Il territorio di Volongo è sostanzialmente pianeggiante e di carattere prevalentemente agricolo. Sul territorio ha avuto in passato notevole importanza la coltivazione del lino e del riso, grazie alla grande disponibilità idrica apportata dai due vicini fiumi e dai canali da essi derivati. Oltre alle coltivazioni principali vi erano colture secondarie come quella del gelso allo scopo della bachicoltura ossia l'allevamento del baco da seta. Attualmente il territorio di Volongo risulta essere protetto a livello regionale, in quanto rientrante all'interno del Parco di interesse regionale dell'Oglio sud.
Idrografia
Il centro abitato ad oriente è bagnato dal fiume Gambara il cui percorso confluisce nell'Oglio poco più a sud. Quest'ultimo fiume delimita il confine del territorio comunale con quello del vicino comune di Pessina Cremonese.
Origini del nome
Riguardo alla provenienza del nome vi sono diverse ipotesi, una delle quali, ipotizza che sia in riferimento al territorio dove l'abitato sorge. Probabilmente in passato si presentava come un ambiente acquitrinoso e paludoso e questo fa pensare che il nome derivi da un antico Vadum Longum ossia guado lungo, generato dall'alveo di fiume lungo che in questo caso è il fiume Gambara.[5]
Storia
Sono riscontrabili resti di epoca romana, in cui probabilmente vi era un importante presidio militare. Intorno all'anno mille l'abitato nell'ambito delle campagne di bonifica della pianura padana il territorio di Volongo entrò a far parte dell'orbita dell'abbazia benedettina di Leno.
Successivamente nell'epoca comunale ne prese possesso Pandolfo III Malatesta, che al tempo governava il territorio di Brescia.
Al Malatesta seguì il controllo del ducato di Milano sotto la guida dei Visconti, all'espandersi del marchesato di Mantova Volongo entrò a far parte dei domini dei Gonzaga, i quali ne mantennero il controllo sino al 1707.
A fine ottocento nacquero nel paese due pioniere dell'educazione dell’infanzia e della pedagogia, le sorelle Agazzi: Rosa (1866-1951) e Carolina (1870-1945). A loro è dedicata la scuola materna comunale Agazziana, edificata in loro memoria nel 1950.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 gennaio 2010.[6]
«Partito di rosso e di argento, al castello dell'uno all'altro, murato di nero, merlato alla guelfa, le due torri di tre, il fastigio di due, esso castello chiuso di azzurro, finestrato nelle torri con finestrella tonda, una e una, dello stesso, accompagnato in capo dalla scritta, in lettere maiuscole di nero, OPPIDUM VOLUNGI. Ornamenti esteriori da Comune.»
Dedicata ai santi Pietro e Paolo la chiesa parrocchiale è un edificio il cui nucleo principale risale alla metà del 1500 per voi venire modificato nel corso dei due secoli successivi. La parrocchiale al suo interno si mostra ricca di tele pittoriche e di arredi sacri i quali sono di pregevole valore. Di interesse è inoltre la cappella della Madonna del Campanile posta al suo interno e realizzata in memoria dell’apparizione della Madonna che si crede sia avvenuta intorno XVI secolo.