Giambattista Castagna nacque a Roma nel 1521, figlio del nobile genovese Cosimo Castagna e della nobildonna romana Costanza Ricci Giacobazzi. Per parte di madre, egli era pronipote del cardinale Domenico Giacobazzi ed era quindi anche imparentato con il cardinale Cristoforo Giacobazzi.
Seguirono incarichi diplomatici che lo portarono alla corte dei principali regni d'Europa. Nunzio in Spagna, dove rimase fino al 1572, celebrò il battesimo della prima figlia femmina del re Filippo II, l'infanta di SpagnaIsabella Clara Eugenia.
Nel concistoro del 12 dicembre 1583 venne nominato cardinale presbitero, ricevendo poi, il 9 gennaio 1584, la berretta cardinalizia e il titolo di San Marcello. Legato pontificio a Bologna nuovamente dall'8 ottobre 1584 al maggio del 1585, prese parte al conclave che in quello stesso anno elesse papa Sisto V, per poi venire nominato dal 19 novembre dell'anno successivo inquisitore generale del Sant'Uffizio.[1]
Cronologia incarichi
1º marzo 1553 - gennaio 1573: arcivescovo di Rossano;
Alla morte di Sisto V il Sacro Collegio dei Cardinali era formato da 67 membri, ma 13 cardinali non parteciparono al conclave; pertanto il nuovo papa fu eletto da 54 cardinali. Il conclave si svolse fra il 7 e il 15 settembre.
Nel 1590 il cardinale Castagna prese parte al conclave che lo elesse poi pontefice. È certo che la sua elezione al papato venne ampiamente supportata dalla fazione spagnola, proseguendo una tradizione che ormai tendeva nel voler preferire per l'elezione al soglio di Pietro rappresentanti della nobiltà di curia piuttosto che membri di potenti famiglie romane. Venne scelto come successore di Sisto V il 15 settembre 1590, proponendosi fin dall'inizio come fedele esecutore dei decreti tridentini e continuatore della politica restauratrice inaugurata dal suo predecessore.
Il 18 settembre si ammalò di malaria, che lo portò alla morte poco prima della mezzanotte del 27 settembre dello stesso mese della sua elezione, prima ancora di essere stato solennemente incoronato. Dopo la sua morte, gli venne ricavata una tomba nella basilica di San Pietro in Vaticano, con un'orazione funebre tenuta da Pompeo Ugonio. Il 21 settembre 1606 le sue spoglie vennero trasferite nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva, ove aveva sede la Confraternita dell'Annunziata alla quale lo stesso Urbano VII, nelle sue disposizioni testamentarie, aveva lasciato 30 000 scudi del proprio patrimonio personale.