popolazione è aumentata ad oltre 600.000.
A partire dal 2008, la popolazione urbana della città è ufficialmente stimata a 618.431[senza fonte] abitanti.
Anno
Area (km²)
Popolazione (entro i confini della città dell'anno specifico)
In Albania, stato laico, la libertà di credo e di religione è garantita nella costituzione della Repubblica albanese. Tirana è religiosamente diversificata e comprende molti luoghi di culto.
A Tirana sono presenti undici musei, di cui sono più noti:
Museo archeologico (Muzeu Arkeologjik), situato in Sheshi Nënë Tereza (piazza Madre Teresa) con vari reperti ritrovati nell'area intorno alla città, dal vasellame, piccoli oggetti raffiguranti animali e gioielleria;
Galleria d'arte (Galeria e Arteve), di recente riapertura, in Boulevard Dëshmorët e Kombit, ospita una varia collezione d'arte dalla fine dell'Ottocento alla contemporaneità, con una sezione in particolare di opere in stile realismo socialista, tra cui busti, dipinti, statue e fotografie
Museo di storia nazionale (Muzeu Historik Kombëtar). Inaugurato il 28 ottobre 1981 si tratta del più grande museo della città e il più importante del paese. Si trova nella parte occidentale di piazza Scanderbeg e offre informazioni sulla storia dell'intera Albania. Contiene 3.600 reperti del patrimonio culturale albanese lungo tutta la sua storia, tra cui il periodo Paleolitico, la recente antichità (Illiri, Greci e Romani, dal sec. IV a.C.), il medioevo, fino agli anni intorno alla seconda guerra mondiale e al movimento partigiano, al comunismo (con una sezione sui crimini del regime) e la rivoluzione degli anni '90. Bellissimo inoltre il mosaico della facciata dell'edificio raffigurante la storia dell'Albania dalle sue origini illiriche ai giorni nazionalistici. Al suo interno, l'edificio viene suddiviso in base a noti periodi storici del paese.
Museo di scienze naturali (Museu i Shkencave Të Natyrës), piccolo ma importante museo cittadino la cui collezione inoltre include la più grande tartaruga marina mai ritrovata in Albania.
Bunk'Art 1 e Bunk'Art 2, musei ricavati da bunker antiatomici del periodo socialista che contengono sia oggetti originali che installazioni artistiche.
La Casa delle Foglie, museo dei servizi segreti; le foglie indicano le tracce nascoste nel bosco, ma anche il lascito di registri e dossier sugli albanesi.[18]
La cucina locale è caratterizzata da piatti in genere costituiti da carne accompagnata con un tipo di riso (pilaf), a sua volta accompagnati da piccoli antipasti (meze). Tra i piatti di carne abbondano quelli a base di agnello, montone e vitello, spesso cucinati alla griglia, come shishqebap o fërgesë quest'ultimo impasto di olio di oliva, farina di mais, uova, prima fritto e poi bollito.
Degni di nota sono il lakror, una frittella stufata con fagiolini, pomodori, erbe aromatiche e spezie; la tave me qofte, ovvero polpettine speziate preparate al forno; e groshët, un tipico piatto di fagioli. A cambiare il sapore piatto sono le diverse spezie, che vengono usate sempre fresche.
Il pane albanese è molto rinomato, generalmente fatto ancora in casa dalle donne. Una particolarità è che le panetterie in Albania tendono a sfornare pane fino a mezzanotte, e lo stesso pane non viene consumato il giorno dopo. Il più consumato è quello integrale, chiamato 'pane nero' (buka e zezë).
Tra i dolci tradizionali si possono menzionare: petullat (piccoli bocconcini di impasto speciale fatte di mattina o in sostituzione del pane), di tradizione tipica albanese, bakllava, dolce di tradizione tipica ottomana che si fa nel periodo di Natale ed è composto da 120 sfoglie, noci, miele e burro, kadaif, un dolce usato in ogni momento dell'anno e halva, dolce consumato nei lutti e per ricordare le persone defunte.
Molto consumati a Tirana sono il rakı e il caffè locale, di chiara influenza turco-ottomana, non mancano vari konjak locali, l'uzo (un liquore aromatizzato), nonché la sambuca.
Geografia antropica
Quartieri periferici
Il primo quartiere periferico di Tirana è stato Bam. I tre quartieri periferici più antichi sono Mujos e Pazari, posti tra il centro geografico e via Elbasan, sul lato opposto al fiume Lana, e Brraka, sito ad est del viale Zog I, attorno alla moderna via Haxhi Hysen Dalliu.
Altri quartieri periferici sono:
Laprakë o Lapraka, sito nella zona nord-ovest di Tirana.
Tirana e Re (Nuova Tirana), che comprende una parte nota come Ish-Blloku o Blloku (un termine utilizzato per identificare l'ex complesso edilizio delle residenze dei membri del capi comunisti dell'Albania). Questo quartiere è il più moderno di Tirana. Esso si distingue per le numerose caffetterie, bar, ristoranti, ecc. Si trova nella zona meridionale di Tirana e confina con il Kombinat ed il centro della città.
Ali Demi, posto nella zona sud-occidentale della città.
Luogo simbolico non solo della capitale ma dell'intero universo albanese, con i suoi cinque ettari di superficie, rappresenta idealmente il centro geografico e politico dell'Albania. La piazza Giorgio Castriota (detto) Scanderbeg, in albaneseSheshi Gjergj Kastrioti Skënderbeu, sorprende per le sue dimensioni. Posta nel cuore di Tirana, ricorda l'epoca comunista, quando una dimensione tale serviva, oltre alle sfilate dell'esercito, a mostrare la potenza del regime.
La piazza prese l'attuale nome nel 1968, quando vi fu collocato il monumento equestre per il cinquecentenario della morte dell'eroe nazionale albanese, opera di bronzo dello scultoreOdhise Paskali. Porta il nome di Giorgio Castriota Scanderbeg, il personaggio più famoso e rappresentativo nella storia dell'Albania. Scanderbeg combatté contro i turchi ottomani per la libertà del suo popolo e dei valori cristiani e riuscì a respingerli per più di due decenni. Considerando la grandezza dell'Albania e la potenza dell'Impero ottomano, fu allora una vittoria incredibile di grande valore patriottico.
Concepita inizialmente nel centro storico di Tirana da Re Zog I secondo lo stile neo-razionalista, fu ampliata negli anni tra il 1920 e il 1930 sotto la dittatura fascista del Regno d'Italia. Successivamente, nel periodo comunista (1945 al 1992), fu rimodellata secondo gli ideali correnti del regime: ampi e ordinati viali che da essa dipartono costituiscono il centro e conducono a vari edifici pubblici, all'Università, alla Galleria d'Arte Contemporanea (ove, fra le altre, sono esposte anche suggestive opere realiste del periodo comunista), e al maestoso Mausoleo Piramidale progettato per l'allestimento di un museo dedicato alla vita di Enver Hoxha (ora prosaicamente divenuto centro fieristico, ricreativo e bar).
Il fulcro della piazza è la statua equestre dedicata all'eroe nazionale, a fronte della quale, sulla base di simmetrie architettoniche e urbanistiche simboliche, si erge imponente l'edificio in stile razionalista del museo storico albanese. La facciata rettangolare è sormontata da un frontone musivo che illustra i capisaldi della storia dell'Albania nell'ottica del passato regime.
Tirana ha sperimentato una rapida crescita, con la nascita di numerose industrie, a partire dagli anni venti. Le principali industrie sono tessili, farmaceutiche, agricole, metallurgiche, edili, alimentari (ad esempio la Birra Stela) ed elettro-meccaniche.
La rete ferroviaria è gestita dall'Hekurudhat Shqiptare, la quale collega Tirana alle principali città dell'Albania.
Porti
Tirana non ha un porto suo, ma la città portuale di Durazzo dista poco dalla capitale. Ci sono partenze da Durazzo verso Trieste, Ancona, Otranto, Bari, Genova (Italia), Zara, Ragusa (Croazia), Capodistria (Slovenia), Antivari (Montenegro), Corfù (Grecia), ecc.
Nella capitale, Tirana, in tutte le città ed in altre zone abitate dell'Albania sono presenti aziende pubbliche e private che gestiscono trasporti di tipo urbano, suburbano, interurbano e turistico.
Il trasporto privato per spostarsi nella capitale Tirana e nelle altre zone viene principalmente fornito dal servizio taxi e recentemente dall'autonoleggio.
I taxi con licenza a Tirana dispongono di targhe con sfondo giallo e testo rosso. Una corsa in città costa mediamente 3/4€ e tutti i taxi ufficiali dispongono di tassametro.
^La prima capitale della moderna Albania era stata Durazzo (1912-1920), antichissima città illirica, scelta proprio per la sua storia, posizione geografica ed economia più fiorente. L'Albania, diventata nuovamente oggetto delle mire espansionistiche slavo-serbe e della Grecia, propose lo spostamento della capitale più in centro nel Paese, al riparo da eventuali possibili attacchi. Da allora la città si è sviluppata come il fulcro fisico-geografico dell'"albanesità".
^Attualmente si presenta come un fiume di modesta portata d'acqua, contornato da una poderosa opera cementizia di contenimento per limitare la contaminazione delle acque di falda.
^Nello specifico si basa sullo stemma della famiglia Skuraj, che è la famiglia che governò Tirana nel Medioevo, nei secoli XIV-XV. Una delle tracce trovate da questa famiglia, nell'area ai piedi del monte Dajti, è lo stemma di Skuraj, trovato in un blocco di pietra, che si trova oggi nel Museo storico nazionale. Per tutti i suoi abitanti degli ultimi duecento anni come simbolo e punto di riferimento è servita la Torre dell'Orologio, che è il monumento più significativo dei suoi ultimi secoli. Lo stemma della città comprende anche una corona con un muro con tre torri medievali e un portone, posta sopra lo scudo.
^abInstat Gis, su instatgis.gov.al, Instituti i Statistikës (INSTAT). URL consultato l'8 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2019).