Il Ducato di Napoli (esteso all'incirca sull'area dell'odierna città metropolitana) fu uno degli ultimi territori dell'Italia meridionale a essere inglobato nel Regno di Sicilia dei normanni, con la capitolazione del duca Sergio VII di Napoli nel 1137.
Dai sovrani della dinastia di origine normanna nel 1198 il Regno di Sicilia passò per via matrimoniale agli Hohenstaufen con Federico II di Svevia fino al 1266, quando l'ultimo re della dinastia di origine sveva Manfredi di Sicilia fu sconfitto dagli angioini.
Su invito del Pontefice Clemente IV, scende in Italia (1265) Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, investito con Bolla papale del titolo di Re di Sicilia.
Il Regno di Sicilia si ritrova diviso in due parti: l'isola siciliana, in mano agli aragonesi, e la parte continentale, tenuta dagli angioini, entrambe rivendicanti il titolo di Regno di Sicilia. La situazione troverà una sua ufficializzazione (seppur provvisoria) solo con la pace di Caltabellotta del 1302.
Da questo momento, tuttavia, i re angioini di Napoli si diranno Re di Sicilia citra e, del pari Re di Sicilia si diranno i sovrani aragonesi. Di fatto, nasce, accanto al Regno di Sicilia, un nuovo regno, che in seguito verrà detto Regno di Napoli, esteso su tutta la parte continentale del mezzogiorno d'Italia.
Nel 1381, lo Scisma d'Occidente, che vide contrapporsi papi e antipapi in seno alla Chiesa cattolica si ripercosse anche sul Regno napoletano: l'erede designato da Giovanna, Carlo d'Angiò-Durazzo (appartenente al ramo ungherese della dinastia), venne infatti rimosso da quest'ultima nella linea di successione per la sua fedeltà a Papa Urbano VI, mentre Giovanna prendeva le parti dell'Antipapa Clemente VII, sostenuto dalla Francia.[6] Forte del sostegno papale, Carlo di Durazzo mosse le sue truppe verso Napoli, che cadde il 16 luglio 1381. Solo alla morte di Giovanna, assassinata l'anno seguente, Carlo si fece incoronare regnante della Sicilia citeriore, dando iniziò al regno del ramo Angiò-Durazzo.[7]
La sovranità degli Angiò-Durazzo fu contestata dalla Casa Valois-Angiò, ramo cadetto della famiglia reale francese dei Valois. All'origine delle controversie il fatto che dopo aver escluso Carlo III dalla successione, Giovanna I nominò Luigi, Duca d'Angiò e i suoi discendenti come successori. Questi condussero diverse spedizioni militari nel Regno reclamando più volte la corona. Le ostilità terminarono quando Giovanna II riconobbe Luigi III d'Angiò come Duca di Calabria ed erede al trono. Luigi morì prima di Giovanna II pertanto alla morte della sovrana la corona passò al fratello di Luigi III d'Angiò ovvero Renato d'Angiò.
Il re aragonese Alfonso V di Aragona era stato precedentemente nominato erede titolare da Luigi III, Duca d'Angiò. Nonostante fosse stato sconfessato da Giovanna II, il debole regno di re Renato e l'improvvisa povertà del suo casato fornirono al sovrano spagnolo la base giuridica per rivendicare il Mezzogiorno continentale ai danni del legittimo re napoletano. Forte di questa interpretazione, conquisterà militarmente il Regno di Sicilia Citeriore e, una volta congiunto al suo Regno di Sicilia Ulteriore, assumerà il titolo di RexUtriusque Siciliae, unificando formalmente i due regni.
Tuttavia Alfonso I di Napoli e di Sicilia (cioè Alfonso V d'Aragona) alla sua morte lascerà Napoli al suo figlio naturale, Ferdinando I, mentre la corona di Aragona e la Sicilia andranno al fratello Giovanni II d'Aragona, separando così nuovamente i due regni.
Facendo leva su un lontano diritto ereditario al trono di Napoli di natura agnatica, re Carlo VIII di Francia scese con le sue armate in Italia dando inizio alle cosiddette guerre d'Italia. Il 22 febbraio 1495 entrò a Napoli, approfittando della ritirata di Ferdinando II a Ischia, e si fece incoronare re. Nel maggio dello stesso anno Ferdinando II riuscì ad organizzare una controffensiva che, nell'arco di due mesi, riuscì a scacciare i francesi da Napoli.
Trastámara di Spagna (Unione personale con la Spagna; 1504–1516)
Dopo le decisive vittorie nelle battaglie di Cerignola (aprile 1503) e Garigliano (dicembre 1503), gli eserciti aragonesi di Ferdinando II riuscirono a scacciare i francesi da Napoli, definitivamente conquistata nel 1504.
La linea di successione antecedente all'invasione non venne però rispettata, e Ferdinando si fece incoronare a discapito del cugino Ferdinando, Duca di Calabria, legittimo titolare della Corona siciliana, che venne imprigionato e deportato in Spagna.
La Repubblica Napoletana, proclamata il 22 ottobre 1647, fu un'entità politica di breve durata nata in chiave antispagnola a seguito della repressione della rivolta di Masaniello. Sotto la guida dell'armaiolo Gennaro Annese i napoletani riuscirono a scacciare le truppe spagnole dalla città proclamando la repubblica ed affidandone la guida ad Enrico II, duca di Guisa con la carica di Doge di Napoli. A seguito del mancato appoggio della Francia e del suo primo ministro cardinale Giulio Mazzarino e di contrasti tra Guisa e i promotori della rivolta la repubblica crollò il 5 aprile 1648. Don Giovanni d'Austria entrò a Napoli con le sue truppe restaurando il governo vicereale spagnolo.
Sull'onda della Prima campagna d'Italia, nel 1798 le truppe repubblicane francesi penetrarono in Italia meridionale, sconfissero l'esercito borbonico nella battaglia di Civita Castellana ed avanzarono agevolmente fino a Napoli. Ferdinando IV e la famiglia fuggirono precipitosamente in Sicilia e, il 23 gennaio 1799, venne proclamata la Repubblica Napoletana di stampo filo-francese e giacobino. La neonata repubblica sopravvisse per meno di cinque mesi, cadendo a seguito della ritirata dei francesi da Napoli e della guerriglia portata avanti dall'armata sanfedista del cardinale Fabrizio Ruffo. Il 13 giugno 1799 Ferdinando IV viene restaurato sul trono napoletano attuando una dura e sanguinosa repressione contro coloro che fecero parte del governo repubblicano.
Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo i sovrani di Napoli furono attivi nelle varie coalizioni antifrancesi ed ebbero diversi scontri politici e soprattutto militari con i transalpini. Dopo la vittoria di Austerlitz del 2 dicembre 1805, Napoleone Bonaparte promosse l'occupazione definitiva del napoletano, condotta con successo da Gouvion-Saint Cyr e da Reynier, e dichiarò quindi decaduta la dinastia borbonica nominando nuovo Re di Napoli il fratello Giuseppe. Da segnalare che in questo periodo il re Ferdinando continuò a regnare de facto sulla Sicilia e perse solo il regno napoletano. Nella fase di passaggio dal regno di Ferdinando IV a quello del Bonaparte, fu reggente delle Due Sicilie il marchese Michelangelo Cianciulli.
Dopo la caduta di Napoleone si ebbe il periodo della Restaurazione in cui molte famiglie detronizzate dagli effetti della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche tornarono sul trono. Tra queste, anche ai Borbone fu restituito il Regno di Napoli, che, nel 1816 fu unito al Regno di Sicilia dal re Ferdinando IV di Napoli (e III di Sicilia), che scelse di farsi chiamare Ferdinando I delle Due Sicilie.