Primo di otto figli, e quindi erede al titolo di marchese, fin dalla prima infanzia fu educato alla vita militare, e all'età di cinque anni Ferrante portò con sé Luigi.[6] All'età di sette anni, tuttavia, avvenne la sua "conversione dal mondo a Dio", come egli stesso la definì: sentendosi chiamato a consacrare la propria vita al Signore, intensificò la preghiera, recitando ogni giorno in ginocchio i sette Salmi penitenziali e l'Ufficio della Madonna.
Nel 1576, a causa di un'epidemia nel feudo, venne trasferito a Firenze col fratello minore Rodolfo presso il granduca Francesco I de' Medici, affinché fosse lontano dalla peste ma pure per farlo vivere presso una corte raffinata e confacente al suo rango.[7] A Firenze, nella basilica della Santissima Annunziata fece voto di perpetua verginità.[8] Tre anni dopo venne poi dislocato alla corte di Mantova,[9] dove nel 1585 rinuncerà al titolo di futuro marchese di Castiglione, in favore del fratello Rodolfo.[10] Nel 1580 ricevette la Prima Comunione da Carlo Borromeo in visita nella Diocesi di Brescia (della quale Castiglione faceva parte a quel tempo).[11] Nel 1581 si recò a Madrid per due anni, come paggio d'onore del principe Diego (il padre era al servizio di Filippo II di Spagna).[12] A Madrid Luigi studiò logica, filosofia, teologia e matematica, mostrando la sua precoce intelligenza.[13][2]
Vita religiosa
Studiò lettere, scienze e filosofia, lesse testi spirituali e relazioni missionarie, pregò e maturò la sua decisione di farsi gesuita e nonostante l'opposizione del padre inizialmente contrario (lo inviò in varie corti, sperando che la vita brillante lo facesse desistere dal suo proposito), all'età di 17 anni (il 25 novembre 1585) entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma.[14] Studiò teologia e filosofia. A Roma ebbe tra i suoi insegnanti e direttore spirituale San Roberto Bellarmino. Mentre si trovava nella capitale, Luigi apprese la notizia della morte del padre Ferrante, avvenuta il 13 febbraio 1586.[15]
Nel 1590/91 una serie di malattie infettive uccisero a Roma migliaia di persone, inclusi i papi (Sisto V, Urbano VII). Luigi Gonzaga, insieme a san Camillo de Lellis e ad alcuni confratelli gesuiti, si prodigò intensamente ad assistere i più bisognosi. Malato da tempo, dovette dedicarsi solo ai casi con nessuna evidenza di contagiosità, ma un giorno, trovato in strada un appestato, se lo caricò in spalla e lo portò all'ospedale della Consolazione.[17] Pochi giorni dopo morì, all'età di soli 23 anni. Il suo corpo è tumulato nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma,[18] nello splendido altare barocco di Andrea Pozzo e Pierre Legros,[19] mentre il suo cranio è conservato nella basilica a lui intitolata a Castiglione delle Stiviere.[18] La mandibola è custodita nella Chiesa Madre di Rosolini, in provincia di Siracusa.[20]
Culto
La festa di San Luigi si celebra il 21 giugno, data della sua morte.[21]
Nell'arte, San Luigi è mostrato come un giovane che indossa una tonaca nera e una cotta o come un paggio. I suoi attributi sono un giglio, che si riferisce all'innocenza; una croce, che si riferisce alla pietà e al sacrificio; un teschio, riferito alla sua morte prematura; e un rosario, che si riferisce alla sua devozione alla Beata Vergine Maria.[23]
Un contributo determinante nel fornire schemi iconografici per la devozione a questo santo è attribuibile al pittore bresciano Pietro Scalvini, che nella sua vita ricevette numerosissime commissioni per riprodurre aspetti della vita e immagini del santo.[24]
San Luigi in uno stile tipicamente romantico, senza trasgressioni dall'iconografia canonica, Marcello Baschenis, 1880
L'Aloisianum di Gallarate e Padova è l'istituto universitario di studi filosofici dei Gesuiti, già Pontificia Facoltà di Filosofia, a lui dedicato in quanto Aloisius è Luigi in latino;
A Washington DC, Gonzaga College High School, Washington Seminary, come era originariamente chiamato, iniziò le lezioni per studenti laici nel 1821 e fu ribattezzato "Gonzaga College". La Gonzaga College High School è una scuola preparatoria del college cattolico per ragazzi di età compresa tra 9 e 12 anni;
A Orbassano l'Ospedale San Luigi Gonzaga, ospedale polispecialistico di rilievo nazionale, sede di due corsi di laurea, di laboratori di ricerca e del centro regionale antidoping;
A Castiglione delle Stiviere, non molto tempo dopo la morte di Luigi, nel giorno della sua festa nel 1608, le tre figlie Cinzia, Olimpia e Gridonia di suo fratello Rodolfo fondarono una comunità di donne dedite all'educazione, sotto il nome formale delle Nobili Vergini di Gesù. La comunità si è estinta nel 2022 con la morte dell'ultima consacrata ancora in vita.
^A Parma le Suore Maestre Luigine continuano la tradizione educativa della fondatrice Rosa Orzi e del fondatore Padre Giuseppe Eugenio Porta. Sono una piccola Comunità Religiosa di Diritto Diocesano che opera in campo educativo soprattutto con il Pensionato Universitario San Luigi.
Giovanni Arledler, San Luigi Gonzaga. Un regno per il regno, Elledici, 2012.
Città di Castiglione delle Stiviere (a cura di), Castiglione attraverso i secoli, Verona, 2004. ISBN non esistente.
Manlio Paganella, San Luigi Gonzaga, Ares, 2003.
Pier Virgilio Begni Redona, Pitture e sculture in San Faustino, in AA.VV., La chiesa e il monastero benedettino di San Faustino Maggiore in Brescia, Editrice La Scuola, Brescia, 1999.
Massimo Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere. Vicende pubbliche e private del casato di San Luigi, Verona, 1990. ISBN non esistente.
Antonio Furioli, Un giovane anticonformista: San Luigi Gonzaga, in Rivista di Vita Spirituale, 62 (luglio-ottobre 2008), nn. 4-5, pp. 465–484.
Antonio Furioli, Risonanze aloisiane nella storia della spiritualità, in Rivista di Vita Spirituale, 63 (marzo-aprile 2009), n. 2, pp. 175–195.
Renata Salvarani, I Gonzaga e i papi. Roma e le corti padane fra Umanesimo e Rinascimento (1418-1620), Roma, 2014. ISBN 978-8820991722