Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 1961-1962.
Stagione
L'annata 1961-1962 segnò la brusca fine del ciclo di successi del Trio Magico. Già privi della bandieraBoniperti ritiratosi dal calcio al termine della precedente stagione,[4][5] in estate i bianconeri rinunciarono anche a un perno difensivo quale Cervato, accasatosi alla SPAL e, a posteriori, non adeguatamente sostituito; dal calciomercato arrivarono infatti a Torino unicamente il nuovo portiere Anzolin, il prospetto d'attacco Zigoni e il centrocampista argentino Rosa,[6] questo ultimo tra i migliori nel Padova del parònRocco e per questo chiamato sulla carta a raccogliere l'eredità di Boni, ma suo malgrado incapace di lasciare il segno in una big[7] anche a causa delle regole del tempo che ne limitavano l'utilizzo, in quanto terzo straniero in rosa, all'eventuale assenza del gallese Charles o dell'italo-argentino Sívori.[6]
La Juventus, guidata inizialmente da Július Korostelev e Gunnar Gren nei ruoli, rispettivamente, di trainer e direttore tecnico, incappò subito in un deludente avvio di campionato.[8] Dopo appena due giornate, inoltre, il presidente Umberto Agnelli si vide costretto a richiamare in panchina l'allenatore dell'ultima vittoriosa annata, Carlo Parola (il quale se n'era andato pochi mesi prima per contrasti con la dirigenza bianconera),[9][10] stante l'improvviso ritorno in Svezia di Gren per questioni personali;[9] Parola riassunse così la guida della squadra, con Korostelev dirottato alla supervisione tecnica.[10]
Un avvicendamento che non sortì effetti tanto che la compagine piemontese, pure zavorrata dai problemi fisici del suo ariete Charles, rallentato da un'operazione al ginocchio che ne minerà peraltro il prosieguo della carriera italiana,[11] in appena dodici mesi passò dallo scudetto a un deludente dodicesimo posto – eguagliando suo malgrado il peggior piazzamento nella storia del girone unico, già toccato nel campionato 1955-1956 –, arrivando perfino a sfiorare la zona retrocessione causa un epilogo di torneo assolutamente negativo (un solo punto nelle dieci partite conclusive, perdendo tutte quelle in casa)[6] e guadagnando l'accesso alla Coppa Mitropa solamente per altrui rinuncia.
Tutto sommato migliore, ma ugualmente avaro di successi, fu il cammino juventino nelle coppe. In Coppa dei Campioni i bianconeri raggiunsero quello che era al tempo il loro miglior piazzamento nella competizione, fermandosi ai quarti di finale contro il Real Madrid: all'1-0 degli spagnoli nella gara di andata al Comunale, il 14 febbraio 1962,[12] replicò una settimana più tardi la Juventus, vittoriosa con il medesimo punteggio al Bernabéu grazie a un acuto di Sívori – in quella che passò agli annali come la prima vittoria assoluta di una squadra italiana in casa dei Blancos –;[13] dati i regolamenti dell'epoca fu quindi necessario giocare una gara di spareggio in campo neutro, che il 28 dello stesso mese al Parco dei Principi di Parigi vide i madrileni prevalere 3-1 sui torinesi.[14]
Sul finire della stagione la Juventus si lascerà sfuggire anche l'ultimo obiettivo stagionale rimastole, la Coppa Italia, da cui venne estromessa in semifinale dalla rivelazione SPAL grazie al secco 4-1 rifilato a Ferrara agli ospiti,[15] da par loro già privi di due titolari quali Mora e Sívori impegnati in quei giorni con l'Italia nella Coppa Rimet in Cile; l'undici sabaudo perderà anche la finalina (1-0) con il Mantova, chiudendo l'edizione al quarto posto.[16]
Divise
La tradizionale divisa casalinga bianconera non mostrò in questa stagione cambiamenti di sorta rispetto alle precedenti annate. Novità, invece, per quanto concerne l'uniforme di cortesia, mutata nel corso della stagione: nel febbraio del 1962, in occasione della gara di ritorno dei quarti di Coppa dei Campioni da giocarsi in casa del Real Madrid, non potendo ricorrere per ovvie ragioni cromatiche alla maglia bianca che dal secondo dopoguerra aveva pressoché contrassegnato le trasferte juventine, la società creò una nuova divisa completamente nera; una scelta, questa, opera di un vecchio dirigente, memore delle similari uniformi vestite dalla squadra nei primi anni 1940.[17]
^Gara disputata a Mantova come da accordi intercorsi tra le due società; cfr. Spal-Napoli finale di Coppa Italia Mantova-Juventus per il terzo posto, in Corriere della Sera, 21 giugno 1962, p. 11.
Bibliografia
AA.VV., Calciatori 1961-62, edizione speciale per "La Gazzetta dello Sport", Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 2005.
Nicola Calzaretta, I colori della vittoria, Pisa, Goalbook Edizioni, 2014, ISBN978-88-908115-9-3.
Videografia
Manuela Romano (a cura di) e Roberto Saoncella (con la collaborazione di), La grande storia della Juventus (DVD-Video): 1956-1966 "Sivori, Charles e Boniperti", RCS Quotidiani, RAI Trade, LaPresse Group, 2005, a 35 min 32 s.