Il 2 febbraio 1824 Maria Teresa divenne principessa ereditaria e tornò a Torino, poi a Racconigi, quando re Vittorio Emanuele I presentò al popolo Carlo Alberto come erede presuntivo della Corona.
La giovane (aveva 16 anni il giorno del matrimonio) era ancora profondamente immatura «una ragazza assai carina, con lineamenti appropriati e un sorriso senza malizia. Ma era ancora una bambina: giovane, timida, senza civetteria e quasi impaurita dal sesso. La sera, piuttosto che fare compagnia al marito, preferiva giocare a mosca cieca con le amiche che invitava a palazzo»[1].
Il 27 aprile 1831 morì re Carlo Felice e i principi di Carignano Carlo Alberto e Maria Teresa salirono al trono.
Regina di Sardegna
Durante il regno del coniuge, Maria Teresa non si è fatta coinvolgere negli affari di Stato, dedicando il suo tempo esclusivamente alla famiglia e alla spiritualità[2]. È stata descritta come una rigida cattolica, ma anche come una persona spontanea e affettuosa, nonché molto legata alle tradizioni familiari.
Cattolica convinta, fervente sostenitrice dell'unificazione italiana e completamente convertita alla nuova ideologia monarchico-conservatrice che credeva nei controlli e nei contrappesi del potere reale, ebbe una grande influenza sul figlio maggiore.
Ultimi anni e morte
Dopo la morte in esilio, nel 1849 a Porto, del consorte, la regina madre Maria Teresa non comparve più in pubblico e, nel 1851, si ritirò in Toscana.
Morì il 12 gennaio 1855, soltanto otto giorni prima della nuora e un mese prima del secondogenito. I solenni funerali si svolsero nella Reale Basilica di Superga, dove è sepolta.
Donna profondamente religiosa e conservatrice, fece pressione più volte sul figlio Vittorio Emanuele II, allorquando, dietro spinta di Cavour, il Parlamento Sabaudo si accingeva a ridurre i privilegi ecclesiastici. Era di carattere dolce e affettuoso, con atteggiamenti spontanei e semplici, come risulta dal suo epistolario col padre, granduca di Toscana.