Il parco nazionale del Pollino (internazionalmente noto come Pollino Global Geopark[2]), situato tra Basilicata e Calabria tra le province di Cosenza, Potenza e Matera, con i suoi 192 565ettari, di cui 88 650 nel versante lucano e 103 915 in quello calabro, è il parco nazionale più grande d'Italia; prende il nome dall'omonimo massiccio montuoso.
Il parco nazionale del Pollino è stato istituito nel 1988[1], mentre la perimetrazione provvisoria è del 1990, così come le misure di salvaguardia.
Tra gli anni 1993 e 1994 s'insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di amministrazione e direzione; la sede dell'ente di gestione è ubicata in Rotonda (PZ).
Le sue vette, tra le più alte del sud d'Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell'anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si osservano le coste tirreniche e il litorale ionico.
Il paese più alto del parco è Alessandria del Carretto con i suoi 999 metri s.l.m., paese che ancora oggi conserva antiche tradizioni culturali e musicali.
Il confine calabro-lucano riveste un particolare interesse nella geologia dell'Italia meridionale, rappresentando la complessa fascia di raccordo tra i domini strutturali dell'Appennino Calcareo auct. e le coltri cristallino-metamorfico-sedimentarie dell'Arco Calabro-Peloritano.
In questo contesto la catena del Pollino si configura come una delle maggiori strutture geologiche, costituendo, nell'accezione classica una estesa monoclinale, con direzione media WNW-ESE ed immersione generale a NE, di carbonati mesozoico-terziari di piattaforma ("Complesso Panormide" di OGNIBEN,1969, corrispondente all'Unità Alburno-Cervati di D'ARGENIO et alii, 1973), derivanti dalla deformazione della piattaforma campano-lucana (D'ARGENIO et alii, 1973) o piattaforma appenninica (MOSTARDINI & MERLINI, 1986). [...][4]
"Pollino Geopark"
Il 17 novembre 2015, i 195 Stati membri dell'UNESCO, nell’ambito della 38ª sessione plenaria della conferenza generale dell'UNESCO, hanno riconosciuto la Rete dei Geoparchi Mondiale quale Progetto prioritario dell’UNESCO. Tutti i 120 membri della Rete Globale dei Geoparchi hanno quindi ottenuto il riconoscimento di "Unesco Global Geopark". Tra questi è presente il Pollino Geopark e da ciò ne consegue che tutto il territorio del parco nazionale del Pollino è entrato a far parte del Patrimonio dell’UNESCO.[5]
Oltre ai siti di interesse geologico il Pollino Geopark comprende anche numerosi siti di interesse non geologico, che mirano, insieme ai geositi, a valorizzare l'intero territorio del parco nazionale del Pollino, dal punto di vista geoturistico, naturalistico, culturale, storico e archeologico, in modo da far conoscere e apprezzare tanta bellezza.
Glacialismo
L'attuale profilo delle vette più elevate risulta fortemente modellato dall'azione di antichi ghiacciai[1], le cui tracce più evidenti si rinvengono sul versante nord-occidentale di Serra Dolcedorme con la conca denominata Fossa del Lupo, antica zona di accumulo delle masse ghiacciate che alimentavano l'imponente ghiacciaio del Frido; sul versante nord-orientale del Monte Pollino con i due circhi glaciali separati dal contrafforte nord-est della stessa montagna; e sul versante settentrionale di Serra del Prete con il bello e vasto circo glaciale alla cui base sporge l'accumulo frontale di detrito morenico ricoperto da una fitta e vasta faggeta.
I ghiacciai in ritiro, oltre ai depositi morenici, hanno abbandonato massi di notevoli dimensioni, i cosiddetti massi erratici. Caratteristici perché isolati e lontani da probabili punti di caduta, sono facilmente osservabili sui piani di Pollino e Acquafredda, a un'altitudine compresa tra i 1.800 e i 2.000 metri di quota.
Il nevaio del Pollino
Nevai stagionali, alcuni dei quali di notevoli dimensioni, sono presenti su tutte le vette più alte del massiccio. Sul Monte Pollino, in particolare, nell'avvallamento immediatamente a sud rispetto alla cima (nei pressi di un'antica dolina), a quota 2.225 m slm, ne sorge uno[6] che è facile scorgere anche a fine agosto. Il 9 ottobre 2010 presso il suddetto nevaio è stato installato un rilevatore di temperatura per un monitoraggio diretto del microclima locale[7].
Tra tante altre specie arboree presenti nel parco vi sono l'abete bianco, il faggio, tutti e sette i tipi di aceri di cui l'acero di Lobelius, il pino nero, il tasso diverse specie di querce, castagni, ed alle quote più elevate e sui pendii più ripidi è presente il pino loricato, specie rarissima, che si adatta agli habitat più ostili, dove altre specie molto rustiche (il faggio in primis) non sono in grado di sopravvivere.
Non da meno sono da considerare le varie famiglie di frutti di bosco e di specie arboree selvatiche che producono frutti e bacche come le mele selvatiche, i vari Prunus, le fragoline di bosco e i lamponi di cui sono disseminati i sentieri e le frequenti radure, laddove le condizioni climatiche e di soleggiamento ne consentono la fruttificazione.
Riconoscimento UNESCO della faggeta vetusta di Cozzo Ferriero, la faggeta vetusta più a Sud d'Europa. Vi vive un antico albero, un pino loricato (Pinus heldreichii), la cui età è stata stimata al radiocarbonio in 1.230 anni da ricercatori dell’università della Tuscia, i quali l'hanno chiamato Italus, dal mitico eroe eponimo dell'Italia.[8]
Consigliato a chi ama le passeggiate, il trekking e l'escursionismo in generale, grazie però alla varietà dei paesaggi presenti in questa zona, vi si praticano diversi sport. Infatti è meta, oltre che per gli amanti dell'alpinismo, degli appassionati del torrentismo, del rafting, del river tubing, dello sci di fondo, della speleologia e della mountain bike.
Nei media
Il film Il buco, diretto da Frammartino e presentato alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia è stato interamente girato nel Parco Nazionale del Pollino, presso l'Abisso del Bifurto, un inghiottitoio che scende per 683 m in profondità, posizionandosi al 40º posto delle grotte più profonde del mondo.
^ bruno, Il Parco Nazionale del Pollino, su ::: Cea Pollino Basilicata :::. URL consultato il 23 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2021).
^ bruno, GEOPARCO, su parcopollino.gov.it. URL consultato il 23 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2017).
^ Naturalmente Pollino, Nevaio del Pollino estate 2010, su naturalmentepollino.it, 10 agosto 2010 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2011).
AA.VV., Due secoli di escursioni sul Pollino, Prometeo, Castrovillari 1993.
Avolio Silvano, Il Pino Loricato, Prometeo, Castrovillari 1996.
Barone Vincenzo, Cerchiara, S. Maria delle Armi, Calabria Bizantina, Cerchiara 1982 (sul santuario vi è un successivo volume dello stesso Barone pubblicato da Prometeo, Castrovillari 1992).
Barone Vincenzo, Pollino, lavoro e civiltà. La fossa del lupo, Prometeo, Castrovillari 1992.
Bavusi Antonio, Settembrino G., Pollino, un parco tra due mari, WWF, Potenza 1992.
Bernardo Liliana, Fiori e piante del Parco del Pollino, Prometeo, Castrovillari, 2000.
Bevilacqua Francesco, Sui sentieri dell’Orsomarso, Il Coscile, Castrovillari 1995.
Bevilacqua Francesco, Il Parco Nazionale del Pollino, guida storico-naturalistica ed escursionistica, Rubbettino, Soveria Mannelli 2014.
Bevilacqua Francesco, Miniguida al Parco Nazionale del Pollino, Edizioni del Parco Nazionale del Pollino, Rotonda 2015.
Bottini Paola, Archeologia, arte e storia alle sorgenti del Lao, Matera 1988.
Braschi Giorgio, Pollino, Mario Adda, Bari 1984, nuova ed. Il Coscile, Castrovillari 1993.
Braschi Giorgio, Sui sentieri del Pollino, Arti Grafiche Pugliesi/Il Coscile, Bari/Castrovillari 1986, nuova ed. Il Coscile, Castrovillari 1993.
Cappelli Biagio, Il monachesimo basiliano ai confini calabro-lucani, Fratelli Fiorentino, Napoli 1963.
Cappelli Mario, Uomini e luoghi del Pollino, Il Coscile, Castrovillari 1991.
Caruso Franco, La Montagna e i suoi segni, Il Coscile, Castrovillari 1998.
Ciancio Maria Pina, La Madonna del Pollino, Il Coscile, Castrovillari 2004.
De Leo Pietro (a cura di), Il Pollino, storia, arte, costume, Editalia, Roma 1984.
Formica Annibale, Il Parco Nazionale del Pollino: ambienti naturali, biodiversità e paesaggi, Gazzetta Ambiente, Anno XX, n. 2/2014.
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Formica Annibale (a cura di), I piani del Pollino, Edizioni Ermes, Potenza, 1995.
Giorgio Francesco, Dal Saraceno al Dolcedorme, Il Coscile, Castrovillari 1985.