Nell'estate del 1302, dopo che Carlo di Valois, comandante delle truppe angioine del regno di Napoli aveva cercato, inutilmente, di conquistare con le armi la Sicilia, lo stesso Carlo di Valois, il re di NapoliCarlo II e papa Bonifacio VIII proposero al re di SiciliaFederico III di Aragona di sposare Eleonora[9]. Fu trovato un compromesso che prevedeva che Federico III mantenesse il potere sulla Sicilia col titolo di re di Trinacria (quello di Sicilia spettava solo al re di Napoli) fino alla morte, dopo la quale l'isola sarebbe dovuta passare nuovamente agli Angiò[9]. Questo compromesso, che avrebbe dovuto portare alla conclusione della guerra del Vespro, fu raggiunto con la pace di Caltabellotta (31 agosto del 1302). Il trattato, modificato dal Papa il 12 maggio 1303, confermò a Federico III il mantenimento del potere sulla Sicilia, portatagli in dote dalla moglie Eleonora, col titolo di re di Trinacria sino alla morte.
Federico III d'Aragona assegnò alla consorte Eleonora la cosiddetta Camera Reginale. La Camera reginale costituì una vera e propria dote gestita da un governatore e a disposizione della regina formata dai territori delle città di Paternò, Siracusa, Lentini, Avola, Mineo, Vizzini, Castiglione, Francavilla e l'isola di Pantelleria. Tale Camera reginale perdurò fino al 1537.
Nel 1343, dopo la scomparsa di Re Federico III di Aragona, la regina Eleonora d'Angiò si trasferì a Messina accompagnata dal suo familiare, Cavaliere milites Antonino Natoli[11] che gli conferirà sconfinati feudi[12] si ritirò entro i territori della propria camera reginale preferendo in special modo i pressi di Belpasso, ai piedi dell'Etna dove ancora oggi esiste la Cisterna della Regina, che la tradizione vuole sia stata fatta edificare proprio da lei. Spirò il 9 agosto del 1343 nel convento di San Nicola l'Arena nei pressi di Nicolosi (CT). Successivamente la salma fu traslata a Catania nella chiesa di San Francesco dove si trova una lapide che la ricorda.