Étienne Aubert nacque nel 1282 nel villaggio di Monts, nella parrocchia di Beyssac, nella Francia centrale (regione del Limosino). Suo padre Adhémar Aubert, originario di Pompadour, apparteneva alla piccola nobiltà locale: ciò consentì ad Étienne Aubert di accedere agli studi superiori, ricevendo una formazione come giurista. Studiò legge all'Università di Tolosa ed ottenne la licenza nel 1321 e il dottorato in diritto canonico tra il 1329 ed il 1330. Dapprima insegnò diritto civile nella stessa università, poi intraprese la carriera in magistratura: nel 1321 venne nominato giudice ordinario. Luogotenente del primo giudice del siniscalcato di Tolosa e guardiano dei sigilli del medesimo tribunale, fu confermato nel 1328 (o 1329) per poi divenire egli stesso primo giudice dal 1330 al 1335.
Negli stessi anni avviava la carriera ecclesiastica. Canonico del capitolo della cattedrale di Notre-Dame, re Filippo VI di Francia lo chiamò alla propria corte e gli concesse un'ambasceria per papa Benedetto XII nel 1337 e poi nuovamente nel 1338 e nel 1341. Uditore della Sacra Rota durante il pontificato di Benedetto XII, ricevette numerosi benefici minori, canonicati ed arcidiaconati. Eletto vescovo di Noyon il 23 gennaio 1338, nell'ottobre del 1340 venne trasferito all'arcidiocesi di Clermont, ministero che mantenne sino alla sua elevazione al cardinalato.
In quello stesso anno prese parte al conclave svoltosi subito dopo la morte di Clemente VI, in cui venne eletto pontefice il 18 dicembre.
La sua politica fu diversa rispetto a quelle degli altri papi di Avignone. Innocenzo portò a molte riforme di cui si sentiva la necessità nell'amministrazione degli affari della Chiesa. Nominò legato per l'Italia il cardinale spagnolo Egidio Albornoz e lo incaricò di riportare l'ordine a Roma, dove nel 1355, Carlo IV venne incoronato imperatore con il suo permesso, dopo aver in precedenza giurato che avrebbe lasciato la città il giorno stesso, a cerimonia conclusa.
Dal 1355-56, iniziò a far bandire, in varie parti d'Europa, una crociata contro i Forlivesi, a causa dell'inefficacia dell'azione di Egidio Albornoz nel tentativo di recuperare l'irriducibile città di Forlì, allora governata dagli Ordelaffi, al dominio papale.
Nel 1360, con la bolla Quasi lignum vitae, Innocenzo VI trasformò le scuole domenicane e francescane di Bologna in Facoltà di Teologia, su modello delle università di Parigi e Oxford, col privilegio quindi di concedere i gradi dottorali[1].
Fu in gran parte grazie alle esortazioni di Innocenzo che si giunse al trattato di Brétigny (1360) tra Francia e Inghilterra. Durante il suo pontificato inoltre, l'imperatore bizantinoGiovanni V Paleologo offrì di sottomettere la Chiesa greca alla sede romana, a condizione che gli venisse fornita assistenza contro il rivale Giovanni Cantacuzeno. Le risorse a disposizione del Papa, comunque, erano già tutte impegnate per esigenze più vicine a casa, e l'offerta venne declinata.