Acquanegra sul Chiese (Quanégra in dialetto mantovano[4]) è un comune italiano di 2 711 abitanti[1] della provincia di Mantova in Lombardia.
Il paese è posto nell'angolo nord-ovest della provincia di Mantova formato dai due fiumi Oglio e Chiese, alla distanza di circa due chilometri dalla loro confluenza.
Il borgo da solo forma una popolazione di circa 2 000 abitanti. Anche la parrocchia di Mosio fa parte del comune, che in tutto perciò conta più di 2 900 abitanti. Il territorio comunale ha un'estensione di 28 km².
I torrenti Cavata e Tartarello dividono Acquanegra verso est dai comuni di Redondesco e Marcaria; a sud confina con Calvatone, cremonese, estendendosi per una parte anche oltre l'Oglio; ad ovest è diviso da Canneto sull'Oglio mediante il Chiese, ed a nord in parte da Mariana Mantovana mediante il corso d'acqua Tornapassolo, ed in parte da Asola mediante una piccola strada[5].
Un tempo sul territorio esistevano alcuni boschi; ora, eccettuate alcune aree lungo i fiumi e dentro gli argini dei fiumi, i terreni che erano boschivi non conservano che in parte la denominazione di boschi.
Tutto il territorio è pianeggiante, anche se vi sono delle zone più o meno elevate o basse delle altre. La più sensibile differenza di altitudine è verso i fiumi, lungo i quali, oltre le cosiddette restare, fondi giacenti dentro gli argini dei fiumi stessi, vi sono le regone[6]. La più importante di queste è la regona detta Valli di Mosio, che dal confine tra Mosio ed Acquanegra si stende fino al confine di Marcaria nel luogo detto le Motte, sempre aderente all'argine dell'Oglio[7].
Acquanegra deriva dal latino Aqua nigra, allusiva al fiume Chiese, scuro per la tinta delle sue acque.[4]
Di origini romane, Acquanegra nel 1175 fu libero comune.[8] Nel 1190 il paese dipendeva dalla commenda di Asola, quindi sotto la giurisdizione di Brescia sino al 1451, per passare successivamente sotto i Gonzaga.[8] Alla nascita del Regno d'Italia fu incorporata alla provincia di Brescia fino al 1868.[9] Nella seconda metà del XIX secolo venne assegnata alla provincia di Mantova.
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 28 aprile 1937.[10]
«D'azzurro, ad un fondo d'acqua oscurato dalla notte con riflessi d'oro e sormontato da tre stelle pure d'oro, disposte 1 e 2, circondato da due rami di quercia e d'alloro annodati da un nastro dai colori nazionali.»
Lo stemma riprende quello dell'antica abbazia benedettina di San Tommaso, che bonificò e rese coltivabili queste terre contribuendo allo sviluppo socio economico del territorio. La "notte oscura" è simboleggiata dall'azzurro intenso del campo. I riflessi d'oro simboleggiano la fertilità del terreno ricco d'acqua, posto sotto la protezione della Santissima Trinità. Lo stemma è accompagnato dal motto latino: Mementote Clusiae Volsi.[11]
Il gonfalone in uso è un drappo di rosso.
Abitanti censiti[12]
Essendo il paese mantovano, ma un tempo bresciano, tuttora vicino al Bresciano ed al Cremonese, vi si parla un dialetto che sa di tutti tre i dialetti; il prevalente però è il misto mantovano-cremonese.
Il patrono è san Fortunato e si festeggia con la sagra del paese la terza domenica di ottobre.
A Mosio è nato, e li vi ha risieduto fino alla sua scomparsa, Giulio Salvadori, importante esponente della pittura mantovana del secondo Novecento.
Altri progetti
Lokasi Pengunjung: 3.15.17.60