A Castel Goffredo continuò l'opera intrapresa da Alessandro Gonzaga, riprendendo le opere difensive.[6] Egli stipulò un importante documento per la storia di Castel Goffredo, dove pare si fosse fatto edificare una casa,[7] la "Transazione" del 12 giugno 1480, con la quale il signore cedeva al Comune le fosse e i terragli di Castelvecchio con le relative pertinenze. Iniziò alcune opere di miglioramento del palazzo antistante la piazza,[8] forse collegando tra loro i due edifici già esistenti.[9]
Il 7 ottobre 1483 fu eletto vescovo di Mantova succedendo al fratello, il cardinaleFrancesco. In questo periodo riuscì a sventare un complotto, ordito dagli altri fratelli Gianfrancesco e Rodolfo, atto ad avvelenare il fratello maggiore Federico, marchese di Mantova, per impossessarsi dello Stato.[10]
Nel 1484 si adoperò affinché a Mantova sorgesse il Monte di Pietà[11] e nello stesso anno fu inviato a Roma con l'intento di poter essere elevato al rango cardinalizio, ma il titolo non gli venne concesso. Fu l'occasione, però, per iniziare la collezione di importanti reperti archeologici.[12] Fuggì da Roma colpita dalla peste e trovò rifugio a Bracciano, ospite degli Orsini.[13]
La sua morte, avvenuta alla corte di Gazzuolo[20] il 19 gennaio 1511,[21] venne accolta addirittura con irritazione da Isabella, che in una sua lettera si disse "addolorata" per non aver potuto partecipare al carnevale.[22] Per testamento lasciò in eredità le sue terre al nipote Ludovico di Bozzolo,[23] violando un patto di consignoria col fratello Rodolfo. Si aprì una lunga vertenza sull'eredità davanti alla corte imperiale, che si risolse solo nel 1513 e vide riconosciuti ai nipoti Aloisio e Gianfrancesco rispettivamente i territori di Castel Goffredo e Ostiano. Fu nominato amministratore della vacante diocesi di MantovaSigismondo Gonzaga.[24]
D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato; sul tutto, inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d'argento, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso; nel secondo e nel terzo fasciato d'oro e di nero (Gonzaga di Mantova). Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde. Le nappe, in numero di dodici, sono disposte sei per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3.
^Secondo altri storici morì il 14 gennaio 1511 a Reggiolo (v. Marilena Dolci, Congiure e misteri alla corte dei Gonzaga. Il processo a Francesco Secco, 2017, Mantova.)
^ Rosanna Golinelli Berto. Associazione per i monumenti domenicani (a cura di), Sepolcri Gonzagheschi, Mantova, 2013.
Bibliografia
Giuseppe Amadei;Ercolano Marani (a cura di), Signorie padane dei Gonzaga, Mantova, 1982. ISBN non esistente
Massimo Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere. Vicende pubbliche e private del casato di San Luigi, Verona, 1990.
Clifford M. Brown;Paola Tosetti Grandi (a cura di), I Gonzaga di Bozzolo, Mantova, 2011. ISBN 978-88-95490-11-3.
Ruggero Regonini, I Gonzaga signori di Ostiano, Ostiano, 2001.
Ruggero Regonini, La successione contesa 1511-1513 per Ostiano e Castel Goffredo, Ostiano, 2011, ISBN non esistente.
Giuseppe Amadei e Ercolano Marani (a cura di), I ritratti gonzagheschi della collezione di Ambras, Mantova, 1980, ISBN non esistente.
Roberto Brunelli (a cura di), Un collezionista mantovano del Rinascimento. Il vescovo Ludovico Gonzaga nel V centenario della morte, Atti del convegno di studi di Mantova 29 gennaio 2011, Mantova, Publi Paolini, 2011.
Daniele Bini (a cura di), Isabella d'Este. La primadonna del Rinascimento, Modena, 2001, ISBN88-86251-45-9.
Marilena Dolci, Congiure e misteri alla corte dei Gonzaga. Il processo a Francesco Secco, Mantova, 2017, ISBN non esistente.
Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN88-7495-163-9.
Costante Berselli, Castelgoffredo nella storia, Mantova, 1978, SBNCFI0475550.