Longiano è situato all'inizio delle colline dell'Appennino cesenate, ad un'altitudine di 179 m s.l.m.
Dista circa 12 km da Cesena e 31 da Forlì, mentre a una quindicina di chilometri a est si trovano le spiagge della Riviera, con i principali centri balneari di Cesenatico e Bellaria-Igea Marina.
I primi insediamenti umani risalgono alla prima Età del Ferro (IX-VII secolo a. C.) periodo protostorico, quando nella Romagna sud-orientale vivevano genti di cultura villanoviana. Verucchio era il centro principale di queste genti, che dalla valle del Marecchia si spinsero verso le valli circostanti attraversando il Rubicone. Ciò è documentato da un importante ritrovamento avvenuto negli Anni Ottanta, durante gli scavi di un’abitazione in via Pasolini.
A partire dal VI e VII secolo d. C. sulla collina si sviluppò un consistente insediamento abitativo, con la contestuale calata dei barbari che causò la fuga delle popolazioni di pianura verso la collina, soprattutto dal vicino insediamento sorto nei pressi della Chiesa di San Giovanni in Compito.[senza fonte]
Dal Mille al XVII secolo
Una pergamena cita per la prima volta Longiano in data 7 ottobre 1059, quando il vescovo Uberto di Rimini concesse al conte Everardo ed alla contessa Marozia vari fondi de castro Lonzano. In seguito il paese si sviluppò e divenne nel Medioevo un luogo culturalmente fiorente.[senza fonte]
Sebbene geograficamente si trovi vicina a Cesena, Longiano gravitò sempre nell'orbita di Rimini. La signoria dei Malatesta governò il borgo dal 1295 al 1463.
I Cesenati e i Riminesi si contesero per secoli il dominio su questo territorio, ma il popolo di Longiano rimase fedele ai secondi. Nel 1198 il castello viene assaltato e distrutto dai Cesenati, e nell'anno successivo ricostruito dai Riminesi. Non passarono molti anni che i Cesenati presero nuovamente d'assedio il castello, ma furono respinti e battuti. Con la vittoria ottenuta nel 1216, i Malatesta divennero signori di Longiano.
Nel 1297 i Cesenati, alleati coi Forlivesi e con i Faentini, incendiarono il borgo. Nel 1387 i Longianesi resistettero agli Ordelaffi, signori di Forlì, e nel 1424 si svolse lo scontro con l’armata ducale di Milano. Nel 1429 morì nel castello Carlo Malatesta, stratega, condottiero e regnante illuminato.
I Malatesta tennero Longiano fino all'anno 1462, quando papa Pio II privò Sigismondo Malatesta dei suoi territori. Da quel momento la reggenza di Longiano passò ai Vicari della Chiesa, la quale nel 1519 lo consegnò al casato Rangoni di Modena. Il dominio dei Rangoni fu effimero in quanto, dopo la morte di Baldassarre (1581), Longiano ritornò sotto lo Stato pontificio. Rimase parte dello Stato della Chiesa fino al 1859[4].
Dal XIX secolo ad oggi
Il 1º agosto del 1849 in città passò anche Giuseppe Garibaldi durante la nota “trafila” in fuga verso Cesenatico per imbarcarsi e venne aiutato da guide locali.
Nel 1859, dopo le vittorie di Solferino e San Martino, Longiano fu annessa al Regno di Sardegna. Nel decennio 1860-1870 si ebbe un rifiorire di lavori pubblici, tra cui la costruzione del teatro Petrella e delle nuove strade consolari per Crocetta-Balignano e Montilgallo.
La seconda guerra mondiale si abbatté pesantemente sulla cittadina, e l’estate 1944 rimarrà nella memoria come uno dei periodi più bui, culminato con la morte dei tre giovani martiri Attilio Grilli e Tarcisio Pavolucci di 19 anni, Augusto Sarpieri di 20. La città fu liberata dagli Alleati il 10 ottobre 1944.
Negli anni '60 Longiano ha attraversato una fase di consistente sviluppo.
Simboli
«Partito: nel 1º d'azzurro, al san Cristoforo al naturale, vestito di verde e ammantato di porpora, aureolato d'oro, passante sul mare al naturale, appoggiantesi al bordone dello stesso e portante in collo il Bambino Gesù di carnagione, col perizoma di bianco al naturale e l'aureola raggiante d'oro, impugnate il globo d'azzurro sormontato dalla croce d'oro; nel 2º d'azzurro, alla torre quadrata, torricellata di un pezzo, l'una e l'altro merlati alla ghibellina, al naturale, murata, finestrata e aperta di nero, sormontata dalla corona d'oro e sostenuta dalla campagna al naturale.[5][6]»
Lo stemma risale almeno al XVI secolo e mostra la torre del borgo con a fianco il patrono san Cristoforo.
Santuario del Santissimo Crocifisso, neoclassico, edificato nella metà del sec. XVIII su una precedente chiesa le cui origini risalgono tra la fine del sec. XIII e gli inizi del sec. XIV.
Monastero di San Teonisto nella località Badia. La chiesa e l'edificio storico risalgomo al XII secolo.[8]
Museo Italiano della Ghisa. Ha due sedi espositive, una più piccola nel centro storico, una più grande sulla via Emilia, nella frazione Ponte Ospedaletto. Raccoglie lampioni e manufatti per l'illuminazione in ghisa di diverse epoche e fatture.[9]
Secondo i dati ISTAT[11] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 522 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
«Campo di cielo, alla figura di San Cristoforo al naturale che col bimbo sulle spalle e il bastone in pugno guada acque azzurre, increspate d'argento; le acque occupano il primo campo di una campagna partita; l'insieme è accompagnato a sinistra da una torre in raffigurazione naturalistica, munita di tre merli alla guelfa, finestrata e chiusa di nero, sormontata da una corona all'antica d'oro; la torre è fondata in un terreno arido e bruno al naturale, questi occupante il secondo campo della campagna.»
^Longiano, su fondazionetitobalestra.org. URL consultato il 9 novembre 2022.
Giovanni Turchi, Memorie istoriche di Longiano, Cesena, Presso Costantino Bisazia, 1829.
Giorgio Magnani, Longiano, storia, personaggi, cultura e Pro loco, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2004.
Giorgio Magnani, Dagli Etruschi a Don Sisto, storia di Longiano, ebrei, cavalieri e un parroco di campagna, con contributi letterari di Massimiliano Battistini, Cesare Barbieri, Noemi Magnani, Sara Magnani, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2015.