La Strada del Monte Sabotino (in sloveno: Sabotinska cesta), meglio nota come Strada di Osimo (Osimska cesta), è una strada internazionale che collega le località slovene di Salcano (Solkan) e Poggio San Valentino (Podsabotin) attraverso una servitù di passaggio posta sul territorio italiano. La strada venne costruita a seguito del Trattato di Osimo del 1975 che costituì la cornice normativa per la costruzione di un'infrastruttura in territorio italiano ma condivisa con la Jugoslavia.[1]
Il tratto sul territorio italiano è costruito in una trincea alta due metri ed è sottoposto a particolari regole sul transito veicolare.
Storia
Prima degli accordi internazionali, esistevano diversi valichi di frontiera minori tra il Collio sloveno e il Friuli Venezia Giulia, ma avevano un orario di apertura limitato, che impediva alle persone di comunicare normalmente con il loro paese d'origine o le costringeva a utilizzare un percorso molto più lungo lungo la strada che sale a nord sulla valle dell'Isonzo fino a Plava e prosegue verso Nova Gorica, dove la maggior parte degli abitanti andava a lavorare.
Il Trattato di Osimo stipulato il 10 novembre 1975 tra l'Italia e la Jugoslavia stabilì espressamente all'articolo 9 di costruire tale collegamento. L'articolo 6 dell'Accordo sullo sviluppo della cooperazione economica dettaglia meglio i rispettivi adempimenti.[2]
La strada fu costruita secondo il progetto elaborato dalla commissione mista italo-jugoslava di cui all'art. 6 dell'accordo sulla promozione economica e finanziata dai governi italiano e jugoslavo, ciascuno per il proprio tratto di competenza della strada. Nel 1978 il governo italiano destinò all'ANAS un finanziamento di 1,55 miliardi di lire.[3]
Nel 1980 venne iniziata la costruzione del tratto dal confine con l'Italia fino a Poggio San Valentino, ma nella primavera del 1982 i lavori furono sospesi per mancanza di risorse finanziarie. La costruzione riprese nell'aprile 1983 e ai lavori di sterro partecipò anche l'unità di ingegneria dell'esercito popolare jugoslavo.
A seguito del completamento del ponte sull'Isonzo, la strada fu inaugurata il 15 giugno 1985 dai sindaci di Gorizia e Nova Gorica.[4]
Secondo l'accordo nel 1975 tra l'Italia e la Jugoslavia il tratto italiano venne assegnato al controllo jugoslavo per 25 anni e successivi periodi di dieci anni rinnovati tacitamente a meno di denuncia da farsi almeno due anni prima della scadenza del periodo. Come da accordo, il controllo del traffico veicolare è sotto il controllo della polizia slovena anche nel tratto di circa 1,6 chilometri che si trova in territorio italiano,[5] gestito anch'esso dalla Direkcija Republike Slovenije za ceste (Agenzia slovena delle strade).
Nell'ambito della costruzione della strada, vennero realizzati il ponte di Salcano che attraversa il fiume Isonzo e altre dieci strutture più piccole per colmare corsi d'acqua con portate da 1 a 11 m, mentre furono scavati o riempiti quasi 400.000 m³ di materiali.
Classificazione
Alla strada è stato attribuito il numero R2-402 nella numerazione ufficiale slovena e nel tratto in territorio italiano dei cavalcavia permettono la circolazione delle persone da e per il monte Sabotino. Secondo la numerazione dell'ANAS la strada è la NSA 55.
Le cosiddette "piste di sorveglianza" nel territorio italiano sono ufficialmente classificate come "NSA 55 bis"[6].
La strada regionale R2-402 inizia a Salcano, all'incrocio con la strada principale 103, attraversa l'Isonzo con un grande ponte ad arco in cemento armato, lungo 238 metri e alto 55 metri (campata centrale di 102 metri) e sale in due tornanti fino al confine di stato sul versante del Monte Sabotino.
Nel tratto sul territorio italiano, la strada passa attraverso un corridoio lungo 1594 metri:[7] questa parte è costruita in trincea e presenta una recinzione alta due metri su entrambi i lati della strada con cancelli gestiti dalle autorità italiane. Il regime di comportamento da tenere durante l'attraversamento del corridoio è stato determinato dal Regolamento sull'uso della Sabotinska cesta, pubblicato il 7 ottobre 1983 in appendice alla Gazzetta ufficiale slovena n. 8 - Trattati internazionali: questo tratto di strada è destinato esclusivamente al traffico di transito ed è vietato sostare su di esso; su questo tratto non è consentito circolare con veicoli militari e sono vietate le fotografie.[8]
La strada raggiunge di nuovo il confine di stato davanti all'insediamento di Poggio San Valentino e poi costeggia la valle del torrente Pevnica fino a Colmo, dove si collega alla vecchia rete stradale. La strada regionale 402 prosegue poi verso Quisca, San Martino, Castel Dobra e Neblo e termina alla frontiera del valico di Vencò.
^abcdefghIn corsivo sono indicate le strade statali facenti parte sino al 1945 - per l'intera estensione - del territorio italiano e poi parzialmente cedute agli Stati vincitori della Seconda guerra mondiale, in seguito alla modifica dei confini nazionali stabilita dal trattato di Parigi del 1947.