Nel 1378, a meno di un anno, suo padre lo offrì alla tredicenne Benedetta, figlia di Ugone III, sovrano di Arborea, che però rifiutò, accusando il duca di tradimento dei trattati firmati nel 1377.
Suo padre, Luigi I, nel 1384, era morto a Bisceglie, nel tentativo di conquistare il regno di Napoli[4].
Luigi quindi nel 1384, ereditò i possedimenti angioini detenuti dal padre, compresa la Provenza, rivaleggiando con Carlo di Durazzo (padre di Ladislao) per il possesso del Regno di Napoli. Infatti fu proclamato re di Napoli nella cattedrale di Bari, ma dovette rientrare in Provenza, che riuscì a sottomettere solo nel 1387. Nel 1386, alla morte del padre, Ladislao, ancora minorenne, fu proclamato re, ma i sostenitori di Luigi si risollevarono e costrinsero Ladislao, prima a rifugiarsi a Castel dell'Ovo e poi a Gaeta ed infine ad abbandonare il regno[5] mentre Luigi II veniva incoronato re dall'antipapaavignoneseClemente VII il 1º novembre 1389, alla presenza del re di FranciaCarlo VI.
Luigi inviò Ottone IV di Brunswick ad occupare Napoli in suo nome e, nel 1390, prese possesso del reame, ne occupò il trono per circa dieci anni[6].
Durante le sue assenze la Provenza fu governata dalla madre Maria di Bretagna. Nel 1399, il ventitreenne Ladislao si lanciò alla conquista della corona che era stata di suo padre Carlo. Luigi, impegnato nella lotta contro i baroni pugliesi, fu sopraffatto dalla determinazione del giovane Durazzesco, che già spadroneggiava sul reame e s'impossessava della città di Napoli. L'Angioino abbandonò la propria causa e fece ritorno in Francia, consentendo a Ladislao di affermarsi come nuovo sovrano di Napoli[5].
Nel 1400, ad Arles, Luigi, come conferma Anselme de Sainte-Marie nella Histoire généalogique et chronologique de la maison royale de France, des pairs, grands officiers de la Couronne, de la Maison du Roy et des anciens barons du royaume.... Tome I / par le P. Anselme aveva sposato Iolanda di Aragona (1384-1442)[7], figlia del re Re di Aragona, di Valencia, di Sardegna e di Maiorca, re titolare di Corsica, Conte di Barcellona e delle contee catalane, Giovanni I e della sua seconda moglie, Iolanda di Bar (1365-1431), che, secondo l'estratto della Histoire Latine du Roy Charles VI, datato 1404 della Histoire généalogique de la maison royale de Dreux (Paris), Luxembourg, Preuves de l'histoire de la maison de Bar-le Duc era la figlia femmina quartogenita del marchese di Pont-à-Mousson e duca di Bar, Roberto I e della moglie, Marie di Valois[8], figlia di Giovanni II di Francia e di Bona di Lussemburgo, quindi sorella del re di Francia, Carlo V[9].
Il matrimonio gli diede la possibilità di intervenire nella contesa ereditaria per il trono d'Aragona, in difesa dei diritti del figlio, Luigi. Il padre di Iolanda, re Giovanni I di Aragona, era morto nel 1396 e nel 1410 era scomparso anche lo zio Martino I. Per Luigi poteva essere l'occasione di rifarsi del fallimento dell'impresa napoletana, ma anche la prospettiva del trono aragonese, per il figlio Luigi, non si realizzò[10]. Luigi e Iolanda furono chiamati «Re e Regina dei Quattro Regni»: Sicilia, Gerusalemme, Cipro e Aragona. Un'altra interpretazione ha inteso invece il titolo di Napoli separato da quello di Sicilia, escludendo Cipro[11].
Nel 1409 Luigi intervenne ancora nel regno di Napoli; prima affrontò le truppe di Ladislao, che avevano occupato Roma l'anno precedente, e le respinse dalla città e poi, in qualità di alleato dell'antipapa Giovanni XXIII, sferrò un nuovo attacco al Durazzesco e riportò una vittoria nella battaglia di Roccasecca (1411), ma il confronto militare vide comunque la netta prevalenza di Ladislao[14]. Privato del sostegno di una parte della nobiltà napoletana e incalzato dalle pressioni dei suoi stessi soldati, che reclamavano la fine delle ostilità, Luigi fu costretto a rinunciare per la seconda volta alle sue pretese sul trono napoletano e a ritirarsi nuovamente in Francia.
Luigi II d'Angiò, secondo la Chronique normande de Pierre Cochon, notaire apostolique à Rouen morì il 1º maggio 1417[15] nel suo castello di Angers, cuore dell'Angiò, e lì fu sepolto.
Il figlio Luigi gli subentrò in tutti i suoi titoli, comprese le rivendicazioni al trono di Napoli.
Discendenza
Dal matrimonio con Iolanda Luigi ebbe sei figli[16][17]: