La storia della Chiesa cattolica in Germania è particolarmente complessa, soprattutto dal punto di vista del rapporto con lo stato. Nel Medioevo la Chiesa era strettamente legata all'Impero, al punto da scatenare il conflitto con il papa per l'investitura dei vescovi, conflitto che ebbe termine con il Concordato di Worms, ma che non sciolse definitivamente i legami della Chiesa con l'Impero. Con la Bolla d'Oro del 1356 i tre maggiori dignitari della chiesa tedesca, gli arcivescovi di Colonia, Treviri e Magonza, ottennero la dignità di principi elettori dell'Imperatore.
Il periodo successivo alla pace di Vestfalia, con la nuova organizzazione ecclesiastica conseguente, fu relativamente tranquillo e durò fino al 1802, con le nuove secolarizzazioni di diocesi e abbazie volute da Napoleone.
L'unità della Germania attorno alla Prussia rese la Chiesa cattolica minoritaria, e la Germania guglielmina, sotto la direzione politica di Bismarck, attuò una politica di aperta ostilità verso la Chiesa cattolica, il cosiddetto Kulturkampf. Tra i filosofi che difesero il cattolicesimo in questo periodo, va annoverato Karl Theodor Bayrhoffer.
Con il crollo dell'impero germanico successivo alla prima guerra mondiale il cattolicesimo, durante la Repubblica di Weimar ebbe un'epoca di rilevanza politica, anche attraverso il Partito di Centro, controllato dai vescovi. L'ascesa di Hitler fu fortemente avversata dalla Chiesa finché esistette un regime parlamentare. Con l'affermazione del totalitarismonazista e l'eliminazione dei partiti e delle organizzazioni indipendenti (fra cui quelle cattoliche, di cui vennero assassinati dai nazisti i principali esponenti) la Chiesa cattolica stipulò un concordato con Hitler, nell'illusione di ricavarsi degli spazi indipendenti nell'ambito del sistema dittatoriale nazista. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la Chiesa tedesca non fu in grado di costituire un fronte unitario nei confronti del nazismo e il suo comportamento è tuttora oggetto di controversie storiografiche. Nel secondo dopoguerra la chiesa cattolica tedesca ha seguito l'andamento declinante comune a molti stati occidentali.
Dal 2005 al 2013 è stato papa Benedetto XVI, settimo tedesco nella storia della Chiesa, il primo dopo quasi un millennio (l'ultimo papa tedesco prima di lui è stato Stefano IX, morto nel 1058).
Contributi pubblici e aspetti economici
Nel 2012, la Conferenza Episcopale Tedesca è risultata la chiesa che a livello globale ha ricevuto il maggiore trasferimento di fondi statali in rapporto al numero di fedeli.[2] L'ammontare dei fondi è stato pari a 5,4 miliardi di euro raccolti con il Kirchensteuer. Il gettito è anche alimentato dal numero di strutture ospedaliere, ricettive, turistiche e caritatevoli detenute dalla Chiesa cattolica in Germania, che ne fanno il secondo datore di lavoro dopo lo Stato federale. Nei mesi successivi, la Conferenza Episcopale ha abolito i requisiti di moralità generalmente richiesti ai propri organici, aprendo alle assunzioni di divorziati risposati o dichiaratamente omosessuali.[2] Fra le discriminanti rimaste viene contemplata la definizione legale dell'appartenenza religiosa in base alla religione dichiarata per il Kirchensteuer.[2]
Statistiche
Sebbene la Germania sia stata la patria della Riforma protestante a partire dal Cinquecento, la presenza cattolica ha ormai superato quella protestante. Nel 2019 vi erano 22,6 milioni di cattolici a fronte di 20,7 milioni di protestanti. Nel 1950 i protestanti erano 42 milioni mentre i cattolici 23 milioni. Se nel complesso il 55,1% della popolazione è di religione cristiana vi è un 38,8% della popolazione che non professa alcuna religione, soprattutto nelle zone dell'ex Germania orientale.[3]
Attualmente due circoscrizioni ecclesiastiche della Germania sono rette da cardinali: l'arcidiocesi di Colonia, retta dal cardinale Rainer Maria Woelki, e l'arcidiocesi di Monaco e Frisinga, retta dal cardinale Reinhard Marx.
Diocesi nel Sacro Romano Impero
Elenco delle diocesi del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica prima della sua fine.