Conosciuto in Sudamerica come El filtrador,[2] con i sei successi raggiunti dal 1941 al 1957 è l'allenatore più vincente della storia della Coppa America.
Con 8 reti, è il terzo migliore marcatore dell'Argentina ai Mondiali.
Caratteristiche tecniche
Giocava come centravanti.
Carriera
Giocatore
Club
Quarto di dieci fratelli di una famiglia di origine italiana[3], iniziò nell'Huracán, squadra di Buenos Aires, dove giocò dal 1924 al 1930. Al termine dell'esperienza con gli argentini si trasferì in Europa per giocare nel Genova 1893, squadra con la quale totalizzò 41 partite con 15 reti, segnando una tripletta all'esordio nell'incontro del 16 novembre 1930 contro il Bologna,[4] che terminò 3-1 per i Grifoni.
L'esperienza rossoblu fu tormentata dagli infortuni: il primo avvenne il 29 marzo 1931, quando in un'amichevole con l'Alessandria si spezzò il perone della gamba destra in uno scontro di gioco con il portiere avversario Rapetti[3]. Il secondo grave infortunio lo colpì il 26 marzo 1933 nell'incontro Genova 1893-Fiorentina in uno scontro con il viola Giuseppe Galluzzi, dove nuovamente si spezzò la gamba destra. L'ultimo grave infortunio lo colpì il 17 settembre 1933, nell'incontro che vide i rossoblù opporsi al Napoli, dove si procurò una lesione ai legamenti della gamba destra.
Nonostante questa serie di infortuni, nel 1934 fu ingaggiato in prestito dal Napoli, dove rimase una sola stagione, segnando solo tre reti nelle 20 gare disputate. Nel 1935 tornò brevemente al Genova 1893, dove giocò un unico incontro, segnando una rete, prima di riscattare nell'ottobre dello stesso anno il proprio cartellino e trasferirsi in Francia per indossare la maglia del Red Star di Parigi, club nel quale chiuse la carriera nel 1937.
Nazionale
È ricordato per essere stato il primo capocannoniere nella storia del Campionato mondiale di calcio, avendo segnato 8 reti in 4 partite giocate nell'edizione del 1930, 3 al Messico, 2 al Cile, 2 agli USA ed 1 all'Uruguay.
Allenatore
Dopo il suo ritiro diresse per 127 partite la Nazionale argentina, fra il 1939 e il 1958 e poi nel 1960, diventando uno dei pochissimi allenatori che hanno superato le cento panchine con una rappresentativa nazionale.
Ebbe le prime esperienze su una panchina al Genova 1893, dove, a causa di un grave infortunio che lo tenne lungamente lontano dal campo di gioco, ricoprì il ruolo di secondo di Luigi Burlando.
La prima vera panchina fu però quella del Red Star, dove inizialmente ricoprì il doppio ruolo di giocatore e allenatore e infine di solo allenatore dopo il ritiro dall'attività agonistica.
Nel 1940 tornò all'Huracan, dopo dieci anni, questa volta in veste di allenatore. Con il club di Buenos Aires rimase nove anni.
Il periodo migliore come allenatore di club lo passò al Racing Club, allenato dal 1949 al 1954, vincendo tre campionati argentini consecutivi dal 1949 al 1951.[1]
Benché allenatore di club, Stábile continuò a guidare la nazionale biancoceleste, vincendo sei edizioni della Coppa America, dal 1941 al 1957.
Al momento della sua morte era direttore della scuola federale per allenatori; pochi mesi prima, alla vigilia dei mondiali inglesi del 1966, più parti lo volevano di nuovo CT della nazionale argentina[1].
^ab Carlo F. Chiesa, We are the champions - I 150 fuoriclasse che hanno fatto la storia del calcio, in Calcio 2000, n. 26, Milano, Action Group S.r.l., gennaio 2000, p. 56.
^ Marco Tarozzi, Cent'anni di gratitudine - Un secolo di stranieri in Italia, in Calcio 2000, n. 26, Milano, Action Group S.r.l., gennaio 2000, p. 26.
Dario Marchetti (a cura di), Guillermo Stábile, su Enciclopediadelcalcio.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).
(EN, RU) Statistiche su once-onze.rarod.ru, su once-onze.narod.ru. URL consultato il 31 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2011).