La zecca di Mediolanum (in latinoMoneta) era l'officina governativa dove si coniavano le monete in epoca imperiale romana a Mediolanum, la moderna Milano, a partire dall'imperatore Gallieno nel 260.[1] Si trovava a fianco del foro romano di Milano, all'incirca dove ora è presente la moderna via Moneta (quest'ultimo toponimo è indicativo della presenza della zecca). Attiva fino all'epoca ducale, fu sostituita nel 1474 dalla Zecca di Milano.
Storia
Il primo a nominarla in modo ufficiale è Ausonio attorno al 380-390, quando riferendosi a Mediolanum dice:
(LA)
«Mediolani mira omnia, copia rerum, innumerae cultaeque domus, facunda virorum ingenia et mores laeti, tum duplice muro amplificata loci species populique voluptas, circus, et inclusi moles cuneata theatri, templa Palatinaeque arces opulensque moneta et regio Herculei celebris sub honore lavacri; cunctaque marmoreis ornata peristyla signis moeniaque in valli formam circumdata limbo. Omnia quae magnis operum velut aemula formis excellunt nec iuncta premit vicinia Romae.»
(IT)
«A Mediolanum ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili. La popolazione è di grande capacità, eloquenza ed affabile. La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura. Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle terme Erculee. I cortili colonnati sono adornati di statue di marmo, le mura sono circondate da una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell'altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza neppure la vicinanza a Roma.»
Le indagini archeologiche non hanno ancora in modo definitivo individuato con sicurezza l'antico edificio presso il quale fu iniziata la coniazione delle monete di Mediolanum.
Certo è che in via Moneta (quest'ultimo toponimo è indicativo della presenza della zecca) agli inizi del XX secolo, durante la costruzione del palazzo della Banca d'Italia, furono riconosciuti i muri in ciottoli di un edificio rettangolare (44 x 16,85 metri, tra via Moneta e via Armorari), orientato da NO a SE, secondo l'orientamento del vicino foro romano di Milano, che potrebbe identificarsi con la prima zecca di Mediolanum.[1]
L'edificio sarebbe da identificarsi con uno imponente a pianta rettangolare riportato alla luce nel 1908, in occasione dei lavori per la costruzione della sede milanese della Banca d'Italia.[2]
Segni di zecca
Numerosi furono i segni di zecca: es. MD = Mediolanum, MED(ediolanensis), M(e)D(iolanensis)OBrizyacum, M(e)D(iolanensis)P(u)S(tulatum) [= argento puro], P(prima)M(ediolanum), S(ecunda)M(ediolanensis), T(ertia)M(ediolanensis).
Nel dicembre del 49 a.C.[3]Cesare concesse la cittadinanza romana agli abitanti della provincia della Gallia Cisalpina. In questa circostanza Mediolanum potrebbe aver battuto moneta per commemorare l'evento tanto importante per la città. Pochi anni più tardi, nel 42 a.C., la nuova provincia romana fu abolita, facendo della Gallia Cisalpina parte integrante dell'Italia romana.[4] Nel periodo in cui fu provincia la Gallia Cisalpina venne amministrata da un propretore.
Sembra che la zecca riaprì in epoca imperiale, durante il periodo della crisi del III secolo, a partire dall'imperatore Decio (251).[5] Seguirono emissioni monetali anche sotto Treboniano Gallo (251-253).[6] Nel 260-261 apparve un'importante serie di monete (23 tipologie), nota come "serie delle legioni", dove erano rappresentate nei loro nomi, insegne-simboli e leggende. La serie era costituita da antoniniani, una moneta d'argento dal valore di due denari.[7]
A partire dal 262 anche le emissioni di Mediolanum furono contrassegnate dalla marca delle officine (P(rima), S(ecunda) e T(ertia)) precedute dalla dicitura "M(ediolanum)". Qui Gallieno coniò anche aurei, quinari d'oro e d'argento, dupondi e assi seppure in numero limitato. Tra la fine del 267 e gli inizi del 268, durante l'assedio di Milano ad opera di Gallieno contro Aureolo (che aveva a Mediolanum il suo quartier generale), la zecca produsse monete dell'usurpatore, Postumo a capo dell'Impero delle Gallie (con aurei ed antoniniani[8]). Sconfitto Aureolo e morto poi Gallieno, la zecca tornò a coniare monete imperiali prima sotto Claudio il Gotico (dal 268 al 270, con emissioni di aurei ed antoniniani, ma pochi dupondi e assi) e poi sotto Aureliano che qui aprì prima una Q(uarta) officina per poi chiudere definitivamente la zecca milanese nel 274 a vantaggio della vicina Ticinum (dove le officine divennero addirittura sei).[9][10]
Ercole in piedi rivolto verso destra, tiene una pelle di leone ed una mazza appoggiata ad un masso nella mano sinistra, con l'altra mano appoggiata sull'anca destra.
269, la fedeltà degli eserciti all'imperatore Claudio, da mettere in relazione alla guerra contro gli Alemanni oppure a quella successiva contro i Goti;
19 mm, 3.55 g, 6 h (2° officina, seconda emissione, zecca di Mediolanum);
IMPCLAVDIVSPFAVG, testa radiata e busto con drappeggio e corazza.
VIRTVS AVG, Marte che avanza verso destra, tiene un trofeo con la mano sinistra e una lancia di traverso con la mano destra; in esergo "P"(rima oficina).
gennaio/estate del 269, da mettere in relazione o alla guerra contro gli Alemanni o a quella successiva contro i Goti;
19 mm, 3.41 g, 6 h (1° officina, seconda emissione, zecca di Mediolanum);
RICClaudius Gothicus, V 172; Cohen 315; Venèra 9206-36.
IMPAVR E LIANVSAVG, testa radiata busto con corazza verso destra, indossa un'aegis (armatura di Minerva);
DAC-IA FELIX, la Dacia in piedi di fronte, la mano destra tiene un bastone sormontato da una testa di un draco con drappeggio; in esergo una "S"(ecunda).
V-IRTVS AVG, Marte avanza verso destra, tiene una lancia in avanti ed un trofeo sopra la spalla sinistra; ai piedi un prigioniero legato seduto verso destra.
Terzo periodo della zecca romana di Mediolanum (352-404?)
La zecca di Milano fu nuovamente riattivata sotto Costanzo II (novembre del 352), quando quest'ultimo scelse Mediolanum come sua capitale imperiale per almeno un quinquennio, dopo aver battuto Magnenzio. Queste nuove emissioni, solo in oro ed argento, furono contrassegnate dalle marche SMMED, MED, MDOB (fino al 389) poi MD nei nominali in oro, ed MDPS e MD in quelli in argento. L'attività di questa "zecca imperiale" o "zecca comitatense" fu però limitata ai periodi in cui nella città risiedeva l'Imperatore romano o l'usurpatore del momento. In assenza di queste autorità, rimaneva inattiva. Ad esempio nel 352 furono emessi un sesquisolido d'oro e solidi di Costanzo II; nel 364-365 ancora un sesquisolido di Valentiniano I e del fratello Valente. Dopo il 382solidi per Graziano, Valentiniano II e Teodosio I; nel 387solidi per Teodosio ed il figlio Arcadio, miliarensi per Teodosio, silique per Valentiniano II, Teodosio ed Arcadio. Nel settembre del 387 fino all'agosto del 388 l'usurpatore Magno Massimo ed il figlio Flavio Vittore coniarono solidi, semissi e tremissi in oro, oltre a silique d'argento. Dal 389 al 392 tornarono a battere moneta per Vanetiniano II, Teodosio ed Arcadio, con una breve interruzione nel 393-394 per l'usurpatore Flavio Eugenio, tornando a coniare monete per Teodosio, Arcadio e l'altro figlio Onorio. Dopo il 395 fino al 404 sulla zecca di Mediolanum fu concentrata la produzione di nominali in oro e argento, per tutte le province settentrionali, con emissioni di multipli eccezionali nei due metalli. Con lo spostamento della capitale dell'Impero romano d'Occidente a Ravenna e l'apertura di una nuova zecca, quella di Mediolanum cominciò ad emettere sempre meno, fino alla sua terza chiusura in epoca romana.[9]
D N EVGENI-VS P F AVG, busto con diadema di perle a destra, con corazza e manto.
VICTOR-IA AVGG, Flavio Eugenio e Teodosio entrambi nimbati, seduti di fronte, tenenti un globo crucigero tra loro; dietro in mezzo, Vittoria stante di fronte con ali allargate, palma in basso; M-D (Mediolanum) ai lati e COM in esergo.
D N THEODO SIVS S P F AVG, busto con diadema di perle a destra, con corazza e manto.
VICTORI A AVCCC, Teodosio stante, di fronte, testa a destra, piede sinistro su un prigioniero legato; tiene un labaro nella mano destra e la Nike, stante su un globo, nella sinistra; ai lati M-D (Mediolanum). In esergo COMOB.
VICTOR-IAAVGGG, Valentiniano stante di fronte, piede destro su serpente dal volto umano, e tenente lunga croce e Vittoria: nel campo, ai lati, M-D; in esergo COMOB.
D N ΛNΛSTΛ-SIV SP F ΛVG (tutte le S retrograde), busto diademato e corazzato a destra.
VICTORIΛ ΛVGVSTORVN, Vittoria avanzante a destra, testa a sinistra, tenente corona nella mano destra e croce nella sinistra; stella a destra; CONO in esergo.
D И VИVSTATSAS PP VΛC (le S e C retrograde, PP retrograde e invertite), busto con diadema di perle a destra, con abito di stile ostrogotico; O M I (O M I invertite) sotto il busto.
INVIT Λ ROMΛ, grande monogramma “Theodericus” con S retrograda; croce sopra, C invertita (stella) M sotto.
COI 49 (illustrata con lo stesso conio); MIB 43a (stesso conio); cfr. MEC 1, 119-20.
N.B.: Qui sopra alcuni esempi.
Mappa dettagliata di Mediolanum
Note
^abMaila Chiaravalle, Milano (Mediolanum): la zecca, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.103.
^abcdMaila Chiaravalle, La produzione delle zecche di Milano e di Ticinum, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.47.
^Ermanno A. Arslan, La moneta a Milano in età costantiniana: una città al centro dell'Impero e una zecca chiusa, Milano 2012, p. 35.
Arslan, Ermanno A., La moneta a Milano in età costantiniana: una città al centro dell'Impero e una zecca chiusa, in L'editto di Milano e il tempo della tolleranza. Costantino 313 d.C., Mostra di Palazzo Reale a Milano (25 ottobre 2012 - 17 marzo 2013), a cura di Paolo Biscottini e Gemma Sena Chiesa, Ed. Mondadori Electa, Milano 2012, pp. 34–39.
anno 2008 Bacchetta, Alberto, I luoghi di culto e gli spazi della politica, in Matteo Cadario (a cura di), Lombardia romana. Arte e architettura, Milano, Skira, ISBN9788861308565.
Chiaravalle, Maila, La produzione delle zecche di Milano e di Ticinum, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990.
Cracco Ruggini, L. , Milano da "metropoli" degli Insubri a capitale d'Impero: una vicenda di mille anni, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990.