L'arcidiocesi comprende la regione della Varmia, parte del voivodato della Varmia-Masuria. È uno dei rari casi in cui il nome della circoscrizione ecclesiastica non si riferisce alla città sede episcopale, ma alla regione in cui si trova l'arcidiocesi.
Nel 1234papa Gregorio IX aveva ceduto il territorio dei Prussiani, popolo baltico ancora pagano, all'Ordine teutonico, il quale già dal 1231 aveva iniziato la conquista di queste terre. Il papa si riservò la sua organizzazione ecclesiastica. Il 4 luglio 1243 con il decreto Noverit universitas vestra il legato papale Guglielmo di Modena eresse sul territorio dei Prussiani 4 diocesi: Varmia (in tedescoErmeland), Kulm, Pomesania e Sambia.
Papa Innocenzo IV confermò questa organizzazione con i breviHiis que per dilectos filios (29 luglio 1243) e Iustis petentium desideriis (8 ottobre 1243).[2] Tuttavia fu solo nel 1250 che venne nominato il primo vescovo, Anselmo dell'ordine teutonico. Nel 1254 Varmia e le altre diocesi prussiane, assieme a quelle della Livonia, furono assoggettate alla provincia ecclesiastica di Riga.
Secondo le convenzioni stabilite nel 1243, il vescovo Anselmo trattenne per sé, come territorio personale, un terzo del territorio diocesano, su cui esercitò la sovranità temporale. Per colonizzare questi territori, dove la popolazione era molto scarsa, furono chiamati coloni tedeschi, provenienti per lo più dalla Germania centrale e dalla Slesia. Non di rado, nei secoli successivi, i principi-vescovi di Varmia dovettero lottare contro l'Ordine teutonico per salvaguardare i loro diritti feudali, in particolare all'epoca del vescovo Henryk Vogelsang (1401-1415).
Nel 1260 Anselmo fondò il capitolo della cattedrale, che ebbe sede dapprima a Braunsberg e poi, dal 1284, a Frauenburg, dove rimase fino al 1945. Qui fu eretta la cattedrale, costruita tra il 1328 e il 1388. La residenza dei vescovi invece fu stabilita, dapprima a Wormditt e poi, a partire dal 1350, nel castello di Heilsberg.
La diocesi, almeno nei primi tempi dalla sua fondazione, era bilingue; infatti i coloni tedeschi parlavano la loro lingua natia, mentre la popolazione locale parlava la lingua prussiana. I sinodi diocesani del 1395, 1449 e 1497 imposero ai parroci di comunità bilingue di conoscere il prussiano, o almeno di formare un loro cappellano a conoscere questa lingua.
La formazione dei preti della diocesi era garantita da almeno due istituzioni scolastiche: la scuola episcopale nel castello di Heilsberg, ancora in funzione nel 1565, e la scuola cattedrale di Frauenburg, che funzionò almeno fino alla metà del XV secolo.
All'epoca della Riforma protestante il territorio di Varmia si trovava nel regno di Polonia, circondato quasi completamente dai territori già dell'Ordine teutonico passati al ducato, poi regno, di Prussia. Divenne, perciò pressoché un'isola cattolica di lingua tedesca in terre in assoluta maggioranza luterane. I vescovi, in particolare Mauritius Ferber (1523-1537), dovettero impegnarsi per reprimere sul nascere tentativi di introduzione del luteranesimo nella loro diocesi.
A causa della grande diffusione del luteranesimo in Prussia e nei territori baltici, tutte le diocesi della regione si estinsero; nel 1566 anche l'arcidiocesi di Riga fu di fatto soppressa. La diocesi di Varmia si trovò così senza più una provincia ecclesiastica di appartenenza e di fatto fu immediatamente soggetta alla Santa Sede. Tentativi di unirla alla sede metropolitana di Gniezno fallirono per l'opposizione dei vescovi e del capitolo dei canonici della cattedrale, gelosi della loro autonomia.
All'inizio del XVII secolo ai vescovi di Varmia fu riconosciuta la giurisdizione sui pochi cattolici esistenti nel ducato di Prussia. Questa situazione fu ufficialmente sancita dalla Santa Sede nel 1617, quando i vescovi di Varmia ebbero l'amministrazione dell'antica diocesi di Sambia, in territorio prussiano.[3] Qui, a Königsberg, fu eretta una parrocchia cattolica tra il 1614 e il 1616, e nel 1656 i gesuiti vi installarono una loro missione; altre missioni furono aperte in seguito a Heiligelinde[4] e a Tilsit.
I decreti di riforma del concilio di Trento furono introdotti in diocesi in particolare con i vescovi Stanisław Hozjusz (1551-1579), Marcin Kromer (1579-1589) e Szymon Rudnicki (1605-1621). A Braunsberg fu eretto il seminario diocesano nel 1567 e un altro seminario, specializzato nella formazione di missionari per i Paesi baltici, nel 1578/79. Sempre a Braunsberg fu impiantata una stamperia per la pubblicazione di libri religiosi da diffondere, in diverse lingue, nei Paesi di missione. I vescovi inoltre si impegnarono a fondo nelle visite alla diocesi, almeno 6 documentate dal 1565 al 1622, e nei sinodi diocesani al termine di ogni visita. Marcin Kromer fece aggiornare e stampare il messale (1587) e il breviario (1581) nel rispetto delle tradizioni della Chiesa di Varmia.
Il 21 aprile 1752papa Benedetto XIV con il breveRomana Ecclesia concesse ai vescovi di Varmia e Sambia di essere preceduti dalla croce astile e l'uso del pallio, come era uso per gli arcivescovi.[5]
In occasione della prima spartizione della Polonia nel 1772 il principato vescovile di Varmia fu secolarizzato e annesso al regno di Prussia. I vescovi dovettero abbandonare il castello di Heilsberg per trasferirsi a Frauenburg, dove già si trovava da secoli la cattedrale e il capitolo dei canonici. La diocesi, tutta compresa nel regno prussiano, inglobò definitivamente il territorio della diocesi di Sambia.
Il 13 agosto 1930 in virtù della bolla Pastoralis officii nostri di papa Pio XI Varmia perse la sua plurisecolare indipendenza ed entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Breslavia. Contestualmente l'amministrazione apostolica di Pomesania divenne parte integrante della diocesi di Varmia, cosicché il territorio diocesano venne a coincidere con quello della Prussia orientale.
Nel 1942 la diocesi contava circa 377.000 cattolici, ossia il 15% della popolazione della Prussia orientale, ripartiti in 188 parrocchie.
La disfatta della Germania al termine della seconda guerra mondiale stravolse completamente la vita della diocesi. Dal punto di vista territoriale, la diocesi si trovò interamente in territorio polacco, ad eccezione della sua parte settentrionale, il territorio di Kaliningrad (già Königsberg), annesso all'Unione Sovietica.[7] Nella diocesi trovarono rifugio molti polacchi che, a causa della modifica dei confini, dovettero abbandonare le regioni orientali, annesse all'Unione Sovietica.
Dal punto di vista umano, la diocesi perse tutta la popolazione tedesca, che o era fuggita, o era stata espulsa o deportata, o era morta durante la guerra. I sopravvissuti, assieme al clero e al capitolo dei canonici, trovò rifugio nella Germania occidentale. Il capitolo pose la sua sede a Werl, una cittadina della Renania Settentrionale-Vestfalia. Il vescovo, Maximilian Kaller, era stato arrestato dalla Gestapo e deportato ad Halle; liberato al termine della guerra, non seguì il resto della popolazione tedesca, ma volle a tutti i costi ritornare nella sua diocesi. Fu convinto dal primate di Polonia il cardinaleAugust Hlond, a rinunciare all'esercizio della sua giurisdizione e a ritirarsi in Germania. Morì a Francoforte sul Meno nel 1947.
Alla sua morte si venne a creare una situazione anomala e unica nel suo genere. Infatti, il capitolo dei canonici di stanza in Germania occidentale nominò Artur Kather come vicario capitolare, che tuttavia non poté avere nessuna giurisdizione sul territorio dell'antica diocesi, come pure il suo successore, Paul Werner Hoppe, eletto dal capitolo nel 1957. In Polonia invece la diocesi fu retta da un amministratore apostolico, Teodor Bensch, che spostò la sede della diocesi a Olsztyn (già Allenstein, anticamente un feudo della stessa diocesi di Varmia, che aveva nel grande castello e nei diritti feudali una delle principali proprietà del capitolo della cattedrale). A lui succedette nel 1951, Wojciech Zink, eletto da un gruppo di ecclesiastici su pressione del governo polacco. Questi fu confermato dal primate Stefan Wyszyński, che nel 1956, d'accordo con la Santa Sede, nominò Tomasz Wilczyński amministratore della diocesi.
A questa situazione anomala e per certi versi paradossale, pose rimedio la Santa Sede nel 1972 con la bolla Episcoporum Poloniae: la diocesi di Varmia, dopo 25 anni di sede vacante, ebbe un nuovo vescovo Józef Drzazga; mentre per gli ex diocesani tedeschi di Varmia, residenti in Germania occidentale, fu nominato un visitatore apostolico.[8] Contestualmente entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Varsavia.[9]
^Questo territorio, almeno in linea teorica, entrò a far parte dell'arcidiocesi di Mahilëŭ; il 13 aprile 1991 divenne parte dell'amministrazione apostolica della Russia europea, che il 2002 fu elevata al rango di sede metropolitana con il nome di arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca.
^Il 4 ottobre 2011 il visitatore apostolico Lothar Schlegel si è ritirato per raggiunti limiti d'età e per decisione della Conferenza episcopale tedesca non è stato sostituito da un nuovo visitatore: i compiti del visitatore apostolico sono stati invece affidati a un'associazione di laici, la Ermlandfamilie, che dal 2013 prosegue la pubblicazione del trimestrale Ermlandbriefe
^La diocesi di Elbląg ha acquisito i decanati di Dzierzgoń, Elbląg Sud, Elbląg Nord, Elbląg Centro Città, Iława, Kwidzyn, Malbork, Morąg (con le parrocchie di Chojnik, Jarnołtowo, Kalnik, Morąg, Słonecznik, Stróżyna, Wilanowo), Pasłęk, Susz, Sztum; nonché la parrocchia di Dobry, scorporata dal decanato di Orneta, e le parrocchie di Miłomłyn, Samborowo e Szymonowo, scorporate dal decanato di Ostróda. Vedi: (PL) Nuncjatura apostolska v Polsce, Dekret o ustanoviwieniu i określeniu granic nowych diecezji i prowincji kościelnych w Polsce oraz przynależności metropolitanej poszczególnych diecezji, in Wrocławskie Wiadomości Kościelne, kwiecień-czerwiec 1992 r., XLV, 2, pp. 151-152
^La diocesi di Ełk ha acquisito i decanati di Biała Piska, Ełk, Giżycko, Gołdap e Mikołajki. Vedi: (PL) Nuncjatura apostolska v Polsce, Dekret o ustanoviwieniu i określeniu granic nowych diecezji i prowincji kościelnych w Polsce oraz przynależności metropolitanej poszczególnych diecezji, in Wrocławskie Wiadomości Kościelne, kwiecień-czerwiec 1992 r., XLV, 2, p. 152
^Il 26 aprile 1951 fu nominato vescovo titolare di Tabuda.
^Lothar Schlegel fu visitatore apostolico per tutti i fedeli residenti in Germania delle sedi di Varmia, Danzica e Schneidemühl.
Bibliografia
(FR) Ernst Manfred Wermter, v. Ermeland ou Ermland, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XV, Paris, 1963, coll. 733-746
(LA) Bolla De salute animarum, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo IV, Romae, 1891, p. 594
(LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 515–516; vol. 2, pp. xxxxiii e 262-263; vol. 3, p. 327; vol. 4, p. 359; vol. 5, p. 405; vol. 6, p. 432; vol. 7, p. 389; vol. 8, p. 583