La via Mediolanum-Placentia è menzionata dall'Itinerario antonino, dall'Itinerarium Burdigalense ed è segnata sulla Tabula Peutingeriana[3]. La funzione di questa strada, che era lunga circa 40 miglia romane[2], era quella di mettere in comunicazione Milano con l'Emilia e quindi con Roma[3]. Assolse il compito di facilitare i traffici commerciali locali e i traffici a medio e lungo raggio, con questi ultimi che transitavano anche dalla via Emilia, strada romana che iniziava a Placentia (Piacenza) e che era percorsa da merci provenienti anche da Roma, e dalla via Postumia, altra strada che passava da Placentia e che congiungeva i due principali porti romani del Nord Italia, Genova e Aquileia[1].
Nel XII secolo ne fu distrutta una parte su ordine di Enrico VI di Svevia per spostare i traffici più importanti su una nuova via che collegava Milano e Piacenza e che passava da Lodi, nuova città costruita da Federico Barbarossa nel 1158 in seguito alla distruzione della vecchia Lodi, che venne rasa al suolo dai milanesi nello stesso anno[1]. Su documenti del XII secolo la via Mediolanum-Placentia è chiamata strada romeria, strada romea e strata romeam[1]. Il tratto tra Sesto Gallo e Cascina Occhiò è segnato sul Catasto Teresiano del 1720 con il nome strada romana[1]. Nei moderni comuni lodigiani di Massalengo e Pieve Fissiraga sono stati ritrovati resti di pietre miliari della via Mediolanum-Placentia risalenti a un periodo successivo all'ampliamento voluto dagli imperatori Teodosio I, Valentiniano II e Arcadio[1].
^abLa strada romana Mediolanum-Cremona (PDF), su ecomuseo.provincia.cremona.it, p. 23. URL consultato il 7 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2020).