Suo padre, Alfonso II morì nel mese di febbraio 1209, a Palermo, dove era sbarcato il 2 febbraio, avendo accompagnato la sorella maggiore, Costanza (1179-1222), in Sicilia, per il matrimonio con il re di Sicilia, Federico II[13]; Costanza, vedova, dal 1204, del re d'Ungheria, Emerico, senza figli, era tornata in Aragona[5] ed il loro fratello, re della corona d'Aragona, Pietro II, secondo la Crónica de San Juan de la Peña, era riuscito ad organizzare il matrimonio di Costanza[14]; Alfonso II aveva un seguito costituito da nobili aragonesi, catalani e provenzali, più 400 lancieri che, dopo il matrimonio, sarebbero rimasti al servizio del re di Sicilia[13], ma, a causa di una epidemia, subito dopo l'arrivo a Palermo, il contingente che accompagnava Costanza, fu annientato[13]. Tra coloro che persero la vita vi fu anche Alfonso II di Provenza[13], che lasciò il titolo di conte di Provenza al figlio Raimondo Berengario, con la reggenza della madre, Garsenda, sotto la tutela dello zio il re Pietro II.
In quello stesso anno, sua madre, Garsenda, ereditò la contea di Forcalquier, alla morte del suo bisnonno materno (nonno di Garsenda), Guglielmo IV d'Urgell, che secondo l'Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, morì il 7 ottobre del 1209[15], e che, secondo la nota dello stesso Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, il conte Guglielmo IV, nel febbraio di quello stesso anno, come risulta dagli archivi del Bouches-du-Rhône, aveva fatto testamento a favore della nipote [Garsenda di Sabranl[16]. Sempre secondo la nota dello stesso Obituaire du chapitre de Saint-Mary de Forcalquier, nel novembre di quello steso anno, come risulta dagli archivi del Bouches-du-Rhône, Garsenda aveva depositato l'atto di rinuncia alla Contea di Forcalquier a favore del figlio, Raimondo Berengario IV[16], già conte di Provenza.
Raimondo Berengario fu condotto nel regno d'Aragona, dove fu educato; e lì rimase sino al 1216. Per la contea di Provenza, suo zio Pietro II nominò un reggente, il suo prozio Sancho, conte di Cerdagna e di Rossiglione, che era stato conte di Provenza dal 1181 al 1185, mentre la contea di Forcalquier era governata da sua madre, che aveva mantenuto il titolo di contessa, ma le si era contrapposta la sorella minore di Guglielmo IV e Bertrando II, la prozia, Alice d'Urgell[17], che pretendeva il titolo per sé e che, con l'aiuto del figlio, Guglielmo di Sabran, contrastò Garsenda per diversi anni.
Nel 1213, dopo la morte dello zio, Pietro II, nella battaglia di Muret, il suo prozio, Sancho, fu nominato reggente della corona d'Aragona per conto del giovane re d'Aragona e conte di Barcellona, Giacomo I, come lo stesso Giacomo ci conferma nella sua autobiografia Historia del rey de Aragón Don Jaime I[18]; Sancho nominò reggente di Provenza e Forcalquier suo figlio Nuño. Scoppiarono dissensi tra i catalani e i partigiani della contessa, la quale accusò Nuño di tentare di prendere il posto di suo nipote nella contea. Dapprincipio, l'aristocrazia provenzale, con le sue mire ambiziose, cercò di trarre vantaggio dalla situazione, ma alla fine si schierò dalla parte di Garsenda rimuovendo Nuño, che ritornò in Aragona. La reggenza passò a Garsenda e venne stabilito un consiglio di reggenza costituito da nobili locali.
Dopo la morte della prozia, Alice, avvenuta tra il 1212[19] ed il 1219[20], il di lei figlio, Guglielmo di Sabran, continuò a rivendicare il titolo di Conte di Forcalquier e continuò a contrapporsi a Garsenda ed a Raimondo Berengario, che, dopo aver raggiunto la maggior età, nel 1216, era rientrato in Provenza dal regno d'Aragona. Guglielmo di Sabran fomentava la rivolta nella regione di Sisteron, ma alla fine fu sconfitto anche per il fatto di essere stato scomunicato (secondo la Gallia Christiana Novissima, Metropole d'Aix, Aix, Arles, Embrun, parte 1 e anche secondo la Gallia Christiana Novissima, tomus I, Guglielmo, citato col titolo di conte di Forcalquier, venne scomunicato per aver sottratto ai monaci di Montmaior, l'abitato di Pertuis[21][22]. Guglielmo, anche per l'intervento di papa Innocenzo III dovette restituire la proprietà all'abbazia[21][22] e tra il 1220 ed il 1222 fu sconfitto e rinunciò ad ogni rivendicazione.
Garsenda, che, nel 1217 circa, aveva già lasciato le redini del governo a Raimondo Berengario IV, verso il 1222 si ritirò nel monastero di La Celle, dove prese i voti[23]; Raimondo Berengario, dopo il ritiro della madre dalla vita pubblica, entrò in possesso del titolo di conte di Forcalquier e, solo allora, riuscì a riunire, dopo circa 150 anni, le due contee, di Provenza e di Forcalquier.
Nel 1231 Raimondo Berengario fondò sulle Alpi una città e, per le sue origini catalane, la battezzò col nome di Barcelonnette, in omaggio a Barcellona.
Nel 1234 divenne suocero del re di Francia, Luigi IX, che nel 1226 era succeduto al padre Luigi VIII, per il matrimonio, della figlia maggiore, Margherita, celebrato il 27 maggio, con il nuovo re di Francia, come riportato dal Vincentii Bellovacensis Memoriale Omnium Temporum[27].
Nel 1235 il re d'Inghilterra, Enrico III, chiese la mano della secondogenita di Raimondo Berengario, Eleonora, attraverso la mediazione del cognato di Raimondo e fratello di Eleonora, Amedeo IV di Savoia[28]. Il matrimonio fu celebrato il 14 gennaio 1236. L'accordo di matrimonio è ricordato nel documento n° 96 del Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, dello storico, Ludwig Wurstenberger[29].
Dopo l'assemblea di Haguenau, svoltasi alla fine del 1235 e nella quale sia Raimondo Berengario che Raimondo VII apparvero accanto a Federico II, la politica dell'imperatore era già cambiata[30]; non solo l'anno precedente aveva riconsegnato a Raimondo VII (a dispetto della chiesa) tutte le proprietà[30] che gli erano state tolte dal re di Francia, Luigi IX, il Santo, nel 1229[25], ma cominciò ad appoggiare apertamente, Raimondo VII, il capo del partito anticlericale contro Raimondo Berengario, che si era schierato a favore della chiesa[30].
L'alleanza tra Raimondo Berengario e Luigi IX il Santo, rinsaldata anche dal matrimonio di Luigi con Margherita, rimase inalterata per il resto della sua vita[25], mentre il suo rivale, Raimondo VII, rimase fedele all'imperatore[31].
Raimondo Berengario IV, come riportato dagli Annales Sancti Victoris Massilienses, morì il 19 agosto 1245, nei pressi di Aix-en-Provence[32]; anche l'Obituaire du Chapitre de Saint-Mary de Forcalquier ne riporta la morte e ricorda che una processione in sua memoria doveva essere fatta tutti gli anni alla chiesa di Saint-Mary de Forcalquier[33]; fu sepolto nella chiesa di San Giovanni di Malta, Aix-en-Provence. Alla sua morte, Raimondo Berengario IV, come da suo testamento (come ci conferma il documento riportato a pagina 485 del Matthæi Parisiensis, Monachi Sancti Albani, Chronica Majora, vol IV[34], lasciò i titoli di contessa di Provenza e Forcalquier alla figlia più giovane, non ancora sposata[25], Beatrice,[35], che l'anno dopo (1246) sposò il conte d'Angiò e del MaineCarlo I. Il testamento redatto da Raimondo Berengario IV, il 20 giugno 1238 a Sisteron, si trova nelle Layettes du Trésor des Chartes, vol. II, contrassegnato come documento n° 2719[36].
Matrimonio e discendenza
Raimondo Berengario IV aveva sposato il 20 dicembre 1220[37]Beatrice di Savoia (1206 – 1266), come risulta dalla cronaca del monacobenedettinoinglese, cronista della storia inglese, Matteo Paris (1200 – 1259), quando descrive il matrimonio della figlia Eleonora con il re d'Inghilterra, Enrico III[38]. La promessa di matrimonio (fidanzamento) era stata redatta a Dronero, il 5 giugno 1219, dove, secondo il documento n° 49 del Peter der Zweite Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, sein Haus und seine Lande, dello storico, Ludwig Wurstenberger, il conte Raimondo Berengario, fissata la dote, si impegnava a sposare Beatrice, figlia del Conte di Savoia, d'Aosta e di Moriana, Tommaso I[39] (1177 – 1233) e della moglie[40] Beatrice Margherita di Ginevra (1180 – 1257), che secondo la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium era figlia di Guglielmo I di Ginevra e di Margherita Béatrice di Faucigny[40]. Raimondo Berengario da Beatrice ebbe un solo figlio maschio e quattro figlie femmine[37][41], che, come ricorda anche Dante, tutte e quattro divennero regine:
Beatrice[32] (1234-1267), contessa di Provenza e contessa di Forcalquier (1245-1267), sposò nel 1246Carlo I d'Angiò (1227-1285), conte d'Angiò e del Maine (1246-1285), re di Sicilia (incluso Napoli) (1266-1282) poi re di Napoli (1282-1285) – conte di Provenza e di Forcalquier (1246-1267) per matrimonio, ma che continuerà a portare i titoli sino alla morte.
Raimondo Berengario V viene identificato con il mecenate e trovatoreprovenzaleRaimon Berenguier o Coms de Proensa o Comte de Proensa o Comte Berengier[43].
I componimenti e gli interlocutori del Coms de Proensa sono:
Amics n'Arnaut, cent donas d'aut paratge (partimen con Arnaut)
Carn-et-ongla, de vos no·m volh partir (tenso immaginaria)
^Le Crónicas navarras (Crónicas navarras) sono un insieme di narrazioni storiche, scritte in parte in latino e in parte in una lingua romanza, aragonese, inerente alla regione navarro-aragonese, a partire dal primo secolo, sino al 1186; le cronache sono divise in 6 parti, la prima riguarda i re di Aragona dal regno di Ramiro I di Aragona a quello di Alfonso II il Casto o il Trovatore, mentre la seconda è dedicata alla dinastia di Rodrigo Diaz (el Cid) (Linage de Rodric Díaz)
^Ladislao II fu detto l'Esiliato, perché passò gli ultimi anni di vita in esilio in Germania. Però, prima di morire, nel 1157, al seguito di Federico Barbarossa, sottomise i suoi fratellastri e fu l'arbitro della suddivisione dei domini polacchi tra i fratellastri
^Beatrice fu nominata erede perché era l'unica non sistemata (infatti Margherita era regina di Francia, Eleonora era regina d'Inghilterra e Sancha, futura regina di Germania, era contessa di Cornovaglia).