Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Milan Associazione Calcio nelle competizioni ufficiali della stagione 1979-1980.
Stagione
Presentatosi ai nastri di partenza della stagione con una rosa rimasta immutata (gli unici acquisti di rilievo sono il centrocampista Francesco Romano e l'attaccante Giuseppe Galluzzo, entrambi di prospettiva e provenienti, rispettivamente, dalla Reggiana e dal Lecco[5]), ma con l'ex giocatore Massimo Giacomini alla guida tecnica,[5] il Milan tenta inizialmente l'inseguimento dei rivali interisti per poi perdere il passo all'inizio del girone di ritorno e abdicare nella difesa dello scudetto, concludendo il torneo al terzo posto, a cinque punti dai nerazzurri campioni.[5][6]
In Coppa Italia il Milan supera il primo turno vincendo il proprio girone eliminatorio, grazie alle vittorie con Monza, Pisa e Genoa e al pareggio con il Pescara.[7] Nei quarti di finale i rossoneri vengono eliminati dalla Roma, futura vincitrice dell'edizione, che incamera la qualificazione già all'andata grazie al netto 4-0 imposto a San Siro ai padroni di casa, con questi ultimi che poi non vanno al di là del 2-2 nel retour match all'Olimpico.[8]
Non ha migliore fortuna l'avventura in Coppa dei Campioni dove il Milan viene eliminato già nei sedicesimi di finale dal Porto, che, dopo il pareggio a reti inviolate nella gara di andata in Portogallo, vince per 1-0 la sfida di ritorno a Milano con un gol di Duda.[8] Tale sconfitta interna mette fine a una serie di risultati utili casalinghi dei Rossoneri in Europa che perdurava da venti anni.[9]
Verso la fine della stagione emergono delle pesanti prove sul coinvolgimento della squadra nello scandalo del Totonero, riguardante un giro di compravendite di risultati per le vincite delle scommesse clandestine; a impelagare i lombardi c'è la partita Milan-Lazio del 6 gennaio 1980, vinta sul campo per 2-1 dai padroni di casa.[10] Dal processo federale che ne segue, i vari tesserati e dirigenti coinvolti subiscono pesanti squalifiche: per quanto concerne i colori rossoneri, arriva l'inibizione a vita per il presidente Felice Colombo[5][6] e squalifiche ai calciatori Enrico Albertosi, Giorgio Morini e Stefano Chiodi,[5] rispettivamente di quattro anni, un anno e sei mesi, mentre la squadra viene declassata all'ultima posizione e retrocessa d'ufficio in Serie B.[5][6] Ciò, nell'immediato, fa saltare le future operazioni di calciomercato che avrebbero previsto l'acquisto di Bruno Giordano e Paulo Roberto Falcão.[11]
Successivamente, con l'indagine della magistratura ordinaria, emerge che Colombo aveva pagato le vincite sulle scommesse relative a quella partita con assegni: a incastrarlo sono le loro matrici. La giustizia ordinaria assolve tutti i protagonisti di quella vicenda, in quanto non vi è truffa ai danni degli scommettitori.[10]
Divise
Nella prima stagione in cui la maglia del Milan può ospitare la stella viene confermata la tradizionale divisa della squadra, rossonera con righe strette, prodotta da adidas: apparirà per l'ultima volta il 6 gennaio 1980.[12] La divisa di riserva è una maglia bianca con spalle e colletto rossi e neri, pantaloncini bianchi e calzettoni bianchi con risvolto rossonero.
Nel frattempo il 25 novembre 1979, in occasione della sfida casalinga contro il Napoli, era stata introdotta una nuova divisa rossonera che vedeva il ritorno delle righe larghe e,[11][12] soprattutto, la stampa in via sperimentale del nome del giocatore nella parte posteriore della maglia, una novità assoluta nella storia del calcio italiano (seppur, in questo caso, di breve durata);[13] queste nuove maglie, prodotte dal marchio Linea Milan, presentano inoltre un nuovo stemma sociale, costituito da un diavolo stilizzato.[11][12]
Nella partita Perugia-Milan del 14 ottobre 1979 i rossoneri indossarono eccezionalmente la terza maglia blu dei padroni di casa, poiché il magazziniere dimenticò a Milanello la seconda divisa milanista bianca.[14][15][16]