Il periodo più fiorente per l'officina fu dal 1562 al 1591, quando il feudo era amministrato da Vespasiano. Nei primi anni (1562-1565) furono battute varie monete (scudo d'oro, mezzo scudo, mocenigo, gazzetta, soldino, sesino e doppio sesino) quando il Gonzaga aveva il rango di conte. Nel 1565 ottenne, con diploma imperiale, dall'imperatore Massimiliano II d'Asburgo, il titolo di marchese (1565-1574 e furono coniati lo scudo d'oro e il mocenigo d'argento. Nel 1575 Vespasiano acquisì la dignità di principe, conferitagli dal suddetto sovrano: fino al 1577 furono battuti, con la nuova intitolazione testoni, mocenighi, cavallotti, bianchi, soldi, sesini. Nell'ultima attività della zecca, sotto il duca Vespasiano, (1577-1581, l'incisore e orafo Andrea Cavalli[2] realizzò il mezzo ducatone, il sesino del cavallo e della colomba.
Dopo la scomparsa di Vespasiano, l'attività della zecca diminuì e, sotto il governo della figlia Isabella, apparvero altre quattro tipologie monetarie, mentre una sola (tallero) entrò in circolazione con Luigi Carafa della Stadera e il ducatone con Nicola María.[3]
È possibile distinguere tre periodi di monetazione, corrispondenti ai vari signori che si sono succeduti al governo:
Guido Guidetti, La zecca di Sabbioneta, Mantova, 1966.
Ireneo Affò, Delle zecche e monete di tutti i principi di casa Gonzaga che fuori di Mantova signoreggiarono, Bologna, 1782, SBNIT\ICCU\BRIE\000289Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).