Fasciato d'argento e d'azzurro, al capo di rosso caricato di una conchiglia d'argento, abbassato sott'altro capo dello stesso, caricato dell'aquila spiegata di rosso, membrata, imbeccata e coronata d'oro.
Con lo stabilizzarsi della situazione politica peninsulare durante il predominio spagnolo in Italia, i Rangoni si inquadrarono nei ranghi della nobiltà di vecchio lignaggio, divenendo marchesi di Montaldo, Roccabianca, Jottangolo e Stagno, Bargone (Salsomaggiore), nobili di Parma nel Ducato di Parma, baroni di Pernes nel Contado Venassino, conti di San Cassano e Cordignano nel Friuli, marchesi, conti di Castelcrescente (Stuffione), Borgofranco (Ravarino), conti della Punta di Bomporto, signori di Spilamberto con Corticella, San Vito, Collecchio, Cà da Sale, Torre di Gaiada, di Gorzano, Castelnuovo Rangone con Cavidola, Campiglio con Denzano, Villabianca e Rosola, di Levizzano colla Villa della Serra, di Castelvetro di Modena con Solignano e Rimaldello, Marzaglia e Cave Rangoni signori del passo di Bomporto, patrizi di Modena, patrizi di Reggio nel Ducato di Modena, nobili di Mantova e nobili di Bologna. La Famiglia era suddivisa in più rami. Del ramo secondogenito fece parte Giovanni Battista Rangoni, erede di Francesco Machiavelli, cugino per linea femminile (contessa Thiene), che nel 1726 assunse il doppio cognome Rangoni Machiavelli.
«[…] chiarissima Rangona famiglia producitrici di tanti famosi valent’homini»
L'attuale capo della casata è il conte Gherardo Rangone, discendente dal ramo primogenito dei marchesi Rangoni divenuto poi Rangoni Terzi e Rangone. Del ramo secondogenito Rangoni Machiavelli è attuale capo Claudio Rangoni Machiavelli. Il casato ha sede a Reggio Emilia e Modena.
Gherardo Rangoni, bisnipote del fondatore, inizialmente di parte ghibellina, fu podestà di Modena favorevole a Federico Barbarossa nel 1156 ("I discesa in Italia" del Barbarossa) ed ancora nel 1167 ("IV discesa in Italia" del Barbarossa) ma quando la città risolse di abbracciare la causa guelfa, Rangoni non si fece scrupolo di voltare le spalle all'imperatore. Nel corso del XIII secolo, la dinastia si mantenne fedele al solco tracciato dal podestà Gherardo, fornendo diversi podestà alle città guelfe. Al tempo dell'imperatore Federico II i fratelli Gherardo (...-1240) e Jacopino Rangoni furono podestà e capitani guelfi impegnati contro i fedeli dell'Hohenstaufen: Gherardo morì combattendo il vicario imperiale Ezzelino III da Romano e Jacopino guidò le truppe guelfe fiorentine nella Battaglia di Montaperti (1260) contro i senesi capitanati da Farinata degli Uberti perdendo la vita durante lo scontro. Un altro Gherardo Rangoni fu podestà di Milano nel 1251[3] e successivamente abbandonò la vita mondana per vestire il saio dei Francescani[4]. 14 gennaio 1209, Una lunga questione sorta fra la chiesa di Parma da una parte ed alcuni nobili modenesi dall'altra circa i diritti su Marzaglia, affidata dal papa ad alcuni giudici delegati, si risolve in favore della chiesa di Parma. Si rimette in favore della chiesa di Parma il possesso "de toto eo, quod in dicta Curte habent Guillelmus Rangonus, et Guidottus de Adelardo, et de ipso castro salvo honore Civitatis Mutine quoad possessionem ipsius Castri".
1215, Jacopino, figlio di Guglielmo Rangone, sposa Bartolomea, figlia di Salinguerra. La madre dello sposo obbliga, a garanzia della dote di lei, "omne totum quod habet et tenet et ei pertinet in Marzallis et eius Curte, et pertinentiis,in castro et extra castrum". Nelle vicinanze di Marzaglia, la famiglia Rangoni possedeva terreni agricoli e cave di ghiaia per escavazione di materiale litoide per costruzioni e strade e controllavano le acque del fiume Secchia per irrigare la zona di Marzaglia e Cittanova e Ramo.
I possedimenti della dinastia, ormai numerosi ma divisi tra varie consorterie famigliari, furono oggetto di una vera e propria guerra civile nel 1468 cui dovette porre rimedio il marchese Borso d'Este.
Nel corso della seconda metà del Quattrocento, si evince ormai una netta demarcazione tra i Rangoni "nobili" e i Rangoni "capitani", solitamente figli cadetti costretti al mestiere delle armi per guadagnare nuove terre e nuovi titoli.
Caterina Rangoni (...-1467), una sorella di Guido, sposò il signore di Forlì, Antonio Ordelaffi, ed alla morte di lui condivise il potere sulla città con il fratello Ugo.
^L'origine tedesca dei Rangoni è avanzata da Muratori, L.A. (1740), Antiquitates Italicae Medii Aevi, Milano, ex Typographia Societatis Palatinæ, t. III, col. 777, e surrogata con una riflessione di tipo onomastico da Tiraboschi, G. (1794), Memorie storiche modenesi, col codice diplomatico illustrato con note, Modena, Presso la Società Tipografica, t. III, codice diplomatico, pp. 24-26.
^Muratori, L.A. (1741), Antiquitates Italicae Medii Aevi, Milano, ex Typographia Societatis Palatinæ, t. IV, col. 515.