L'arcidiocesi comprende le città di Colonia, Bonn, Düsseldorf, Leverkusen, Remscheid, Solingen e Wuppertal, parte del circondario Euskirchen (Bad Münstereifel, Euskirchen, Zülpich, Weilerswist, Mechernich), i distretti Mettmann, Oberbergischer Kreis, i comuni Neuss, Dormagen, Grevenbroich, Kaarst, Rommerskirchen, Büderich (Meerbusch) e Glehn (Korschenbroich), i distretti Rhein-Erft-Kreis, Rhein-Sieg-Kreis e Rheinisch-Bergischer Kreis. Anche alcuni comuni dello stato Renania-Palatinato fanno parte della diocesi.
Sede arcivescovile è la città di Colonia, dove si trova la cattedrale, dedicata a San Pietro e a Santa Maria.
Il territorio si estende su 6.181 km² ed è suddiviso in 514 parrocchie, raggruppate in 7 decanati urbani e 8 decanati foranei.
Fin dagli inizi della sua fondazione, la città di Colonia e il suo territorio diocesano si arricchirono di molte abbazia, monasteri e collegiate.
Nella città episcopale, oltre al duomo (la Hohe Domkirche St. Peter und Maria), si trovavano delle importanti e potenti collegiate, ossia le chiese di San Severino, Sant'Orsola, San Gereone, San Cuniberto, Santa Maria in Campidoglio, Sant'Andrea, Santi Apostoli, Santa Maria ad Gradus, Santa Cecilia. Quasi tutte queste chiese subirono pesanti danni durante la seconda guerra mondiale e la maggior parte di esse fu praticamente ricostruita: tali ricostruzioni furono accompagnate da scavi archeologici, che hanno permesso di stabilire non solo la storia dell'edificio si culto, ma anche la storia della primitiva comunità cristiana di Colonia.
Molte sono le istituzioni abbaziali presenti del territorio dell'arcidiocesi e il loro numero era ancora più grande prima delle perdite territoriali, che hanno diminuito di molto il territorio odierno rispetto a quello dell'antica arcidiocesi (precedente il 1821). Appartenevano all'arcidiocesi, tra le altre, le abbazie di Werden, di Kornelimünster, di Grafschaft, di Stavelot, di Kamp, di Steinfeld, di Brauweiler, di Deutz.
Storia
Non si può stabilire con certezza l'epoca in cui la civitas romana di Colonia Agrippina ebbe per la prima volta un vescovo. Scavi archeologici hanno rivelato l'esistenza di cristiani a Colonia già verso la metà del II secolo e Ireneo di Lione, nel suo Adversus haereses, parla dei cristiani che vivono in Germania, e senza dubbio gruppi di cristiani esistevano nelle due capitali provinciali dell'epoca, Colonia per la Germania inferiore e Magonza per la Germania superiore.
Il primo vescovo documentato è san Materno, che fu inviato a Roma dall'imperatore Costantino nel 313 e che partecipò al primo concilio di Arles nel 314. Dopo di lui, gli antichi cataloghi episcopali riportano una serie di nomi di vescovi per i quali tuttavia è pura congettura stabilire date certe di episcopato; molti di loro inoltre sono noti solo per la loro presenza nei cataloghi, ma non sono comprovati da documenti storici.
Sembra che Colonia, in qualità di capitale provinciale, abbia esercitato, sul finire dell'impero romano, alcuni diritti metropolitici sulla civitas Tungrorum, primitiva sede dei futuri vescovi di Liegi; di certo in epoca franca, la sede di Tongeren appare costantemente come suffraganea di Colonia, la quale tuttavia non era sede metropolitana, così come risulta, ad esempio, nel concilio di Reims del 627, dove il vescovo Cuniberto non siede assieme ai metropoliti; alcuni vescovi ebbero comunque il titolo di arcivescovo, ma come titolo personale.
In epoca carolingia furono anche stabiliti in modo definitivo i confini dell'arcidiocesi: attraversata dal Reno, che la divideva in due parti quasi uguali, era delimitata a nord dalle sedi di Utrecht e di Münster, ad est da quelle di Paderborn e di Magonza, a sud dalla diocesi di Treviri e ad ovest da quella di Liegi. La suddivisione interna in decanati sembra risalire all'epoca del vescovo Anno II (1056-1075); comprendeva 22 decanati rurali e il decanato urbano di Colonia, raggruppati in dieci arcidiaconati, quattro maggiori (Colonia, Bonn, Xanten e Soest) e sei minori.
Il primo sinodo provinciale certo che si svolse a Colonia fu quello dell'870, durante il quale l'arcivescovo Williberto consacrò la cattedrale. Dei precedenti sinodi, quello che ha fatto maggiormente discutere gli storici fu quello celebrato il 12 maggio 346, i cui atti risalgono tuttavia non prima del X secolo; gli atti sono certamente spuri, cosa che inficia lo stesso concilio, ma l'elenco dei vescovi ivi riportato è autentico.[5]
A partire dal X secolo, grazie ai privilegi concessi dall'imperatore Ottone I, iniziò ad affermarsi il principato ecclesiastico di Colonia, che fu uno dei maggiori del Sacro Romano Impero. I diritti comitali sui gau di Colonia e di Bonn costituirono il nucleo principale attorno ai quali si costituì la potenza territoriale degli arcivescovi di Colonia, che venne pian piano ad accrescersi nel corso dell'XI e del XII secolo, fino all'acquisizione nel 1180 del ducato di Vestfalia.[6] La città di Colonia divenne una città libera nel 1288 e la capitale del principato fu trasferita a Bonn, dove gli arcivescovi fecero costruire un sontuoso palazzo. L'arcivescovo di Colonia fu ufficialmente riconosciuto nel 1357 come uno dei principi elettori dell'impero con l'ufficio di arcicancelliere imperiale per l'Italia. Il principato elettorale ecclesiastico con vari acquisti e donazioni si estendeva lungo una striscia di terra di circa 100 km. sulla riva sinistra del Reno ad est di Jülich e, sull'altra riva possedeva il ducato di Vestfalia e le regioni di Berg e la Mark.
Il 21 maggio 1388, con bolla di papa Urbano VI, fu fondata l'università di Colonia, che aprì i suoi corsi il 6 gennaio successivo con 21 professori e circa 700 studenti. Quella di Colonia fu la prima università in ambito imperiale istituita dalla Chiesa.[7] Durante la riforma protestante, l'università fu una roccaforte cattolica contro i tentativi di imporre la nuova confessione religiosa.
All'inizio degli anni ottanta del XVI secolo l'arcivescovo Gebardo Truchsess von Waldburg (1577-83), deciso a sposarsi, si convertì al calvinismo e cercò di secolarizzare l'arcivescovato col supporto olandese,[8] ma la popolazione, aiutata dalla Baviera, impedì questo processo, insediando come nuovo arcivescovo il principe Ernesto di Baviera. Da allora fino al 1761 la carica di arcivescovo fu assegnata ai secondogeniti dei principi bavaresi Wittelsbach. Nel corso del XVIII secolo l'elettore gradualmente assommò altre sovranità ecclesiastiche in unione personale (Ratisbona, Osnabrück, Hildesheim, Paderborn, Münster), rendendolo uno dei principi più importanti della Germania nord-occidentale.
Il principato ecclesiastico fu soppresso tra Settecento e Ottocento: dopo il 1795 i suoi territori sulla riva sinistra del Reno furono occupati dalla Francia, a cui furono annessi nel 1801 dopo la pace di Lunéville; il Reichsdeputationshauptschluss del 1803 secolarizzò il resto del principato ecclesiastico (27 aprile 1803), assegnando il ducato di Vestfalia al langravio di Assia-Darmstadt. Soppresso il principato, la residenza dell'arcivescovo fu riportata da Bonn a Colonia.
Anche l'arcidiocesi, a seguito degli avvenimenti politici, subì importanti variazioni. L'arcivescovo Massimiliano d'Asburgo-Lorena, di fronte all'avanzata delle truppe rivoluzionarie francesi, fuggì a Vienna, dove morì nel 1801; in seguito, l'arcidiocesi rimase vacante fino al 1824. I territori sulla riva sinistra del Reno, compresa la città di Colonia, entrarono a far parte della nuova diocesi di Aquisgrana, mentre quelli posti sulla riva destra furono amministrati dal vicario capitolare von Kaspers e dal vescovo ausiliare Klemens August Maria von Merle († 1810).
Il 16 luglio 1821, con la bollaDe salute animarum, papa Pio VII riorganizzò le circoscrizioni ecclesiastiche cattoliche nel regno di Prussia. L'arcidiocesi di Colonia vide ridursi di molto il suo antico territorio, buona parte del quale passò alle diocesi di Münster e di Paderborn; porzioni minori furono cedute alle diocesi di Liegi (dalla quale però acquisì diverse parrocchie) e di Treviri; d'altro canto, l'arcidiocesi acquisì la quasi totalità del territorio della soppressa diocesi di Aquisgrana. Contestualmente, la nuova provincia ecclesiastica di Colonia comprendeva le diocesi di Treviri, di Münster e di Paderborn.
Tre anni dopo si raggiunse un accordo per la nomina del nuovo arcivescovo, Ferdinand August von Spiegel, al quale spettò il compito di riorganizzare l'arcidiocesi. Momenti di tensione con il governo prussiano, luterano, si ebbe in occasione della questione dei matrimoni misti fra cattolici e protestanti, che vide coinvolto anche il suo successore, Clemens August Droste zu Vischering, il quale fu arrestato e imprigionato per un anno e mezzo.
L'arcivescovo Paul Ludolf Melchers partecipò al concilio Vaticano I e visse gli anni difficili del Kulturkampf; fu arrestato e imprigionato per diversi mesi, prima di essere deposto d'autorità dal governo nel 1876; costretto all'esilio a Maastricht, dette le dimissioni nel 1885.
L'arcidiocesi divenne nell'Ottocento il vero centro culturale e religioso del cattolicesimo tedesco. Le maggiori organizzazioni cattoliche tedesche ebbero la loro origine nell'arcidiocesi: la Gesellenverein a Colonia, la Borromäusverein a Düsseldorf, le Missionsverein ad Aquisgrana. Due sono le istituzioni teologiche principali dell'arcidiocesi: l'università cattolica di Bonn, fondata nel 1818, e il seminario maggiore di Bensberg, presso Colonia, inaugurato il 27 marzo 1929.
Tra l'Ottocento e il Novecento, l'arcidiocesi subì alcune modifiche territoriali:
nel 1840 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio del ristabilimento del vicariato apostolico del Limburgo (oggi diocesi di Roermond);
il 13 agosto 1930, in forza della bolla Pastoralis officii nostri, fu eretta nuovamente la diocesi di Aquisgrana, alla quale Colonia cedette tutta la parte occidentale del proprio territorio, al confine con la Francia; contestualmente, le diocesi di Aquisgrana, di Limburgo e di Osnabrück[9] entrarono a parte della provincia ecclesiastica di Colonia, da cui se ne distaccò Paderborn, elevata al rango di sede metropolitana;
infine, il 23 febbraio 1957 ha ceduto un'ulteriore porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Essen, resa suffraganea di Colonia.
In forza del concordato con la Prussia del 1929, al capitolo della cattedrale è concesso il privilegio di eleggere i propri arcivescovi su una terna di nomi proposta dalla Santa Sede, cui segue la nomina formale e canonica da parte del papa.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Sono diversi i manoscritti antichi che riportano il catalogo episcopale di Colonia.[10] Il più antico di questi è della fine del X secolo e si ferma al vescovo Warino (976-984). Secondo Louis Duchesne la serie episcopale antica è degna di fede, benché sia lacunosa nei primi secoli, non sempre ordinata cronologicamente e vi siano alcune omissioni di vescovi storicamente accertati.[11]
^È importante distinguere l'amministrazione spirituale dell'arcivescovo sull'arcidiocesi dal potere temporale sul principato ecclesiastico; gli stessi territori su cui l'arcivescovo esercitava la duplice giurisdizione erano diversi e non coincidenti; il ducato di Vestfalia, per esempio, non fece mai parte dei territori dell'arcidiocesi.
^(EN) Friedrich Schiller, History of the Thirty Years' War, in The Works of Frederick Schiller, Alexander James William Morrison (a cura di), Bonn, 1846.
^Osnabrück rimase nella provincia ecclesiastica di Colonia fino all'ottobre 1994, quando fu annessa a quella di Amburgo.
^Il più antico catalogo è riportato da Duchesne, op. cit., p. 176.
^Alcune cronotassi tardive, per rendere ancora più antica l'origine della diocesi di Colonia, hanno inserito una serie di vescovi precedenti san Materno, totalmente spuri; tra questi un primitivo Materno, discepolo di san Pietro, seguito da Paolino, Marcellino, Aquilino e Levoldo.
^Negli atti dello pseudo-concilio di Colonia del 346, Eufrate sarebbe stato deposto per le sue tendenze ariane.
^Menzionato come episcopus electus, dette le dimissioni poco dopo e nell'849 fu nominato vescovo di Münster; nell'842 è menzionato anche un altro vescovo, Ilduino, che probabilmente gli succedette. Entrambi questi vescovi sono assenti nell'antico catalogo episcopale. Per questo periodo turbolento della storia dell'arcidiocesi, cfr. La vacance du siège de Cologne (841-850) in Robert Parisot, Le royaume de Lorraine sous les Carolingiens (843-923), Paris 1898, pp. 743-746
^Benché deposto, Gunterio continuò a governare la sua diocesi come se niente fosse con l'appoggio del re Lotario II, il quale nominò due amministratori, Ugo l'abate e, dall'866, Ilduino, fratello di Gunterio; alla morte di Lotario II (agosto 869), Gunterio cadde in disgrazia e dovette farsi da parte.
^Sull'anno di morte le fonti bibliografiche non sono unanimi: Gams riporta l'anno 925, Duchesne il 924 e Franzen il 923. Il sito ufficiale dell'arcidiocesi dice 924.
^Fu eletto dal capitolo il 5 dicembre 1577 e confermato dalla Santa Sede nel 1580.
^Il 7 ottobre 1801 il capitolo elesse l'arcivescovo Antonio Vittorio d'Asburgo-Lorena, che non fu mai confermato dalla Santa Sede; il suo nome è ignoto sia ad Eubel che a Gams. Vedi: (DE) Heinz Pardun, Die Wahl des letzten Kurfürsten von Köln Anton Viktor in Arnsberg, in Zuflucht zwischen den Zeiten 1794–1803, Arnsberg, Kölner Domschätze in Arnsberg, 1994, ISBN 3-928394-11-8