Il parco si estende per una superficie di circa 141.341 ettari[1] su un terreno prevalentemente montuoso, comprendente il massiccio del Gran Sasso d'Italia e la catena dei Monti della Laga, posta poco più a nord di questo lungo la stessa dorsale orientale dell'Appennino centraleabruzzese. Il territorio del parco è diviso in 12 distretti:
La flora del Parco nazionale del Gran Sasso d'Italia e Monti della Laga è estremamente varia a seconda della zona e della quota d'interesse: andando dalla parte sud-est della catena del Gran Sasso d'Italia, versante aquilano, verso la parte nord-ovest, versante teramano, troviamo un ambiente totalmente diverso. Infatti nella zona a sud-est i boschi sono presenti solo a quote relativamente basse e sono composti principalmente da pino nero e querce (zona di Castel Del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Barisciano e San Pio delle Camere). Più in alto si trovano soltanto pascoli e solo nella zona di Fonte Vetica troviamo un piccolo tratto con alcuni abeti e betulle.
Le piante che possiamo tipicamente trovare dalle quote medie in giù sono cerri, roverelle, ornielli, maggiociondoli, meli selvatici, cornioli, genziana (davvero abbondante sul Gran Sasso sul versante aquilano e che rappresenta una specie protetta sebbene raccolta dai locali per produrre il famoso liquore alla genziana) e ginepro (anch'esso protetto e presente soprattutto sulla cima di Pizzo Cefalone). Nella zona alta e nella piana di Campo Imperatore il terreno presenta invece solo pascoli.
Nella zona più a nord del Gran Sasso, versante teramano, troviamo principalmente faggeti, con boschi sterminati che rendono la zona davvero suggestiva, soprattutto nella zona di Pietracamela, paesino situato ai piedi del Corno Piccolo, raggiungibile esclusivamente tramite la statale 80, se provenienti da Teramo, ovvero dal passo delle Capannelle provenendo dall'Aquila.
Tra gli alberi presenti troviamo alberi di tasso, agrifoglio, acero di monte, sorbo montano e numerosi nuclei di abete bianco.
Esistono alcune specie di vegetali che meritano una menzione particolare: questi sono il salice erbaceo, la stella alpina dell'Appennino (piuttosto frequente sul Gran Sasso e che rappresenta una specie estremamente protetta), il ranuncolo magellense, la primula orecchia d'orso ma anche l'adonide curvata, il papavero alpino, l'astragalo aquilano, la soldanella alpina e l'anemone dell'Appennino.
Nella zona di Campo Imperatore e nella zona di Montecristo, durante l'autunno, è facile trovare il fungo prataiolo (Agaricus Campestris) molto ricercato nella zona. Esistono anche molte altre specie di funghi come i porcini e le morette tra i boschi che popolano l'intero parco[3]. Sui Monti della Laga sono presenti numerosi boschi di faggi, abeti bianchi, querce, castagni, aceri, tassi, tigli, frassini, olmi, agrifoglio e rare foreste di betulle. Sono presenti anche orchidee rare come l'orchidea epipogio senza foglia.
Fauna
L'area protetta è abitata anche da numerosi mammiferi e uccelli. La specie più interessante del Parco è rappresentata dal camoscio d'Abruzzo, ungulatoendemico degli Appennini, che aveva nel Gran Sasso una sua roccaforte finché la persecuzione diretta dei “cacciatori di camozze” ne causò, sul finire del '800, la scomparsa. Dopo cento anni il camoscio è tornato sul Gran Sasso grazie ad una riuscita operazione di reintroduzione (tra il 1992 ed il 1999) ed una popolazione che era stimata nel 2015 intorno ai 662 esemplari[4] e nel 2021 in circa 1.200.
Nel territorio del Parco vivono altri grossi erbivori come il cervo (reintrodotto nel 2004) e il capriolo, ed il loro predatore per eccellenza, il lupo appenninico, che va ricostituendo piccoli branchi. Da qualche tempo fa apparizioni sporadiche anche l'orso bruno marsicano, con esemplari maschi erranti (2 nel 2021 secondo il Rapporto Orso marsicano): il parco è idoneo, secondo alcune ricerche del Ministero dell'Ambiente, ad ospitare una popolazione ursina di 20 - 30 esemplari, di cui 9 femmine riproduttive.
Le praterie di quota sono invece l'habitat ideale per la vipera dell'Orsini, un piccolo serpente che si nutre di insetti, presente con la più consistente popolazione nazionale. Tra le altre specie di serpenti sono da ricordare il colubro di Esculapio e la Coronella austriaca. Interessante il popolamento di anfibi, con endemismi appenninici quali la salamandrina dagli occhiali e il geotritone, abitante delle grotte. Sui Monti della Laga è molto localizzata la presenza della Rana temporaria e del tritone alpestre, che in tutto l'Appennino centro-meridionale, oltre che nel Parco, si possono osservare solo in una ristretta area della Calabria. Sono presenti anche i tritoni: crestato e comune.
L'interesse biogeografico del Parco è confermato dalla presenza di fauna invertebrata come insetti e altri gruppi ricchi di entità endemiche o a carattere relittuale, a volte con affinità con la fauna alpina e con quella montana dell'Europa orientale.
L'Aquila: fondata nel 1254, secondo la leggenda riportata da Buccio di Ranallo (mentre secondo le fonti storiche nel 1230 circa da Federico II di Svevia[5]), fu costruita con la ripartizione in quattro Rioni principali (San Giorgio, Santa Maria, San Pietro e San Giovanni d'Amiterno), in un'area diversa dalla romana Amiternum. Fu città santa nel 1288 con la costruzione della Basilica di Santa Maria di Collemaggio (ritenuta il simbolo romanico chiesastico d'Abruzzo[6]) per volere di Pietro da Morrone (Celestino V), e nel 1444 vi fu costruita la Basilica di San Bernardino, in onore del santo senese. La città fino alla dominazione spagnola, poi borbonica del XVI secolo, rimase sempre fedele al casato d'Angiò, e per questo entrò nella guerra dell'Aquila del 1423, assediata da Braccio da Montone, che dapprima distrusse i castelli fondatori della città, e successivamente bloccò la città dentro le mura. Nel '500 fu amministrata da Margherita d'Austria che favorì lo sviluppo culturale delle arti, e successivamente dagli spagnoli, che costruirono la Fortezza. Nel 1703 fu colpita da un grave terremoto, che cambiò profondamente l'aspetto urbano, nonché i colori dello stemma cittadino, le cui cromature rosse e bianche furono portate al nero e al verde dagli aquilani, come simbolo di tragedia e speranza. La città ancora oggi è ben conservata nel tessuto medievale, con il centro storico diviso dalle mura medievali con le relative porte di accesso, arricchito da monumenti simbolici quali il Forte spagnolo alle porte della città, il Corso Vittorio Emanuele, le basiliche di Collemaggio e San Bernardino, la Cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio, la chiesa di Santa Giusta, le chiese di San Silvestro, Santa Maria Paganica e San Pietro Coppito, la Fontana luminosa e la Fontana delle 99 cannelle. Numerosi sono i palazzi storici, costruiti specialmente dopo il terremoto dell'Aquila del 1703, come il Palazzo Margherita, il Palazzo Ardinghelli e il Palazzo Cappelli.
Fuori dalla città sono facilmente raggiungibili le frazioni di San Vittorino, che conserva la città romana di Amiternum con l'anfiteatro, e Assergi, con il borgo medievale ancora ben conservato, racchiudente la chiesa di San Franco. Appena fuori dal centro si trova il Santuario di San Pietro della Ienca, visitato anche da Papa Giovanni Paolo II.
Barisciano e San Demetrio ne' Vestini (AQ): Il primo comune conserva il borgo medievale rappresentato dalla chiesa di San Flaviano (XVIII secolo). Nella zona cimiteriale si trova la chiesa di Santa Maria Valleverde, mentre presso l'altura che sovrasta il borgo, in direzione di Calascio, si trovano i resti del vecchio castello medievale, assieme al Monastero di San Colombo. San Demetrio invece è nota per la presenza delle grotte di Stiffe, di grande impatto naturalistico, dove sono stati rinvenuti anche reperti archeologici della civiltà vestina.
Calascio (AQ): centro molto famoso per la presenza del Borgo Superiore di origine medievale, sviluppatosi nel XIII secolo dopo il distaccamento degli abitanti dalla roccaforte del castello fortificato Normanno, in posizione dominante, assieme al cinquecentesco Oratorio di Santa Maria della Pietà. Il borgo medievale fu abbandonato dopo il terremoto del 1703, con la costruzione della nuova Calascio, dove sono da vedere le chiese di San Nicola e di Santa Maria delle Grazie, di matrice conventuale.
Santo Stefano di Sessanio (AQ): borgo medievale nel cuore della piana di Campo Imperatore, recuperato grazie alle donazioni dell'imprenditore Daniele Kihlgren, e nominato uno dei Borghi più belli d'Italia, è conservato perfettamente nell'aspetto originario. Il borgo racchiuso a pianta ellittica attorno alla torretta medicea, conserva alcuni palazzi medicei dove è stata posta la sede dell'albergo diffuso Sextantio, nonché le due chiese principali, una delle quali dedicate a Santo Stefano. Fuori dal borgo si trova un laghetto con una chiesetta rurale.
Castel del Monte (AQ): tra i Borghi più belli d'Italia, conservato perfettamente nell'aspetto originale, dominato dalla mole della chiesa di San Marco, eretta sopra il castello. Si conservano alcuni tratti delle mura, fuse oggi con le case civili, come torrioni e porte di accesso, come quella di San Rocco. In estate vis i svolge l'evento della Notte delle Streghe.
Campotosto (AQ): borgo di confine tra Abruzzo, Marche e Lazio, noto per la costruzione di una diga artificiale, presso il lago omonimo. Il piccolo borgo, divenuto comune nel XIX secolo, è noto per i prodotti agricoli come i "coglioni di mulo", e per i paesaggi naturalistici che offre alle pendici del Gran Sasso.
Montereale (AQ): borgo al confine tra Abruzzo e Lazio, che conserva il tessuto medievale-settecentesco, dopo i disastri del terremoto del 1703. Il monumento principale è la chiesa del Beato Andrea da Montereale, seguita dall'abbazia della Madonna in Pantanis.
Bussi sul Tirino (PE): borgo situato al confine della Maiella pescarese, verso la piana di Navelli. Il centro è arricchito dalla chiesa di San Nicola e dal Castello Mediceo; mentre appena fuori, lungo la strada per Capestrano, si trova la romanica chiesa di Santa Maria di Cartignano, suggestiva per l'aspetto di rudere con la parte centrale mancante.
Castiglione a Casauria e Farindola (PE): il primo sorse nel X secolo come agglomerato fortificato per la salvaguardia dell'Abbazia di San Clemente a Casauria, situata alle porte della Maiella presso le Gole di Popoli. L'abbazia è una delle più antiche d'Abruzzo, risalente all'872. Il secondo centro sorse come feudo normanno, gestito poi dalla famiglia Farnese. Oltre al palazzo Farnese e alla chiesa di San Nicola, Farindola è nota per la località di Rigopiano, da dove partono numerose escursioni verso il Gran Sasso.
Isola del Gran Sasso d'Italia (TE): il borgo, sito proprio ai piedi della montagna, è famoso per la presenza del Santuario di San Gabriele dell'Addolorata, benché anche il centro storico medievale, conservato nella Borgata San Leonardo, sia degno di interesse per la presenza di palassi signorili e chiese, come quella matrice di San Massimo. Appena fuori dalla città si trovano le chiese della Madonna delle Grazie, di San Pietro e specialmente la romaica chiesa di San Giovanni ad insulam.
Fano Adriano (TE) è noto per la località sciistica di Prato Selva, mentre nel centro si conserva la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, mirabile esempio di stile romanico-rinascimentale nell’esterno, e di quello barocco negli interni. Poco al di fuori del centro del borgo, vi è l'Eremo dell'Annunziata, che costituisce non solo un importante centro religioso, ma anche uno stupefacente punto panoramico. La sua posizione offre, infatti, una vista panoramica, fra le vedute migliori nell’intero Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, sul Gran Sasso d’Italia, su Pizzo Intermesoli e sul Monte Corvo, cime fra le più elevate di tutti gli Appennini.
Castelli (TE), tra i Borghi più belli d'Italia, il centro storico risulta abbastanza conservato nello stile medievale, con di particolare interesse la chiesa di San Giovanni Battista. Presso l'ex convento si trova il Museo della Ceramica, successivamente trasferito per il terremoto del 2009; e appena fuori dal borgo vi è la chiesa di San Donato, dal bel soffitto maiolicato con la ceramica locale tipica.
Valle Castellana (TE): il comune sparso è famoso le varie attività escursionistiche presso il Gran Sasso. I monumenti principali sono i resti della Fortezza Manfrina, voluta da Manfredi di Sicilia. In località Vallenquina si trova invece l'ottocentesco Castello Bonifaci, voluto in stile neogotico dall'artista Gennaro Della Monica.
Architetture religiose
L'elenco propone le chiese e le basiliche di maggior interesse artistico e culturale, nonché storico.
Campo Imperatore è meta di astrofili e appassionati di astronomia per via della quota altimetrica e della lontananza da sorgenti di inquinamento luminoso e dell'aria che rendono il luogo ideale per l'osservazione astronomica. Dispone di una stazione di osservazione, facente parte dell'Osservatorio astronomico d'Abruzzo, costruita tra il 1948 e il 1955 ed equipaggiata con un telescopio di oltre un metro di diametro. A partire dal 2001 l'Osservatorio è stato sede del programma internazionale CINEOS che ha portato alla scoperta di 61000 asteroidi e 1500 nuovi oggetti, tra cui 6 near-Earth object e un planetoide. Da oltre vent'anni, inoltre, Fonte Vetica è sede di diversi campi astronomici organizzati regolarmente da associazioni di astrofili provenienti da tutta Italia. Molto famoso è il Campo Astronomico patrocinato dal Gruppo Astrofili Pescaresi "RA" (GASPRA), la cui prima edizione si è tenuta nel 1988[senza fonte].
Amatrice (RI): il borgo, nominato nel 2015 uno dei Borghi più belli d'Italia, si trova al confine con l'Abruzzo e le Marche, nell'estrema provincia reatina. L'Accesso all'asse principale del corso Umberto è preceduto dalla chiesa di Sant'Agostino. Nel borgo si possono trovare di interesse la chiesa di San Francesco e la torre civica con la campana monumentale.
Una strada molto suggestiva nonché un percorso stradale di collegamento molto importante per il parco è la Strada maestra del Parco che attraversa il Parco nel territorio di confine tra il massiccio del Gran Sasso e la catena della Laga collegando la provincia dell'Aquila con quella di Teramo. A scopo esclusivamente escursionistico: a piedi, a cavallo ed in MTB è presente nel parco l'ippovia del Gran Sasso.
Nel parco inoltre sono presenti le seguenti stazioni sciistiche:
Museo delle Fortificazioni (Castello di Rocca Calascio)
Centro Informazioni di Castelvecchio Calvisio
Prodotti tipici
Tra i prodotti artigianali vi è innanzitutto la maiolica di Castelli, ceramica locale conosciuta per la varietà delle tonalità di colore e per i vari disegni di vita contadina dipinti in utensili da cucina o da collezione. A Santo Stefano di Sessanio si conserva ancora l'arte della tessitura, con la materia prima della lana delle pecore locali. Nella valle Siciliana invece, tra Pietracamela e Tossicia, si producono oggetti da collezione e da cucina in rame, nel solco della tradizione, mentre a Pietracamela è tipica la tradizione culturale della Zampogna.
Autostrada A14 Adriatica: uscita San Benedetto del Tronto lungo la via Salaria (Ascoli Piceno), uscita Giulianova/Teramo, proseguire per S.S. 80 (Teramo), uscita Pescara Nord, proseguire in direzione di Penne-Farindola.
^ Comune di Campotosto, Il lago di Campotosto, su comune.campotosto.aq.it. URL consultato il 19 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2014).