ForlìForlì (AFI: /forˈli/ , Furlè in romagnolo[4][5]) è un comune italiano di 117 758 abitanti[1], capoluogo della provincia di Forlì-Cesena insieme a Cesena, in Emilia-Romagna. Costituita come presidio romano[6] lungo la Via Emilia, la città si sviluppò come centro agricolo e commerciale già in età antica. Nel medioevo emerse come libero comune e importante roccaforte ghibellina[7], attraversando fasi di autonomia e di dominazione, fino all’affermazione della signoria degli Ordelaffi, che la governarono per oltre due secoli. Durante il Rinascimento si affermò come centro artistico e culturale[8][9], in particolare attraverso la scuola forlivese[10], che contribuì in modo significativo allo sviluppo dell’arte romagnola tra Quattrocento e Cinquecento. In seguito alla caduta della signoria, Forlì entrò stabilmente nei domini pontifici, sotto i quali rimase fino all’Unità d’Italia, partecipando attivamente ai moti risorgimentali[11][12]. L’eredità storica è visibile nella varietà architettonica che comprende tracce del romanico[13], testimonianze del rinascimento romagnolo[14] e numerosi esempi di razionalismo italiano[15][16]. Questa stratificazione è particolarmente evidente nella centrale piazza Aurelio Saffi, una delle più ampie d’Italia[17][18], attorno alla quale si concentrano edifici di epoche differenti. Oggi Forlì mantiene un ruolo di rilievo come polo culturale[19][20], universitario[21] e manifatturiero[22], ed è attiva nella ricerca tecnologica, in particolare nel settore aerospaziale[23][24]. Fin dall'inizio del Regno d'Italia è stata capoluogo della provincia di Forlì; dopo il distacco da questa del comprensorio di Rimini, divenuto provincia nel 1992, il territorio rimanente prese la nuova denominazione di provincia di Forlì-Cesena. È sede vescovile della diocesi di Forlì-Bertinoro. Geografia fisicaTerritorioForlì sorge nella Pianura Padana, più precisamente in Romagna, a 5 km di distanza dalle prime colline dell'Appennino forlivese e a circa 26 km dalla riviera adriatica. La periferia è bagnata dal fiume Montone che, presso il quartiere Vecchiazzano, riceve le acque del fiume Rabbi, per poi lambire le mura urbane presso Porta Schiavonia; e dal fiume Ronco che attraversa l'omonimo quartiere periferico della città. GeologiaIl territorio di Forlì si colloca nel bacino dei Fiumi Uniti, dove affiorano rocce che testimoniano l’evoluzione geologica dall’Appennino alla pianura. Le formazioni più antiche sono rappresentate dal macigno (37–18 milioni di anni fa) sul crinale appenninico, seguito dalla formazione marnoso-arenacea (15–7 milioni di anni fa) in area montana e collinare. Alla fine del Miocene il bacino si colmò, con la comparsa delle coltri liguridi e dei depositi gessoso-solfiferi. Nel Pliocene il mare tornò a occupare le zone collinari, lasciando sedimenti argillosi, sabbiosi e lo spungone, tipica pietra locale. Tra Pliocene e Pleistocene si depositarono argille marine e sabbie gialle, testimonianza di antiche coste frequentate dall’Homo erectus a Monte Poggiolo. Durante le glaciazioni del Pleistocene medio si formarono coperture eoliche di loess e ambienti steppici popolati da grandi erbivori. Nell’era quaternaria, infine, processi erosivi e alluvionali hanno modellato l’attuale paesaggio, caratterizzato da colline argillose ondulate, rilievi marnoso-arenacei e spessori alluvionali superiori ai 200 m in pianura. ClimaForlì ha un clima temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda (classificazione Köppen-Geiger Cfa). Il clima è influenzato dal trovarsi vicina alla costa del mare Adriatico, al margine meridionale della Pianura Padana e a ridosso del crinale appenninico, il quale, insieme ai contrafforti montani tra le valli, orientate da sud-ovest a nord-est, influenza notevolmente l'andamento dei venti al suolo. Il mese più freddo, gennaio, ha una temperatura media di 3,1 °C, mentre quello più caldo, luglio, ha una temperatura media di 24,7 °C. La temperatura più alta registrata a Forlì è stata di 43,0 °C nell'agosto del 2017 mentre quella più bassa è di −19,0 °C registrata nel gennaio del 1985. L'escursione annua, data dalla differenza tra la temperatura media del mese più caldo e quella del mese più freddo, oscilla tra i 18 e i 23 °C Le precipitazioni medie annue di Forlì sono all'incirca di 745 mm di pioggia, e il numero di giorni piovosi è in media di 75. Le piogge sono distribuite in modo piuttosto regolare durante l'anno, con valori massimi in novembre (79 mm) e minimi in gennaio (38 mm), febbraio e luglio (40 mm). Il fenomeno della nebbia si presenta regolarmente ogni anno, soprattutto nei mesi invernali, o a fine autunno, manifestandosi a diversi livelli di intensità e di frequenza con prevalente accentuazione delle zone di pianura nelle depressioni morfologiche e diradandosi più a sud a partire dalle propaggini appenniniche. A Forlì predominano i venti di nord-ovest, di est e di sud-ovest. In primavera, in estate e in autunno prevalgono venti da est, in inverno quelli da nord-ovest.
Origini del nomeIl toponimo della città è tradizionalmente riconducibile all'originario romano "Forum Livii", ovvero "Foro di Livio", dal console Gaio Livio Salinatore.[25] Nel Libro Biscia, una raccolta di atti prevalentemente giuridici archiviati nell’Abbazia di San Mercuriale, Forlì è indicata come “Figline qui vocatur Livia” in documenti datati 1092, 1114, 1116, appellativo derivante dall’attività dei vasai (i “figularii”), dizione poi decaduta. L'epiteto "Livia" venne altresì utilizzato per indicare una parte di città oltre il fiume Montone, sorta sui resti di un Castrum: il nome rimase affermato tra i poeti, forgiando la definizione alternativa dei forlivesi “liviensi”. Nel XIII secolo l’uso di “Forum Livii” o “Forum Livi” si contrasse in “Forlivium”. Da quando la lingua volgare iniziò a nobilitarsi, il toponimo mutò in Forlivio, Forlivo, Forlivi.[26] La variante attuale venne ideata da Dante Alighieri[27][28] nella stesura della Divina Commedia per esigenze metriche, recuperando e declinando la dizione popolare “Furlì” (da cui deriverà il dialettale "Furlè"): «Come quel fiume c’ha proprio cammino prima dal Monte Viso ’nver’ levante, da la sinistra costa d’Apennino, che si chiama Acquacheta suso, avante che si divalli giù nel basso letto, e a Forlì di quel nome è vacante.» Inoltre: «Vidi messer Marchese, ch'ebbe spazio già di bere a Forlì con men secchezza, e sì fu tal, che non si sentì sazio» La denominazione venne successivamente adottata e consolidata dagli storici e cronisti Giovanni di Mastro Pedrino, Andrea Bernardi e Sebastiano Menzocchi.[26] StoriaOrigini ed epoca anticaIl territorio forlivese fu abitato già nel Paleolitico, come attestano i ritrovamenti di Monte Poggiolo, datati a circa 800 000 anni fa, tra i più antichi d'Europa[29]. Nel 2010, nell'area del nuovo carcere, venne scoperta una necropoli dell’età del bronzo risalente a 4 000 anni fa[30]. L’insediamento etrusco denominato Ficline (“terra di vasai”) divenne poi il municipio romano Forum Livii, fondato nel 188 a.C. dal console Gaio Livio Salinatore[31]. Restano tracce di viabilità, ponti e abitazioni, con scavi significativi in località Pieve Acquedotto e in via Curte[32]. MedioevoDopo la caduta dell’Impero romano d'Occidente, Forlì passò agli Ostrogoti, quindi ai Bizantini, entrando successivamente nei domini della Chiesa grazie alle donazioni di Pipino il Breve. Nel corso del Medioevo la città si sviluppò come libero comune, affermandosi poi come signoria sotto gli Ordelaffi, spesso in contrasto con lo Stato Pontificio, come dimostra la crociata contro i Forlivesi (1355-1359). Forlì fu una delle principali roccaforti ghibelline dell’Italia centro-settentrionale e, nel 1282, resistette strenuamente all’assedio dei francesi inviati da Papa Martino IV. L’episodio è ricordato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, con il riferimento al “sanguinoso mucchio”, memoria della feroce battaglia[33]. Parallelamente la città conobbe una vivace vita culturale: è documentata la presenza di una comunità ebraica già dal XIII secolo, che nel 1418 ospitò un importante congresso rabbinico; nello stesso periodo si sviluppò la tradizione medica con maestri come Iacopo da Forlì, e nel 1425 fu fondata la prima scuola laica cittadina. Età moderna![]() Nel Rinascimento Forlì raggiunse grande notorietà sotto Caterina Sforza, protagonista delle vicende politiche tra Medici, Borgia e Stato Pontificio[34]. La città visse una stagione culturale intensa con la diffusione della stampa (1495), lo sviluppo della scuola forlivese d’arte (da Melozzo da Forlì a Marco Palmezzano) e l’affermazione della medicina con studiosi come Girolamo Mercuriale e Giovanni Battista Morgagni. Nel 1630, durante la peste, la popolazione attribuì la salvezza alla Madonna del Fuoco, da allora patrona della città. Durante il periodo napoleonico Forlì fu capoluogo del Dipartimento del Rubicone, per poi tornare sotto il dominio pontificio fino ai moti risorgimentali, che videro attivi, oltre alla maggioranza dei cittadini, personaggi come Aurelio Saffi e Piero Maroncelli. Età contemporanea![]() Nell’Ottocento Forlì crebbe grazie a agricoltura, mezzadria, commercio lungo la via Emilia e prime industrie (fornaci, feltro, officine meccaniche)[35]. Nel 1915 fu inaugurato l’ospedale Morgagni[36]. Durante il fascismo, Forlì fu soprannominata "città del Duce"[37] per la nascita nella vicina Predappio di Benito Mussolini. Il regime la trasformò conseguentemente in “vetrina nazionale dell'architettura razionalista”[38][39], con la realizzazione di edifici come la nuova stazione ferroviaria, il Palazzo delle Poste e il Palazzo del collegio aeronautico. Nel 1936 fu inaugurato l’aeroporto "Luigi Ridolfi". Durante la seconda guerra mondiale, la città subì pesanti bombardamenti e stragi, come l’eccidio di Forlì[40]. Fu liberata il 9 novembre 1944 dalle truppe britanniche e indiane con l’aiuto dei partigiani. Nel dopoguerra riprese lo sviluppo agricolo, industriale e artigianale, nonostante la permanenza del legame al cosiddetto “complesso del Duce”[41]. Il 16 aprile 1988 le Brigate Rosse assassinarono il senatore Roberto Ruffilli nella sua abitazione in Corso Diaz[42]. SimboliLo stemma, riconosciuto con decreto del 15 maggio 1931, ha la seguente blasonatura: «D'oro, all'aquila spiegata di nero, coronata e membrata del campo, tenente nell'artiglio destro uno scudetto ovale posto in banda di rosso alla croce d'argento, e in quello sinistro uno scudetto pure ovale posto in sbarra d'argento alla fascia dello stesso, bordata e caricata del motto Libertas, il tutto di nero. Ornamenti esteriori da città.»
Il gonfalone comunale, con al centro lo stemma cittadino, è diviso in due metà: la superiore bianca, l'inferiore rossa. Secondo la tradizione il segno zodiacale di Forlì è il Capricorno[43]. Onorificenze«Concessione sovrana di papa Innocenzo III»
— 1195 Titolo poi confermato con regio decreto 15 maggio 1931[44][45]. Forlì è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della Medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici e il coraggio delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[46]: «Durante quattordici mesi di dura lotta contro l'oppressione tedesca esprimeva e sosteneva coraggiosamente le formazioni partigiane che operarono nella regione contro le forze armate nemiche logorandole e rendendo loro oneroso il movimento sulle rotabili romagnole e sulla linea ferroviaria Forlì - Faenza, costituenti importanti assi di alimentazione del loro sforzo operativo sul fronte. All'azione dei volontari armati, affiancava quella, non meno efficace, dei lavoratori che sabotando gli impianti industriali impedivano l'attuazione di un loro predisposto trasferimento in Germania. Il contributo di caduti e martiri civili, le sofferenze e le distruzioni subite dalle genti forlivesi nella loro ostinata opposizione alla sopraffazione nemica, testimoniarono la loro assoluta dedizione ai più alti ideali di Patria, libertà e giustizia. Zona di Forlì, 8 settembre 1943 - novembre 1944.»
— 7 febbraio 1975[47] Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose![]()
Chiese scomparseNumerose sono le chiese, sia nel centro cittadino sia all'interno del suo comune, che sono scomparse nel corso dei secoli. La scomparsa di tali edifici religiosi ha molteplici motivazioni, le principali rintracciabili nelle devastazioni causate da guerre a seguito delle quali non è stata approntata alcuna riedificazione, nonché nella soppressione di ordini religiosi o nel riutilizzo degli edifici a uso diverso da quello religioso. Tra queste la chiesa di San Tommaso di Canterbury, scomparsa in tempi antichi, già nei pressi dell'attuale corso Garibaldi. La parrocchia del Duomo prende il nome di San Tommaso Cantauriense benché la cattedrale sia dedicata alla Santa Croce. Cimiteri
Architetture civili
Nel Novecento, larga parte dell'architettura forlivese è stata segnata dagli interventi del fascismo. Per questo, la città partecipa, come capofila, al progetto europeo "ATRIUM", che ha "come obiettivo principale quello di indagare e gestire il patrimonio architettonico, archivistico ed immateriale dei regimi del ‘900, per la costruzione di un itinerario culturale transazionale, con l'obiettivo di ottenere il riconoscimento di "Rotta Culturale europea""[48]. Architetture militariMuraCome in numerose altre città italiane, a Forlì le mura cittadine furono quasi totalmente rase al suolo all'inizio del Novecento per poter liberare nuovi spazi da dedicare all'edilizia e permettere lo sviluppo della città al di fuori dell'antico nucleo cittadino. La demolizione delle mura fu quasi totale, e solo alcuni tratti dell'antica cinta muraria tuttora sopravvivono. Lo spazio liberato ha fornito la superficie per l'edificazione di tratti stradali che oggi costituiscono i viali di circonvallazione. PorteLa città fu probabilmente cinta da mura già in età romana, ma della primitiva cerchia non restano tracce; solo la toponomastica consente di ipotizzare il percorso e la posizione delle porte altomedievali, tra cui la Porta Merlonia. Nel Medioevo le necessità difensive portarono più volte all’apertura e chiusura di accessi, cosicché di molte porte si è perso il ricordo. Secondo la Descriptio Romandiolae del cardinale Anglico de Grimoard le porte principali erano Ravaldini, Cotogni, San Pietro e Clavanie, mentre altre come San Biagio, Merlonia e della Rotta appartenevano al più antico circuito difensivo. Con l’ampliamento della cerchia si aggiunsero Porta Liviense, Santa Croce e San Mercuriale. A occidente sorgevano Porta Liviense (chiusa nel 1356 da Francesco Ordelaffi) e Porta Schiavonia, che ne prese il ruolo lungo la via consolare. La cinta eretta tra XV e XVI secolo consolidò quattro accessi principali: Porta Schiavonia, San Pietro, Cotogni e Ravaldino, delle quali solo la prima è tuttora conservata. Altro
![]() ![]() Ai tempi del forum romano, la piazza Aurelio Saffi era solo un largo spazio ai confini della centuriazione, lungo la via Emilia verso Rimini. Diventa, come è tutt'oggi, luogo centrale della città nel Medioevo, con il nome di Campo dell'Abate (il riferimento è all'abbazia di San Mercuriale) e poi di piazza Maggiore. Dopo l'unificazione d'Italia, viene dedicata a Vittorio Emanuele II e di seguito ad Aurelio Saffi, sostituendo la colonna della Madonna (spostata presso il duomo) con un monumento dedicato a Saffi. Al termine della seconda guerra mondiale, durante la permanenza delle truppe anglo-americane a Forlì (successiva alla liberazione della città dai nazi-fascisti), la piazza è ribattezzata St. Andrew's Square ("piazza di S. Andrea"). Con il ritorno alla normalità, i danni della guerra furono risanati e fu ripristinato il monumento a Saffi andato distrutto durante i bombardamenti. Il risultato è una piazza che Antonio Paolucci ha definito "uno scenario metafisico alla Giorgio de Chirico". Sulla piazza si affacciano:
Si tratta della strada che collega piazza Saffi con piazza Ordelaffi e piazza del Duomo, costeggiando il lato settentrionale del Palazzo del Comune. Percorrerla verso oriente, concede una suggestiva vista sull'Abbazia di San Mercuriale, mentre, nell'altro senso, la via prospetta sulla Chiesa del Corpus Domini, con l'attiguo Monastero. Presso il Palazzo della Prefettura, sullo stesso lato, la via si apre sulla piazza delle Erbe, con il suo mercato agricolo alimentare[49].
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![]() Corso della Repubblica, forse la principale strada moderna della città, costituisce il ramo della via Emilia verso est interno al centro storico. È la spina dorsale del rione chiamato tradizionalmente "Borgo Cotogni" per un antico insediamento dei Goti (da "Gotogni") che vi si erano stanziati nel V secolo[50]. Appare come un lungo rettilineo di aspetto moderno, al termine del quale si scorge l'obelisco del monumento ai caduti di piazzale della Vittoria. Negli anni 1930 si chiamava corso Vittorio Emanuele.
Questo corso, via di porticati e negozi, congiunge piazza Saffi con la via Ravegnana (per Ravenna), verso nord, dove un tempo sorgeva la Porta di San Pietro. L'antica chiesa, ora scomparsa, di San Pietro in Scottis, rifugio per pellegrini scozzesi, dà nome al rione "San Pietro".
Si tratta del corso più lungo, che da piazza Saffi arriva a Porta Schiavonia e costituisce la parte di via Emilia verso ovest, cioè verso Faenza e Bologna, attraversando la zona più antica della città, dove notevoli palazzi signorili si sono conservati fino a oggi. È la strada più antica della città, attorno alla quale Forlì ha cominciato a svilupparsi. Il nome "Schiavonia", ampliato tuttora all'intero rione (il vecchio "Borgo Schiavonia"), deriva dal ricordo degli schiavi forlivesi deportati in Spagna dal barbaro Alarico e liberati dal vescovo Mercuriale. Per magnificare l'epopea risorgimentale, su proposta dell'onorevole forlivese Tito Pasqui, il corso fu poi dedicato a Giuseppe Garibaldi.
Questo corso porta da piazza Saffi al piazzale di Porta Ravaldino (porta non più esistente), e al viale dell'Appennino che, verso sud, collega la città a Predappio e Castrocaro Terme, dirigendosi poi a Firenze. È l'asse portante del rione "Ravaldino", nome di origine incerta, ma noto fin dal Medioevo. Esiste, nelle prime colline forlivesi, anche una località chiamata "Ravaldino in Monte".
![]() Proseguendo per corso della Repubblica da piazza Aurelio Saffi si arriva al piazzale della Vittoria, che funge sia da grande rotatoria sia da svincolo tra corso della Repubblica, viale Roma, via Corridoni, viale Matteotti e viale della Libertà. Al centro emerge su un'alta colonna il monumento ai caduti, costruito nel 1932. Sul piazzale si affaccia il palazzo dell'ex collegio aeronautico, in stile razionalista, ora adibito a scuole. Ai due lati dell'imbocco di corso della Repubblica vi sono le Palazzine gemelle, costruite nel 1933. Vi si affaccia anche la facoltà di economia dell'Università di Bologna e l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Dal piazzale inoltre, si accede all'ingresso monumentale del parco della Resistenza.
Proseguendo dal piazzale della Vittoria verso la stazione ferroviaria si attraversa il viale della Libertà. Con una larghezza di quaranta metri e l'orientamento perpendicolare alla Via Emilia, presenta una nutrita rappresentanza di edifici che costituiscono importanti esempi dei vari stili architettonici del ventennio. Palazzi di interesse architettonico ubicati sul viale:
Aree naturaliIl territorio comunale e cittadino è decisamente ricco di piccole aree verdi e di quattro grandi parchi pubblici:
La città infatti è attrezzata di molte zone verdi e parchi che arrivano a un'estensione totale di 300 ettari. Prima dell’abbattimento delle mura, Forlì disponeva di un anello verde interno alla cinta, utilizzato come orti medievali per il sostentamento in caso di assedio; quest’area sopravvisse fino ai primi del XX secolo, quando fu progressivamente edificata. Nel territorio comunale sono ancora presenti antichi gelsi, testimoni della fiorente bachicoltura che alimentava l’industria della seta. Alcune vie, come la via Lughese e la via Cervese, conservano tratti alberati, sebbene ridotti per motivi di sicurezza. In base alla legge regionale n. 2/1977 sono stati censiti alberi monumentali, tra cui una roverella bicentenaria, tre pioppi neri, un platano orientale noto come “albero di Giosuè Carducci”, oltre a un giuggiolo secolare e un albicocco. Tra i relitti boschivi spicca la Selva di Ladino, residuo della Selva Litana e riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria, affiancata da un bosco a Ravaldino in Monte e da un querceto a Farazzano. Di rilievo è anche l’oasi di Magliano, istituita nel 1984 per la tutela dell’avifauna acquatica, che si estende per 680 ettari tra Forlì, Forlimpopoli e Bertinoro. Singolare infine il “Ronco lido”, area balneare ottocentesca ricavata sulle sponde del fiume Ronco, utilizzata dai forlivesi come surrogato dei lidi marittimi. SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[52] ![]() La più antica fonte demografica è la Descriptio provinciæ Romandiolæ del 1371, redatta dal cardinale Anglico de Grimoard, che censiva 2 300 focularia, equivalenti a una popolazione stimata tra i 10 000 e i 13 000 abitanti, esclusi i religiosi. Nel XVIII secolo la città contava 10 632 abitanti (1770), saliti a 11 619 nel 1786, a cui si aggiungevano oltre 13 000 nelle campagne. Secondo l’Almanacco del Dipartimento del Rubicone del 1811 Forlì era la città più popolosa della Romagna con 12 955 abitanti (13 565 considerando il comune), davanti a Faenza, Ravenna, Cesena e Rimini. Dopo l’aumento settecentesco, la crescita rallentò: tra il 1830 e il 1860 il tasso medio annuo non superò lo 0,4%, anche a causa della crisi del 1816-1817. Nel 1881 il comune contava 40 934 abitanti, suddivisi in 16 016 in città e oltre 22 000 nelle campagne, mentre nel 1892 si raggiunsero 44 285 abitanti, con netta prevalenza della popolazione rurale. Il censimento del 1881 registrava una società a maggioranza agricola (14 000 addetti), seguita da artigiani, commercianti, militari, impiegati e professionisti. Nel 1901 gli abitanti erano 43 325, di cui circa due terzi residenti nelle campagne, ma già si avviava un progressivo spostamento verso la città, favorito dalla meccanizzazione agricola e dalle prime attività industriali. La popolazione era inoltre molto giovane, con circa il 30% di minori e una quota di anziani pari al 7–8%. Etnie e minoranze straniereAl 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 15 298, ovvero il 13,07% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[53]
Lingue e dialettiForlì è legata alle sue radici culturali romagnole, e in particolare al suo dialetto. Assieme a Faenza condivide la fama di sede del dialetto romagnolo tipico della Romagna centro-occidentale[54][55], anche se fra i due centri vi sono significative differenze. Difatti in questo territorio perfino fra due frazioni separate da pochi chilometri di strada possono riscontrarsi differenze di termini e accenti. La lingua tende a perdere questa o quella peculiarità a mano a mano che ci si allontana dal nucleo centrale. Istituzioni, enti e associazioniIstituti ospedalieri
Il primo ospedale cui si abbia memoria a Forlì, sorse tra l'XI e XII secolo ed era noto con il nome di casa di Dio. Per tutto il Medioevo gli ospedali, erano in prevalenza delle confraternite di carità o congregazioni di carità. Erano istituzioni a carattere laico e, essendo numerose, si distinguevano per il colore del saio, lo stesso dell'ordine che appartenevano. Queste pubblicazioni avevano degli ospizi e possedevano una loro piccola chiesa. Le più importanti congregazioni erano quelle dei battuti. Caserme Presso la Caserma "De Gennaro" ha sede il 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste". Qualità della vitaLa città è tra le più ecologiche d'Italia secondo il rapporto "Ecosistema Urbano" di Legambiente[56], consolidando da diversi anni il suo posizionamento in classifica nella top 10 nazionale e al primo posto in Romagna.[57][58][59] Ha inoltre ottenuto riconoscimenti tra le migliori città italiane per la diffusione degli orti urbani (ISTAT)[60] e per la gestione del verde pubblico (ISPRA)[61]. CulturaArchivi e bibliotecheArchivio di Stato - Forlì L’Archivio di Stato di Forlì-Cesena è articolato nella sede centrale di Forlì e nella sezione distaccata di Cesena. I fondi archivistici presenti nella sede forlivese riflettono le vicende e le istituzioni della realtà cittadina, iniziando dal momento storico in cui Forlì si trovava sotto la signoria di Caterina Sforza, negli anni tra il 1488 e il 1499, fino alla nascita del Regno d’Italia.[62] Biblioteca Comunale "Aurelio Saffi" La biblioteca comunale cittadina ha sede presso il Palazzo Merenda. Dal 2025 trasferisce le sezioni Moderna e Ragazzi a Palazzo Romagnoli, mentre resta attivo il servizio di consultazione dei Fondi Antichi, Manoscritti e Piancastelli.[63] Biblioteca Centrale "Roberto Ruffilli" Biblioteca del Campus universitario, a disposizione di studenti, ricercatori, docenti e cittadini.[64] Biblioteca Comunale per Ragazzi "Paul Percy Harris" Fondata nel 1968 nella parte meriodionale del Parco della Resistenza, è l'unica biblioteca di Forlì ad essere ospitata in un edificio costruito appositamente a tale scopo, ed è il centro di catalogazione di tutte le biblioteche decentrate. L'intera collezione della biblioteca conta più di 5300 libri.[65] RicercaPolo Tecnologico Aerospaziale Il polo aeronautico, situato nelle vicinanze dell'aeroporto, include strutture e laboratori dedicati alla formazione, alla ricerca e alla sperimentazione legate al volo:
Questo complesso di edifici costituisce uno degli impianti più tecnologici e avanzati nel campo dell'aeronautica in Italia.[66][24][67] ScuoleGli asili sono divisi in comunali, statali e paritari[68]; le scuole comunali primarie (e i relativi istituti comprensivi) sono paritarie[69]. Tra gli istituti e le scuole secondarie di secondo grado sono menzionabili[70]:
UniversitàIn città è presente il Campus di Forlì, che fa parte della struttura Multicampus creata dall'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Al suo interno sono stati attivati diversi corsi di laurea[71]:
AccademieIn città hanno storicamente operato diverse accademie[72]:
MuseiLe istituzioni museali della città di Forlì sono:
Nel 2024 viene avviato il progetto "SAN - spazi artistici nuovi"[78] per riunire i principali spazi culturali cittadini in un unico contenitore informativo: il Museo San Domenico e i suoi Giardini, l'Ex Asilo Santarelli, l'oratorio di San Sebastiano e la chiesa di San Giacomo Apostolo. MediaRadio
ArteScuola forlivese ![]() Nell'ambito delle arti figurative, con scuola forlivese si fa riferimento a un gruppo di artisti, principalmente pittori, che fu attivo in città alla fine del Medioevo fino al Manierismo. A Forlì, in particolare, lavorò la coppia Melozzo da Forlì-Marco Palmezzano che pose l'accento su complesse, e in parte inedite, forme di prospettiva per ambientare le scene sacre, come la visione "da sott'in su". Cenacolo Artistico Forlivese Il Cenacolo Artistico Forlivese fu un'associazione di artisti attiva a Forlì negli anni venti per iniziativa di Giovanni Marchini e di don Tommaso Nediani.[79] Murali Nel centro città si trovano numerosi murali realizzati tra il 2016 e il 2019 nell’ambito di un progetto comunale di riqualificazione urbana dedicato alla street art. Tra le opere principali spicca Melodia del sogno e della realtà di Luis Gomez presso i Musei San Domenico. Già nel 1976 la città aveva scelto la street art per celebrare eventi storici e culturali di rilievo, coinvolgendo artisti di spicco. Le edizioni 2018 e 2019 del Festival Murali hanno visto artisti internazionali realizzare pitture murali sul tema della Costituzione italiana e del Risorgimento italiano, affiancati da workshop con la partecipazione di giovani locali.[80][81] TeatroCompagnie teatrali con sede e/o attive a Forlì:
CinemaFilm girati o ambientati a Forlì:
MusicaForlì è legata intrinsecamente al liscio romagnolo: vi morì e vi è sepolto Carlo Brighi detto Zaclén, considerato il fondatore del genere[91]. Il Fondo Brighi, che comprende la sua intera collezione di spartiti, è stato donato dalla figlia Angelina all'archivio Piancastelli della Biblioteca comunale Aurelio Saffi[92]. Alla città sono stati dedicati dei brani: Secondo Casadei (musica) e Raoul Casadei (testo) composero il valzer “Cara Forlì”[93]; inoltre Secondo incise nel 1958 “Il treno di Forlì”, pezzo dedicato al campione ciclista forlivese Ercole Baldini (detto appunto “il treno di Forlì”)[94]. Per celebrare il genere musicale e la sua connessione con il territorio, ogni anno in onore del musicista Ivano Nicolucci si svolge presso il Teatro Diego Fabbri il “Memorial Ivano Nicolucci”[95]. In aggiunta, dal 2021 la città ospita la kermesse “Cara Forlì – La Grande Festa del Liscio” in Piazza Saffi, organizzata con la Famiglia Casadei e il sostegno della Regione. È oggi uno dei palchi-simbolo di promozione del liscio[96]. CucinaForlì fa riferimento alla cucina regionale romagnola, con alcune preparazioni locali distinte, quali per esempio la Piadina della Madonna del Fuoco, una torta lievitata a base di farina, zucchero, uova e burro aromatizzata con anice, preparata in occasione della festività dell'omonima patrona.[97] Eventi
Geografia antropicaSuddivisioni storicheLa tradizione storica di Forlì racconta di una ripartizione del centro che veniva identificata con quattro rioni[106], riferiti ai principali corsi:
Questa suddivisione, che nel tempo venne rappresentata anche tramite differenti colori sui parchimetri del centro storico, è il retaggio di una storica organizzazione urbana riconosciuta a partire dal quattrocento: documentazioni storiche testimoniano la precedente esistenza di una ventina di circoscrizioni, ovvero le Contrade, ognuna gestita da uno o due sindici contratarum, ufficiali eletti per sei mesi con il compito di mantenere l’ordine e riferire al podestà eventuali crimini o disordini.[107] Suddivisioni amministrativeQuartieriCon Deliberazione di Consiglio Comunale 62/2021 è stato approvato il Regolamento dei Quartieri[108][109], successivamente modificato con Deliberazione di Consiglio Comunale 15/2024. Il territorio comunale è suddiviso in 21 ambiti territoriali[110][111]:
Comitati territorialiI Quartieri sono aggregati secondo criteri di contiguità territoriali e comuni esigenze in 8 aree territoriali cui fanno capo altrettanti Comitati Territoriali dei Quartieri:[110][112]
FrazioniBagnolo, Barisano, Borgo Sisa, Branzolino, Bussecchio, Ca' Ossi, Carpena, Carpinello, Casemurate, Caserma, Castiglione,Cava, Collina, Coriano, Durazzanino, Fornò, Forniolo, Grisignano, Ladino, Magliano, Malmissole, Massa, Ospedaletto, Pescaccia, Petrignone, Pieve Acquedotto, Pievequinta, Poggio, Ponte Vico, Quattro, Ravaldino in Monte, Romiti, Roncadello, Ronco, Rotta, Rovere, San Giorgio, San Lorenzo in Noceto, San Martino in Strada, San Martino in Villafranca, San Tomè, San Varano, Vecchiazzano, Villafranca, Villagrappa, Villanova, Villa Selva. Economia![]() IndustriaA Forlì le industrie chiave interessano i settori metalmeccanico (produzione di carrozzerie per autoveicoli pesanti, macchine agricole, utensili e elettrodomestici), siderurgico, elettronico, nautico (costruzione di panfili), tessile e arredo (mobili imbottiti), abbigliamento, calzaturiero e alimentare (vinicolo e oleario). Nella zona industriale di Coriano sono presenti due inceneritori, a poca distanza l'uno dall'altro, uno attivo dal 1976, l'altro entrato in funzione nel 1991. Al momento il primo gestisce rifiuti solidi urbani e assimilati, mentre il secondo è un termovalorizzatore che tratta rifiuti speciali sanitari. ArtigianatoPer quanto riguarda l'artigianato, la città è rinomata soprattutto per la produzione di ceramiche e per i laboratori di oreficeria.[114] Botteghe e negozi storiciNel 2008 il Comune di Forlì ha censito botteghe e negozi storici ritenuti di rilevanza regionale. Si tratta di:
A queste attività va aggiunto lo storico mercato coperto di Piazza Cavour, costruito fra il 1837 e il 1840 col nome di "Foro annonario" su disegno dell'architetto Giacomo Santarelli, sotto il governo dei Legati pontifici Nicola Grimaldi e Alessandro Spada[116]. AgricolturaIl territorio è attivo nel settore primario con produzione e commercio di ortaggi, frutta, cereali, barbabietole, e nella zootecnia (suini, ovini e pollame). Infrastrutture e trasportiStradeForlì è collegata alla rete autostradale nazionale tramite l'omonimo casello della Autostrada A14 Bologna-Taranto. Altre strade importanti che toccano la città sono la Strada statale 9 Via Emilia che la collega con tutti i capoluoghi della Regione Emilia-Romagna, tranne Ravenna e Ferrara, più Lodi e Milano e la Strada statale 67 Tosco-Romagnola che la collega sia con le città toscane di Firenze e Pisa sia con la vicina Ravenna. È inoltre collegata alla Strada europea E45 grazie alla Strada statale 9 Via Emilia. La città è anche munita di una tangenziale, la Strada statale 727 Tangenziale di Forlì. Ferrovie![]() La stazione di Forlì è posta sulla ferrovia Bologna-Ancona ed è servita da treni regionali e a lunga percorrenza.[117] Tra il 1883 e il 1929, la città fu collegata al vicino capoluogo provinciale di Ravenna da una tranvia interurbana a vapore. AeroportoForlì è dotata di un proprio aeroporto sito a circa 4 km dal centro cittadino, intitolato a Luigi Ridolfi. Mobilità urbanaLa gestione dei servizi di trasporto locale è affidata a Start Romagna che gestisce tutte le linee sia urbane sia interurbane della provincia di Forlì-Cesena, della provincia di Ravenna e della provincia di Rimini. Questa società di gestione dei trasporti pubblici è stata creata dall'unione delle aziende provinciali di Ravenna (A.T.M.), Forlì-Cesena (A.V.M) e Rimini (TRAM servizi). La rete ciclabile comunale è confluita nel progetto Bicipolitana, un sistema di percorsi ciclabili identificabili per colore e direzione attraverso le vie urbane e le principali direttrici extracittadine, attrezzati con punti di bike sharing e stazioni di ricarica per biciclette elettriche.[118] In passato Forlì ha avuto anche un effimero servizio tranviario, realizzato grazie a una breve diramazione urbana delle tranvie Forlì-Ravenna e Forlì-Meldola, che furono in esercizio fra il 1881 e il 1930. Questo si svolgeva fra piazzale della Vittoria e piazza Vittorio Emanuele II (attuale piazza Aurelio Saffi), lungo l'allora corso Vittorio Emanuele (poi corso della Repubblica)[119]. Amministrazione![]() La carica di sindaco di Forlì è stata creata nel 1860 con il Regno d'Italia. Poi, nel 1926, durante il periodo fascista, tale carica e lo stesso consiglio comunale vennero sostituiti dal podestà, che veniva scelto dal Partito Nazionale Fascista. I sindaci ripresero ad amministrare la città a partire dal 1946. Il sindaco in carica è Gian Luca Zattini. GemellaggiLista delle città gemellate con Forlì:
SportLa città di Forlì è rappresentata in diverse discipline sportive e nel 2018 è stata insignita del titolo di Città Europea dello sport. CalcioIl Forlì FC è la principale squadra calcistica della città, attualmente milita in serie C. PallacanestroLa Pallacanestro Forlì 2.015 milita in serie A2, erede della Libertas Forlì che ha disputato dieci stagioni in Serie A1 e 15 in Serie A2. PallavoloLa Volley Forlì è la storica squadra pallavolistica della città, ha disputato sei stagioni in Serie A1, attualmente partecipa al campionato di serie B. La Bleuline Libertas Forlì è la squadra di pallavolo femminile della città. Attualmente milita nella serie B1 nazionale femminile. RugbyLa Rugby Forlì 1979 milita nel Campionato di Serie C1. SoftballLa Softball Forlì milita nel massimo campionato italiano; campione d'Italia per sei volte (2002, 2006, 2008, 2017, 2021, 2023) e vincitore nel 2015 della Coppa delle coppe. TennisLa città nel 2017 ha ospitato la Fed Cup all'interno del PalaGalassi. Dal 2020 hanno sede gli Internazionali di Tennis Città di Forlì che si svolgono al Circolo Tennis Villa Carpena e che fanno parte dell'ATP Challenger Tour. Impianti sportivi
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